*Nickname
dell'autore: redeagle86
*Titolo
della storia: I
compiti del Cappellaio
*Fandom
e localizzazione all'interno dello stesso (serie o saga del momento
scelto, se la storia è ambientata nell'universo originale):
“Are
you Alice?” Momento: Una giornata a Wonderland (per alcuni
dettagli bisogna aver letto la serie almeno fino al capitolo
14)
*Tipologia
(drabble, flash, raccolta...):
One-shot
*Genere:
Umoristico
*Rating
e avvertimenti:
Verde,
*Avvertimento/i
impiegato/i: 22,
12, 14
*Eventuali
note:
Pensate se il Cappellaio compilasse una lista dei suoi doveri e
decidesse di portarli a termine in un unico giorno… e nella
maniera
più impensabile. XD
*Nel
capitolo 14 viene detto che la Regina di Cuori attuale detesta il
rosso.
****
Nessuno
a Wonderland conosceva il passato del Cappellaio.
Nessuno
a Wonderland sapeva cosa avesse spinto il Cappellaio in quel regno.
Nessuno
lo aveva mai visto fare qualcosa che non fosse un ordine della Regina
di Cuori.
Nessuno
lo aveva mai visto fare qualcosa che non riguardasse il suo
“lavoro”
di difensore di Alice.
Le
sue giornate erano piuttosto abitudinarie: prendeva il the, toglieva
dai guai Alice, prendeva il the, litigava con quello stupido gatto,
prendeva il the, toglieva nuovamente dai pasticci Alice.
Il
tutto alle sei in punto, perché quello era l’unico
orario che al
Cappellaio fosse permesso.
Ogni
cosa veniva eseguita con una granitica impassibilità che non
veniva
scalfita da niente e da nessuno; spesso perdeva la calma,
soprattutto con l’89° Alice, ma alla tempesta seguiva
sempre la
solita espressione indecifrabile: per lui, tra un assassinio e il
bere il the, non c’era alcuna differenza.
Per
questo i fatti che accaddero quel giorno costrinsero tutti gli
abitanti a guardare il Cappellaio con occhi diversi…
I
COMPITI DEL CAPPELLAIO
“Dimostrare
fedeltà alla Regina di Cuori…”
La
dama velata percorreva lentamente i corridoi del palazzo, tenendo tra
le mani gli abiti appena ritirati dalla lavanderia: freschi di
bucato, emanavano un piacevole profumo di fiori che si diffondeva
lieve nell’aria.
Il
sovrano di Wonderland era… “impegnato”
con una delle sue tante
dame di compagnia e prestò poca attenzione alla figura che
varcò la
soglia per posare i suoi vestiti su una poltrona e rivolgergli un
discreto inchino.
-I
vostri indumenti, Altezza- disse semplicemente la donna,
congedandosi.
L’uomo
conosciuto come Regina di Cuori proseguì la sua
attività che, senza
ombra di dubbio, lo interessava di più, finchè
non riuscì a
mettere a fuoco un dettaglio che lo obbligò a riportare lo
sguardo
sui capi. Un dettaglio che lo fece schizzare fuori dal letto
così
com’era e ad una velocità degna di un
centometrista.
Non
era possibile…
Com’era
potuto accadere?
-Rosso…
non ci credo…- balbettò, afferrando ogni abito
con la punta delle
dita come se temesse d’esserne infettato.
–Sono… tutti rossi…
Chi è stato?!- urlò, passando dallo shock
all’ira a tempo di
record. –JACK!!*
“Essere
un buon compagno per Alice…”
Gli
ultimi residui della parata animavano la via principale, ma Alice,
nonostante tutto, continuava a considerarli degli stupidi:
festeggiare l’arrivo di una persona con cui non volevano
avere a
che fare.
Il
giovane vagava senza una meta e senza nulla da fare lungo le strade
di quel paese che ancora non comprendeva: anche il Cappellaio lo
aveva abbandonato per l’ennesima pausa the.
-“Si
rivelerà un buon compagno per te”-
si ripetè, rievocando le parole della Regina di Cuori.
–Mi domando
se anche le altre Alice hanno dovuto sopportare questo atteggiamento,
o se io godo di un trattamento di favore- brontolò,
avanzando.
