A: "Finalmente, non ce la facevo più" disse la rosse lasciandosi
cadere a terra
Erano arrivati, lei e…
S: "Ehy l’idea è stata tua" il ragazzo si sdraiò accanto a lei
Asuka era voluto tornare su quella collina dove, dopo le battaglie con gli
EVA, i tre children si riposavano osservando le stelle. Quel luogo risvegliava a
entrambi dei bellissimi ricordi, ed altri meno belli, infatti tutte le
soddisfazioni per le battaglie, ma anche i dolorosi ricordi riguardo Rei
tornavano alla mente dei due. Shinji dopo un po’ fece una domanda che da un po’
gli frullava in mente
S: "Mi spieghi perché si voluta venire fin quassù?"
A: "Beh, primo, nessuno ti ha chiesto di venire con me" fece lei
con tono fintamente offeso "secondo, perché qui c’è un bellissimo
panorama e terzo… oggi ricorre l’anniversario…"
S: "Lo so" entrambi avevano abbassato lo sguardo e fissavano un
punto imprecisato sul terreno poi Asuka rivolse lo sguardo al cielo. Era passato
un anno da quel giorno, da quando si erano risvegliati sulla spiaggia, Asuka
svuotata dai propri sentimenti e Shiniji in uno stato di depressione profonda;
metà di questo era servito a entrambi per riprendersi e adesso condividevano l’appartamento
lasciato loro da Misato. Avevano continuato a vivere insieme, ufficialmente,
perché entrambi non avrebbero saputo dove andare, ma ufficiosamente perché
gradivano la compagnia reciproca. Shinji si mise ad osservare Asuka, come era
bella; aveva sempre provato una certa attrazione verso di lei, ma in quell’ultimo
periodo era aumentata, quando poteva la osservava sempre di sottecchi: non
poteva fare a meno di far scorrere il suo sguardo sul suo corpo perfetto, dai
capelli lunghissimi rosso fuoco, sui grandi occhi marroni che sapevano essere
sia dolci che furiosi, sia combattivi che spaventati, riusciva a fargli fare
qualunque cosa, poi, se gli metteva il broncio, con quella bocca, con quelle
labbra, sembrava così tenera e dolce… poi le sue spalle, la sua pelle chiara,
liscia e morbida come velluto, come avrebbe voluto poterla accarezzare. Dopo il
suo sguardo correva veloce sui seni della ragazza, erano perfetti, grandi e
formosi al punto giusto, sul suo corpo snello si notavano le curve tracciate dai
suoi fianchi , quindi le sue gambe sempre lisce e perfettamente dritte. Era
veramente un incanto, sarebbe rimasto lì a fissarla per ore, ma non poteva
farsi scoprire, cosi un attimo prima che lei voltasse lo sguardo verso di lui,
Shinji alzò lo sguardo per (fare finta di) contemplare le stelle
A: "Credi che dovremmo fare qualcosa di particolare?" già sapeva
che non avrebbero potuto fare nulla, ma quello non era certo un giorno come
tutti gli altri
S: "Potremmo portare dei fiori sulla tomba del maggiore Katsuragi"
chiese con aria scettica e poco convinta il ragazzo
Asuka stava per ribattere, ma Shinji la precedette
S: "Lo abbiamo già fatto Stupishinji" scimmiottando la voce della
rossa "e poi non intendevo questo" Asuka guardò Shinji aprendo la
bocca per ribattere qualcosa, ma tutto quello che riuscì a dire fu un sussurro
appena che suonava come -Baka-, poi i due giovani cominciarono a ridere.
