genderswap
Disclaimer: Non è vero, non mi pagano,
non li conosco neppure, tutto finto. Come quando da bambino la mamma ti
dice che esiste il topino dei denti, ecco.
Note: Volevo scrivere qualcosa per il compleanno di Gee e la cosa mi
è sfuggita di mano D: Sappiate solo che, perchè sono
lenta a scrivere, ci ho messo tutta la notte a finirla :D Il
genderswap, cioè quando una persona cambia sesso dalla notte al
giorno senza accorgersene, è molto usato nel fandom americano e
quindi... Ecco. Sì, ci passo troppo tempo fra le ff americane,
lo so.
Beh, tanti auguri Gee, so che non è il regalo che volevi ed ora
continuerai a lamentarti fino a che non ne riceverai uno migliore :D
Thanks for reading!
Xoxo, G <3
Boys will be boys.
Quando Gerard si svegliò, la mattina, pensò che la sera prima doveva aver esagerato con l'alcool.
Ricordava che si erano fermati in un locale a festeggiare il suo
compleanno e, tra una birra, un chupito ed un margarita, avevano tirato
le cinque. Quando si erano trascinati in albergo - Brian era stato
costretto a dover concedere loro una notte in un letto vero,
perchè Gerard sa essere diva quando vuole e, per diana, per lo
meno la notte del suo compleanno le sue regali terga si sarebbero
posate fra lenzuola pulite - Gerard avera raggiunto la sua camera in
auto-pilota ed era praticamente svenuto dopo cinque secondi netti da
quando si era lanciato sul letto.
L'ultima cosa che aveva sentito era la voce lontana di Frank che gli borbottava di non addormentarsi subito.
Ora. Era in piena sbronza, il mondo sembrava improvvisamente più
luminoso e la testa gli stava minacciando di scoppiare da un momento
all'altro e doveva anche andare in bagno, quindi. "Frank, piantala di
urlare." Borbottò, muovendo una mano senza guardare, per fargli
cenno di smetterla.
"Gerard." Continuò imperterrito, l'altro. "Gee. Gerard. Gee, guarda."
Gerard sbuffò e si girò a pancia in giù,
intenzionato a non prestargli attenzione e la cosa stava funzionando
anche bene, se non fosse che Frank aveva cominciato a punzecchiarlo con
un dito dapprima su una spalla e poi sulla schiena.
Grugnì infastidito e scacciò via la mano, affondando la faccia nel cuscino.
"Gerard, cazzo, ho le tette, guarda!"
Ci volle qualche secondo perchè il moro recepisse le parole - e
la voce di Frank. Lentamente alzò il viso dal cuscino e si
voltò verso sinistra, dove Frank si era sdraiato la sera prima.
Solo che... Non era proprio Frank. Sì, era Frank, perchè
gli occhi ed i capelli erano gli stessi, ma c'era qualcosa che
seriamente non andava. Tipo, il rigonfiamento sotto alla maglietta.
Gerard rimase qualche secondo immobile a fissare il punto, incredulo. Non poteva essere, doveva essere uno scherzo.
"Sì, okay, belle. Ora, mi puoi spiegare perchè mi hai
svegliato all'alba per farmi uno scherzo? Non potevi aspettare il
soundcheck?" Chiese, sospirando e mettendosi di nuovo sulla schiena,
chiudendo gli occhi per evitare di uccidere il suo chitarrista.
"No, Gerard, non è uno scherzo. Non senti la mia voce?
Ommioddio, sono una donna! Tocca!" Ed urlando, gli prese una mano e se
la posò sul seno. Decisamente vero.
Magari un pò piccolo, ma assolutamente reale.
"Cazzo, Frank. Hai le tette sul serio." Sussurrò, incerto, fissandolo negli occhi.
L'altro alzò le spalle e Gerard si accorse di come i lineamenti
del suo viso si fossero addolciti un poco, rimanendo però
così tanto uguale.
La cosa lo fece sentire meglio, Frank era ancora Frank, anche se un pò diverso.
"Cosa facciamo ora?" Pigolò il chitarrista, abbassando lo sguardo sulla mano di Gerard ancora posata sul suo petto.
Il moro la tolse come se si fosse scottato, borbottando un "Scusa..." a mezza voce.
"Beh, dobbiamo scoprire come mai ti sei svegliato... Improvvisamente donna. E... Dobbiamo dirlo agli altri."
Frank alzò gli occhi al cielo e si ridistese. Gerard non fece scorrere lo sguardo su tutto il corpo dell'altro, no.
"Merda, Bob non smetterà di prendermi in giro per un secondo."
"Aspetta, aspetta, aspetta, fammi ripetere bene la situazione. Sei
andato a dormire con Gerard stanotte e quando ti sei svegliato
stamattina, eri donna?" Disse Bob, davanti ad una tazza enorme di
caffè cercando di trattenere una risata, che però
trapelava lo stesso dal tono della voce.
Gerard sospirò e bevve un sorso enorme di caffè, cercando
di non ustionarsi troppo. In fin dei conti la voce gli serviva ancora.
Frank, seduto accanto a lui, si mosse sulla sedia a disagio e
lanciò uno sguardo alla sala. Quando capì che nessuno
stava prestando loro attenzione, additò il biondo e
sibilò qualcosa che il cantante non capì.
Gerard non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Cioè, più del normale.
E' solo che non capita tutti i giorni che uno dei tuoi migliori amici -
per cui hai una cotta da anni - si svegli improvvisamente con un nuovo
paio di tette ed un culo niente male. In fin dei conti Gerard è
solo un uomo e la carne è debole, okay?
