25.Such a stupid thing
Such a stupid thing
Le tende tirate impedivano ai raggi del sole mattutino di filtrare
all’interno della stanza dove, placidi, i due vampiri giacevano
apparentemente assopiti dopo le fatiche notturne.
Ma uno dei due, quello dai capelli biondi, non riusciva ad abbandonarsi
a quella parvenza di oblio, disturbato da pensieri insoliti: continuava
a fissare il corpo del suo castano compagno, sorridendo con mesta
serenità, soffermandosi sui dettagli del suo viso.
Le guance pallide e lisce, le ciglia nere non troppo lunghe, quel tanto
che bastava per dare ai suoi occhi nocciola un’aria sensuale; le
labbra rosse, scure, e carnose, appena dischiuse, come a trattenere a
stento quell’ultimo ansito che, invece, tenta di sfuggire.
Fissando quel volto con aria assorta, passò delicatamente
il pollice su quelle labbra morbide, immaginandosele leggere sopra le
proprie e sorridendo.
Matt si rigirò nel sonno, borbottando appena, presumibilmente
infastidito dalla sensazione di solletico provocata da quel contatto.
Era buffo come, pur avendo passato assieme molte notti, le piccole
cose, gli infinitesimali dettagli, scivolassero via col tempo come
correnti d’acqua in un ruscello di montagna.
Andrew si rese conto per la prima volta che non sapeva nulla del
vampiro che dormiva accanto a lui: non conosceva la sua storia, il
percorso che aveva affrontato per arrivare a quel punto, i sacrifici,
le rinunce, o i sogni, le ambizioni che il piccolo Lust aveva coltivato
nel proprio cuore; sapeva soltanto che se n’era innamorato un
notte e che, da allora, il passato era diventato presente, e il futuro
una lieta attesa.
Con la candida mano, disordinò le ciocche castane del compagno,
percepì coi polpastrelli la serica consistenza di quei capelli e
prese a rigirarseli tra le falangi, attorcigliandoli attorno alle dita.
Distratto, continuò con quei movimenti fissando l’amante
con aria distratta, quasi non lo vedesse davvero o non lo vedesse
affatto.
Era una cosa stupida.
Per quante volte si ponesse quella domanda, «Che diavolo stai facendo?»,
l’unica risposta che riusciva a darsi era che non lo sapeva
neppure lui con certezza, ma doveva senz’altro trattarsi di
qualcosa di stupido.
Di incredibilmente, stupido.
Accarezzare i capelli di un giovane uomo –o vampiro, ha poca
importanza- come se fosse un bambino addormentato e pensare, ad ogni
tocco, quanto cara, amata, fosse quelle presenza, era indubbiamente qualcosa che Andrew Wrath avrebbe classificato come stupido.
Eppure, lui non aveva mai pensato a se stesso come uno stupido.
Un ingenuo, forse, un illuso, un sognatore.
Ma un stupido, veramente mai.
«Forse è l’amore che rende stupidi…»
ponderò, aggrappandosi a quell’ultima, fioca, vana e
illusoria speranza di poter negare di aver perso la testa.
Impossibile, non è vero?
Perché quando la Lussuria ti travolge, oh, non hai più scampo:
ti sballotterà da una parte all’altra senza darti il tempo
di realizzarlo, di stenderà a terra con la sua prorompente
energia e non ti farà rialzare finché non avrà
finito.
E, quando meno te lo aspetterai, ti balzerà sulle spalle,
aggrappandosi a te come fossi tutto ciò che le resta, e, puoi
scommetterci, farà di tutto per non lasciarti andare.
È testarda, la Lussuria, oh sì.
Ma a te piace così, no?
Ti piace perché, quando esaurisce le energie, diventa come un
cucciolo, come un bambino sperduto caduto dalla carrozzina a Kensington
che aspetta Peter Pan a mostrargli la via per l’Isola che non
c’è.
Non c’è alcuna strada che tu possa indicarle, ma sarai pronto a seguirla ovunque vada.
Perché?
Ma perché la ami.
E sì, non c’è ragione più stupida di questa.
L'amore è tale sciocco che, dei tuoi capricci, qualsiasi cosa tu faccia, egli non pensa male
William Shakespeare
Salve gente!
Inizio col dire che questo capitolo tanto sofferto è per una
pazientissima lettrice che da più d'un anno aspetta che lo
scriva. Per cui spero che le piaccia ^^
Dunque, immagino che questa non ve l'aspettaste, eh?
Beh, nemmeno io, quindi va bene così ^^
Ho iniziato a scrivere questo capitolo credo più d'un anno fa e
poi boh, d'improvviso è venuto fuori, così, quasi dal
nulla.
Non vorrei tediarvi più del dovuto, quindi sarò il più breve e concisa possibile:
L'intero capitolo è incentrato sulla stupidità. E se
ripete spesso la parola "stupido", non è perché è
l'unico aggettivo che conosco o perché il dizionario dei
sinonimi è troppo lontano da prendere, ma è per
sottolineare la ridondanza, il -patetico- sistema di autocovinzione di
Andrew.
Non avete capito, vero?
Pazienza, forse non è poi così fondamentale ^^
L'altra parte fondamentale, in questa breve vicenda, è affidata all'amore, imputato come causa della stupidità.
Non è originale, vero? Ma tant'è, se c'è Matt va tutto bene (io adoro quel vampiro ^^) ^^
Quindi boh, non saprei che altro dire se non che un commento fa sempre piacere.
Non posso garantirvi di riuscire a scrivere altri capitoli di questa
raccolta, per questo la troverete segnata come 'Completa'. Purtroppo,
la mia ispirazione è ancora in ferie ^^
Però nessuno vi impedisce di continuare a sperare ^^
Grazie a chi ha avuto pazienza, spero di non aver deluso nessuno ^^
Lady_Firiel
P.S.: angolo pubblicità: se vi piacciono lo yaoi e i vampiri,
cosa che spiegherebbe perché siete qui a leggere i miei
sproloqui, potreste anche leggere la mia one-shot "Il mio cuore, la mia anima e il mio corpo", una rating rosso, che ancora resta il mio piccolo orgoglio *aria da mammina orgogliosa*.
Poi boh, voi fate come vi pare ^^
A chissà quando! ^^
Lady_Firiel
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