Liz
aprì cautamente una porta di vetro quasi completamente nascosta dal fitto
fogliame.
Grazie
all’aiuto di Phineas, che conosceva perfettamente la scuola e aveva parlato con
vari quadri per farsi indicare i corridoi sgombri, era riuscita ad arrivare
fino alle serre senza problemi.
Se
non avesse saputo dal preside che si trattava di una serra, dubitava che
l’avrebbe riconosciuta come tale: le piante erano cresciute selvaggiamente e
senza alcun ordine, ricoprendo completamente ogni angolo in cui erano riuscite
a infilarsi.
Liz,
guardando in alto, notò che alcuni rami avevano sfondato il tetto di vetro,
estendendosi verso l’alto, come se la serra non potesse contenere la loro
rigogliosa espansione.
-Cerca
di toccare le piante il meno possibile- l’avvertì Phineas –Sono quasi tutte
velenose.-
Liz
usò la bacchetta per scostare delicatamente i rami che le impedivano di passare
e si addentrò all’interno della piccola giungla.
Alcune
radici sembravano strisciare sul pavimento come se avessero vita propria; un
fiore dall’aria pericolosamente carnivora si voltò al loro passaggio come se li
seguisse con lo sguardo; alcuni rami si snodavano dietro di loro coprendo il
sentiero da cui erano appena passati, rendendo l’orientamento molto più
difficile; ma per il momento nessuna pianta sembrava volerli attaccare.
Ad
un tratto Liz notò un debole luccichio nascosto tra gli arbusti: era una spada
conficcata nel terreno. Sembrava di fattura antica ed era piuttosto sporca.
-La
spada di Godric Grifondoro!- esclamò Phineas.
-Perché
Voldemort l’ha nascosta qui dentro?- domandò Liz.
Il
ritratto si strinse nelle spalle:- Credo che sia un segno di disprezzo per il
fondatore di Hogwarts che più odia. La spada è molto pericolosa, non l’avrebbe
certo lasciata in giro… oh, Albus dice che avrebbe voluto renderla un Horcrux,
ma questa era troppo impregnata di veleno di Basilisco, tuttavia personalmente
credo che ormai la sua anima sia troppo instabile per…-
-Eh?
Horcrux? Basilisco…?- lo interruppe Liz, avvicinandosi alla spada- Che roba è?-
Phineas
sospirò: -Lascia perdere…-
Liz
allungò la mano per toccare l’elsa, che era dorata e intarsiata di pietre rosse
che potevano essere rubini.
Si
aspettava che la spada fosse incatenata al terreno: nella sua mente passò un
rapido flash di un vecchio cartone animato con dei cavalieri che tentavano
invano di estrarre una simile arma da una roccia.
Invece,
con appena un piccolo sforzo, riuscì a sollevare la spada, e a toglierla dagli
strati di terreno fangoso.
-Caspita!-
esclamò, osservandola: la lama riluceva, per nulla intaccata dalla ruggine come
si sarebbe aspettata. Sotto lo strato di sporco, avrebbe potuto essere nuova.
Era sorprendentemente leggera e maneggevole.
Phineas
annuì:- Un capolavoro dell’artigianato goblin, non c’è che dire! Hai notato le
piccole incisioni sotto l’elsa?- proseguì in tono didattico –Ebbene, è solo una
leggenda, ma pare che queste fossero volute da Godric in persona per…-
Prima
che il preside potesse finire la frase, Liz si voltò verso l’uscita e non fece
in tempo a evitare un pesante ramo che la colpì in piena faccia, facendola
cadere.
Le
piante intorno a lei si animarono, avvinghiando i rami intorno alle sue braccia
e alle sue gambe.
-Ragazza!
Alzati!- la incitò Phineas -Sbrigati!-
Liz
si alzò, strappò via le piante e fece qualche passo verso l’uscita, ma si trovò
davanti un muro di vegetazione, che le impedì di proseguire.