Asuka cominciò a osservare Shinji che rideva, era proprio cambiato; prima
non si sarebbe mai sognata di sentirlo scherzare su queste cose, e tanto meno di
vederlo ridere così di gusto, ma ormai quello era un capitolo chiuso, infatti
adesso avevano cominciato una nuova vita e convivevano senza problemi, senza
vergogne né imbarazzi. Tant’è vero che quando in inverno era troppo freddo o
quando uno dei due faceva un brutto sogno (questo solo Asuka) non avevano
problemi a dormire assieme, a una debita distanza certo. Le loro discussioni
casalinghe erano limitate alla scelta del canale televisivo la sera e del menù;
quasi sempre la sputava Asuka visto che Shinji non riusciva mai a dirle di no,
ma se prima questo le creasse problemi adesso non poteva che farle piacere, non
sentiva più il bisogno di essere invidiata da tutti, anzi ultimamente le
piaceva ricevere complimenti, soprattutto da Shinji, forse perché era quasi l’unico
a fargliene. In quegli ultimi mesi avevano cercato di conoscersi meglio e di
sapere il più possibile sulla vita precedente di entrambi, e questo li aveva
portati a parlare e scherzare come mai avevano fatto prima; insieme stavano
bene, ma era una situazione strana, decisamente: si comportavano, si
atteggiavano, parlavano come una coppia, ma non erano tale, erano due amici che
convivevano insieme e questo li portava ad essere più che semplici amici.
A: "Ebbi paura" disse infine la rossa
S: "Eh?"
A: "Per la prima volta in vita mia ebbi paure di morire, ma non per me,
avevo paura di non poter rivedere più nessuno dei miei amici" adesso il
suo tono si era fatto triste
S: "Asuka…" non avevano mai parlato di quello che era successo
durante il third impact
A: "Pensavo di poter vivere da sola, perché credevo che l’affetto di
altre persone mi avrebbe solo fatto soffrire, ma mi sbagliavo…" fu
interrotta dolcemente da Shinji
S: "Che fai, cerchi di rimproverarti? Sai bene che tutti noi avevamo
qualche motivo a spiegare il nostro comportamento. Le ragioni si sprecavano, chi
più chi meno nessuno aveva una personalità normale e tu lo sai meglio di
me." Aveva parlato per rassicurarla, ma neanche lui era convinto delle sue
parole, per colpa sua lei aveva rischiato di morire e se fosse successo non
sarebbe riuscito a perdonarselo, aveva rischiato di perderla per sempre, aveva
rischiato di perdere una delle poche cose belle da salvare in quello schifo di
mondo. Lei gli sorrise, lui le aveva raccontato di come avesse visto i resti
dello 02 e di come l’aveva creduta morta, di come poi era stato felice di
rivederla viva, anche se con qualche ammaccatura, ma viva. Stranamente aveva
anche smesso di stuzzicarlo, forse non ne aveva più voglia oppure non ne
sentiva il bisogno da quando lui le aveva detto che aveva avuto paura di
perderla sapeva che teneva a lei e non importava se lo stuzzicasse, se lo
prendesse in giro o gli desse dello stupido; lui gli avrebbe comunque voluto
bene. Fa bene sapere che qualcuno pensa a te gli aveva detto quando erano
tornati ad abitare insieme nell’appartamento lasciato da Misato; finalmente
entrambi avevano qualcuno con cui parlare liberamente, qualcuno con cui
confidarsi e consolarsi. Quante volte si erano abbracciati davanti alla tomba di
Misato per consolarsi a vicenda, oppure, in quei giorni dove riaffioravano
tristi ricordi, cercavano l’uno nell’altra una spalla di consolazione, per
entrambi l’unico punto fermo costante per tutto quel tempo, si erano
aggrappati l’uno all’altra per non cadere nella depressione e nel dolore e
avevano condiviso gioie e dolori: sembravano quasi una coppia di sposini.
Asuka si rotolò su di un fianco ed andò ad abbracciare Shinji posandogli la
testa sul petto e stringendolo alla vita, lui le porto un braccio intorno alle
spalle e cominciò ad accarezzarle i capelli giocherellando con le ciocche.
Entrambi in silenzio godevano solo della compagnia dell’altro, finalmente
nella vita non erano più soli, avevano un amico vero al fianco che li capiva e
li ascoltava.
S: "Ehy che ne dici se domani andiamo al mare?"
A: "Come? E questa da dove salta fuori?"
S: "Mi voglio prendere qualche giorno di relax" la guardò
sorridendo, sapeva che le sarebbe piaciuto immensamente andarci per stare
tranquilla sulla spiaggia e poi lui avrebbe potuto ammirarla in costume e non
era cosa di tutti i giorni
A: "Non è una scusa per vedermi in bikini, vero?"