E non che Frank uomo non gli piaccia, guh, è di lui che si
è innamorato, ma... Il fascino della novità? O forse-
"Hm?" Domandò, sbattendo le palpebre, quando si rese conto che cinque paia di occhi erano puntati su di lui. "Cosa?"
"Cosa gli hai fatto?" Ripetè il batterista, come se fosse la cosa più ovvia.
Gerard spalancò gli occhi ed abbassò la tazza di scatto, basito. "Io?"
"Beh, tu eri con Frank stanotte. Quindi, significa che è colpa tua." Aggiunse Mikey, il traditore.
Fulminò il fratello con un'occhiata che
sperò somigliasse a quella della loro madre, ma Mikey si
limitò ad alzare le spalle e a guardarlo fisso. Il maggiore
lasciò perdere, tornando a guardare il suo caffè, come se
potesse salvarlo da quella situazione.
Alla fine sospirò e sentì lo sguardo di Frank su di
sé. "Ragazzi, seriamente non so cosa sia successo stanotte. Mi
sono addormentato non appena ho toccato il letto e probabilmente anche
Frank, eravamo parecchio ubriachi... Per dirvi che non mi sono messo a
recitare formule magiche per farlo diventare donna nel bel mezzo della
notte, ragazzi, che cosa vi dice il cervello? Ed ora, dobbiamo pensare
che stasera abbiamo un concerto."
"E...?" Domandò Brian, apparentemente più calmo di tutti
loro messi insieme, ma ben sapendo in realtà che dentro di
sé stava dando fuori di matto.
"E Frank è leggermente diverso." Disse, come se gli sfuggisse il punto importante dell'intera faccenda.
Seriamente, tette! Dappertutto!
"La sua capacità di saper suonare la chitarra non è
diminuita solo perchè è donna, Gerard. Mi aspettavo di
meglio da te." Esclamò il biondo dall'altra parte del tavolo,
facendolo grugnire.
"Non è per quello, geniacci, è perchè non so se ve
ne siete accorti, ma le magliette qua gli vanno un pò strette."
Aggiunse il moro, allungando una mano verso il petto di Frank. "E qua
sotto i pantaloni gli vanno un pò larghi."
"Ma ha le tette talmente piccole che nemmeno si notano."
"Ehy, le mie tette sono perfette okay?" Si difese il chitarrista, stringendosi il seno con le mani, come a proteggerlo.
Gerard pensò che sì, erano perfette, ma non era quello il
momento. Mosse una mano in mezzo al tavolo, per catturare nuovamente
l'attenzione degli altri e tirò un sospiro di sollievo quando le
voci si abbassarono. Il suo mal di testa ringraziava.
"Penseremo a qualcosa, okay? Basta solo... Non lo so, coprire." Disse Frank a bassa voce, guardandolo.
Gerard fece un mezzo sorriso incerto ed annuì.
"Certo."
Il sorriso che gli offrì Frank, fu sufficiente per fargli pensare che era oh, così tanto fottuto.
Il soundcheck andò meglio di quanto Gerard avesse pensato
durante il viaggio verso il palazzetto. Frank era sorridente e, dopo il
primo tentennamento perchè doveva ancora abituarsi al suo nuovo
corpo, prese a suonare come suo solito, muovendosi dovunque ed urlando
nel microfono. Piano piano, il cantante cominciò a dimenticare
che sotto alla maglietta il suo chitarrista aveva della mercanzia nuova
e finirono la scaletta senza intoppi.
Lasciarono il palco per raggiungere il camerino nel backstage, Mikey e
Ray in prima fila, intenti a parlare di un nuovo videogioco che il
bassista aveva trovato durante la sua uscita nel centro della
città il giorno prima, e Gerard li ascoltò a metà,
con un sorriso sereno sulle labbra.
Non appena entrarono nella piccola stanza, Gerard si avvicinò
allo specchio dall'altra parte, per recuperare le aspirine che Brian
gli faceva sempre trovare prima di ogni concerto. Prese la scatola fra
le dita e ne buttò giù un paio con un sorso d'acqua,
sapendo che avrebbero fatto effetto mentre si preparavano.
Alzò gli occhi sulla superficie riflettente di fronte a
sé e vide Bob seduto sul divanetto di pelle nera, bacchette in
mano, intento a tamburellare l'intro di Cemetery Drive, Mikes in mezzo
a lui e Ray, girato verso il chitarrista e ancora del tutto assorbito
nella conversazione che durava da minuti interi, su quanto fosse figo
quel gioco e Ray che gli dava corda.
Solo allora si accorse che mancava Frank.
In effetti era strano non averlo addosso, come accadeva sempre,
però si disse che il suo mal di testa e la giornata fuori dal
normale dovevano averlo scombussolato più di quanto pensasse. Si
girò, l'espressione corrucciata, ed esaminò l'intera
stanza in cerca del chitarrista, ma senza trovarlo.
"Ehy, ragazzi, sapete dov'è Frankie?" Domandò agli altri.
"E' chiuso nel bagno in fondo al corridoio a fare non so cosa con
Brian." Rispose Bob, indicando un punto alle sue spalle con una delle
bacchette.
Gerard aggrottò ancora di più le sopracciglia ed
incrociò le braccia al petto, inspirando forte. Bob smise di
muovere le bacchette, per guardarlo divertito e suo fratello smise di
parlare e gesticolare, per fare attrettanto.
"Vai dal tuo fidanzato, Gerard, per dio. O dalla tua fidanzata, ora
come ora." Borbottò suo fratello, alzando gli occhi al cielo.