-Diffindo!-
tentò, sperando di aprirsi un varco; riuscì però solo a scalfire qualche
foglia.
Intanto,
piccoli rami insidiosi continuavano a strisciarle sul corpo, tirandola verso i
tronchi, che avevano un aspetto putrido e famelico.
Un
fiore colorato spalancò la corolla rivelando delle fauci spaventose, e la morse
dolorosamente a un braccio.
Liz
gemette, e tentò invano di staccare il feroce vegetale.
-Prova
con la spada!- suggerì Phineas.
La
ragazza sollevò l’arma e la calò sullo stelo del fiore, che si spezzò di netto.
Un’altra
pianta con fiori purpurei a grappolo le schizzò negli occhi un liquido
bruciante che la accecò.
-Non
ci vedo più niente!- si lamentò, strofinandosi gli occhi con il dorso della
mano che reggeva la bacchetta.
-Lì
a destra, colpisci!- la avvertì il quadro.
Liz
calò la spada alla propria destra, alla cieca, e tagliò un ramo che
probabilmente la stava per colpire.
-Davanti
a te! Adesso!- gridò Phineas.
Liz
seguì le sue indicazione menando colpi alla cieca, facendosi largo attraverso
la vegetazione sempre più fitta e aggressiva.
Riuscì
ad avanzare di qualche metro, poi le piante di strinsero attorno a lei,
avvinghiandosi intorno alla spada e strappandogliela via.
-La
spada, hanno preso la spada!!!- strillò, in preda al panico, continuando a
strofinarsi gli occhi.
Sentì
dei rami afferrarla per le gambe e per le spalle, e cercò invano di
divincolarsi.
-Ora
che devo fare? Aiutami!-
Il
preside rifletté:- Be’, ci sarebbe un incantesimo che potresti usare, ma è
davvero terribile per la vegetazione, il terreno probabilmente rimarrebbe
danneggiato per anni e…-
-Non
mi sembra il momento di farsi venire scrupoli ecologici!- gridò Liz,
strappandosi via delle foglie viscide simili a tentacoli dalla vita.
Sentiva
delle liane robuste come corde stringersi intorno al proprio corpo,
sollevandola verso l’alto: i rami e le foglie la tenevano per il collo, e
presto non sarebbe più riuscita a respirare…
-Oh,
com’era… withera….withero…- borbottò il quadro, massaggiandosi le
tempie.
-Phineas!!!-
fece Liz, ormai paonazza per la mancanza d’aria.
-Prova
questo: “Witheromnia”.- suggerì Phineas.
Con
le ultime forze, Liz lanciò l’incantesimo:-W- Witheromnia!-.
Un
lampo nero scaturì dalla sua bacchetta, allargandosi intorno a lei come le
increspature di una pietra gettata in uno stagno.
Le
piante si irrigidirono: poi, dopo un lunghissimo istante, avvizzirono e si
sgretolarono, ridotte in polvere.
Liz
cadde a terra, tossendo. Gli occhi le bruciavano ancora, ma riusciva di nuovo a
tenerli aperti.
-Oh,
che brutta faccia, hai gli occhi tutti arrossati- commentò Phineas –Vuoi andare
nell’altra serra a cercare della calendula magica per curarli?-
Liz
lo guardò incredula.
Il
quadro sogghignò: -Scherzavo, scherzavo!-.
Dopo
aver strappato la spada dai resti essiccati delle piante, Liz rientrò nella
scuola.
-Vai
nella Sala Grande!- suggerì Phineas- Sento dei rumori di battaglia, Nagini
potrebbe essere lì!-
Liz
osservò cautamente l’entrata di una grande stanza rettangolare, da cui
effettivamente provenivano voci e rumori.
Sembrava
che la sala fosse a cielo aperto, e dall’alto arrivavano dei fulmini che
cadevano qua e là.
Il
serpente era lì, notò, accanto a una strega anziana ma dall’aria pericolosa.
