Fuga # 11
Una
signora in carne, che fino a poco prima era stata ferma davanti al bancone
della carne, per poi decretare che in quel supermercato la merce non era troppo
fresca, aveva deciso quindi di ripiegare su beni che non potessero andare a
male, ad esempio: gli abiti!
Non
che fosse troppo contenta neanche di quelli…la
produzione di massa... aggrottò le sopracciglia, doveva ricominciare a
farsi cucire i vestiti dal sarto, quella roba era davvero imbarazzante.
Non
fece in tempo a formulare altri pensieri acidi perché si ritrovò
a emettere un gridolino spaurito, scorgendo in mezzo a tutta quella stoffa, un
volto umano.
“Mi
scusi” esclamò l’uomo, in camicia e bretelle, alzandosi in
piedi, spostandosi da quella posizione scomoda, in cui era da ormai un quarto
d’ora. La signora lo guardò basita mentre si allontanava dandole
le spalle.
Hiramaru si dileguò a passo svelto, diretto al reparto degli alcolici,
per poi deviare per quello dei sottaceti. Una signora di mezz’età
l’aveva scovato nel suo studiatissimo nascondiglio, se c’era
riuscita lei per l’esimio Yoshida sarebbe stato
uno scherzo stanarlo, non c’era nulla da andare a festeggiare nel reparto alcolici!
La
situazione nell’ultimo periodo si era fatta davvero disperata, tutti i mangaka da cui era solito autoinvitarsi per sfuggire al suo
editor non rispondevano più al telefono e non
gli aprivano quando si presentava a casa loro, nonostante fosse palese che
all’interno ci fosse qualcuno, qualcuno addirittura aveva anche
traslocato, gli era capitato, andando a suonare al
citofono di un collega, di trovarsi davanti dodici studenti greci, invece di un
affaticato mangaka e come se non bastasse l’auto che
guidava era rintracciabilissima. Ah, ma quella volta
l’aveva fregato!
L’aveva
lasciata in strada e poi si era infilato dentro a quel supermercato,
all’esimio Yoshida non sarebbe mai venuto in
mente di cercarlo lì dentro, nonostante questo, la prudenza non era mai
troppa!
Si
abbassò dietro il banco del pesce, si confuse tra le casalinghe intente a scegliere la frutta migliore, e diede una mano a
una nonnina con una cataratta piuttosto avanzata, che non riusciva a leggere le
etichette.
Poi
con un camice pescato chissà dove, si era dato alla macchia nel reparto
dedicato alla colazione, facendo casino nel ripiano dei biscotti. Stava quasi
cominciando a divertirsi, forse era quello il lavoro giusto per lui.
Era
più o meno la stessa cosa che aveva pensato quando aveva lasciato il suo
lavoro da impiegato per mettersi a disegnare Lontra #11, ma in quel momento era decisamente convinto che
qualsiasi lavoro fosse meglio del mangaka, il
commesso, l’impiegato, l’elettricista, il pastore, il domatore di
leoni, l’artista di strada, il pescivendolo, il minatore,
l’arrotino… ma era inutile fantasticare, il suo editor
non avrebbe mollato l’osso con molta facilità!
I
suoi pensieri furono interrotti da un’improvvisa ventata fredda. Hiramaru si riscosse, ancora inguaiato nel camice, fissando
con astio il banco frigo, al quale era finito davanti.
Decretò
fosse meglio spostansi da lì, se non voleva prendersi un accidente.
Fatti due passi però fu colto da un’improvvisa illuminazione:
quando la metà di Ashirogi si era ammalata, la
loro serie era stata sospesa… beh, a lui bastava solo una settimana di
ferie per riposarsi, un raffreddore e due linee di febbre sarebbero bastate per
ottenere un po’ di relax. Così convinto trotterellò di
nuovo davanti al banco frigo intenzionato a prendersi una dignitosa influenza.
Stava
giusto pensando che avrebbe velocizzato le cose togliendosi il grembiule, che
una mano gli si posò fermamente sulla spalla.
“Hiramaru” dissero platealmente alle sue spalle.
L’uomo si voltò verso il suo
aggressore con aria disperata “Come ha fatto a trovarmi esimio Yoshida? Sono sceso dall’auto apposta!” chiese a occhi sgranati.
“Sì
che sei sceso, ma l’hai parcheggiata qui davanti” spiegò
senza togliere la mano dalla sua spalla, tanto per essere sicuro che non
scappasse “tra l’altro era anche in divieto di sosta, te la stanno
portando via” aggiunse con noncuranza prima di trascinare lo scriteriato artista
che gli avevano affidato, fuori dal supermercato “Su, su, Hiramaro, i lettori aspettano le tue lontre!”
Nel
frattempo, a pochi metri da loro, una donna in carne si lamentava col direttore
per aver trovato un pazzo che si nascondeva tra i vestiti, in quel posto
facevano entrare proprio tutti, non ci sarebbe mai più venuta!
Salve
a tutti, è la prima volta che scrivo su questo manga, ed è la
prima volta che scrivo su qualche cosa che non abbia un suo fandom,
spero che metterlo in questa sezione vada bene!
Il
personaggio di Hiramaru mi piace un sacco, spero
davvero di non averlo dipinto come un demente e basta, se pensate sia
così, sappiate che mi spiace, non era mia intenzione rovinare un
personaggio così adorabile. Grazie mille per essere passati!
Aki_Penn