Non
che potesse fare altro: era Alice in Wonderland dopotutto, e doveva
andare avanti qualsiasi cosa accadesse, senza mai guardarsi alle
spalle.
Anche
se…
Era
una sua impressione, o la gente che incontrava, invece di evitarlo e
ignorarlo, gli gettava occhiate divertite e scoppiava a ridere appena
lo superava? Si stavano forse prendendo gioco di lui?
-Piccola
Alice!- lo raggiunse una voce nota.
-Gatto
del Cheshire.
-Eri
davvero adorabile con quel vestito a cuori. Dovresti indossarlo
sempre.
“Vestito
a cuori?!”
pensò il ragazzo, iniziando ad impallidire come se il suo
interlocutore gli stesse levando il sangue dal viso.
-Ci
sono tue foto sparse per tutto Wonderland: credevo volessi farti un
po’ di pubblicità e…
Il
Gatto del Cheshire non potè terminare la frase: Alice corse
via con
la velocità di un razzo, deciso a strappare ogni manifesto
e,
soprattutto, a trovare il responsabile.
“Fare
il possibile per giungere al termine della storia…”
Il
Coniglio Bianco si sentiva bene: niente desideri suicidi, nessuna
crisi depressiva… Insomma, era nella perfetta condizione
psico-fisica per poter affrontare quel disastrato mondo di fogli ed
inchiostro e cercare di aggiustarlo, terminando finalmente la storia
perduta di Alice.
Sì,
quel giorno sarebbe stato decisivo.
Si
avviò alla sua pila di pezzi di carta fittamente scritti con
una
calligrafia elegante, stranamente felice… o qualcosa di
simile
visto che erano anni che non provava gioia.
Ma
il destino non gli era favorevole.
-Cos’è
successo?!- esclamò, fissando sconvolto le macchie lasciate
da una
tazza sui suoi preziosissimi fogli. –Chi ha fatto una cosa
del
genere? Questo… è the…
Non
una pagina si era salvata da quella devastazione: solo poche parole
apparivano tra le chiazze marroncine che avevano sbavato
l’inchiostro
e reso il tutto illeggibile.
Il
suo lavoro, i suoi sforzi… si erano dissolti come una
zolletta di
zucchero.
Sopraffatto
dalla disperazione, il Coniglio Bianco perse i sensi, stringendo
nella mano il solo foglio superstite; il foglio che recava scritto:
“Il
Cappellaio Matto ha donato il suo tempo alla Regina di Cuori, quindi
per lui sono sempre le sei…”
***
Wonderland
era nel più totale caos: gli abitanti vagavano per le strade
in
preda alla confusione, non sapendo come affrontare quegli insoliti
avvenimenti del tutto estranei alla storia che dovevano interpretare.
Solo
una stanza sfuggiva al trambusto dilagante; un piccolo angolo di
mondo in cui regnava il silenzio e la quiete: l’unico suono
che si
udiva tra quelle quattro mura di pace, era il lieve tintinnio di un
cucchiaino che girava in una tazzina. Accanto alla porcellana
c’era
un bloc notes aperto, su cui erano appuntate varie frasi in una
pessima grafia.
Il
Cappellaio Matto sorseggiò lentamente la sua bevanda
preferita
–nessuno preparava il the come lui- tirando delle linee sulle
scritte.
-“Dimostrare
fedeltà alla Regina di Cuori”… Fatto.
“Riordinare la
biblioteca del Bruco”… Fatto- disse, spuntando le
numerosi voci
che comparivano sul foglio. Quando cancellò anche
l’ultima, prese
una sigaretta dal pacchetto che teneva sul tavolo e la accese: la
stanza si riempì dell’odore di fumo, avvolgendolo
in quella finta
nebbia che lo caratterizzava.
A
quel punto sulle sue labbra sottili si delineò un sorrisetto
che non
aveva precedenti: esprimeva un fine divertimento, come un bambino
dopo una marachella riuscita particolarmente bene.
Non
ironico, non di scherno. Un sorriso che forse usciva da un passato
dimenticato e a tutti sconosciuto; il sorriso di chi aveva appena
reso quella giornata meno noiosa.
Almeno
per sé.
-Per
oggi ho eseguito tutti i miei compiti- concluse, mettendosi comodo ad
osservare dalla finestra i suoi concittadini su cui si era appena
preso una piccola vendetta.
FINE
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