MOAR Ghost Trick, mi sento un naufrago
attaccato alle ultime gocce d'acqua della bottiglia ;_; Se l'internet
non collabora, mi tocca scrivermele da me... qualcuno mi fa
compagnia?
Attenzione: come la precedente,
SPOOOOOOOOOOOOILEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEER
per tutto quel che d'importante c'è da sapere della trama.
Spazio
molto l'inizio perché non caschino sull'incipit occhietti
vergini
che non hanno finito il gioco...
Degli animali domestici di casa Jowd
Sissel era un gatto. Era un gatto dalla
nascita e sempre gatto sarebbe stato, nonostante la lunga notte mai
accaduta in cui aveva pensato altrimenti.
Sissel era il gatto di famiglia, ed era
un compito che assolveva con la massima solennità. Conosceva
i suoi
spazi: i salti corretti dal frigorifero ai fornelli al davanzale,
azzardando un passaggio per la mensola carica di chincaglierie (e gli
ultimi due slanci d'altra natura per raggiungere, dalla maniglia
della finestra, la girandola appesa al ciliegio del terrazzo e
lasciarsi cullare dal vento come una foglia). Conosceva i confini
della sua casa e vegliava sul calore emanato da quelle mura.
Conosceva i suoi umani. Era il loro animale domestico.
Sospettava di non essere l'unico.
Gli fremettero i baffi la prima volta
in cui il campanello suonò verso l'ora di cena con
l'insistenza di
un cucciolo che gratta alla porta. I rombi del temporale avevano
cullato la giornata della famiglia, ciascuno perso nelle proprie
faccende, finché –
“Buooooonasera, càpita che mi trovi
in possesso di una torta squisiiita e pensavo di condividerla con il
mio stimato collega e la sua deliziosa famiglia”,
esordì il
visitatore con due passi di danza prima di offrire a Jowd un incarto
che profumava di mirtilli.
Senza ombrello, in bicicletta, fradicio
ben più del pacchetto che reggeva (erano i colori della
pasticceria
d'angolo sull'etichetta?) e lontano chilometri da casa sua, riusciva
quasi a farla sembrare una concessione. Sissel si voltò per
decenza
quando l'uomo si scosse l'acqua di dosso a ritmo prima di varcare la
soglia.
Dalla quinta scampanellata in poi,
smise di cercare pretesti.
E anni dopo Lynne venne invitata a
festeggiare la sua promozione a detective. E la prima paga. E il
compleanno. E il primo caso risolto. E il compleanno di Missile, che
giocava così volentieri con la piccola Kamila. E quello di
Kamila
che avrebbe scambiato tutti i regali per un pomeriggio con Missile. E
un festeggiamento che Cabanela inventò aprendo a caso un
dizionario,
e “Ma Jowd lo sa?” “Traaaaaaaanquilla,
baby!”. E la prima
domenica del mese. E tutte le altre.
Sissel non era tipo da soffrire per
un'agenda troppo impegnata, ma amava le domeniche.
I suoi giorni di festa erano Cabanela
seduto stretto nell'angolo del divano, gambe e braccia allampanate
che strabordavano dai cuscini battendo il tempo della conversazione.
Il padrone di casa dall'altro lato che annuiva calmo e Alma in centro
come una regina e, nel passare con lo sguardo dall'uno all'altra,
all'ispettore si illuminavano gli occhi. Sissel gli si accostava
sullo schienale per fare le fusa al posto suo, guadagnandosi uno
scoppio di risa di Jowd che scuoteva il divano. Cabanela si fermava
con un dito a mezz'aria, chiedendosi cosa ci fosse di così
interessante in quello che aveva appena detto, e finiva per unirsi
alla risata sulla fiducia, sprofondando beato nel divano come se non
ci fosse posto migliore nel mondo intero. Sissel era convinto che
ciò
rispondesse ad assoluta verità.
E i suoi giorni di festa erano Lynne
che tentava di prendere parte alle discussioni dal tappeto, con i
capelli scarmigliati e la camicia ridotta a uno straccio sotto le
zampate festose di Missile, e sopra Missile Kamila abbracciata
stretta al pomerano fino a scomparire nella sua pelliccia. Lynne che
squittiva per il solletico combinato di quell'accoppiata e
“Kamila
no, prima o poi mi ammazzi se continui così” (...ancora?).
Lynne che, quando si riprendeva dalle fitte di risa, riempiva d'aria
i polmoni e si metteva a sedere con bambina e volpino in braccio,
armeggiando con la chioma ribelle per risistemarsi alla meno peggio
senza perdere l'equilibrio. Sissel non si perdeva mai il suo sorriso
in quei momenti: lei era lì, il suo eroe era là
sul divano a darle
stabilità, l'altro eroe era ugualmente là sul
divano a darle
slancio e la donna che avrebbe voluto come mamma salutava con un
unico gesto lei e la sua bambina. Lynne ricambiava sbracciandosi. E
si trovava atterrata da un gattino, Missile sfruttava l'apertura,
Kamila al seguito e alla via così.
Jowd e Alma osservavano bonari.
Sissel era il loro animale domestico.
Sospettava di non essere l'unico. Non avrebbe potuto chiedere di
meglio.
Note: ...e li mortacci del fluff, ma
con quel finale è più forte di me XD Voglio
vederli tutti quanti
viciiini viciiini a stare bene insieme u_u/ E, a parte il povero
omino col piccione che ha palesemente pescato la pagliuzza corta del
finale, il nucleo di affetti è “famiglia Jowd +
2”, nessuno dei
quali mi pare aver grandi legami altrove (Lynne viveva da sola con
Kamila nell'altro futuro, Cabanela chi lo sopporta è bravo)
e
nessuno dei quali mi pare poter avere grandi obiezioni morali
all'elevare l'autoinvito a un'arte XD Io mi sono divertita come una
scimmia a scriverla, spero sia stata almeno un pochino piacevole da
leggere. Alla prossima, ché qui c'è una nidiata
di plot-conigli da
smistare...
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