S: "Ho… andiamo, sai che non mi permetterei mai, e poi, che cosa avrei
da guardare?" le chiese con ironia
A: "Ok, ma resto sempre della mia idea" gli rispose con un sorriso
divertito.
Il giorno dopo si erano svegliati presto, puntando la sveglia alle sei in
punto e avevano cominciato a fare i bagagli infilando in borsa tutto l’indispensabile
e quando Asuka aveva chiesto a Shinji di aiutarla lei gli aveva messo davanti
una serie di costumi spezzati perché non sapeva quale portare. Il problema era
che quei "costumi", se così si potevano chiamare, sembravano fatti
apposta per far saltare le mutande ai maschietti (scusate l’espressione un po’
colorita, ma non mi è venuto in mente nient’altro).
S: "Sei sicura di voler portare questi…"
A: "Ho, andiamo, andremo in un posto segreto tra due roccioni e non mi
vedrà nessuno, eccetto te naturalmente" gli rispose la rossa con un
sorriso malizioso
S: "He he…" una risatina nervosa -ho mio Dio- pensò il ragazzo
-noi due soli sulla spiaggia e lei con questi addosso, sarà dura per me tenere
a freno… l’orgoglio-
Con questi pensieri in testa, però Shinji si accorse che stavano facendo
tardi, il treno partiva alle otto e loro non avevano ancora fatto colazione che
erano già le sette e mezza; dovevano sbrigarsi o avrebbero dovuto rinviare la
loro vacanza.
S: "Muoviti facciamo colazione, finirai dopo" in fretta e furia
Shinji preparò qualcosa da mettere sotto i denti, poi Asuka finì di preparare
le valigie e partirono; una corsa all’ultimo respiro e riuscirono al volo a
prendere il treno. Shinji saltò per primo, quando il treno si stava già
muovendo e tese una mano ad Asuka cosicché anche lei potesse salire. Quando
entrambi furono saliti il treno dette un’improvvisa accelerata ed Asuka perse
l’equilibrio, poco prima di toccare terra però Shinji si inginocchiò e la
prese al volo tra le braccia
A: "Ho grazie mio cavaliere" disse lei con voce languida
S: "Dovere mia principessa" rispose lui scherzando, anche se era
davvero felice di stringere la rossa tra le braccia, poteva sentire il suo
corpo, il suo calore su di se, gli donava un gran senso di benessere. Le aveva
circondato la vita con il braccio davanti, mentre con l’altro era andato a
sorreggerle le spalle e Asuka si sentiva bene, protetta e al sicuro come non lo
era mai stata, tanto che penso per un attimo di rimanere così, stava comoda e
si reggeva al collo di Shinji con entrambe le braccia: sembrava proprio la scena
di uno di quei film in cui il cavaliere bacia la principessa dopo averla
salvata. Purtroppo non erano in un film e Shinji si dovette accontentare di un
semplice grazie (che uscito dalla bocca di Asuka aveva comunque un certo peso);
dopodiché entrarono nella loro cabina e si misero a sedere accanto gettando i
bagagli nelle poltroncine di fronte a loro. Essendo stanchi per la precedente
corsa e dalle levataccia mattutina a cui non erano abituati si addormentarono
li; Shinji aveva Asuka alla sua sinistra e con il braccio mancino le aveva
circondato le spalle e aveva appoggiato la testa su quella della rossa usando i
suoi morbidi capelli come cuscino; Asuka invece aveva tirato su le gambe sulla
poltroncina vuota di fianco a lei e si era appisolata con la testa sul petto del
ragazzo con il braccio sinistro che gli cingeva la vita per tenerselo stretto.
