Cronache del Sovalahl

di Kornelio
(/viewuser.php?uid=128201)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Avviso a tutti i lettori: Ho notato che molti leggono il primo, poi però (scoraggiati dalla lunghezza forse?) non leggono il secondo. Per fortuna però quelli che leggono il secondo continuano. Qual'è la morale? Sopravvivete al primo e cimentatevi col secondo. XD Buona lettura!

Faceva molto freddo e Argo aveva i piedi congelati. Le scarpe di pelle non bastavano a scaldargli i piedi, ma per fortuna aveva il cappotto di lana che gli arrivava alle caviglie. A Ghona l'inverno arrivava prima del resto dello Jahe Ovest perchè era  più vicina alla catena montuosa dello Zohar-Zes e i venti freddi avevano meno strada da percorrere. Bussò tre volte e lo zio gli aprì con un sorriso sulle labbra "Domani si va a Ruyuk" Argo rimase perplesso, era la prima volta che lo zio lo portava alla capitale "E come mai?" chiese. "Beh domani è il tuo sedicesimo compleanno, non l'avrai dimenticato spero!" 

"No, certo che no, però mi hai sorpreso" "Non importa, adesso vieni a tavola e... a proposito, hai ritirato il pacco che ti avevo chiesto di prendere dal fabbro?" 

"Certo, ma cosa contiene?" "nulla di importante, vieni o si fredda la zuppa". 

Il giorno dopo Argo si svegliò alle sei di mattina come suo solito e fu sorpreso di vedere lo zio già sveglio e con uno zaino in spalla.

"stavo venendo a chiamarti, prepara uno zaino e mettici il coltello che ti ho regalato, non si sa mai, da qui a Ruyuk sono parecchie miglia. Alle provviste ho già provveduto io e... i cavalli sono pronti" 

Uscirono in silenzio e si avviarono verso la stalla del paese. Camminarono per circa cinque minuti e poi si fermarono davanti a due grandi battenti in legno. Presero due cavalli e pagarono lo stalliere che imprecò sotto i denti quando venne svegliato, ma si addormentò subito dopo. 

Si avviarono vero il lago a piedi, e dopo aver caricato i cavalli su una chiatta cominciò a remare. Il primo sole non era ancora comparso e il tempo sembrava scandito dalle remate sull'acqua. Dopo un po' si diedero il cambio e Argo ebbe modo di godersi l'alba in tutto il suo splendore. Finalmente arrivarono dall'altra parte e lo zio disse "monta a cavallo, si parte! Siamo fortunati perché da quì a Ruyuk c'è solo la pianura dello We e dovremo galoppare a briglia sciolta senza comandare i cavalli" "Sai che fortuna" rispose e i due spronarono i cavalli. 

Due ore dopo si fermarono per fare colazione e lo zio tirò fuori due caciotte, del pane e del latte che Argo tracannò con gusto. Durante il pasto lo zio tirò fuori un libro e lo porse ad Argo. "è la storia della guerra tra i nani dell' isola maggiore, i berserker del nord, gli elfi della foresta di Fronad, i draghi dei monti Vihel, i orchi di Johe,Soke e Gho e infine noi umani dello Jahe Est. Si concluse con un accordo scritto dal nostro consiglio dei maghi che prevalsero su tutti meno che sui draghi, che per qualche ignoto motivo lasciarono la guerra tornando ai loro monti. Da quel giorno solo navi mercantili approdano a Verer, l'unico insediamento presso i monti Vihel. Si dice che la loro biblioteca trabocca di libri che narrano dei tempi avvenuti ancor prima della creazione del Sovalahl ed è da lì che arriva questo, buon compleanno" Argo osservò le rifiniture in oro e il tessuto di pelle di drago, inoltre il libro portava un grande lucchetto di piombo. "grazie". 

A sera avvistarono le imponenti mura di Ruyuk e solo verso mezzanotte giunsero al portone principale. Cominciò a piovere e si tirarono i appucci dei mantelli sopra la testa. Una guardia li fermò li fermò sbadigliando "identificarsi prego". Argo rimase incantato dall'ascia enorme e dallo scudo  della guardia. "Ismaehl e Argo, veniamo da Ghona" "Entrate". Appena varcata la soglia lasciarono i cavalli in una stalla ed entrarono nella locanda più vicina. L'aria era viziata e dal tetto cadevano grosse gocce d'acqua. "Cosa volete?" chiese l'oste . "Della carne, birra e una camera...pulita" con una risata roca l'oste si allontanò dal bancone e tornò poco dopo con due bistecche e due boccali stracolmi della famosa birra dello Jahe Est, invidiata perfino dai nani. "Si festeggia, auguri". 

Il mattino seguente si svegliò con tutti i muscoli indolenziti dall'umidità. "Forza ragazzo, un nuovo giorno ci aspetta" a quelle parole Argo si ricordò che si trovava a Ruyuk e un'ondata di allegria lo travolse. "Quand' ero più giovane abitavo nella cerchia interna. In questa citta vivono gli uomini in maggioranza ma anche elfi e nani e oggi ti porterò al mercato, dove è concentrata gran parte della popolazione". Detto questo uscirono dalla locanda dopo aver pagato il l'oste. Mentre camminavano per la citta Argo notò che non erano molti gli elfi, e soprattutto erano molto più simili agli umani di quelli della grande foresta di Fronad, che lui conosceva bene perchè li aveva incontrati quando era andato a caccia con lo zio. I nani, poichè era la prima volta che ne vedeva, lo affascinavano perché sembravano umani bassi, tozzi, muscolosi e con la faccia leggermente schiacciata.

Quando giunsero alla piazza del mercato Argo rimase colpito dall'enorme statua al centro della piazza che raffigurava due gemelli su una corona. 

"Tieni queste monete e compra ciò che vuoi, io devo fare delle commissioni, ci vediamo sotto la statua tra mezz'ora" Argo non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che lo zio si era già allontanato. Comprò una mela e cominciò a girare per il mercato. Era impressionante la quantità di gente, ma soprattutto la varietà dei prodotti e Argo venne attratto dal banco di un elfo che vendeva un pugnale molto lungo, quasi quanto una spada, ma più massiccio. "Quanto viene?" l'elfo ci pensò un attimo e rispose "Cinquanta monete" Argo si stupì e rispose "lo prendo" "Veramente intendevo d'oro" avvilito il ragazzo fece per andarsene ma l'elfo lo fermò "Aspetta potrei accettare cento monete d'argento più quel bel pugnale che porti al fianco" il ragazzo si riavvicinò "Affare fatto" e prese il pugnale-spada "Si chiama Fronerm ed è la mia migliore creazione, forse avrei potuto guadagnarci di più, eppure sento di aver fatto la cosa giusta"aggiunse con un sorriso. Argo maneggiò l'arma e sentì che era molto più leggera di quanto pensasse.

La rinfoderò con cura e si avviò verso la statua, ma qualcosa attrasse la sua attenzione: un raggio blu aveva appena attraversato un vicolo parallelo alla piazza. 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=688947