SMILE
SMILE
Sembra
passato un secolo.
Sembrano
passati anni da quando tutto era così semplice,
così felice, così incredibilmente
perfetto.
Sembrano
passate ore infinite da quando ti giravi continuamente nella mia
direzione,
ammiccando e sorridendo.
E io
ricambiavo, sempre. Le mie labbra si stiravano involontariamente, come
colte da
un riflesso istantaneo, un bisogno vitale, impossibile da reprimere.
Tante mie
compagne dicono che quando ti volti verso di me, ti faccio gli occhi
dolci.
Ho
sempre negato con fermezza, ma, sotto sotto, nel caso fosse vero, non
mi
sorprenderebbe.
Non
potrei essere altro che dolce, con te. Non potrei mai arrabbiarmi.
O
meglio, prima.
Sembra
passato un secolo, invece è trascorsa solo una settimana,
una delle più belle
che io abbia mai vissuto.
Ricordo
perfettamente
la sensazione di contentezza che mi invadeva la mattina, appena
sveglia. Nelle
mie membra intorpidite correva un guizzo che mi faceva sentire
più attiva che
mai, felicissima al pensiero che entro poco avrei potuto rivederti.
Mi recavo
a scuola con un’espressione felice, per la prima volta.
Le
lezioni non erano più un incubo, i professori non erano
più una tortura.
Bastava
la tua presenza davanti a me.
Quante
risate ci siamo fatti in quei giorni, noi due?
Tante,
davvero tante. Così numerose e frequenti che ti sei anche
beccato una nota.
Mi
dispiace, ma io te lo dicevo che la prof ti stava guardando.
Avrei voluto
difenderti, ma poi avresti capito tutto. Avresti capito che non mi
stavi
semplicemente simpatico, ma che dietro agli occhiali, alla maschera da
‘studentessa
modello’ o da ‘ ragazza tranquilla’, ce
n’era un’altra, una ragazza in piena
fase di innamoramento nei confronti del suo compagno di classe russo,
un gran
figo che per tutto lo scorso anno aveva odiato: te.
Mi sono
illusa, mi sono riempita la testa di false speranze, di cose che vedevo
soltanto io e che non esistevano.
Lo sapevo
in quel momento come lo so adesso.
Ma non
riesco a pentirmene. Il benessere che ho provato in quei momenti,
infatti, è un
qualcosa che non avevo mai sperimentato e che mi ha fatto diventare
un’altra
persona, anche se per poco.
Mi ha
fatto sentire bella, una caratteristica che, sinceramente, non userei
mai per
descrivermi. Mi ha fatto sentire simpatica, socievole. Mi ha fatto
pensare di
piacerti.
In
questa settimana sono successe tante cose, troppe.
Una parola
di troppo sfuggita dalle mie labbra, altre che si sono susseguite in
bisbigli
nei corridoi o nei bagni scolastici, sino a giungere a te.
Il
passaparola che si è scatenato non appena ho rivelato a due
persone che mi
piacevi è stato pazzesco. Ma non avrei mai pensato che
l’avresti saputo così
presto. Non avrei mai pensato che avresti reagito così, nel modo più
brutto di tutti.
Il più
crudele ed il più inutile al tempo stesso. Quello che mi fa
sentire debole,
totalmente dipendente da te. Più del solito, ecco.
Mi stai
ignorando.
Completamente
e totalmente.
Il
cambio dei posti ti è stato amico, devo ammetterlo, ma me ne
sono resa conto
ugualmente.
Mi sono
accorta di quanto eviti di parlarmi, di guardarmi. Ti quanto tu faccia
qualsiasi cosa che mi escluda.
Chiacchieri
amabilmente con le tue vicine di banco, sorridi loro, ti offri nelle
interrogazioni
giusto per far loro un favore … cosa significa?
Ogni
volta che ti vedo in queste circostanze, devo impormi di calmarmi, di
rimanere
tranquilla e reprimere quell’onda di disperazione mista a
gelosia che tenta di
soffocarmi.
Devo, ci
riesco, ma non è semplice.
Tante volte
vorrei alzarmi in piedi, far cadere per terra quella dannata seggiola
grigia su
cui sono costretta a sedermi per le cinque ore scolastiche, correre da
te e
darti uno schiaffo, riversarti addosso tutte le orribili sensazioni che
questo
tuo nuovo comportamento suscita in me, accusarti di quanto mi fai stare
male.
Ti odio.
È un
pensiero che mi balena spesso in testa, sempre più
frequentemente.
Serve per
darmi un minimo di calma, di appagamento.
Ma so
che non è vero.
L’odio
è
un sentimento importante, passionale, ma l’esatto contrario
dell’amore. E
allora come faccio io a provarlo lo stesso, quest’ultimo?
