ff post-it
Brittany stava ferma immobile, appoggiata al suo
armadietto aperto, ancora nei suoi occhi era impressa la schiena di Santana che
se ne andava via, via da lei, aveva provato ad ‘afferrarla ma lei l’aveva
respinta, scostandola con rabbia, sospirò, appoggiò la testa allo sportello,
osservando il piccolo post-it rosa che aveva scarabocchiato, su uno c’era un
cuore, sull’altro il nome del suo
ragazzo, Arti; lo accarezzò senza neanche pensarci, qualcosa infondo all’armadietto
attirò la sua curiosità, una fotografia, una fotografia dove lei abbracciava
Santana, era passato molto tempo da quel giorno, ma lo ricordava come se fosse
ieri; io voglio stare con te, ti amo,
era una voce troppo famigliare una voce rotta dal pianto, Santana le aveva
confessato tutto il suo amore per lei, e li non aveva potuto far altro che
respingerla, ma lei amava Santana, solo che nel suo cuore c’era anche Arti, era
stato il primo ragazzo che davvero amava, il primo ragazzo che l’aveva trattata
bene, e non solo come un oggetto, con
lui tutto era facile, si parlava, si giocava, ma con Santana non era così
facile, ma ogni volta che la vedeva sentiva una stretta al cuore, le mani
sudate, il cuore che rallentava fino a fermarsi, e quando lei le prendeva la
mano, subito batteva all’impazzata come impazzito, un cuore che non sapeva
scegliere, che era confuso e pieno d’amore per due persone differenti . Sollevò
il secondo post-it, lesse appena le
ultime iniziali: ti prego, dimmi che mi
ami, ti prego! La voce di Santana risuonava nella sua mente come un disco
rotto, che la faceva impazzire, con le dita tremanti staccò il piccolo post-it
con il nome di arti scoprendo quello di Santana, senza volerlo una piccola
lacrima le accarezzò le guance chiare, le mani tremarono, seguite dal suo corpo
alto e snello, era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse che
Arti era dietro di lei, sperava che non avesse visto nulla, richiuse lentamente
lo sportello, per poter osservare un’ultima volta la fotografia, si voltò verso
il suo ragazzo sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi, mascherando gli occhi
appena velati, il ragazzo la osservava come se avesse già capito tutto, come se
le parole non bastavano:
“che ti prende piccola?” la sua voce era differente da
quella di Santana, che era intensa, e con sempre un accennò di malizia, la voce
di Arti era tranquilla e un po’ squillante,
si sedette sulle sue gambe lo abbracciò con tristezza:
“mi accompagni fuori?”il ragazzo non rispose non ce n’era
bisogno, Brittany nascose il volto nell’angolo del suo gomito e pianse, pianse
in silenzio, pianse tutta la sua amarezza.
“la smetti di
fissarmi? non riesco a ricordarmi la combinazione del mio lucchetto!” Santana lo disse con acidità, ma senza
guardare la bionda accanto a lei, se incrociava i suoi occhi azzurri e ingenui
, aveva paura di perdersi in un pianto disperato, la voleva, la desiderava, ma
non solo fisicamente, finalmente aveva capito cosa voleva dire innamorarsi per
davvero, e lei era follemente innamorata di Brittany, solo aveva sperato che
aprendole il proprio cuore tutto sarebbe andato come voleva, che lei avrebbe
avuto Brittany, invece lei stava ancora con quello stupido ragazzo, Sue
interruppe i suoi pensieri, aveva in mente qualcosa, lo poteva capire
dall’espressione truce del volto, che
mille volte le aveva visto, e che altrettante aveva assecondato, era troppo
immersa nelle sue cose che non ascoltò neanche le cattiverie che le disse, solo
una voce interruppe il suo silenzio mentale, Brittany, si voltò per osservarla,