Lo
sguardo della ragazza saettò tra i combattenti… e finalmente individuò Snape:
stava duellando con tre Mangiamorte allo stesso tempo, ma era decisamente vivo
e sembrava illeso.
Liz
sentì alle proprie spalle dell’aria gelida: si voltò e vide dei Dissennatori
che stavano attaccando un manipolo di soldati evidentemente in difficoltà.
-Expecto
Patronum!- gridò.
Dalla
sua bacchetta si levò come al solito una nebbia perlescente, ma per la prima
volta si compose in una forma completa e definita.
Un
gigantesco pipistrello argentato si scagliò contro i Dissennatori e li mise in
fuga.
E
così era questo il suo Patronus, pensò Liz osservandolo attentamente; aveva
un’aria stranamente familiare, in effetti…
-Liz!-
la chiamò Monk, emergendo dal gruppo di soldati - Santo cielo, quello è il
Patronus più brutto che abbia mai visto!- esclamò, dandole una pacca sulla
spalla. Sembrava molto sollevato nel vederla viva.
-Con
tutto il rispetto, signore- rispose Liz allegramente – il mio cesso di Patronus
le ha appena salvato le chiappe!-
Chandra
si stacco dal gruppo e abbracciò Liz con trasporto.
-Ehm…
sì… ciao!- fece Liz, un po’ irrigidita. Non si sentiva mai molto a proprio agio
con le manifestazioni di affetto.
Chandra
si staccò e si asciugò una lacrima.
-Non
ascoltarlo- disse, con un sorriso triste e vagamente sibillino –Il tuo Patronus
è perfetto. -
-Ehm
ehm – si intromise Phineas spazientito – scusate se interrompo il lieto
ritrovo, ma abbiamo un pezzo di anima di Voldemort da togliere di mezzo!-
Chandra
osservò il piccolo quadro, perplessa.
-Dove
hai preso quella?- domandò Monk, indicando la spada di Grifondoro.
-Lunga
storia…- Liz si strinse nelle spalle – Però il mio amico Phineas, qui, ha
ragione. Dobbiamo usarla per ammazzare il serpente di Voldemort, altrimenti lui
non potrà morire perché ha messo via un pezzo di anima-
Monk
apparì disorientato per un istante, poi sospirò: -E va bene, non tenterò
neanche di dare un senso logico a quello che stai dicendo- affermò scuotendo la
testa.
Si
avvicinò alla soglia della grande sala e osservò la situazione; poi spiegò
brevemente la strategia di azione a Liz e Chandra.
I
tre entrarono nella sala e ai avvicinarono a Nagini.
Liz
lo guardò attentamente: era un animale davvero enorme e letale.
La
testa del serpente era grande quasi quanto quella di un uomo; aveva delle
lunghe zanne sporche di sangue nonché, e questo probabilmente era il
particolare più inquietante, uno sguardo sorprendentemente vigile e
intelligente.
Monk
e Chandra cercarono di attirare l’attenzione del serpente, scagliandogli contro
degli schiantesimi.
L’animale
si rivolse verso di loro, avventandosi contro Chandra.
Liz
si piazzò alle spalle di Nagini, con la spada spianata. Doveva avvicinarsi
ancora un po’…
Il
serpente sembrava occupato ad attaccare Chandra, e Monk cercava di tenerlo a
bada.
Liz
sollevò la spada… era vicinissima…
-Cosa…?!-
urlò una voce femminile alle sue spalle –Crucio!-
Era
la strega anziana che aveva notato prima.
Osservava
la spada con occhi spiritati, e sembrava furiosa.
La
maledizione colpì in pieno Liz, che lasciò cadere la spada.
Come
tutte le Sentinelle, non era nuova alla Cruciatus, che era una delle fatture
preferite dai maghi sostenitori di Voldemort.