Avvertiva anche lei una bella sensazione, si sentiva al sicuro e avvertiva il
calore del corpo di Shinji contro il suo, trasmetteva alla sua mente una
sensazione di terpore, di tranquillità. Solo Shinji si era svegliato e quando
vide come Asuka era accoccolata al suo corpo ebbe un sussulto, sembrava proprio
un angelo quando dormiva, con le labbra socchiuse e i capelli in disordine; gli
tornò alla mente quando lei si infilò nel suo letto il giorno prima dell’attacco
del settimo angelo: aveva anche provato a baciarla e ci sarebbe riuscito se non
fosse stato per quelle sue stupide cuffie, in quell’occasione poi aveva
scoperto la causa dei sogni tormentati della ragazza e aveva visto la prima
lacrima scendere da quel volto perfetto. Sapeva già di quanto fosse attraente
Asuka, ma prima se osava anche solo guardarla veniva preso a ceffoni; adesso che
aveva libertà di vedute si era davvero reso conto di quanto fosse bella: come
la sera prima si era soffermato più volte a guardala con la coda dell’occhio
facendole complete radiografie esterne e ne rimaneva sempre più affascinato.
Vivere insieme, poi, aveva contribuito a conoscerla meglio e scoprire anche il
lato più profondo del suo carattere, quello segnato dal dolore e dalla
sofferenza; insieme avevano superato quegli ultimi mesi, contando l’uno sull’altra,
consolandosi e compatendosi a vicenda. Comunque lei restava sempre la solita
presuntuosa combina guai di sempre che faceva di tutto per mettere in
difficoltà chi le era accanto, e lui aveva imparato a convivere con lei,
sopportandola e allo stesso tempo volendogli bene per come era, sempre allegra e
solare, intelligente ed espansiva, gli piaceva anche per questo, infatti di lei
ammirava soprattutto quella capacità di rendersi bella e simpatica agli occhi
di tutti, pur non avendone bisogno dato che la maggior parte delle persone la
giudicava esclusivamente dal suo aspetto fisico. In quel momento anche lei si
stava svegliando, ma Shinji non se ne accorse e lei non glielo fece notare,
stette in silenzio a godersi quegli attimi di serenità; le piaceva essere
tenuta tra le braccia e sentirsi protetta e in quel momento anche di più visto
che era stretta dalla persona a cui voleva più bene di tutti in quel periodo.
Quanto le piaceva stare stretta in quell’abbraccio, era una sensazione dolce,
le trasmetteva pace e tranquillità e le faceva sentire tutto il bene che Shinji
le voleva. Il ragazzo sentiva Asuka respirare normalmente, se non l’avesse
conosciuta bene l’avrebbe definita la persona più dolce del mondo a vederla
in quel momento. Shinji decise che era arrivata l’ora di svegliarla, ma non
sapeva che lei, anche se aveva gli occhi chiusi, era già sveglia, così prima
di chiamarla le deposito un bacio sulla fronte dicendo sottovoce
S: "Come sei bella" poi decidendosi a svegliarla, con un tono più
alto, ma dolce "Ehy Asuka, e ora di alzarsi, stiamo per arrivare" non
si era accorto però che quando le aveva dato quel bacio in fronte lei aveva
trattenuto il respiro, sapeva che non l’avrebbe mai baciata nel sonno, era un
gentiluomo, ma non si sarebbe mai aspettata un gesto d’affetto da lui che
andasse al di là di un abbraccio e poi quella frase pronunciata con tanta
dolcezza, ma piena di tristezza, come quando un bambino vede un giocattolo che
gli piace immensamente, ma sa di non poterlo avere perché non può
permetterselo. Fece finta di nulla e fece credere a Shinji di essersi svegliata
in quel momento, così si scostò lentamente da lui, quasi a malincuore
A: "Mmmh, quanto abbiamo… yawn(sbadiglio)… dormito?"
S: "Quasi due ore, tra poco arriviamo" le rivolse un sorriso e poi
guardò l’orologio, le dieci e venti, avevano ancora una decina di minuti
prima di arrivare; avevano deciso di restare lì almeno quattro giorni, salvo
cambiamenti improvvisi di programma. Asuka si rimise a sedere e volse lo sguardo
fuori dal finestrino, si cominciava già a vedere il mare azzurro all’orizzonte
con i riflessi del sole già alto in cielo. Aveva sempre in testa le parole ed
il gesto di Shinji, con questi pensieri assunse senza accorgersene quell’aria
preoccupate così evidente che era sua tipica ed il ragazzo se ne accorse subito
S: "Cos’hai?"
A: "Eh?" era sempre per metà persa nei suoi pensieri
S: "Ti ho chiesto cos’hai?"