Come
faccio a mandarti a quel paese e, giusto due secondi dopo, sorridere
come un
ebete quando, per la prima volta nella giornata, mi rivolgi uno sguardo
e un
sorriso?
Mi
manchi.
È una
frase stupida da dire, ma sincera.
Mi manca
essere seduta dietro di te, ammirare la tua nuca fingendo di osservare
la
lavagna, guardare i tuoi cambiamenti giorno per giorno, cogliere i tuoi
comportamenti, le tue abitudini, aiutarti e suggerirti quando posso.
Mi manca
vederti appoggiato perennemente al muro, piuttosto che allo schienale
della
seggiola, in modo da girarti più facilmente.
Mi
mancano le tue battute, le tue risate, le tue frasi sconce sempre nel
momento
meno appropriato. Mi mancano i tuoi occhi bellissimi, di un azzurro che
ti
congela e scioglie nello stesso preciso istante.
Un
giorno ti ho sentito dire che vorresti
cambiarti tutta la faccia, se potessi. Sai che ti ucciderei, in tal
caso? Perché
senza quella pelle pallida, quel naso dritto, quei capelli biondi
spettinati e
quegli occhi non saresti più tu. Rimarrebbe il tuo corpo
muscoloso, la tua
interiorità, è vero, ma non sarebbe la stessa
cosa.
Non so
cosa mi manchi maggiormente di quando eri davanti a me, di quando ci
parlavamo,
di quando mi consideravi.
So solo
che ora ho paura.
Ho paura
di lasciarmi andare ancora, di poter sperare in un qualcosa di
più, di poter
sognare.
Perché
prima
di te ci sono stati Luigi, Andrea, Biko e tanti altri ce ne saranno
ancora.
Ma nessuno
di questi amori è mai andato in porto, nessuno di loro ha
mai ricambiato il mio
sentimento. E ci sono passata sopra. Sono riuscita a farmene una
ragione, col
tempo.
Eppure,
con te è stato diverso.
Sin
dall’inizio,
il giorno del tuo compleanno, il giorno in cui mi sono finalmente resa
conto di
provare qualcosa per te, ho sentito un qualcosa di nuovo.
Una
sensazione che con Luigi, Andrea e Biko non avevo mai provato.
Mi sono
sentita come in un sogno, ho percepito per la prima volta quella
sensazione di
avere gli occhi a cuoricino o un milione di farfalle nello stomaco, di
essere talmente felice da non riuscire a mangiare, da non riuscire a
far altro che sorridere.
Mi
piaci? Sono infatuata da te? Sono innamorata di te?
Non me
lo chiedere, perché non lo so, non ne ho idea.
So solo
che nonostante tutto ciò che mi sta succedendo, nonostante
il tuo ignorarmi
sempre e comunque, il tuo fingere che io non esista … ci
sono dei momenti in
cui non riesco a reprimere il sorriso che, da quando sei entrato nel
mio cuore,
è entrato a far parte delle giornate.
Nonostante
la sensazione che niente sarà più come prima, che
l’unica cosa a cui ora devo
pensare è ‘dimenticare e cercare di farmela
passare’, sento una piccola parte
di me che mi dice che non è finita.
Che forse
c’è ancora una speranza, che forse devo continuare
a lottare, a sperare. Che forse
ti devo parlare. Che forse devo aspettare. Che forse devo continuare a
sorridere.
Sì,
perché è stato proprio questo ciò che
tu mi hai donato, un qualcosa che non
possedevo più da tanto, tanto tempo: il sorriso.
Questa
OS è nata grazie alla canzone Smile
di Avril Lavigne (da cui prende anche il titolo), una canzone che, non
appena l'ho sentita, mi è sembrato mi appartenesse. L'ho
scritta di getto questo pomeriggio, in un momento di sfogo,
perciò non so cosa scrivere per commentare. Penso lo faccia
già da sé.
Tre
dediche in particolare:
-
Alle mie lettrici, sperando che
capiate che l'immenso ritardo negli aggiornamenti non è di
mia
volontà e che questa 'riflessione', seppure tratta dalla mia
vita personale, vi possa piacere. Tornerò ad aggiornare, ve
lo
prometto, non appena la situazione sarà un po'
più ... normale.
- Alle mie ortaggiuzzuole, GingerS e The Red One. Grazie per esserci
sempre, anche quando io ci sono un po' meno, grazie per il sostegno,
l'affetto e tutto il bene che mi volete. Vi ringrazio e ricambio il
doppio.
- A Iakov, ovviamente, il ragazzo per
cui l'ho scritta. Perché anche se probabilmente non la
leggerai
mai, è una testimonianza di quanto ti voglio bene. E grazie,
grazie da morire.
Grazie
a tutti coloro che hanno letto!
Se
lasciaste una recensione mi fareste davvero molto, molto felice!
Un
bacio a tutte!
Elena
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