Gerard lo guardò male, alzando il mento. "Frank non è il
mio ragazzo. Vorrei solo sapere come mai non è qui a pochi
minuti dall'inizio del concerto."
Bob cercò di nascondere una risata con un colpo di tosse, ma non
gli riuscì per niente bene e Gerard discostò lo sguardo
inceneritore dal sangue del suo sangue per posarlo sul batterista, che
scoppiò a ridere sul serio quando lo vide.
"Manca un'ora all'inizio del concerto, dobbiamo ancora mangiare,
inventatene un'altra. Oppure vai da Frank, invece di stare qua a
rovinare l'atmosfera di pace e serenità con il tuo brutto muso."
Gerard aprì la bocca per controbattere, sconvolto, quando la
porta del camerino si aprì di botto facendogli prendere un
infarto. Sobbalzò sul posto e guardò Brian entrare come
una furia, con gli occhi spalancati.
"E' impossibile!" Stava blaterando il manager, puntando direttamente
verso le Red-Bull nel piccolo frigorifero all'angolo. La band intera lo
guardò con un'espressione generale confusa.
Aspettarono tutti in religioso silenzio che aprisse la lattina e
bevesse, prima che Gerard, in ansia, gli chiedesse cosa ci fosse che
non andava. Brian lo guardò con un sopracciglio alzato, prima di
sospirare ad occhi chiusi, stanco. Si passò la mano libera sulla
faccia, per stropicciarla.
"C'è che il nostro chitarrista si è svegliato donna,
okay? E, anche se sono così piccole che non si vedono, ha delle
tette che prima non c'erano e non vogliamo che i fans stasera scoprano
le grazie della nostra nuova chitarrista, no? Quindi sono uscito ed ho
comprato a Frank una fascia per- uh, appiattire e ora non riesce a
mettersela da solo e non vuole che entri in bagno con lui perchè
dice che è nudo. Io non ce la faccio, seriamente, quando la mia
vita è diventata così complicata?" Disse in tono tragico
il biondo, aprendosi un'altra Red-Bull.
Gerard era rimasto zitto per tutta la spiegazione di Brian, cercando di
immaginarsi Frank senza maglietta mentre cercava di nascondere il seno
con una... fascia, ma c'era sempre qualcosa che non andava e la sua
immaginazione lo riportava al Frank di sempre, quando girava a torso
nudo per il tour bus lamentandosi che aveva bisogno di una doccia. E
non aveva le tette, solo un sacco di tatuaggi.
Mikey fu il primo ad aprire la bocca, quando capì che nessun
altro l'avrebbe fatto e che di quel passo Brian avrebbe finito tutte le
Red-Bull presenti nel frigorifero. Sempre meglio evitare di avere un
Brian Schechter sull'orlo di una crisi di nervi pieno di una bevanda
eccitante. L'ultima volta che era successo era ancora bene impressa
nelle menti di tutti.
"E quindi?"
"E quindi ha chiesto di Gerard." Rispose il manager, puntandogli gli
occhi addosso. Gerard rimase fermo, preso in contropiede. Non capiva
come avrebbe potuto aiutare Frank. "Vuole che vai da lui."
"Uh." Sussurrò, allentando la presa delle braccia sul petto, spostando lo sguardo da Brian a Ray, poi Mikey e Bob.
"Vai!" Gli esclamò Mikey, dopo qualche secondo, indicando la porta.
Gerard sospirò e, incerto, si diresse verso l'uscio. Si chiuse
la porta alle spalle e percorse tutto il corridoio, fino ad arrivare i
bagni. Si fermò di fronte a quello con la figura maschile
disegnata sulla porta e bussò piano, avvicinando poi l'orecchio,
per sentire se ci sarebbe stata una risposta.
Nulla.
Guardò il pannello di plastica scura per qualche secondo, incerto e poi sospirò, non sapendo cosa fare.
Si schiarì la voce e cercò di non prestare attenzione
alla gente che passava dietro di lui e lo fissava stranita,
probabilmente perchè nessuno bussava prima di entrare in bagno.
"Frankie, sono Gerard. Brian ha detto che mi volevi." Disse a mezza
voce, cercando di non attirare ulteriore attenzione su di sé.
"Gee?" La voce di Frank gli giunse sottile, come se avesse pianto o
fosse sul punto di farlo. La cosa gli fece battere il cuore in maniera
spropositata, il solo pensiero gli faceva venire l'ansia.
"Sì, Frankie, sono io. Aprimi, cosa c'è?" Chiese, preoccupato.
Sentì la serratura scattare - non sapeva come Frankie avesse
avuto la chiave del bagno, ma probabilmente Brian l'aveva ottenuta
senza problemi - ed aprì subito la porta, voleva vedere che
Frank stava bene con i suoi occhi, o non ci avrebbe creduto.
E. Beh, Frank doveva aver pianto sicuramente, perchè aveva gli
occhi rossi - e non per via del trucco - e sul lavandino c'era una
scatola aperta, che doveva essere quella contenente la fascia, che
stava tenendo in mano. Ma la cosa che fece impietrire Gerard sulla
porta era il fatto che Frank non stava indossando una maglietta e...
ossignoregesù, sarebbe morto prima della fine della sera.
Cercò di respirare normalmente e di staccare gli occhi dal seno
di Frank - i tatuaggi sembravano diversi, in un certo qual modo, sul
quel nuovo fisico così curvilineo -, in fondo doveva aiutarlo,
non fare il pervertito.
Tossì un paio di volte e si grattò la nuca, in imbarazzo.
