annich
Nulla di nuovo sul fronte occidentale :)
Non scrivo a scopro di lucro, non delineo fatti realmente accaduti
(Tranne per il post di Ronnie e soprattutto per la disintossicazione di
Max.) Non voglio offenderli e non ci guadagno una ceppa D:
Per vivere tento di fare psicologia, non la scrittrice Slash
ù_ù
However, non so quello che dirvi.
Leggete e basta :)
Annihilation
Fingeva che fosse tutto perfetto, lui, mentre saltava su e giu per il
palco, baciando Craig e infastidendo Monte. Era l'unico che un dannato
basso si scatenasse così su di un palco. Di solito tutti i
bassisti se ne stavano al loro angoletto, sembravano inesistenti,
invece lui saltava, correva, zompettava e baciava il suo cantante.
Nulla di sbagliato se solo non fosse un fottuto bugiardo, se non
sapesse fingere così bene di non aver nessun problema tanto
da
crederci.
Eppure Ronnie, il suo caro vecchio amico, aveva avvisato quasi tutti
postando quel messaggio sul my space, dove spiattellava ai quattro
venti tutta quella cruda verità. Non c'era nulla che andasse
bene in Max, a partire dalla sua bellissima doppia faccia, anzi, lui
era come un cubo, lui di facce ne aveva sei, tre per i membri degli
Escape, una per Ronnie, una per i Fan ed infine una per i giornalisti.
Lui si comportava in maniera diversa a seconda di chi c'era
lì
davanti ai suoi occhi. Era un budino malleabile, un mutaforma, un
parassita. Lui che tante di quelle volte aveva rinfacciato a Ronnie
l'uso di quelle sostanze, lui che lo aveva condannato con il dito
alzato e diretto verso i suoi occhi, lui che, infine, aveva
più
volte smentito di usare quella roba, si era ritrovato a dover fare i
conti con la verità, proprio come Radke gli aveva
preannunciato.
Non era stata una sua decisione, si era ritrovato in quella situazione
contro al suo volere, forse era proprio il suo fisico a chiederla. Si
era ritrovato a suonare che non si ricordava neanche di essersi
svegliato, non capiva perfino che canzone fosse quella. Aveva volto lo
sguardo verso di Craig che gli aveva sorriso avvicinandosi e lasciando
un veloce bacio alla sua bocca, tutto normale, insomma. Se non fosse
per quel maledetto mal di testa, se non fosse per quel vuoto di
memoria, che cazzo ci faceva su quel palco? Come ci era arrivato? Che
cazzo di canzone doveva suonare?
Uno dei tanti addetti al "dietro le quinte" gli aveva urlato il nome
della canzone, ormai era diventato un libro aperto persino per loro,
che lo vedevano una volta al mese, ma neanche.
Si era voltato ed aveva alzato il pollice, come a voler dire di aver
capito, ma in realtà non ci capiva niente. Non sapeva chi o
cosa
lo aveva fatto diventare così, un animale, un coglione. Non
poteva sempre rifilare la colpa a Ronnie, alla fine lui i suoi problemi
gli aveva risolti, certo era stata una scelta forzata dalla giustizia,
ma lui ora non aveva problemi, forse l'unico problema che gli rimaneva
era quello della band, ma sul lato droga era pulito. L'unica persona da
incolpare era sè stesso e la sua capacità di
annichilire
tutto ciò che toccava. Non era, certamente, come Re Mida,
quello
tramutava in oro tutto ciò che cercava, lui invece aveva la
capacità di distruggere, dilaniare, spaccere tutto
ciò
che incontrava per la sua strada. Faceva schifo.
Percepiva il suo corpo tendere verso il terreno, era come se si stesse
piegando alla forza di gravità. Lo stomaco bruciava da far
schifo, sentiva le viscere contorcersi al suo interno, ma soprattutto
sentiva l'acido risalire dallo stesso verso la gola. Si era piegato in
avanti, reprimendo un conato. Aveva tolto le mani dallo
strumento asciugandosi il sudore che gocciava dalla sua fronte, quello
era un attacco di panico, sicuramente, o forse era un calo di zuccheri?
Visto che non aveva toccato cibo per tutta la giornata, troppo preso a
prendere quella roba per pensare ad altro.
Si era guardato intorno cercando, attraverso le bacchette di Robert, di
riprendere il ritmo, ma non ci riusciva. Stava cadendo. Aveva provato
ad afferrare il microfono ma la sua mano aveva afferrato l'aria. Era
caduto a terra, privo di forze.
[.....]
Si era ritrovato in una stanza asettica, una di quelle stanze bianche e
puzzolenti degli ospedali. Non c'era nessuno della band al suo fianco e
per un attimo si era sentito triste,
ma la sua solita capacità di trascurare quei segnali lo
avevano portato a convergere la sua attenzione per altri lidi. Per
prima cosa aveva suonato il campanello che svettava sopra al suo letto,
sperando di veder comparire una figura simile a quella di un medico o
di un infermiere. Infatti, pochi secondi dopo, era comparso un ragazzo
in camice bianco che lo aveva salutato con un "Ben svegliato!"
