Greetings from the afterlife.

di comfortinglies
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Greetings from the afterlife.

 

 

 

 

...Ehi, George.

Georgie, mi senti?

Oh, già. È vero. Dimenticavo il tuo piccolo problema uditivo, fratello.

Mi aggiravo tra i vostri sogni per caso – a proposito, Ron ha ancora gli incubi sui suoi pupazzi trasformati in ragni?  Scioccante, direi – quando mi è venuto in mente di farti visita.

Devo chiederti un favore, George: tranquillizza la mamma. Lo so che è presto, che è passato solo troppo poco tempo, ma sta consumando scorte di fazzoletti che basterebbero per un esercito, e se continua di questo passo entrerà in quella diavoleria Babbana del Guinness dei Primati come detentrice del record per l’insonnia. So benissimo che mi immagina già sbriciolato e decomposto da qualche parte, probabilmente in un luogo oscuro, freddo e marcio, ma la realtà non è così. Anzi.

La verità, fratello, è che quassù si sta una pacchia. Se non suonasse come uno squallido tentativo di gettarti sfiga addosso, ti direi quasi che qui ti divertiresti. Ti piacerebbe da matti.

Non devo pensare a niente. Preoccupazioni, punizioni, compiti, infortuni col Quidditch – nulla di nulla. Ma non mi annoio nemmeno, se è questo che temi: ho ritrovato un sacco di gente che conoscevo, e passiamo un mucchio di tempo insieme. A proposito, Remus e Dora mandano i loro saluti. E Sirius anche.

Il bello è che tutte le cose orribili che uno immagina non esistono, da queste parti. Non sono ancora riuscito a dare un nome a questo posto, ma c’è calore e luce ovunque – io stesso sono fatto di luce, sai? In effetti, la cosa mi fa sentire piuttosto figo e potente. Più di quanto non fossi già prima, è chiaro.

L’unica cosa, e detesto ammetterla – mi fa sentire molto Ginny nei suoi attacchi di sentimentalismo acuto – è che mi mancate parecchio. Sto bene, qui, e anche se da queste parti non esistono sentimenti negativi o lontanamente associabili al dolore, mi rattrista un po’ pensare che mi perderò così tanto di tutti voi. Voglio dire, i nostri capelli non imbiancheranno mai insieme, non potrò fare da testimone a nostra sorella quando si sposerà col nostro quattrocchi adorato, e non ci sarò a far sbronzare per la prima volta con un barile di Burrobirra i tuoi figli o quelli di Ronnie... sì, insomma, ci siamo capiti. È un po’ deprimente.

D’altra parte – oh Merlino, morire mi ha fatto diventare pateticamente zuccheroso – sapere che state tutti bene mi basta, e vorrei potesse bastare lo stesso anche a voi. Dì alla mamma di non preoccuparsi; non ne vale la pena, davvero.

Adesso ti lascio: abbiamo un tempo limitato per certe cose, e dobbiamo rispettare dei turni. Sai che casino, altrimenti, se tutti volessero intrufolarsi nei sogni di amici e parenti continuamente e nello stesso momento? Si andrebbe in tilt, altro che gli intoppi per sovraccarico di passeggeri nella Metropolvere!

Ti abbraccio, fratello. Okay, metaforicamente parlando. Stammi bene: abbi cura di tutti gli altri, e soprattutto del tuo unico orecchio.

‘Notte, Georgie. Fai tanti sogni d’oro anche per me.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lù’s Corner:

 

No, vi prego. Niente domande. È una piccola idiozia, lo so, ma è nata da sé in una manciata di minuti, in un impeto di spontaneità. Non mi reputo religiosa e non voglio parlare di paradiso, aldilà, eccetera eccetera; la mia intenzione era solo quella di rendere un minuscolo omaggio a Fred, e di farlo nello stile di Fred. Tutto qui.

 

Spero che qualcuno abbia apprezzato J

 

Yours,

Ludo.





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