"Uhm, Frank, cosa c'è che non va? Posso aiutarti?"
Vide Frank annuire e porgergli la fascia. Era elastica e color carne,
con del velcro alle estremità per la chiusura, sicuramente
scomoda e sicuramente orribile. "Non riesco a stringerla quanto basta
perchè mi nasconda il seno. Dio, è piccolo ma si nota lo
stesso. Uhm, quindi... Potresti darmi una mano? Allacciarmela?"
Il moro prese un respiro profondo ed annuì, prima di mettersi
dietro a Frank, di fronte allo specchio, così l'altro avrebbe
potuto vedersi e dirgli quando andava bene. Allungò le braccia e
gli circondò la vita con la fascia elastica, facendo sì
che il tessuto seguisse la forma del suo corpo. Sentiva di stare
leggermente tremando, Frank profumava sempre così tanto, Gerard
non sapeva come facesse. Era un pò come il suo superpotere o
qualcosa del genere. Inspirò il profumo, intanto che gli era
così vicino, e lo sentì rabbrividire impercettibilmente.
"Troppo stretta così?" Chiese, quasi senza voce, ed alzò lo sguardo sullo specchio.
Frank lo guardò per qualche secondo e poi scosse la testa. "No,
no, così va bene. Solo... Non deve essere troppo stretta o non
riuscirò a respirare durante il concerto, lascia solo che..."
Non finì la frase, infilò una mano fra la fascia ed il
seno e Gerard lo vide fare qualcosa che effettivamente aiutò
l'effetto voluto. Sembrava ancora che il petto fosse piatto, forse
appena un pò più rotondo, ma nulla che saltasse
all'occhio.
"Okay, chiudila pure." Aggiunse il chitarrista, dopo essersi guardato ancora per qualche secondo.
Gerard annuì e fece combaciare i due lembi, accarezzando la
schiena di Frank per qualche attimo di troppo. Sperò solo che
l'altro non se ne fosse accorto.
Frank sorrise e si girò verso di lui, facendolo bloccare. "Oggi,
prima del soundcheck, ho fatto una ricerca su internet. Sai, siccome
non so quanto... Per quanto sarò donna, se mai ritornerò
me stesso, sai, questa cosa è parecchio terrificante. Non solo
per il fatto che ora ho un paio di tette che mi tocca nascondere con
una fottuta fascia che mi mozza il respiro, seriamente non so come le
donne potessero mettersi i corsetti, dovevano essere folli. Ma per il
fatto che, ommioddio, avrò il ciclo mestruale? Non voglio,
cioè, ew. E se dovessi fare sesso con un uomo, potrei-"
A quel punto Gerard dovette fermarlo, perchè ugh, ciclo
mestruale ma soprattutto, Frank non avrebbe fatto sesso con un uomo,
okay? L'unico uomo con cui Frank avrebbe potuto fare sesso... Pensò sono io, ma scacciò il pensiero prima che potesse impiantarsi nel suo cervello per sempre.
Frank e lui? No.
Gli prese il viso fra le mani e lo guardo fisso negli occhi, facendolo
fermare immediatamente. Dio, non si era ancora accorto di quanto Frank
fosse carino come donna.
Carina.
Oddio.
"Frankie, Frankie, ascoltami. Sono sicuro che troveremo una soluzione,
okay? Non rimarrai donna per sempre, penseremo a tutto ciò che
possa aver scatenato questa cosa, sono sicuro che c'è. E tu
ritornerai uomo e saremo tutti felici e ci lasceremo questa storia alle
spalle." Sussurrò, cercando di confortare sia Frank che
sé stesso.
Perchè ne aveva decisamente bisogno. Il suo chitarrista come
donna era fottutamente sexy e... Santo cielo, Gerard, smettila.
Frank annuì, il respiro corto, e sembrò intenzionato a fare qualcosa che-
Gerard si staccò prima che Frank potesse spingersi in avanti e
baciarlo, oppure che lui stesso lo potesse fare. Non era il momento adatto,
non poteva baciarlo mentre era vulnerabile perchè aveva appena
perso tutto ciò che è di più caro ad un uomo, e
cioè la sua virilità.
Balbettò qualcosa sul fatto che probabilmente doveva essere
arrivata la cena e che tornava in camerino. Frank lo guardò
preoccupato, ma si limitò ad annuire, senza aggiungere altro.
"Okay, allora, uhm, ti aspettiamo in camerino. Vestiti e... Sì,
okay, a dopo." Borbottò prima di uscire dal bagno, le guance in
fiamme e le mani strette a pugni.
Si rifugiò nell'altra stanza, dove gli altri lo accolsero con risate e
fischi. Gerard fece il dito a tutti e si andò a sedere addosso a
suo fratello, che fece un verso esagerato come se lo stesse soffocando.
Afferrò una fetta di pizza e la masticò senza degnare
nessuno di attenzione.
"Ah, amico, auguri ancora!" Gli urlò Ray, dandogli una pacca sulla spalla.
Già, tanti auguri a me, pensò. Il ragazzo di cui sono
innamorato si è svegliato donna, i miei compagni di band sono
dei deficienti, mio fratello si sta mangiando tutta la pizza ed il
nostro manager compra fasce restringenti.
Tanti auguri a me.
Il concerto fu un successo.