le labbra che si muovevano ad un ritmo calmo e tranquillo, gli occhi sicuri ma
stanchi e velati, poi si fermò, osservò un piccolo movimento, quasi
impercettibile, ad un occhio inesperto, Brittany aveva girato di pochissimo il
capo, quanto bastava per poterla osservare con la coda dell’occhio, quel
piccolo contatto visivo la fece bruciare:
“ mi piace giocare sporco!” la voce di sue allontanò
qualsiasi sentimento, entrambe si voltarono aprirono gli armadietti, e del
terriccio fresco volò loro addosso
riempendole da capo a piedi, Brittany se ne uscì con una delle sue
solite frasi:
“devo ricordarmi quando ci ho messo questa roba!” oltre
al danno pure la beffa pensò Santana che senza aspettare la bionda andò in bagno
a darsi una ripulita, si osservò allo specchio, era cambiata, i suoi occhi
erano più spenti, la pelle tirata, aveva mangiato pochissimo e dormiva ancora
meno, si spazzolò i vestiti con le mani, cercando di
darsi una ripulita, aprì il rubinetto, il rumore dell’acqua aveva il potere di
calmarla e ipnotizzarla, osservò la sua immagine riflessa nello specchio
cristallino, si bagnò il volto, l’acqua era così fredda che per un istante
perse la sensibilità, abbassò la testa per bere un po’e togliersi l’orribili sapore
della terra, quando sollevò la testa Brittany era dietro di lei, la faccia
sporca di terra, era così buffa che le venne quasi da ridere, ma si trattenne,
le fece spazio al lavandino, Brittany appoggiò le mani al bordo di esso
sfiorando senza volerlo le dita di Santana, che a quel contatto si ritrasse con
violenza, Brit cercò di togliersi tutto quel marrone dalla faccia, ma sembrava
non voler andare via, si osservò allo specchio, sorrise a Santana che stava
dietro di lei, con le braccia in grembo, la mora girò gli occhi al celo, come
sconsolata:
“sei proprio impacciata a volte!” Brit divenne bordò per
l’imbarazzò, le mani di Santana erano calde, adorava quando i suoi polpastrelli
accarezzavano la sua pelle, si sentiva fragile sotto quel tocco leggero ma
deciso, senza neanche volerlo Santana la stava aiutando a lavarsi il volto:
“fatto…!” tutto era finito troppo presto, Brit desiderava
ancora quel contatto, i loro volti erano vicini troppo vicini per i gusti di
Santana, gli occhi di Brit sembravano più grandi del normale, le labbra di
Santana erano così invitanti, la bionda appoggiò solo una mano sui fianchi
della ragazza, in attesa di una risposta, un rumore lontano da loro le fece
tornare alla realtà, le ragazze del glee club erano entrate nel bagno, Mercedes
guardò con curiosità le due ex Cheerleader:
“che diavolo vi ha fatto Sue?....” la sua voce era carica
di rabbia, non sopportava più i gesti
della choc Sue,
“adesso ce la paga!” Rachel era pronta per dirne quattro
a Sue, ma Santana bloccò la situazione
“vuole solo metterci sotto pressione! Non diamogliela
vinta!” le ragazze indigniate, si diressero versa la porta del bagno, Brittany
le seguiva con passo incerto, come smarrita, si voltò appena, osservò il volto
serio di San:
“grazie San, grazie!” si grattò la nuca e riprese a
camminare verso l’uscita.
San era senza parole, le ragazze del glee volevano
difenderle, se ne meravigliò visto che con loro si era comportata sempre un po’
male, ma era la sua natura, il suo modo di essere Santana Lopez, ma la cosa che
rendeva la ragazza senza parole più di quel gesto d’affetto, era il volto di
Brit, che le diceva grazie, senza parole per quella piccola goccia luminosa che
le sembrava di aver visto sul volto della ragazza, scosse la testa con violenza
per tornare ad essere se stessa.
