Sono
sempre stata una fan di Sawyer. E come non potrei... Bello,
impossibile, con quello sguardo che dice molte più cose di
quello che potrebbero dire mille parole. E poi, diciamocelo... Sawyer
hanno cercato in tutti i modi di renderlo antipatico, ma non ci sono
riusciti. Soffrivo mentre Sayid lo torturava. Ridevo come una matta
quando lo vedevo provare gli occhiali che Jack aveva trovato nei
bagagli dei defunti. Ho riso mentre giocava a ping pong con Hugo e
poi con Jack. Poi è arrivata Juliet. E con lui ha formato una
delle due coppie che più aodro di 'Lost' -l'altra è
quella di Charlie e Claire-. E così, mentre guardava lo
repliche dell'ultimo episodio della quinta stagione, piangendo mi
sono immaginata cosa potesse provare Juliet in quel momento.
E
su due piedi ho scritto questa one shot che è molto, o meglio
tutta POV di Juliet. Ma anche un po' di James quando finisce.
Spezzata
è riferito a Juliet, almeno inizialmente e al fatto che, di
sicuro, dopo una caduta simile il suo corpo era spezzato, sconvolto
dalle lesioni e le emorragie interne. Ma non solo a questo...
Insomma! Bando alle spiegazioni.
Siate
clementi. Vi prego! Questa è la prima fan fiction che scrivo
su LOST. Accetto le critiche basta che siano cotruttive e non
offensive.
E
accetto anche le recensioni, per sapere che ne pensate. =)
Ringrazio
chiunque leggerà questa fan fiction. E magari...
Un
giorno potremo anche prenderci un caffè assieme. Che ne dite?
=P
Buona
lettura.
Niniel82.
IMPORTANTE:
I DIRITTI DI LOST SONO DELLA FOX E DEI PRODUTTORI. LE IDEE DELLA
SERIE SONO SOLO STATE PRESE IN PRESTITO DAGLI SCENEGGIATORI.
INOLTRE
CI SONO DEGLI SPOILER. SE QUALCUNO NON HA ANCORA VISTO LA SERIE
COMPLETA DI LOST E NON SI VUOLE ROVINARE IL FINALE NON LEGGA.
Spezzata...
DOVE
VUOI ANDARE BIONDINA?
James
non mi trattenere ti prego.
NON
TI LASCIO ANDARE!
Non
voglio che tu mi trattenga. Ho paura. Ma ho più paura di
vederti cadere con me.
KATE
DOBBIAMO LIBERARLA DALLE CATENE!
Sai
che è inutile James! Lascia che avvenga.
NON
TI LASCIO ANDARE. DEVI RESISTERE...
Io
non voglio, James.
''Ti
amo James!"
"Non
provarci Juliet. Non lasciare la mia mano!"
"Ti
amo James. Ti amo con tutto il cuore..."
Il
sangue nella mia mano rende la mia mano scivolosa. Forse non dovevo
seguire Kate. Forse dovevo bloccare Jack. Forse, come diceva spesso
John Locke, l'Isola ha richiestro il mio sacrificio. E mi vuole
inghiottire nel suo ventre magnetico che assieme a me sta attirando
anche tutti gli oggetti che ci sono attorno.
"JULIET!"
sento gridare James.
E
in quel momento mi rendo conto che non l'ho mai amato così
tanto. Solo ora che lo sto perdendo, che mi sta perdendo, mi rendo
conto che il mio cuore sta scoppiando di paura: ma non paura di
morire, no! Paura di non svegliarmi più accanto a lui la
mattina, paura di non vederlo rientrare a casa dopo una giornata di
lavoro, paura di non poter più stare vicino a lui la sera e
vederlo leggere con quegli occhiali che lo rendevano 'ridicolamente
sexy
'.