La folla era in delirio, Bob stava dando il meglio di sé alla
batteria, Ray non aveva suonato così bene prima, Mikes aveva
sorriso innumerevoli volte e Frank... Frank ce la stava mettendo tutta, davvero. Suonare
con la fascia e due magliette addosso doveva essere una tortura e,
oltre a quello, il suo fisico femminile non aveva la forza necessaria
per tutte le acrobazie che faceva sempre sul palco. Gerard cercò
di aiutarlo, facendolo rimanere steso a terra durante un coro,
così che per almeno qualche secondo potesse riposare, oppure
lasciando che si appoggiasse al suo petto con la schiena, intimandogli
'respira! respira!' con lo sguardo. Frank gli sorrideva, lo cercava con
lo sguardo, urlava nel suo orecchio, gli si strusciava addosso e gli
leccava il sudore sul collo, non c'era nulla di diverso da tutte le
altre sere, se non fosse che ora Gerard poteva sentire la forma del
seno di Frank premere contro il suo braccio quando si sporgeva per
cantare, la forma diversa e allo stesso tempo uguale del suo viso, le
gambe ed il sedere diversamente fasciati dai jeans.
Gerard stava decisamente diventando matto. Ossì, ne era sicuro.
Ringraziò i fans un'ultima volta, dopo il bis, e scese dal palco
sentendosi più stremato del solito, cercando subito di
raggiungere il camerino senza fermarsi. Worm lo guardò confuso,
ma lo accompagnò comunque lungo il corridoio, lanciando occhiate
verso gli altri e parlando nel walkie talkie che teneva appeso alla
maglietta. Il cantante aprì di scatto la porta del camerino,
afferrò i vestiti e si cominciò a cambiare senza proferir
parola con nessuno.
Sorrise a tutti quando gli fecero i complimenti, annuì e scosse
la testa nel momento giusto ed evitò Frank. Cioè, non
proprio però quasi.
"Ragazzi, vado a fumare prima di salire sul bus." Annunciò alla
band, quando si fu riallacciato entrambe le scarpe. Gli altri erano
ancora nel bel mezzo dei festeggiamenti post show ed erano ancora mezzi
nudi e completamente sudati, quindi lo guardarono come se non fosse lui
ma un clone. Gerard non era mai il primo ad andarsene, casomai l'ultimo.
Mikey gli chiese se fosse tutto a posto solo muovendo un sopracciglio.
Rispose che era stanco e che voleva andare a letto subito e nessuno
aggiunse null'altro. Chiuse immediatamente l'uscio del camerino alle
sue spalle e camminò silenziosamente verso l'uscita secondaria
del palazzetto, tastando le tasche dei vestiti alla ricerca
dell'accendino. Si fermò qualche minuto fuori dalla porta del
bus, per finire la sigaretta e salutò il gruppetto di fans ai
cancelli, sorridendo ed urlando loro che li amava e che gli dispiaceva
ma era troppo stanco per fermarsi da loro.
In effetti stava svenendo.
Aprì la porta del tourbus e salì, per poi accendere la
luce del corridoio che portava alla zona notte. Lasciò la borsa
accanto alla cuccetta e recuperò il pigiama sotto al cuscino,
prima di andare in bagno a lavarsi i denti e ad asciugarsi alla bell'e
meglio i capelli ancora madidi di sudore.
Dopo un quarto d'ora, era steso a letto, a fissare il soffitto della
sua cuccetta e a pensare che doveva darci un taglio. Frank era donna
solo da un giorno e gli ormoni decidevano di far per conto loro.
Però non era nemmeno colpa sua se Frank aveva deciso di
sbattergli in faccia la sua nuova condizione, nello specifico fatto di
andare in giro senza maglietta in sua presenza o di strusciarglisi
contro con tutta la nuova mercanzia.
Prima... Prima era più facile. Però allo stesso tempo impossibile.
Non si era mai fatto avanti con Frank, nonostante avesse una mezza idea
che Frank in verità sospettasse dei suoi sentimenti. I baci e
gli abbracci, o le ore passate vicini solo per il gusto di esserlo
oppure le sigarette e le birre divise. Frank era un amico. Frank era un
compagno.
Si era ritrovato spesso a pensare che forse, se le situazioni fossero
state differenti, forse fra di loro avrebbe potuto funzionare. Oppure
sarebbe tutto rimasto così, e sarebbero stati sempre e solo
amici.
Sospirò e chiuse gli occhi, girandosi verso la parete della cuccetta, per rilassarsi e dormire.
Avrebbe pensato domani ad un modo per aiutare Frankie. Lo avrebbe fatto e ci sarebbero riusciti.
Erano passati sette giorni dalla trasformazione, e ancora niente.
Frank si stava ormai abituando a quel nuovo corpo. Al fatto di dover
indossare magliette enormi per nascondere ciò che aveva sotto -
Alicia gli aveva portato dei reggiseni sportivi, e la cosa funzionava
bene, il petto sembrava piatto. Sempre meglio della fascia, Frank era
rimasto leggermente traumatizzato da quella - ed al fatto
che quando girava in biancheria intima, Gerard non riusciva a
distaccargli... Staccarle gli occhi di dosso.
Sperava per lo meno di non essere così tanto palese, anche se Mikey ormai si sprecava in fatto di battutine. Bastardo.
Avevano fatto ricerche su internet perchè, seriamente, lì
si trova di tutto. Ma non erano stati così fortunati. Avevano
trovato varie cose diverse che, forse, alla lunga avrebbero potuto
anche aiutarli, come il fatto di ripensare alle 24 ore prima del
cambiamento oppure di ricordare se avessero fatto qualcosa di diverso, o se avessero invocato dei pagani e cose del genere.
Tutti avevano pensato che oh, la loro vita era una routine, non avevano
fatto nulla di diverso. Apparte uscire per festeggiare il compleanno di
Gerard.