Le
era capitato di esserne colpita qualche volta, e ricordava bene quanto fosse
dolorosa; ma quella lanciata da quella strega sembrava semplicemente
intollerabile.
Liz
si contorse e boccheggiò: era una sofferenza che non aveva neanche immaginato.
Ogni millimetro del suo corpo sembrava in fiamme; non aveva più coscienza della
battaglia intorno a lei, voleva solo che finisse o sarebbe impazzita…
E
ad un tratto il dolore terminò.
Alzò
la testa e vide che la strega aveva un profondo taglio alla mano che reggeva la
bacchetta (effetto di un Sectumsempra ben piazzato, valutò).
Davanti
a lei, bacchetta spianata, stava Snape.
La
strega sorrise senza allegria e attaccò il mago: sembrava elettrizzata
dall’idea di duellare con lui, e Liz capì immediatamente il perché.
Nonostante
fosse ancora un po’ abbattuta per gli effetti della Cruciatus e avesse paura
per l’incolumità di Snape, non poteva fare a meno di osservare ammirata la
magia oscura di altissimo livello che veniva impiegata nel duello.
I
due combattenti erano abili e vigili: pochissimi colpi riuscivano ad andare a
segno.
-Bellatrix
Lestrange…- commentò Phineas, anch’esso ipnotizzato dal duello –Completamente
matta, certo, ma che strega!-
Liz
notò che Snape e Bellatrix, pur essendo entrambi molto potenti, avevano uno stile
diverso.
Snape
era più preciso: usava delle fatture semplici ma efficaci, come il Sectumsempra,
e colpiva in modo esatto senza sprecare energia. Gran parte della sua
attenzione sembrava dedicata a prevenire le mosse dell’avversaria.
La
Lestrange, al contrario, parava gli incantesimi a istinto, e lanciava delle
maledizioni molto forti e distruttive. L’effetto era decisamente terrificante,
ma Liz si chiedeva quanto avrebbe potuto sostenere quella furia omicida.
La
voce di Monk la riscosse:- Ehi! Smettila di stare lì imbambolata!-.
Chandra
e il capitano stavano duellando con altri Mangiamorte e Liz si affrettò ad
aiutarli.
Il
serpente sembrava scomparso.
Liz
schiantò un Mangiamorte e si guardò intorno: dove era finita quella bestiaccia?
Con
la coda dell’occhio, vide un guizzo accanto al fianco di Snape e si accorse
troppo tardi che il serpente era accanto a lui.
Con
orrore, vide Nagini affondare le zanne nella gamba del mago.
Liz
si lanciò contro il serpente e gli afferrò il collo, staccandolo da Snape, che
sanguinava e zoppicava ma era ancora in piedi.
L’animale
morse a vuoto accanto, cercando di colpirla: Liz continuava a tenergli il collo
per impedirgli di morderla. Non poteva mollare la presa neanche un istante per
prendere la bacchetta.
Il
serpente era molto forte e continuava ad avvicinarsi… le sue zanne si chiusero
pericolosamente vicine alla faccia della ragazza.
Poi
Liz sentì un rumore di tessuti lacerati e si ritrovò a stringere solo la testa
del serpente.
Sopra
di lei c’era Chandra, che reggeva la spada di Grifondoro insanguinata.
Liz
gettò via la testa di Nagini, improvvisamente disgustata.
Bellatrix
Lestrange vide la scena e diede un grido disperato:-NO!-.
Snape,
che sembrava non riuscire quasi più a reggersi in piedi, approfittò del momento
di distrazione, e lanciò un incantesimo non verbale che la colpì al petto.
Bellatrix
aprì gli occhi in un’espressione di orrore e sorpresa, poi ricadde al suolo.
Era
morta.
In
quel momento risuonò un suono assordante che fece tremare le pareti del
castello e fracassò i pochi vetri che schermavano ancora le finestre.
La
porta della sala venne divelta: sulla soglia, tremante per la furia e
dall’aspetto meno umano che mai, c’era Lord Voldemort.