Sono
stati troppo pochi questi tre anni assieme, James. Ho scoperto che
persona sei realmente solo quando l'Isola si spostava nel tempo e
John Locke stava con noi, dicendo una delle sue pazzie, pensando che
tutto fosse normale. Mi sono innamorata di te non perché
intorno a me c'erano Miles, Faradey, Locke e Charlotte. Non ti ho
scelto perché eri il più duro, il più bello. Ti
ho scelto quella notte di tre anni fa, al molo, quando mi hai chiesto
di non prendere il sommergibile per tornare nel 'mondo
reale'.
Quello stesso sommergibile che mi ha portata qua e che Ben non mi ha
permesso di prendere di nuovo per tornare da mia sorella, dalla sua
bambina che ho visto solo attraverso uno schermo prima che questa
dannatissima Isola impazzisse.
Prima
che arrivasti tu a sconvolgere la mia vita, rendendola un porto
sicuro.
E
pensare che la prima volta che ci siamo visti ho puntato una pistola
in testa a Kate per non permettervi di scappare... Mi hai confessato,
quando0 vivevamo assieme, di aver pensato che fossi una veramente
cattiva
in
quel momento.
Ora
le nostre mani si stringono appena. L'ultimo contatto che ci è
permesso. Sopra di me tu, sconvolto e disperato. Sotto di me il
baratro.
"Ti
amo James!" dico per l'ultima volta.
Le
nostre mani scivolano l'una dall'altra.
Non
lotto più.
Un
grido. Il mio.
Scivolo.
Il
fondo sembra al centro del mondo stesso. E ho paura!
Poi...
Il buio.
Sembra
passato un secolo. Forse anche di più.
Mi
sveglio.
Sono
morta?
Mi
guardo le mani. Sto tremando. Dai dolori che sento sparsi in tutto il
corpo capisco che non sono morta. Il mio corpo è rimasto
attaccato alla vita ma non penso che mi debba beare di questo.
Attorno
a me ferraglie e tubi contorti. Un colpo di tosse e un conato. Sputo
fuori sangue. Sono spezzata nel corpo. Un'emorragia mi sta portando
via.
Nonostante
il mio corpo si lamenti, gridi aiuto, mi allungo verso quella bomba
che Jack ha portato fino a qui a costo della sua stessa vita.
SE
RIUSCIAMO A FARLA DETONARE TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO PATITO NON
ACCADRÀ! SAREMO A LOS ANGELES! IL NOSTRO AEREO NON CADRÀ
MAI!
E
io sarò con mia sorella.
O
forse sarò comunque morta?
Non
mi importa. James sarà felice. Anche senza di me. Magari con
Kate. Forse non ci metterà nemmeno tre anni a dimenticarmi.
Forse non mi ricorderà affatto.
Un
po' triste, lo so. Ma visto che per lui da qui non posso fare nulla,
voglio almeno sacrificarmi per regalargli una vita decente in un
mondo reale.
Striscio
verso la bomba. Il mio braccio rotto afferra una pietra. La prendo e
quasi non la sento.
Deve
esplodere. E se non l'ha fatto quando Jack l'ha buttata qua sotto...
La farò esplodere io.
E
quando comincio a sbattere il sasso e il suono metallico riecheggia
nel buco dove sono caduta, piango.
E
piango perché deve funzionare. Piango perché so che per
me non ci sarà domani. Solo la morte.
E
mentre il rumore metallico riecheggia come il suono cupo di campane
che suonano a morto, una luce bianca mi investe.
E
vedo...
La
mia infanzia. Io e mia sorella che giochiamo. Mio marito e il giorno
del nostro matrimonio. La malattia di mia sorella e la sua
infertilità. La fine del mio matrimonio. Richard che mi
propone, assieme ad Ethan, di andare sull'Isola.
La
morte di mio marito.
Mia
sorella incinta. La mia partenza sull'Isola. Ben e il suo amore
folle. I miei anni tra gli Altri.
Rachel
e la sua bimba attraverso uno schermo.
L'arrivo
di Micheal e il suo tradimento.
Jack.
Kate. James. Prigionieri. I toast che portavo a Jack e le nostre
chiacchierate attraverso il vetro della sua prigione. Il video
disperato che ho fatto per avvisarlo che Ben era un bugiardo. James e
Kate ai lavori forzati. Il loro tentativo di fuga.
