Quando
il fandom ti chiama non puoi non rispondere! Fandom
Show, è un' idea del «Collection of Starlight»,
said Mr Fanfiction Contest, «since 01.06.08».
Progetto
di immane casino in cui scrivere storie con tipologia, personaggi,
warnings,
rating, genere totalmente a
caso.
Follia pura ♥
Partecipate!
||Niente
di vero tranne gli occhi
Titolo:
Il buio e l’attesa.
Warnings:
Triple drabble, Angst, Lemon, Slash, protagonist, scena circolare.
Rating: G.
Nda:
Fatica.
Allora,
ho una quantità di appunti da
segnalare: l’asterisco riguarda Maureen (per chi ha letto il
libro); è a lei
che è rivotla questa frase, inzio e fine del libro. Io ho
considerato come se
Maureen l’avesse detta a Jordan, un giorno.
La
triple drabble (499 parole, però non
ancora una flash! xD) si svolge due anni dopo il libro: Jordan e Lysa
hanno
vissuto insieme, si sono amati. Ma l’amore finisce, cambia.
Ho
considerato una rottura per un motivo
non identificato; conoscendo i personaggi, si sarebbero lasciati
così: con
tante parole non dette e un silenzio che non ha bisogno
d’altro.
Per
chi non conosce: non sono impazzita
con la scena lemon; Lysa è un trasagender, ossia un
transessuale non operato.
Quindi è una slash a livello tecnico, due corpi con organi
maschili che fanno
sesso, ma non a livello umano/sentimentale.
E’
una storia circolare, perché finisce
con la stessa frase, esattamente quella del libro che, però,
colpisce Maureen.
Spero
vi piaccia!
Qualcuno
*, un giorno, gli aveva
detto che il buio e l’attesa hanno lo stesso colore.
Jordan
Marsalis l’aveva capito solo in
quel momento, mentre – nell’oscurità
della stanza – se ne stava a contare il
passato; e attendeva.
Ricordava
il giorno in cui Lysa era
entrata nella sua vita, con il suo carico di realtà
e di occhi dal color dell’oro fuso.
E
il suo corpo…
Quel
corpo che era nato per seguire una
natura che lei non accettava; Jordan l’aveva vista, quel
giorno, nuda di fronte
a sé e rivestita solo di quegli occhi pesanti, tuttavia
capaci di svegliare quel
mostro sopito dentro di lui.
Il
suo cervello si era scollegato per
qualche istante, cercando parole che non riusciva a trovare.
Lei
gli aveva detto: «Qualsiasi cosa lei
possa dire l’ho già sentita almeno un centinaio di
volte»; ricordava ancora le parole
esatte, pronunciate più di due anni prima.
Poi
si era rivestita e fu come se il
sole fosse scomparso dal Mondo.
Solo
dopo le parole affluirono alla
lingua, come un fiume in piena ormai arginato dalle labbra serrate;
quello che
avrebbe voluto dirle era: torna a
illuminarmi.
Forse
l’aveva amata già da allora, senza
saperlo.
Poi
il vento era cambiato, lui era
cambiato.
E
un’ombra era filtrata a oscurare
quegli occhi d’oro liquido.
La
porta si aprì con uno scricchiolio e
Lysa entrò con la solita grazia naturale che la
contraddistingueva.
«Jordan…»
disse solo, guardandolo.
Lo
toccava dentro, quel maledetto sguardo,
tirandogli fuori cose che non credeva neanche di avere addosso.
Lysa
gli si avvicinò, mettendosi a
cavalcioni e accompagnando il dolce dondolio del letto a due pizze; le
unghie
curate gli grattarono la nuca rasata, mentre le labbra
s’impossessavano delle
sue; profumava sempre di buono, con quella scia agro-dolce che
caratterizzava
anche la sua persona.
Jordan
espirò e una mano salì a carezzarle
le gambe tornite, fino a risalire ai fianchi ben modellati;
all’inizio era stato
molto difficile, per lui.
I
suoi sentimenti erano cresciuti
sapendo chi era, tuttavia il tremore della pelle sotto le sue mani,
durante la
loro prima volta, la sua voce roca, le lacrime… le custodiva
come il ricordo
più bello e terribile della sua esistenza.
E
aveva temuto di perderla.
Quando
l’adagiò sulle lenzuola chiare, i
lunghi capelli si sparsero sul bianco come onde, mentre lui entrava in
lei
dolcemente, ma con decisione.
Infuriarsi
era inutile, perché sapeva
che non avevano colpa, se qualcosa si era rotto.
Giorno
dopo giorno, qualcosa d’indefinibile
era scivolato tra loro, allontanandoli.
Nonostante
impazzisse ancora al suo
tocco, Jordan sapeva che aveva bisogno d’altro.
Entrambi
meritavano altro, dopotutto.
Cominciò
a spingere più forte e, quando
le sfiorò il pene con carezze leggere, Lysa venne con un
grido e lui con lei.
Lysa
si rivestì lentamente, con la luce
del sole che l’attraversava.
Jordan
rimase sdraiato a guardarla:
sembrava già un’illusione.
Quando
uscì dalla camera, gli indirizzò
solo un altro sguardo, saluto silenzioso.
Jordan
chiuse gli occhi e pensò che il
buio e l’attesa hanno lo stesso colore.
|