Stava correndo.
Correva e
inciampava tra le proprie gambe, scivolando a terra graffiandosi la
pelle sulla spiaggia ruvida e secca, ma subito si rialzava.
Ricominciava a
correre solo per raggiungerlo, per non perderlo di vista lungo la
costa.
La sua
nave, un puntino lontano verso un orizzonte
all’apparenza infinito.
L’aria
salmastra del mare cominciò a pizzicargli le guance, bagnate
da lacrime dal sapore amaro, lavando via i granelli di sabbia dal
volto. Una sensazione di solitudine e di abbandono gli invadeva il
petto, risalendogli su, lungo la gola.
Si
fermò, raggiungendo il punto in cui le onde gremivano la
terra, il posto più vicino a lui dove potesse arrivare. I
suoi vestiti s’inzupparono mescolando il salato del mare a
quello del pianto, i tessuti cominciarono ad aderirgli alla pelle,
rendendo difficili i movimenti.
Da qual momento
non poteva più avanzare.
- Torna presto,
bastardo...- sussurrò il piccolo Lovino, stringendo strette,
strette la mani a pugno e chinando il capo, non voleva assistere al
momento in cui l’avrebbe perso dalla sua visuale.
- Ci rivedremo
presto niño!!!
– urlava invece Antonio dal parapetto della nave, usufruendo
di tutta l’aria che aveva nei polmoni, sgolandosi
perché il suo saluto raggiungesse il giovane italiano,
rimanendo quasi senza voce per farsi udire.
Non poteva sapere
se Romano fosse ancora lì, la terra era ormai divenuta una
sottile striscia scura sul mare, forse se ne era andato non appena
avevano mollato gli ormeggi e urlato “levare
l’ancora”.
Se
però vi era anche solo una minima possibilità
della sua presenza, Antonio era deciso di fargli sapere con tutto il
cuore del suo amore*. Della fatica e la sofferenza con cui lo lasciava.
Lovino sapeva
essere un fatto impossibile, ma avrebbe giurato di aver sentito la voce
di Carriedo in lontananza, mentre gli prometteva un suo rapida
ritorno....
E mai parole si
rivelarono più false.
Quelle sentite
dal piccolo italiano altri non erano che voci del vento.
Bugie, formate da
inutili suoni, prive di un vero significato.
Perché
Antonio non sarebbe tornato, non nel breve tempo che aveva previsto
almeno. Dovettero trascorre degli anni prima di un loro nuovo incontro.
Il cielo di quel
giorno sapeva di Nostalgia.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ma saAAAlve
gente!! Spero vi siano piaciute queste 360 parole ^^ , sapete, avvolte
stare in classe è piuttosto noioso, per questo nascono certe
cose (oltre che dalla mia insonnia).
Cmq in questa
breve FF ho ricreato un ipotetica scena sulla partenza di Spagna e su
cosa chibiLovino avesse provato in quel momento, per la cronaca [*] qui
il sentimento di amore a cui fa riferimento Antonio è legato
ad un amore di tipo fraterno, ed è questo il rapporto che li
lega (almeno in questa FF), poi ovviamente il sentimento provato
dall’iberico si evolverà man mano con la crescita
dell’italiano ^^
Dimenticavo le
parole di Antonio diventano false perché perdono il loro
significato, essendo che le ha affidate al vento, invece di dirle a
Lovino quando avrebbe potuto.
Spagna: Quindi
sarebbe colpa, mia..? *sull’orlo del pianto*
Yumeji: No, in
realtà il tuo mancato ritorno è a causa di
Inghilterra (mode pirata) che affonda la tua nave, ti fa prigioniero e
comincia a trattarti come un cane ^^
Spagna: ...
*rabbrividisce*
Yumeji:
Cooomunque, ancora grazie per aver letto queste 360 parole e PLEASE
commentate!
Bye-bye
... E alla
prossima ;-)))
|