Snape
cadde sul pavimento: la gamba ferita non riusciva più a reggere il suo peso.
Osservò la stoffa dei pantaloni, che erano completamente insanguinati.
Nagini
aveva preso l’arteria femorale? Possibile. Quel serpente era spietato e
intelligente quasi quanto il suo padrone… o esattamente come lui, a quanto
diceva Dumbledore.
Il
Signore Oscuro aveva deciso di intervenire nella battaglia, e l’uccisione di
Nagini l’aveva reso più infuriato che mai.
Lo
osservò entrare nella Sala Grande, lanciando maledizioni su tutto ciò che
trovava a portata di bacchetta: Sentinelle, babbani, persino Mangiamorte, ormai
non faceva più alcuna differenza.
Voleva
alzarsi e tentare di fermarlo… ma le forze lo stavano abbandonando, e la vista
gli si annebbiava.
Accanto
a lui, Liz fissava immobile Voldemort, come ipnotizzata. Doveva dirle di stare
giù, di spostarsi, di nascondersi… Le artigliò una spalla con le ultime forze e
solo allora Liz sembrò rendersi conto di quanto la sua ferita fosse grave.
-Il
dittamo!- esclamò, iniziando a frugare freneticamente nelle tasche della
casacca –Ne ho portato un po’… per i casi di emergenza…-
-Liz,
contro il veleno di Nagini… non basta…- spiegò Snape stancamente.
-Oh,
povero ragazzo…- commentò una voce che non sentiva da molti anni.
Il
ritratto di Phineas Nigellus?! Ma che…?
Snape
si rese conto che Voldemort era ormai pericolosamente vicino, e alzò lo sguardo
su di lui.
-Immobulus!-
disse una voce familiare dal fondo della Sala.
Tutte
le persone nella stanza furono congelate nella posizione in cui si trovavano.
Snape
continuò a guardare il Signore Oscuro (non che avesse molta scelta, dal momento
che non poteva voltare la testa né sbattere le palpebre), che dopo un piccolo
istante di immobilità riuscì a scuotere via l’incantesimo.
-Allora,
chi è talmente stupido da tentare di fermarmi con questa fattura puerile?-
gridò, irato –Snape! Sei tu a capo di questa assurdità, non è vero?-
-No-
rispose Neville Longbottom, facendosi largo tra i corpi immobilizzati e
avvicinandosi a Voldemort – Sono io. –
Snape
non poté fare a meno di ammirarlo per il sangue freddo. Non se lo aspettava.
-Longbottom!-
esclamò l’Oscuro Signore, a metà tra il sorpreso e il divertito –Che spreco, un
purosangue come te che è diventato il paladino dei babbani… che schifo!-.
Gli
lanciò un veloce incantesimo non verbale, che Neville riuscì a evitare.
-Arrenditi
– disse Neville, sorprendentemente calmo –Il castello è nostro. Il nostro
esercito è schierato là fuori, e se necessario non esiterà a raderlo al suolo.
Hai perso. -
-Hogwarts?
Non oseresti- disse Voldemort beffardo -Vedo che Nagini ti ha lasciato un
bel marchio- la mano di Longbottom
corse istintivamente alle profonde cicatrici sulla guancia – Credo che sia il
momento di finire il lavoro. -
-Anche
se mi uccidessi, i babbani andranno avanti senza di me. Non puoi vincere. –
Voldemort
fece un rapido movimento, e nonostante Neville avesse tentato di parare la
fattura, la sua bacchetta volò lontano.
-Crucio-
disse Voldemort, quasi distrattamente.
Longbottom
si contorse a terra per qualche istante.
-Arrenditi-
ripeté tuttavia il generale, non appena la maledizione finì.
-Arrendermi?-
rise il Signore Oscuro, abbassando la bacchetta, ora rilassato –Sei disarmato e
mi minacci? Sei patetico, Longbottom! Cosa vorresti fare, prendermi a pugni?