Max l'aveva guardato dubbioso. Quanto aveva dormito? E che cazzo ci
faceva lì?
"Quanto ho dormito?"
"Due giorni, più o meno."
"Wow."
"Eh, si. Deve firmare questo." aveva commentato il medico porgendogli
un foglio. Max l'aveva letto sbiancando.
"Riabilitazione?"
"Si, mi dispiace ma abbiamo dovuto fare dei controlli per vedere la
causa del suo...si insomma,del fatto che sia svenuto ed è
risultato positivo...e la legge prevede la riabilitazione."
"Oh.."
Il mondo di Max era crollato in quel preciso istante, tutti avrebbero
saputo del suo giochetto autolesionista, il tour sarebbe stato
rimandato, i compagni...Eppure non aveva nessuno, in quel momento, sul
quale poteva fare affidamento. Si era pentito, per un attimo, di aver
cacciato Ronnie dalla sua vita, lui avrebbe, sicuramente, saputo cosa
fare, lui sarebbe rimasto lì con lui.
"Non è venuto nessuno?"
"Veramente...no, si cioè una persona è venuta, ma
mi ha detto di non dirle niente. Ha lasciato anche dei fiori, sono
lì e questo biglietto."
Max aveva ringraziato il medico, prendendo il biglietto tra le mani e
firmando distrattamente quelle carte.Era pienamente convinto che fosse
di Craig, perché solo lui poteva lasciare un biglietto visto
che era l'unico che riusciva a scappare da qualsiasi situazione
dolorosa. Eppure non si era meravigliato del fatto che la scrittura
somigliasse tanto a quella di Ronnie, non si era meravigliato neanche
delle parole che aveva usato, del rancore misto ad odio e amore che
trapelavano da quelle righe.
"Ti aspetterai,
sicuramente un te l'avevo detto, eppure mi sembra cattivo da scrivere.
Ti aspetterai sicuramente un augurio di pronta guarigione, ma non
è l'intento principale di questo biglietto.
Vedi Max, io ti ammiro. Nonostante i tuoi amici se ne siano
fregati del tuo stato di salute, nonostante non abbiano smesso di
suonare pur vedendoti a terra tu continui a sperare che questo
biglietto sia il loro, vero? Mi dispiace deluderti, ma questo biglietto
è il mio. Questa volta ho usato qualcosa di meno plateale
per dirti quello che penso. Io penso che tu abbia sbagliato
dall'inizio, ho fatto i miei errori e li ho pagati.
Mancavi solo tu, sai? Hai puntato il dito tante di quelle volte sul mio
viso da farci una fossa sulla mia fronte, eppure anche tu hai fatto,
per anni, la stessa cosa, nell'ombra del tuo moralismo. Sei bravo a
rendere cenere tutto quello che tocchi, Green. Sei ancora
più bravo a idealizzare ciò che è
già cenere. Come Craig, tu lo ami perchè lui
è già cenere, non dovrai distruggerlo visto che
non c'è niente di sano in lui. Come gli Escape, ormai
cenere. Tu ami tutto ciò che non puoi più
distruggere. Allora, ora che hai distrutto anche il tuo corpo lo amerai
un po di più, no? Il tuo progetto di annichilimento
è ormai portato a termie, ama quel tuo cazzo di corpo. Mi
ero ripromesso di non buttare altra merda su di te, ma a quanto pare lo
sto facendo, nuovamente. Sappi che lo scopo del biglietto e dei fiori
è quello di dirti che io ci sono qui, se hai
bisogno di me. Sai, sono uscito di prigione e cazzi del genere. Scusami per aver gettato nuovamente
merda su di te e per le parole dure che ho usato. Di seguito troverai
il mio numero di telefono, se vuoi chiama, o fai come vuoi. Sappi solo
che cone me sarebbe
stato diverso. Ronnie."
Non avrebbe mai pensato di voler tenere quel biglietto. Non avrebbe mai
scommesso due lire su quell'uomo. Eppure a distanza di un anno si
ritrovava a portare quel biglietto nel portafoglio, lo leggeva ogni
qualvolta sentiva il bisogno di farsi una dose o di cadere di nuovo in
basso. Gli sembrava paradossale visto che non aveva mai composto quel
numero, visto che non l'aveva mai più rivisto o sentito, ma
il bello tra di loro era proprio questo, non c'era bisogno di vedersi o
di parlarsi per sapere che c'erano uno per l'altro. Alla fine Ronnie
c'era stato in tutto quel percorso di riabilitazione, seppur tramite un
misero biglietto carico d'odio, c'era stato anche quando aveva smesso
di annichilire tutto ciò che toccava, c'era stato e basta, e
questo Max non l'avrebbe mai dimenticato.
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