Punto
una pistola a Kate. James mi guarda e mette il fucile apposto.
L'operazione
a Ben e la fuga di Kate e James. Io che uccido uno degli Altri. Jack
che mi salva al processo per tradimento. Il marchio sul fianco e Jack
che mi cura. La promessa di Ben di poter tornare a casa assieme a
Jack, con quel dannato sommergibile. Il doppio gioco che Ben mi ha
costretta a fare.
Il
campo del Volo Oceanic 815. L'ecografia a Sun. L'arrivo di Miles,
Faraday, Charlotte.
L'Isola
che comincia a spostarsi. E James. Il nostro amore dopo la partenza
di Kate e Jack. E i nostri giorni felici. E poi tutto e cominciato a
crollare... Ed infine...
Vedo
lui, James, che cerca di prendere una barretta da un distributore in
ospedale. Io mi avvicino quasi incredula. Che significa tutto questo?
Perché
so che questa scena non l'ho mai vissuta prima?
“Oh,
andiamo! Non ci credo…”
Si
lamenta contro una macchinetta che gli ha rubato i soldi e non vuole
dargli la sua barretta.
Lo
guardo e sorrido. E mi rendo conto di essere vestita da dottore e che
quello che mi trovo è un ospedale. Un ospedale che nell'Isola
non c'è!
“Posso
aiutarla?” chiedo avvicinandomi ancora un po'.
Si
volta e mi guarda. Non sorride e sembra non conoscermi. Rivolge alla
macchinetta uno sguardo risentito e dice:
“Va
tutto bene. Sono… Sono un poliziotto”
James?
Un poliziotto. Ok! Sono morta e questa è la mia visione di
vita perfetta. Forse il Paradiso è così: aver la
possibilità di vivere la vita come non ci è stato
concesso. Io ho la possibilità di vivere la mia vita
tranquilla, in una città con un ospedale, nel 'mondo
reale'. Vivere la mia storia spezzata con James.
Sorrido
e sarcastica dico una stupidaggine:
“Forse
dovrebbe leggere al distributore i suoi diritti”
La
battuta fa effetto e James sorride in quel modo che mi piace tanto.
Guardami ancora amore... Sono qua. Sono viva.
“Divertente”
mi risponde invece fingendosi risentito.
Cerco
di allungare la nostra conversazione. E facendo ancora finta di non
conoscerlo, dico:
“Posso
dirle un segreto?
Mi
guarda con aria interrogativa. Poi il suo viso si apre in un sorriso
caldo, uno di quelli belli che solo la sua faccia da schiaffi riesce
a far risplendere e mi risponde:
“Faccia
pure”
E
ora cosa gli dico? Non posso dirgli se si ricorda dell'Isola, del
fatto che siamo stati assieme. Non so come sono le regole nel
Paradiso
delle Vite Spezzate.
Improvviso
ancora e indicando la macchinetta dico:
“Se
stacca la spina, e poi la ricollega… la barretta cadrà
giù”
Il
suo sguardo da sfacciato si trasforma in incredulo, come quello di un
bambino che quasi non crede sia arrivato il momento di poter fare il
bagno al mare.
"Dice
davvero?" ribatte ancora. Non sa che mi spezza il cuore ogni
qualvolta i suoi occhi si puntano sui miei e non mi riconosce.
Ma
sento che devo fare lo stesso. Sento che anche io non devo sapere.
Sorrido
e incrociando le braccia replico:
“Sì.
E tecnicamente è legale.”
Nel
volto di James si dipinge un'aria tra il furbo e il divertito. Dio!
Io quell'espressione la conosco bene. Ed è di questo e di
altre mille cose che mi sono innamorata.
"Proviamoci!"
dice chinando e staccando la spina. Quando lo fa le luci attorno si
spengono e noi rimaniamo nella penombra. Lo vedo sollevare lo sguardo
e dire un poco convinto:
"Ops!"