A: "Niente" non intendeva parlarne, doveva prima rifletterci un po’
S: "Sicura?" le chiese con scarsa convinzione, aveva imparato a
memoria che cosa significassero la sue espressioni facciali e quella era
sicuramente una faccia preoccupata, comunque se lei aveva deciso di non parlarne
lui rispettava le sue intenzioni, non intendeva essere fastidioso, in quei casi
era sempre meglio assecondarla. Arrivarono a destinazione alle dieci e mazza in
punto e Asuka non aveva ancora pronunciato una parola, il che era veramente
strano tanto che Shinji cominciava a preoccuparsi davvero, quel comportamento
non era affatto normale da parte della rossa, di solito non stava più di cinque
minuti senza parlare, chiacchierava anche nel sonno. Appena scesi dal treno si
diressero verso la spiaggia e mentre imboccavano uno dei tanti sentieri Asuka
pensò che il silenzio non era certo il modo di risolvere le cose così
A: "Allora, cosa facciamo di bello quando arriviamo?" gli chiese
con il miglior sorriso che riuscì a fare in quel momento
S: "Allora non hai perso la lingua, cominciavo a preoccuparmi sul
serio" poi vedendo che lei abbassava lo sguardo cambiò discorso "Beh,
visto che tu ti sdraierai a prendere il sole per la prima mezz’ora, io
ascolterò un po’ di musica, poi quando tutta la crema solare che mi avrai
costretto a spalmarti sulla schiena sarà asciutta vorrai fare il bagno ed io
pollo, ti accontenterò per il tuo solo gusto di cercare di affogarmi"
così riuscì a strapparle un sorriso
A: "Bene, vedo che ormai mi conosci bene, ma su di un punto hai
sbagliato" Shinji si esibì in una faccia davvero sconcertata
S: "E cioè?"
A: "Questa volta ti affogherò davvero" e scherzosamente gli
strapazzo il collo facendo finta di strozzarlo. Bene, Shinji era riuscito nel
suo intento, aveva allentato la tensione ed aveva restituito un po’ di umore
alla ragazza, era il momento giusto per chiedere…
S: "Allora mi dici che ti era preso prima?" anche se non lo dava a
vedere e la tirava sull’ironico era molto curioso; Asuka decise che Shinji,
oltre che un gentiluomo era anche sempre stato sincero con lei, quindi non
doveva temere stupide scuse
A: "E va bene" fece un lungo respiro e poi butto fuori la domanda
tutta d’un fiato "voglio sapere il perché di quello che hai fatto sul
treno prima di cercare di svegliarmi?"
S: "E cioè?" Shinji aveva capito, ma preferiva sentire una domanda
più chiara
A: "Perché mi hai dato quel bacio in fronte?"
S: "Per svegliarti più dolcemente"
A: "E perché mi hai detto che sono bella?"
S: "Perché è vero" aveva comunque una risposta pronta, se Asuka
voleva sentirsi dire che le piaceva, beh non glielo avrebbe reso tanto facile
A: "Mi prendi in giro?" adesso aveva assunto un’aria più seria
"sai che non credo che le spiegazioni si limitino a queste frasi
fatte" finalmente Shinji capì che doveva dare alla ragazza una spiegazione
migliore, così pensò ad un discorso intelligente da fare
S: "Ehm…"
A: "Allora?" era impaziente di sentire la risposta, ma non voleva
sembrare offesa, dopo tutto non era la prima volta che riceveva questo genere di
attenzioni, anche se mai da Shinji. Lei stessa si stupì della curiosità che c’era
in quella domanda, perché voleva delle risposte precise? Beh se doveva
convivere con lui doveva sapere cosa provava giusto? Esatto. Finalmente, dopo
aver fatto un gran sospiro Shinji si pronunciò
S: "Lo sai anche tu che molte cose sono cambiate rispetto ad un anno fa,
no?"
A: "E allora?"
S: "Se prima mi era proibito anche solo guardarti come credi che mi
senta adesso, se quando mi sveglio, ti trovo accoccolata a me mentre dormi
tranquilla e beata?" Aveva centrato il nocciolo della questione: come
poteva restare indifferente alla sua bellezza?