Ma nemmeno per quello erano stati originali, si erano limitati a
riempirsi d'alcool e a blaterare fino alle cinque del mattino, quando
erano tutti caduti in coma etilico fino alla mattina successiva.
Per quanto riguarda gli dei pagani e le imprecazioni, beh sicuramente
in più di venticinque anni di vita qualche dio sconociuto
l'avevano tirato in ballo, ma non credevano fosse per quello e quindi
scartarono l'ipotesi.
Nè Gerard, nè Frank, nè gli altri riuscivano a trovare un nesso alla cosa.
Eppure doveva esserci, Gerard lo sapeva. Solo che gli sfuggiva.
Il fatto era, che Frank aveva cominciato a comportarsi in modo
più provocante, quando erano soli. Dormiva con lui - Gerard
aveva detto di no solo la prima notte, per i primi dieci secondi,
quando aveva visto il faccino da cane bastonato di Frank aveva ceduto
e gli aveva fatto spazio sul letto -, gli si sedeva in braccio durante
le interviste, gli stava appiccicato non appena era possibile, lo
guardava sempre, e Gerard si era reso conto che poco a poco, aveva
definitivamente detto addio ai suoi problemi ed aveva cominciato ad
assecondare Frank in tutto.
Fino a quando, una notte, Frank non l'aveva baciato.
Gerard era quasi completamente addormentato. Frank stava parlando a
manetta di un libro che aveva appena finito e Gerard era contento di
stare fermo ad ascoltarlo. Ascoltare la voce più sottile, appena
un pò di alta della sua voce maschile, ed aveva chiuso gli occhi.
Non si era accorto di averlo fatto fino a quando non aveva sentito le
labbra di Frank sulle sue ed una mano sul cavallo dei pantaloni.
Aveva sobbalzato, colto di sorpresa, ed aveva aperto la bocca per dire
qualcosa- ma non ci riuscì, dato che Frank lo prese come un
invito ad approfondire il bacio e gli infilò la lingua in gola.
E va bene tutto, ma era Frank, e Gerard stava aspettando quel momento da
troppo per dire di no.
Ricambiò con entusiasmo ed infilò una mano sotto alla
maglietta dell'altro, per accarezzargli la schiena. La pelle era liscia
e le dita scorrevano in alto ed in basso facendo rabbrividire Frank.
Gerard fece scivolare la mano verso il davanti e seguì la linea
delle costole, una ad una, salendo sempre più su.
Quando arrivò al seno, Frank sospirò nella sua bocca,
salendogli a cavalcioni sul bacino. Gerard ne approfittò per
infilare anche l'altra mano sotto alla maglia e le appoggiò a
palmi aperti sopra ad entrambi i seni, facendo sorridere Frankie.
Quando mosse i fianchi verso l'alto, gli scappò un gemito sommesso, che fece muovere il bacino all'altro.
Però c'era qualcosa che non andava, Gerard continuava a
pensarlo. Non era così che voleva che andasse, non era
così che voleva farlo.
Lui rivoleva Frank, il suo Frank, con tutti gli attributi al posto
giusto e, per dio, con un cazzo nei pantaloni. Era più di una
settimana che non c'era e Gerard ne sentiva la mancanza, anche se non ci
aveva avuto tutti i rapporti e le interazioni che avrebbe tanto voluto.
Ma il pensiero, ecco, gli mancava. E sentiva che Frank stava facendo
tutto quello solo perchè si sentiva frustrato e triste e Gerard
non voleva essere una scopata di conforto.
Ed era strano, perchè solo qualche giorno prima non avrebbe
esitato a dare a Frank ciò che stava chiedendo, ma ora. Ora non
era giusto.
Si staccò dal bacio ansante ed aprì gli occhi, per puntarli sul viso dell'altro.
"Cosa? Cosa?" Chiese col fiato corto Frank, sbattendo le palpebre e
fissandolo confuso. Fece per riprendere a baciarlo, sporgendosi in
avanti, ma Gerard voltò il viso di lato.
"Frank, no." Gli disse, con il tono più fermo che gli riuscì. O così sperò.
Frank lo guardò ancora, sempre più confuso.
"No?"
Il moro scosse la testa. "No, non così. Io... Io non voglio, lo so che non lo vuoi davvero."
"Cos- Io?" Domandò l'altro, come se non potesse credere alle sue orecchie.
Gee lo guardò ancora, annuendo e poi accennando al suo essere
così, con il mento. "Tu vuoi essere confortato, sei triste
perchè sei una donna ed io... Io non voglio, non così."
Spiegò, con voce dispiaciuta.
Frank tolse le mani dalle sue spalle, entrambe nello stesso momento e
lo guardò... Ouch, sembrava incazzato. Gerard non aveva pensato
a quella possibilità.
"Io non voglio essere confortato, Gerard, cazzo. Io non so più
cosa fare, davvero. Ho pensato che ora che sono donna saresti venuto a
letto con me, perchè oh, guarda, non ho più un uccello
nelle mutande e non vedo cosa ti possa spaventare tanto. Ma come vedo
no, evidentemente sono io che ho interpretato male i segni. Lascia perdere, okay? Fai come se niente
fosse successo, amici come prima."
Lo guardò scavalcarlo, per poter uscire dalla cuccetta, ma Gerard lo fermò.