Uccidermi con qualche ridicolo metodo babbano?-
-Sì-
rispose semplicemente Neville.
Prima
che Voldemort potesse reagire, estrasse la pistola e sparò un unico colpo, che
colpì l’avversario in mezzo agli occhi.
Il
corpo del Signore Oscuro ricadde pesantemente all’indietro.
In
quel momento, l’effetto dell’incantesimo di Longbottom finì.
Le
persone all’interno della sala si riscossero e si guardarono tra loro.
Snape
abbassò lo sguardo: il sangue aveva continuato a fluire dalla ferita e si
allargava in una pozza scura intorno a lui. Sentì che le forze lo stavano
abbandonando…
Sia
i soldati che i Mangiamorte sembravano spaesati e incapaci di reagire. Tutti,
compreso Neville, fissavano Voldemort, aspettandosi di vederlo alzarsi da un
momento all’altro.
Ma
il mago continuava a stare semplicemente a terra.
Era
forse finita?
Nel
silenzio generale, un soldato babbano avanzò di qualche passo verso il corpo e
gli diede un cauto colpetto con la canna del mitra.
Voldemort
alzò un braccio e afferrò l’arma con forza. Tutti sussultarono e fecero un
passo indietro.
Ma
la mano del Signore Oscuro si abbassò subito, e ricadde inerte a terra.
Il
soldato, dopo un lungo istante, si avvicinò al mago, e gli toccò il collo
all’altezza della giugulare.
Poi
alzò lo sguardo verso gli astanti: - E’… morto. – annunciò, incredulo.
Snape
si accasciò al suolo: non riusciva più a tenersi seduto.
Una
profezia, ricordò confusamente, una sola profezia e due bambini…
Dumbledore
ripeteva spesso che gli errori dei maghi spesso sono proporzionali alla loro
grandezza; e sia lui che Voldemort erano stati dei maghi grandissimi… possibile
che il loro errore fosse stato così macroscopico?
Nessuno
dei due può vivere se l’altro sopravvive…alla fine, la profezia si era
compiuta.
Era
finita, non c’era più bisogno di lottare.
Sentì
delle voci concitate accanto a lui, ma non riuscì più a distinguerne i
proprietari:
-…dittamo…-
-Ci
ho già provato ma…-
-…una
barella! Presto, portatelo fuori!-
-…una
flebo di Rimpolpa Sangue, qui…-
E
un sussurro, talmente vicino e soffocato da fargli pensare che fosse stato
pronunciato da una bocca premuta sul suo orecchio: -Ti prego, tieni duro… ti
prego, ti prego…-.
Non
poteva farlo, si rese conto: avrebbe voluto dire che gli dispiaceva, ma era
troppo tardi.
Percepì
una mano scostargli i capelli dalla fronte, e gli sembrò di tornare bambino per
un attimo.
C’era
qualcosa che gli ricordava stranamente un’infanzia lontana in
quell’addormentarsi tra delle braccia che lo sostenevano, senza più
preoccupazioni.
Sentì
una fitta di rimpianto, ma non riuscì più a metterne a fuoco il perché. Forse
non era più importante.
Snape
chiuse gli occhi, e si lasciò avvolgere da un confortante oblio.
Ehm, ciao a tutti.
*Natalie fa capolino timidamente da dietro un angolo,
proteggendosi dalla pioggia di cruci *
Ci vediamo la prossima settimana con l’epilogo…
Mi raccomando!!
PS: So che ormai mi odiate, ma volevo comunque
dirvi che ho pubblicato una piccola one-shot intitolata “La seconda
possibilità” su Piton e Lily.
Tranquilli, niente eccessi di tenerezza e fluffosità varie,
anzi… *ghigno perfido*
Ciao!
Emily: Eilà! Anche questo aggiornamento arriva
puntuale. Vabè tu non sarai troppo sconvolta perché essendo il beta avevi già
letto tutto.
