Titolo: Not One Word (Non
Una Parola)
Autrice: roma_fics
Traduttrice: Mari McSly
Sommario: Durante la visita di una
camera blindata, Lucius si emoziona troppo
a causa delle ricchezze ereditate dalla moglie. Peccato che la suddetta
moglie
si sia scordata di specificare il funzionamento del nuovo sistema di
sicurezza
della Gringott.
Potete trovare la storia originale qui
e il
Livejournal dell'autrice qui.
Not One Word
"Non una
parola" mormorò Lucius mentre barcollava verso la veranda e
crollava con
grazia sulla sua sedia. "Non una parola."
Narcissa
e Draco
premettero strettamente le labbra e distolsero deliberatamente lo
sguardo,
puntandolo sui giardini, temendo di incrociare gli occhi dell'altro.
"Padrona
dice voi
avere bisogno di questo" disse l'elfo domestico, tremando, mentre
posava
la Pozione Calmante accanto a Lucius. "Padrone vuole il suo Scotch
adesso?"
Lucius
strizzò gli
occhi verso l'esserino, dato che il sole pomeridiano era fin troppo
forte, e
annuì.
Lanciò
un'occhiataccia
a sua moglie e a suo figlio; le spalle di entrambi stavano tremando
sospettosamente. "Va così male?"
Senza
girarsi a
guardarlo, Narcissa fece scivolare il giornale lungo il tavolo.
"Padre,
ti
suggerisco di bere prima la pozione" ghignò Draco.
Sia la
moglie sia il
figlio chiusero gli occhi quando sentirono il fruscio della pergamena
che
veniva dispiegata.
tump
"Sono
cinque
galeoni, Draco" disse Narcissa chinandosi per appoggiare due dita sul
collo di Lucius. Soddisfatta che fosse ancora vivo, alzò la
bacchetta e
Trasfigurò la sua sedia in una chaise
lounge.
"Sei fin
troppo
gentile, Madre." Draco sghignazzò, mentre il corpo di Lucius
veniva
sollevato e poi appoggiato sui morbidi cuscini verdi. "Non so
però come
farai ad affrontare le tue amiche."
Lei
posò la bacchetta,
afferrò la tazza di tè e gli fece l'occhiolino.
"Caro, le mie amiche ci
spettegoleranno sopra, ma in realtà sono tutte gelose. La
foglia di fico con cui
hanno coperto il suo membro è piuttosto grande."
Draco
ridacchiò.
"Anche l'arco e la distanza coperte sono piuttosto impressionanti."
"Draco!"
"Madre!
Seriamente,
a cosa diavolo stava pensando? Masturbarsi nella camera blindata?"
"Ovviamente
è
stato sopraffatto al pensiero della somma che ho ereditato durante il
suo
ritiro."
"Merlino,
detto
così sembra che sia stato all'estero negli ultimi tre anni."
Un occhio
color
acquamarina si contrasse appena. "Era in un'isola in mezzo al mare."
Dal
divano
Trasfigurato provenne un grugnito.
"Non gli
hai
detto dell'incantesimo?" bisbigliò Draco.
"Certo
che
sì" sbottò Narcissa. "Gli ho detto di usare il
tappeto magico per
visitare la camera blindata e di non toccare niente dato che
l'incantesimo di
replicazione di Bella era ancora attivo."
Draco
sorseggiò il suo
tè. "Gli hai parlato del nuovo sistema di sicurezza della
Gringott?"
Narcissa
sospirò.
"Draco, gli ho detto che ce n'era uno nuovo, ma nessuno di noi sapeva
in
cosa consistesse. Per Merlino, come avrei potuto sapere che avrebbe
trasportato
la persona nell'atrio in caso fossero stati rilevati dei problemi?"
Draco si
morse la
punta della lingua.
"Cosa?"
sbottò Narcissa.
Draco
scosse la testa.
"Dillo e
basta.
Meglio ora di quando si sveglia."
Draco
prese un respiro
profondo. "Hai dimenticato di menzionare le foto di sicurezza scattate
quando è apparso nell'atrio" farfugliò.
Lei
provò a guardare
male suo figlio ma cominciò a ridacchiare. Prese il giornale
e scosse la testa.
"Beh, almeno sembra felice."
"Madre,
era nel
mezzo di un orgasmo, vorrei ben vedere che è felice. Ma cosa
diavolo ci fa in
ginocchio? E perché l'incantesimo
è scattato
in primo luogo?"
Narcissa
posò il
giornale sul tavolo. "Se proprio devi saperlo, figliolo, quella
è la sua
posizione preferita durante il rapporto."
"Oh Dio,
non
avrei dovuto chiedere" grugnì Draco.
"E
Beldygook ha
detto che un po' di liquido era finito su una pila di armature."
"Oh Dio,
uccidimi
adesso!"
"Oh
Cielo, ecco
che arrivano i gufi!" fece presente Narcissa.
Draco
tirò fuori una
manciata di zellini. Ogni gufo ne prese uno e fece cadere una lettera.
"Allora
caro,
cominciamo?" chiese Narcissa prendendo un rotolo di pergamena rosa.
Draco ne
scelse una
che sembrava provenisse dal Ministero. "Sicuro. Poi le conserveremo per
il
suo album."
Narcissa
ridacchiò e
tirò fuori un paio di occhiali dal suo vestito estivo. "Ah,
questa è da
parte della sorella prodiga."
Draco si
accigliò.
"Cosa vuole?"
Narcissa
lesse da
sopra le sue lenti. "Apparentemente una riconciliazione. Dice anche che
forse è ora che conosca meglio
Lucius."
"Dio, le
palle
che ha quel bastardo!" urlò Draco. "L'Auror Potty mi ha
appena
informato che non ereditato tutto
da
mio padre."
Narcissa
ghignò.
"E come lo sa, caro?"
Draco
sogghignò e
buttò il messaggio per terra. "Ora siamo gli zimbelli della
comunità magica,
e solo perché Padre si è emozionato troppo nella
camera blindata. É
umiliante."
Narcissa
appoggiò sul
tavolo la lettera che stava per leggere. "Draco, figliolo, pensaci un
attimo. Tuo padre è appena tornato da Azkaban, è
un Mangiamorte condannato. La gente
ha paura di lui, di noi, ma ora sanno che è umano e che
può essere umiliato. Il
mio consiglio è radunare i tuoi amici, andare in
città, berci sopra, e ridere
di tutta questa situazione. Tuo padre, finalmente, potrebbe aver
salvato il
nostro nome."
Draco
scosse la testa.
La logica di sua madre lo meravigliava a volte. Narcissa riprese il
messaggio
di prima.
"Tesoro,
perché
non Reinnervi tuo padre e non gli dici che ha vinto il premio del Settimanale Delle Streghe per il
Sorriso-Più-Affascinante?"
Fine
|