A: "Vuoi dirmi che non devo più addormentarmi abbracciata a te?"
aveva intuito cosa intendesse Shinji, ma doveva capire se si limitasse a quell’episodio
S: "No, voglio dirti che mi provochi più agitazione di quanto pensi e
non solo quando ti vedo dormire, ma anche quando parli, quando litighi, quando
leggi quegli stupidi giornali rosa…"
A: "Stai cercando di dirmi che ti piaccio?" gli chiese con tono
divertito
S: "Sto cercando di dirti che mi ecciti; tutto qui" dopodiché si
rimise in marcia e Asuka capì che la questione era chiusa, Shinji non intendeva
aggiungere altro, forse perché non c’era altro da aggiungere o forse perché
non era ancora il momento, comunque lei non intendeva insistere, aveva saputo
ciò che voleva. Il ragazzo intanto ripensava alle sue confessioni, come ho già
detto non le avrebbe reso le cose tanto facili e poi lei non si era messa a
urlare come un’isterica minacciandolo di morte se solo si fosse azzardato a
guardarla ancora; era andata bene, per ora, non aveva ancora avuto motivo di
preoccuparsi, adesso che era arrivato al mare doveva solo rilassarsi. Un nuovo
pensiero, però, gli attraversò la mente -Asuka si è portata quei micro
costumi ed io le ho appena confessato che mi eccita, cosa starà pensando?-. La
rossa però non era affatto preoccupata, era giunta alla conclusione che aveva
vissuto con Shinji per quasi un anno senza problemi e ora non le sarebbe certo
saltato addosso. Comunque era ora di smettere di pensare a certe cose, erano
arrivati in spiaggia e lei doveva condurre Shinji in quel posto segreto così lo
prese per mano provocando in lui una sorta di scossa elettrica al contatto
A: "Vieni con me" detto questo lo condusse in un’apertura tra le
rocce e si ritrovarono tra due promontori, in un angolo di spiaggia lontano da
occhi indiscreti. Scelsero di posizionarsi vicino alla spiaggia anche perché
lì tirava una leggera brezza che, unita al calore del sole, era perfetta per
rilassarsi; stesero gli asciugamani l’uno accanto all’altro e si sdraiarono.
Asuka si era girata di schiena ed aveva cominciato a leggere una rivista, mentre
Shinji stava sdraiato a pancia in su e si era alzato la testa da terra
appoggiando i gomiti in terra, in questa posizione si godeva i riflessi del sole
sull’acqua; poi si sdraio anche lui per rilassarsi e si mise le cuffie agli
orecchi per ascoltare un po’ di musica: Non aveva ancora osservato Asuka in
costume, dopo il discorso che le aveva fatto prima non intendeva fare niente che
la disturbasse, ma la tentazione era forte, così per resistere alzò lo sguardo
e provò a concentrarsi sulle forme disegnate dalle nuvole; purtroppo non
riusciva a concentrarsi, il fatto di avere Asuka così vicina e in bikini gli
metteva una certa agitazione, in circostanze normali non si sarebbe sentito
così, ma adesso era diverso, la rossa sapeva di piacergli. Quella situazione
non piaceva molto a Shinji, e pensare che era stato lui a proporre quella
vacanza, invece Asuka era piuttosto divertita, le sembrava di essere tornata ai
vecchi tempi, quando Shinji era sempre timido ed impacciato quando si trovava in
situazioni particolari con lei, questo le fece venire l’irresistibile impulso
di stuzzicarlo
A: "Shinji, mi spalmi un po’ di crema?"