"Frank aspetta! Io. Non ho paura di te quando sei uomo, io ti rivoglio
uomo... Non sai quanto, cazzo. E sto cercando in tutti i modi di capire
cosa ci sfugge, perchè sono sicuro che c'è un
particolare, uno solo, che è il fulcro di tutto ed io non ci
arrivo... Questo non sei tu, Frankie, okay? Tu sei il ragazzo migliore
che io abbia conosciuto, sei il mio migliore amico, sei divertente,
simpatico, carino, sei fottutamente bello, Frank, e mi manchi. Certo,
come donna sei sexy e verrei a letto con te subito, ma no, non
così. Io... Io ti rivoglio indietro."
Frank non aggiunse nulla, rimase fermo a fissarlo con gli occhi
sbarrati ed il respiro mozzato. Gerard alzò una mano per
sfiorargli il viso e l'altro chiuse gli occhi.
"...Okay." Sospirò dopo un pò, rilassandosi. "Okay, aspettiamo."
"Aspettiamo."
Erano passati tre giorni dall'episodio con Frank, e da allora Gerard non aveva smesso di pensarci per un solo secondo.
Ci aveva pensato, pensato, pensato, pensato, e sentiva che c'era quasi
arrivato, a pelle. Era come se lo percepisse, ma non riuscisse ad
afferrarlo.
Da allora le cose si erano fatte tese fra di loro. Gerard cercava di
comportarsi il più normalmente possibile con Frankie, ma l'altro
aveva cominciato a lasciargli il suo spazio per riflettere, ben sapendo
che solo lui avrebbe potuto capire cosa gli era successo.
La notte dormivano insieme, ma era perchè da soli era diventato impossibile.
Ed ora era seduto sui gradini del tourbus, durante una sosta. Gli altri
erano tutti in giro, Ray a cercare riviste, Frank in bagno a lavarsi e
Bob a fare scorte. Lui e Mikes erano andati a prendere del caffè
e sigarette nuove, ed erano tranquilli a fumare e a bere in santa pace,
godendosi i minuti di quiete.
"Come va con la cosa di Frankie?" Chiese Mikey dopo qualche minuto di silenzio.
Gerard fece spallucce, scuotendo la testa.
"Ci sono quasi, lo sento. Ho cominciato a ripensare a cosa abbiamo
fatto il giorno prima, ma ho capito che non era nulla di importante:
interviste e ore in bus. Però poi ho pensato, di sera siamo
usciti a festeggiare, dopo il concerto e può essere che sia
colpa dell'alcool. Troppo alcool."
Mikey grugnì, ridendo. Gerard lo guardò con la coda dell'occhio, per niente colpito.
"A quest'ora tu dovresti essere donna a tutti gli effetti da quando hai 14 anni, Gee. Non è colpa dell'alcool."
Gerard sospirò. "Sì, lo so. Allora cosa può essere?"
Mikey rimase zitto qualche secondo, come se ci stesse pensando anche
lui, dondolando una gamba spigolosa e guardando il cielo. "Non lo so,
hai pensato a cos'altro abbiamo fatto?"
"Uhm, i miei ricordi sono parecchio confusi, ricordo di aver bevuto e
parlato e cantato, poi di essere andato in camera e di essermi
risvegliato con Frank che urlava di avere le tette." Si fermò
per ridacchiare, quando Mikey fece un verso. "Non ridere, è
stato traumatizzante per entrambi. Sai che me le ha fatte toccare?"
Mikey stavolta rise per davvero e Gerard abbassò lo sguardo
verso le sue ginocchia e prese a martoriare il buco nei jeans.
"Non stento a crederci, Frank sta aspettando di farti toccare qualsiasi cosa da quando ti conosce."
"Uh?"
Mikey lo guardò come se fosse scemo. "Non dirmi che non te ne
sei accorto, Gerard, seriamente. Si vede lontano un miglior che Frankie
ha una cotta abissale per te e, omiodio, tu non lo sapevi. Non posso
crederci di avertelo detto io. Cristo, si vede lontano un miglio che
pure tu gli muori dietro. Ora capisco perchè non avete ancora
fatto nulla, siete due cretini ciechi."
Gerard la prese come un offesa personale. Incassò la testa nelle
spalle e inspirò una boccata enorme di fumo, fissando la porta
dell'area di sosta di fronte a loro.
"Mikes, è complicato." Borbottò.
"Ma cosa è complicato, Gerard? Sei tu che le complichi le cose,
come sempre. Non ricordo una sola cosa che tu abbia fatto subito e
senza ripensamenti. Non una." Lo rimbeccò il fatello, con un
tono appena più enfatico.
Gerard scosse la testa, sbuffando.
"No. No. Frank è un compagno di band. E' un amico. E'... Un
ragazzo, okay? Se dovesse andare male? Se non dovesse funzionare? La
band ne risentirebbe, lo perderei, perderei voi. A volte ho pensato
persino che se io fossi diverso, se Frank fosse diverso, forse, magari-"
"Magari cosa?"
"Magari avrebbe potuto funzionare. Ma Frank è Frank, ed io- O
mio dio." Finì, lasciando cadere la sigaretta mezza fumata a
terra, con un'espressione terrorizzata.
Mikey lo guardò preoccupato, il tono di voce era strano. "Cosa?"
Gerard si voltò verso di lui e si portò una mano alla
fronte, per scostarsi i capelli dal viso, completamente distorto dalla
paura e qualcos'altro che Mikey non riuscì a capire subito.
"Mikey, è colpa mia." Esclamò il maggiore.
"Cosa? Cosa, cristo?"