Nello
stesso momento la barretta cade. Mi allungo a prenderla e dico:
"Ha
funzionato!" e gliela porgo.
Le
nostre mani si toccano. Sento il cuore battermi e lui mi guarda
spaventato.
“L’ha
sentito anche lei?”
Fingo
di non sapere di cosa parla e cercando di essere naturale, senza
riuscirci, dico:
“Dovremmo
prenderci un caffè qualche volta”
Lui
mi sta per rispondere.
Ma
qualche cosa non deve aver funzionato nel Paradiso delle Vite
Spezzate.
MI
sento scuotere e vengo trascinata via, come risucchiata in un
vortice, come se stessi di nuovo cadendo in quel buco nero.
Ed
è di nuovo dolore.
JULIET!
James?
"Juliet!"
Sono
di nuovo spezzata e sento che non sono morta, per la seconda volta.
Devo aver perso conoscenza. Ma so che se quella bomba fosse scoppiata
e non fosse successo nulla io, ora, non sarei tra le braccia di James
e lui non potrebbe essermi vicino.
"James!"
sorrido.
“Juliet…
Juliet, sono io. Sono io, piccola. Ti tengo. Ti tengo, piccola”
Sta
piangendo. Mi fa male sentirlo piangere. Sorrido e quasi di riflesso
ripeto l'ultima delle cose che ho detto nel Paradiso delle Vite
Spezzate:
“Dovremmo
prenderci un caffè qualche volta”
Sorridiamo.
Io mi aggrappo a lui. Sento che la vita se ne sta andando. Ma io devo
ancora fare due cose. Accarezzo il viso di James e piano gli dico:
"Baciami.
Ti prego, baciami!"
Lo
fa. E io rispondo al bacio. Sorrido.
Devo
dirgli che ha funzionato e che lo so. Quello che ho visto esiste
davvero. C'è ancora una possibilità per noi. Il mondo
ce la concederà. O il Paradiso... Non lo so. Ma so che davanti
ad un distributore sconosciuto, in un luogo sconosciuto, in un anno
imprecisato ci rincontreremo. E stavolta sarà per sempre.
"Ti
devo dire una cosa molto importante" pigolo io. E anche quel
piccolo sussurro mi costa fatica.
Tutto
diventa scuro.
Stavolta
sto morendo. Il cuore sta cedendo e non batte regolare. Il sangue sta
smettendo di confluire al cervello. Ma non mi sento triste.
Lo
sto guardando negli occhi. Voglio che James sia l'ultima cosa che
riuscirò a vedere. Perché ora so. So che se quel bunker
non è stato costruito io non verrò su quest'Isola.
Io
vivrò tranquilla. Io lavorerò in quell'ospedale. Io
incontrerò James. E se non sarà ora... Lo amerò
per sempre allora, quando il nostro momento sarà arrivato.
Voglio
dirglielo e sto per farlo.
Ma
tutto è buio.
Troppo
buio.
E
dove sono ora gli occhi di James non ci sono più.
Ma
non dovrò aspettare molto per vederli di nuovo.
Quasi
penso che sia impossibile.
Forse,
ora che lei non c'è più, ora che ho stretto il suo
corpo spezzato tra le mie braccia e che ho avuto appena il tempo per
un piccolo bacio e nemmeno per dirle addio, ho bisogno di sentire
qualcuno che mi dica quella cosa importante che Juliet non ha potuto
dirmi.
Ricordo
ancora la volta che trovammo i cadaveri di Carl e Danielle, sepolti
sotto poca terra. Lui li aveva sentiti. Lui sapeva.
Mi
volto e cerco Miles. Lui può dirmi che cosa Juliet avesse di
tanto importante da riferirmi.
"Dimmi
che cosa aveva di importante da dire!" lo imploro.
Si
avvicina a Juliet. Le sta vicino a lungo. Ho quasi paura che nemmeno
lui me lo possa dire.
Poi
Miles si avvicina, mi guarda e mi dice...
"HA
FUNZIONATO!"
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