S: "Come?!" -accidenti- pensò il ragazzo -vuole mettermi in
difficoltà, beh avrà una brutta sorpresa-
A: "Dai, non posso mica farlo da sola" lo esortò con quella vocina
un po’ maliziosa e divertita
S: "Come vuoi" sapeva come trattarla, aveva imparato a non fare
quello che lei si aspettava per farla cedere per prima; difatti Asuka si stupì
di quanto fosse stato facile convincerlo, per un attimo ebbe paura che Shinji ne
avrebbe subito approfittato per saltargli addosso, ma si dovette ricredere
quando il ragazzo inizio a spalmargli la crema sulla schiena, ebbe un sussulto
al primo tocco, ma poi si rilassò subito, dopotutto non era la prima volta che
si faceva (obbligava) massaggiare da Shinji e sapeva del suo, diciamo, talento
naturale. Il suo tocco era dolce e deciso allo stesso tempo, con le mani le
accarezzava le spalle, poi scendeva lentamente lungo i fianchi e, arrivato a
qualche centimetro dal suo costume basso rientrava al centro della schiena e le
spianava la schiena dal basso verso l’alto; ripeteva questo movimento tre o
quattro volte, poi cambiava il senso della rotazione, dopo posava i palmi sulle
spalle e iniziava a massaggiarle avanti e indietro, quindi con i polpastrelli
delle dita le spingeva al centro della schiena con un movimento orario e in fine
ritornava a massaggiarle le spalle. In fondo quella della crema era solo una
scusa per farsi massaggiare, ma Asuka non l’avrebbe mai ammesso e poi anche a
Shinji piaceva, quella era l’unica occasione per poterla osservare da vicino
senza che lei dormisse, adorava passare le sue mani sulla pelle liscia della
ragazza e poterla accarezzare senza preoccuparsi di svegliarla. La rossa si era
slacciata il costume sopra e questo non contribuì a calmare i pensieri di
Shinji, comunque fece un grosso respiro e continuò il suo massaggio, era seduto
accanto a lei e cominciò a sentire qualche movimento nel suo costume -no-
pensò -non ora-
S: "Beh, io vado fare il bagno" cercò di allontanarsi nell’acqua
per sfuggire alla vista della ragazza, altrimenti avrebbe sicuramente capito, ma
lei lo trattenne
A: "Ehy, dove vai? Andavi bene"
S: "Beh… ho caldo" cercava di giustificarsi; lei era sempre
sdraiata e lui a sedere
A: "Non me la racconti giusta" era molto scettica e non capiva
quell’improvviso cambiamento di programma
S: "Ma è così" stava per alzarsi quando Asuka gli rivolse un’occhiata
seria
A: "La verità"
S: "Ehm…" prese una grossa boccata d’aria e rispose
"Espansione termica"
A: "Ma che… ho…" capì cosa intendesse dire il ragazzo e gli
fece un cenno con la testa poi riabbassò lo sguardo e arrossì con un
sorrisetto stampato in faccia; -allora era vero che gli faccio questo effetto-
penso la rossa, anche se decisamente non le dispiaceva, poi si voltò per vedere
Shinji tuffarsi e… rimase imbambolata a fissarlo. Non l’aveva mai visto in
costume da bagno e doveva ammettere che era piuttosto... attraente; il duro
allenamento e l’addestramento per pilotare l’EVA gli avevano reso un fisico,
non certamente da competizione, ma sicuramente invidiabile. Il ragazzo prese la
rincorsa e si tuffò in mare, cominciò a rimproverarsi di aver ceduto all’eccitazione,
si chiese cosa avrebbe pensato di lui Asuka, sicuramente che era un maiale e
pervertito, ma che ci poteva fare se i suoi ormoni andavano in subbuglio a
vederla in costume. Per calmarsi cominciò a fare due bracciate nella speranza
che il sangue confluisse in tutto il suo corpo e non solo nei bassi fondi, poi
aveva proprio bisogno di fare un po’ di movimento, dopo i massacranti
allenamenti d’addestramento faceva solo un’ora di corsa e qualche addominale
la mattina; mentre nuotava però si accorse che Asuka lo stava fissando,
cominciò a pensare che le sue precedenti supposizioni fossero esatte, scacciò
quei pensieri dalla testa, non voleva pensare che la rossa lo considerasse un
maniaco. Asuka intanto stava decidendo il da farsi, non poteva certo stare li
tutto il giorno aspettando che Shinji si calmasse, ma non poteva certo saltargli
addosso per fare la lotta visto in che condizioni lo aveva messo; comunque se
anche lei fosse andata a fare il bagno non sarebbe presumibilmente successo
niente, già avrebbe fatto cosi. Detto fatto si era alzata ed era entrata in
acqua fino alle ginocchia quando Shinji si accorse delle sue intenzioni, era
ancora imbarazzato per la figura di prima e non voleva certo parlarle ancora,
per il momento, così andò a nuotare distante una decina di metri dalla rossa.