Ma come non ti ricordavi di Tuffey? Beta degenere! Comunque
era uno della squadra di Liz, il prete. Sì, lo so, sono sadica…
L’immagine di Voldemort che si carica tutti i ritratti e la
rumenta di Silente sulle spalle e li va a scaricare nella Stanza delle
Necessità anche a me faceva troppo ridere…
Povero Voldie… sai che palle, si sarà trovato armadi di
riviste sui modelli a maglia e dolci troppo zuccherini stantii.
Anche l’idea che l’estrazione della spada di Grifondoro sia
come un esame per il cappello è… be’, sarò sincera, è francamente disturbante…
io pensavo semplicemente che al cappello non facesse troppo piacere essere
smanazzato. *rabbrividisco e cerco di scacciare l’idea*
Sono contenta che ti sia piaciuto Phineas, lo so che hai una
predilezione per questo grande preside Serpeverde! Forza Phineas! (e abbasso
quel vecchiaccio di Silente… ah!)
Baci, alla prossima!!!
Biancalupin: Ciao!
Punto 1: lo so, Phineas è il migliore! Solo quel cretino di
Harry poteva trovarlo antipatico, è così adorabile!
Punto 2: guarda, io Silente proprio lo detesto! Ma hai visto
come ha trattato il povero Pity nei ricordi? L’ha sfruttato per anni facendo
leva sul suo senso di colpa e poi l’ha mandato a morire disperato pensando che
Harry sarebbe morto e la sua vita fosse stata vana. Insomma, le parolacce ci
starebbero tutte.
Punto 3: Il cappello è un altro maledetto filo-grifondoro!
Cioè, in realtà poverino non è colpa sua: solo un vero Grifondoro può estrarre
la spada dal cappello e Liz, decisamente, non lo è.
Comunque ho sempre pensato che, essendo appartenuto a
Godric, avesse ancora traccia di una latente preferenza!
Ciao, grazie, ci vediamo la prossima settimana!
Julia: Buondì! Sono contenta che ti sia piaciuto il mio
Phineas… come avrai immaginato è uno dei miei personaggi preferiti! Che dire,
ho un debole per i Serpeverde un po’ intrattabili.
Mi ha fatto sorridere che tu abbia detto che Liz è “una vera
Serpeverde”, visto che, non essendo andata a Hogwarts, non appartiene a nessuna
casa. Ma… be’, vedrai nell’epilogo! ;)
Per le piante… be’ non può sempre arrivare Neville! Qui ci
ha dovuto pensare Phineas.. che come vedi ha metodi un tantino più drastici del
nostro filo-erbologista! ;)
Anche a me piace un sacco la piovra! Spesso nelle fanfiction
viene dipinta come cattiva, ma mi piaceva l’idea che fosse bravissima, proprio
come nei libri… e che fosse abituata a ributtare fuori quelli che finivano nel
lago.
Ti ringrazio tanto per i complimenti, ci vediamo la prossima
settimana per il finale!
Ciao!!
Beatrix: Ciao! Eheh, tutti si stupiscono sempre
quando trovano un mio aggiornamento, ma in realtà pubblico quasi sempre il
lunedì mattina (a meno di imprevisti, nel qual caso pubblico il giorno dopo).
Ma forse ora è un po’ tardi per avvertirti… ormai la storia è quasi finita.
Scusa per averti fatto prendere un colpo… comunque ringrazio
anche l’allarme fuori casa tua che è suonato al momento giusto fornendo un
maggiore realismo! :)
Anche a me è un po’ dispiaciuto far fare quella fine a
Peter… comunque, ho sempre pensato che un qualche genere di aldilà ci fosse
anche per quelli che sono stati baciati da un Dissennatore.
