forgottentales
-Prologo-
La cicatrice gli attraversava il
palmo da parte a parte, tracciando
contro la pelle una parabola argentea che collegava il polso con la
base dell'anulare. Ce l'aveva sempre avuta, da che aveva memoria: non
ricordava come se la fosse procurata,né aveva mai trovato
qualcuno in grado di spiegarglielo. Una volta s'era arrischiato a
chiederlo a suo nonno Galahad, uno dei tre Anziani di Ebanopoli, ma
questi si era limitato a bofonchiare una risposta affrettata a
proposito di una certa vecchia bruciatura. Con gli altri due Anziani,
poi, non aveva avuto maggiore fortuna: la cicatrice c'era e basta,
chiuso il discorso.
Eppure non era una ferita qualunque, ne era sicuro.
A volte, quando chiudeva la mano
destra a pugno, aveva l'impressione che i bordi della cicatrice
emanassero un lieve senso di frescura, come se tra le dita e il palmo
avesse stretto una scheggia di ghiaccio. Un carezzevole benessere gli
risaliva allora lungo il polso, serpeggiandogli nel braccio e
irradiandosi delicatamente attraverso le sue membra. In quei momenti si
sentiva la testa piacevolmente leggera, come se un vento mentale
spazzasse via ogni problema e preoccupazione.
Certa gente mormorava che quel
marchio era un oscuro presagio, ma lui lo vedeva più come il suo
portafortuna: in fondo, maledetto o no, rimaneva pur sempre lui il
novizio più promettente del Clan dei Draghi di Ebanopoli, e
questo era un titolo che nessuno, né superstizioso né
concreto, avrebbe mai potuto mettere in discussione. A dieci anni
d'età, aveva sostenuto solo una delle tre prove che formavano la
Tripletta, l'esame che qualificava un novizio come vero e proprio
membro del Clan, ma tutti, persino l'Anziano Galahad, erano ottimisti
sul suo futuro.
Era una tortura, per lui, dover
aspettare fino ai quindici anni prima di affrontare l'ultima prova.
Sapeva che nel resto di Johto la maggioranza dei suoi coetanei aveva
già cominciato il proprio viaggio, e quella consapevolezza lo
faceva smaniare. Moriva dalla voglia di gettarsi in pazze avventure, di
cimentarsi in imprese azzardate, di scrivere il suo nome nella storia
di Ebanopoli.
In proposito, però, il nonno
era stato lapidario: la Dorsale Argento era troppo pericolosa per un
bambino solo, soprattutto se vivace e avventato come lui. Senza contare
che l'addestramento dei draghi richiedeva anni e anni di duro esercizio
e sarebbe stato più opportuno lasciare Ebanopoli solo dopo una
lunga e solida preparazione.
D'accordo, aveva ricevuto il suo
Dratini da quasi otto mesi e ancora non aveva perso un solo scontro, ma
forse era un po' presto per essere proclamato un vero Domadraghi. Per
il momento, quindi, il nipote dell'Anziano doveva soffocare le sue
proteste, costringendosi di malavoglia a studiare la teoria e
scatenandosi invece nel campo della pratica. Tra i novizi, l'unica che
riusciva a metterlo seriamente in difficoltà era sua cugina,
Sandra, ma alla fine persino lei doveva raccogliere il suo Horsea
esausto e capitolare; e si poteva ben dire quello fosse il maggiore
orgoglio di lui, considerando la sua agghiacciante media scolastica e
le frequenti punizioni affibbiatele dagli Anziani, dalle più
comuni ('causa disturbo in classe') alle più fantasiose ('causa
accidentale risveglio di un Salamence in letargo durante gita e
possibile tentato suicidio').
Tutto sommato, Lance non poteva lamentarsi di avere una vita noiosa.
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Scusate la brevità, questo
era solo il capitolo introduttivo, prometto ke i prossimi saranno
più lunghi ^^ cmq mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate,
cosa vi aspettate dalla storia, se dovrei piantare tutto e darmi al
parapendio. E' la bozza di un mio vecchissimo racconto, scritto qualche
anno fa e un po' riaggiustato (la versione precedente era, incredibile
ma vero, ancora più pazza e fiabesca).
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