Quest’ultima, però non accettava mai di essere messa da parte, in qualunque
situazione si trovasse, così mise da parte l’imbarazzo e, in apnea, raggiunse
Shinji e, senza che lui si fosse accorto di niente, gli fu alle spalle; gli
circondo il collo con le braccia per soffocarlo e gli sussurrò all’orecchio
A: "Non crederai di poter scappare o mettermi da parte solo per colpa di
una manciata di ormoni" poi gli mise una mano sulla testa e lo spinse in
acqua, il ragazzo riemerse ansimante
S: "Ha, vuoi la guerra? La avrai" le rivolse un ghigno di sfida,
quindi messo da parte ogni forma di galanteria verso le femmine le saltò
addosso e la affondò. Lottarono nell’acqua per almeno un quarto d’ora fino
a che sfiniti crollarono a sedere nell’acqua più bassa
A: "Bene, allora non sei tornato quello di prima"
S: "Non è facile restare calmi in certe situazioni per i
maschietti"
A: "E’ proprio questo che mi piace di te, rimani sempre calmo, tranne
in queste situazioni"
S: "Mi stai provocando?"
A: "Mi diverto a stuzzicarti" non c’era ombra di imbarazzo in
quella conversazione, ogni parvenza di rossore, eccitazione o stupore era
scomparsa; era sempre così, bastava comportarsi da amici per ristabilire la
calma, già… bastava… comportarsi da amici…
A: "Sappiamo entrambi che non durerà per sempre" il suo tono si
era fatto triste "questa amicizia, se così vogliamo chiamarla, ci porterà
ad amarci o ad odiarci" Shinji era rimasto a dir poco sconcertato dalle
parole della ragazza, non si sarebbe mai immaginato che sarebbe arrivata così
bene e rapidamente al nocciolo della questione, era stata schietta e sincera ed
aveva ragione, quel rapporto non aveva altri sbocchi, potevano solo cercare di
allungarlo il più possibile, ma prima o poi sarebbe finita
A: "Ti prego Shinji, dì qualcosa, trova una soluzione, non voglio
rovinare quello che siamo diventati"
S: "Già Asuka dimmelo tu cosa siamo diventati perché io non lo
so" la sue voce aveva quella dolcezza particolare come tutte le volte che
le faceva notare di avere torto senza farle pesare il suo sbaglio
A: "Non so cosa siamo, ma possiamo solo immaginare cosa potremmo o
dovremmo essere" Erano seduti l’uno di fianco all’altra e si stavano
guardando negli occhi
S: "C’è un sottile confine fra amicizia e amore, il difficile è
superarlo insieme, facendo attenzione altrimenti rischieremmo di rovinare tutto
e andando passo per passo, con calma, senza affrettare le cose"
A: "E tu credi che potremmo riuscirci" il ragazzo le sorrise
nuovamente
S: "Non ti dirò che ne sono sicuro, come nei film, perché mentirei a
te e a me stesso, adesso non sono sicuro di nulla, posso solo prometterti che ci
proveremo fino in fondo" poi gli venne in mente il primo passo "solo
di una cosa sono sicuro"
A: "E cioè?" non provò nemmeno a pensare di cosa si trattasse, forse
già lo sapeva
S: "Voglio darti un bacio"
A: "Tutto qui?" disse scherzosamente, in realtà era già agitata e a
quelle parole il suo cuore aveva perso un colpo
S: "Ho detto, un passo alla volta"
A: "Più che giusto" e i loro visi cominciarono ad avvicinarsi,
sempre più vicini, sempre di più, vedevano gli occhi dell’altro cominciare a
socchiudersi in attesa del contatto, però Shinji si fermò prima
S: "Non ti azzardare a tapparmi il naso" e intrecciò le sue dita
con le proprie, quindi prima che la rossa replicasse le chiuse la bocca con la
propria.
Il tramonto scendeva sulla spiaggia creando contrasto con l’acqua
increspata dalla presenza dei due corpi e li tramutava in semplici ombre; così
mentre il cielo si tingeva di arancio i due giovani si scambiavano il loro primo
vero bacio.