"Mikey, è colpa mia se Frank è così. Ti ho detto
che ho pensato spesso se Frank fosse diverso, se Frank fosse donna,
magari fra di noi avrebbe potuto funzionare. Beh, Frank è donna
ora. Ed io... Cazzo, credo di averlo desiderato per il mio compleanno,
sai, quando- quando devi pensare qualcosa ardentemente e tutti quanti pensano
ad un gatto nuovo, o ad un orologio, io... io ho pensato 'vorrei che
fosse diverso', ma non pensavo in quel senso. O forse sì. O mio
dio, Mikes. E' colpa mia!" Urlò, alzandosi in piedi e mettendosi
entrambe le mani fra i capelli, lo sguardo che saettava da un angolo all'altro.
Mikey si alzò e gli appoggiò una mano sulla spalla,
preoccupato dalla reazione del fratello. "Gee, vedrai che si
sistemerà. Io non so cosa-" Non riuscì a finire la
frase, perchè Gerard non aveva smesso di parlare in solo secondo.
"Mikes, io non voglio Frank donna. Io mi sono innamorato di lui come
uomo, io... Io lo rivoglio indietro come prima, non me ne frega di cosa
accadrà se andrà male, io voglio provarci, voglio-"
Vennero interrotti da un urlo poco virile che proveniva dai bagni.
Entrambi i Way si guardarono e, ricordandosi che Frank era lì,
corsero subito da lui, pensando che forse era stato aggredito mentre si
lavava, qualcuno lo stava molestando, in fin dei conti ora era una
donna e, cazzo, non avrebbero dovuto lasciarlo da solo...
Gerard aprì la porta dei bagni maschili violentemente e la prima
cosa che vide fu un mucchio di tatuaggi. Poi Gerard si rese conto che
Frank non indossava la maglietta e di tette non ce n'era la minima traccia.
Gli scappò un verso di gioia, quando capì che Frank era tornato Frank. Con tutto al suo posto.
Il chitarrista lo sentì e si voltò verso di lui,
sbigottito, una mano sul viso, che aveva portato lì poco prima
mentre si stava specchiando, per controllare di essere di nuovo
sé stesso.
"Gee, io... Non so cosa sia successo, io..."
Il moro rise e gli corse incontro, stringendolo e baciandolo, il suo viso fra le mani ed il suo corpo appiccicato addosso.
Frank squittì nella sua bocca, sorpreso, ma non ci mise molto a
ricambiare il bacio con entusiasmo, aprendo le gambe ed appoggiando le
mani a palmi aperti sul suo sedere.
"Dio, Frankie quanto mi sei mancato..." Sussurrò sulle sue labbra, quando si staccarono per riprendere fiato.
Frank lo guardò con gli occhi socchiusi ed annuì,
baciandolo leggero, come se non potesse farne a meno. "Non so come sia
successo, però..."
"E' stata colpa mia." Mormorò, sentendosi in colpa. "E' stata tutta colpa mia."
Frank lo guardò confuso, piegando appena la testa di lato.
Gerard gli accarezzò il viso ed il ciuffo scuro di capelli che
si era appiccicato alla pelle per il sudore e l'acqua, prima di
riprendere a parlare.
"Ho desiderato che tra noi fosse diverso, che uno di noi due fosse
diverso. Per poterci provare, uhm, come coppia. Non so perchè,
però mi è capitato di pensare spesso se uno di noi fosse
stato donna, magari sarebbe stato più semplice. Forse tutto
sarebbe filato liscio. Perchè io... Avevo paura, una
fottutissima paura di perderti. Se fosse andata male fra di noi, non
avrei sopportato il fatto di non averti più con me e quindi,
quando siamo usciti a festeggiare il mio compleanno, quando abbiamo
brindato ho pensato, semplicemente, magari se Frankie fosse diverso...
Però è stato stupido, perchè io voglio te, capito?
Io mi sono innamorato di te." Continuò a balbettare, a mezza
voce, guardandolo fisso negli occhi. "Non mi interessa di cosa
potrà succedere, io ci voglio provare. Se- se tu vuoi."
Frank rimase zitto per un tempo interminabile, così tanto che
Gerard pensò di aver mandato tutto a fanculo, quando finalmente
l'altro scosse la testa e chiuse gli occhi.
"Dio, sei fortunato che ti amo, che ti amo veramente, o a quest'ora
saresti tu una donna." Borbottò, con tono fintamente serio, il
più basso.
Gerard ridacchiò e lo baciò ancora, prima di slacciargli la cintura.
"Mi è mancato anche lui, non sai quanto." Gli mormorò sulle labbra, ghignando.
Frank gli accarezzò la pancia sotto alla maglietta e fece un sorrisetto malizioso.
"Oh, sono sicuro che ti perdonerà presto."
Mikey cercò non prestare ascolto alle voci che provenivano dal
bagno. Bob lo raggiunse poco dopo, con una busta di caramelle piena
fino al bordo, guardandolo con una strana espressione sul viso mentre
masticava un vermicello gommoso.
"Chi sta uccidendo chi, in bagno?"
"Ugh, non voglio sentire. Frank è tornato normale e Gee si sta
facendo perdonare perchè in pratica è stata colpa sua."
"Si sta facendo perdonare uccidendolo?"
"Smettila! Stanno facendo sesso e- Ugh, discorso chiuso, dammi quelle caramelle, ne ho bisogno."
Bob gli passò il sacchetto senza proferir parola e Mikey ne prese quattro tipi diversi e se le mise in bocca.
"Credi che alle altre band capitino di queste cose, o siamo solo noi?"
Mikey continuò a ruminare per qualche secondo, poi alzò le spalle.
"Non lo so, può essere che siano solo Frank e Gee."
"Probabile."
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