La Rowling dice che quando nel mondo c’è meno malvagità, ci
sono anche meno Dissennatori… quindi forse quando uno di loro cessa di esistere
le anime vengono, per così dire, rilasciate. Insomma, mi piace pensarla così,
altrimenti mi sento troppo in colpa verso i miei poveri personaggi! ;)
Il film “ a qualcuno piace caldo” non l’ho ancora visto, ma
visto che me l’hai consigliato se mi capiterò l’occasione lo guarderò
sicuramente.
Grazie mille per i complimenti!! Alla settimana prossima!!
Ghunzatrox: Buongiorno, Vostra Scurità!
Sì, ammetto che questo Silente è molto più stupido
dell’originale, ma c’è una spiegazione!
In un’intervista, la Rowling diceva che i ritratti non hanno
una personalità molto complessa, ma mantengono soltanto alcuni tratti del
soggetto originale. La mamma di Sirius, per esempio, ha soltanto il rancore
verso il figlio e la “feccia” che si porta a casa.
Ho pensato che i ritratti dei presidi fossero un tantino più
complessi, visto che devono consigliare il preside in carica, ma comunque non
potessero essere proprio come l’originale.
Questo è il motivo per cui il ritratto di Silente, pur
seguendo gli stessi principi del soggetto ritratto, non ha la sua “finezza” nei
ragionamenti e alle volte ripete un po’ a pappagallo le frasi distintive di
Silente!
Come avrà capito, le armi che Voldemort non conosce alla
fine sono… be’, proprio armi.
Spero che la fine del Signore Oscuro non l’abbia delusa.
L’aspetto per il capitolo finale la prossima settimana.
Arrivederci!
Iurin: Ciao CaVissssssssssima!
Sì, secondo me Silente è uno stronzo, non riesco a
perdonarlo per come ha trattato Piton!
Sul forum “il quartier generale dei Mangiamorte”, gemellato
col SPFF, ne abbiamo discusso lungamente, e la conclusione a cui sono giunta è
che il vecchiaccio non abbia mai apprezzato Pity come avrebbe dovuto, visto che
lo tratta sempre male e gli manca di rispetto in ogni modo possibile
immaginabile.
Insomma, volevo che in questa storia ci fosse e che qualcuno
finalmente lo mandasse a quel paese come merita, visto che spesso nelle fan
fiction è dipinto come un vecchietto adorabile e onnisciente che ha a cuore
solo il bene del nostro prof preferito… seee, come no! Grr!!
Per un eventuale seguito… no, guarda, non credo proprio.
Anche perché, come avrai intuito dal finale di questo capitolo, potrei avere un
problema con la mancanza del protagonista… :(
Grazie, alla prossima settimana, trésor!!
Ciao!
Astry: Ciao!
Come dicevo a Ghunzatrox, anche io non credo che il vero
Silente si sarebbe scoperto così tanto; ma questo non è lui, è solo il suo
ritratto.
Ricordo un’intervista della Rowling in cui questa diceva che
i ritratti non hanno una “personalità tridimensionale” come le persone, ma si
limitano a ripetere frasi distintive del soggetto originale e che Harry non
avrebbe avuto molti benefici dal possedere un ritratto dei suoi genitori.
I ritratti di Silente e Phineas, nell’ultimo libro, sembrano
piuttosto dotati di raziocinio, ma comunque ho pensato che non potessero essere
astuti e sensibili come gli originali.
Da cui questo Silente un po’ ottuso (che però fa sempre
piacere prendere a male parole! Ah ah! In your face, vecchiaccio!).
Sul Quartier Generale abbiamo già discusso parecchio a riguardo,
quindi lo sai come la penso su quel… ehm… caro preside.
Come avevi immaginato, alla fine il bambino della profezia
qui era proprio Neville e non Harry! Speravo fosse una sorpresa per qualcuno,
ma l’avevano già indovinato tutti, uffi! :D
Ci vediamo la prossima settimana per l’epilogo.
Grazie mille!!!!
Ciao, anzi, “Lunga vita e prosperità!” (ah, il fascino di
Spock!).