Le nuove direzione avevano vinto le regionali, alla faccia di Sue e
sarebbero andati a New York, ora i membri del glee club erano sempre più uniti,
e c’era solidarietà tra loro, San era seduta ad osservare i ragazzi che
ballavano e cantavano insieme, Brittany e Mike esibivano il loro straordinario
talento nel ballo, Rachel e Mercedes duettavano allegre passeggiando praccio a
braccio per l’aula, Fin invece mostrava il suo scarso talento come ballerino
facendo ridere, tutti gli altri, e anche a lei faceva ridere, era buffo, goffo
e troppo spassoso, si portò al volto lamano per coprire la sua risatina, ma Fin
accorgendosene, la indicò con il braccio e si mise a far ondeggiare il bacino,
cercando di sembrare sexy, ma il
risultato che vi ottenne fu di far ridere tutti a crepa pelle:
“ora posso dire…. che un albero abbia più possibilità di
te di ballare…. o di risultare sexy!” il ragazzo stava per controbattere quando
entro il professor Schu, si intromise nel piccolo duo di Mercedes e Rachel, la
classe scoppiò in un applauso fragoroso:
“sedetevi ragazzi!”
La lezioni fu piuttosto noiosa, non si fece altro che
parlare di artisti sdolcinati, e che cantavano dell’amore puro e eterno, per
tutta la lezione San pensava a Brit, all’amore intenso che provava per lei,
alla voglia di poterle parlare ancora come prima, ma con la consapevolezza che
ora sapevano di essere due parti speculari, due parti che si completavano,
diventando una cosa sola, doveva ammetterlo la osservava sempre, il suo occhio
cadeva sempre su di lei, sul suo volto, sui suoi capelli, sulle sue forme
morbide, ma lei stringeva un’altra mano, baciava un’altra bocca, rideva con
un’altra persona, Arti non sapeva nemmeno quanto era fortunato ad avere Brit,
lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per averla per se, qualsiasi cosa, ma voleva
farlo senza usare doppi giochi, voleva solo che fosse il suo amore a fare il
lavoro, a darle la forza per resistere, a dirle come fare per riavere Brit, e
poi sarebbe toccato solo a lei decidere chi scegliere:
“ragazzi perciò voglio che per la prossima lezione portiate
una canzone, che parli di sentimenti forti…. Di…. Emozioni forti, e che esprima
quello che provate per una persona, per un evento, o altro, qualsiasi
sentimento sia, lasciate che vi pervada e che faccia il suo corso! Guardate
dentro di voi e cercate il sentimento che volete portare fuori, che volete
mostrare al mondo. Andate ora…
altrimenti potreste correre il rischio di sforzarvi troppo nel pensare!”
Le settimane passarono lentamente, anche fin troppo,
Santana si era immersa nella ricerca della canzone per il compito del Glee
Club, voleva cercare una canzone che esprimesse a pieno i sentimenti complicati
che aveva dentro il suo cuore e la sua testa, sentimenti per Brit, sentimenti
che la stavano facendo diventare matta, tutte le notte la sognava, si
addormentava pensando a lei, pensando al profumo della su pelle, al suono della
sua voce, alla morbidezza della sua pelle, doveva riuscire ad averla, o al
contrario doveva dimenticarla, altrimenti avrebbe perso completamente la testa.
Arti stava con Brit, l’amava e voleva il meglio per lei,
perché era stata la prima ragazza che lo trattava senza usarlo, senza avere
pietà delle sue condizioni, con Brit si sentiva normale, come se la sedia a
rotelle su qui sedeva non esistesse più, ma era un periodo in qui lei era
diversa, cambiata, sembrava distratta, lontana da lui, qualcosa la faceva stare
male, ma non gli aveva ancora detto che cosa, ma c’’era qualcosa che lui aveva
notato, ma non poteva essere sicure che centrasse qualcosa, il rapporto tra San
e Brit era diventato un po’ freddino, non sapeva cosa poteva essere successo,
San era sempre stata un po’ stronza con tutti, ma era il suo modo di essere,
solo che da qualche tempo non stava più con Sem, era sempre da sola, sembrava
più spenta, e Brit era sempre con la testa tra le nuvole, imbarazzata quando
tutti e tre si trovavano nella stessa stanza, ed essendo nel Glee Club questo
succedeva molto, molto spesso.
Brit era in camera sua, doveva vedersi con Arti, ma aveva
inventato una scusa per non vederlo, più il tempo passava, e più si sentiva in
imbarazzo a stare con Arti, perché lo amava, ma sentiva di amare anche San, non
riusciva a guardare negli occhi nessuno dei due, mancava solo un paio di giorno
al compito per il Glee, e lei voleva trovare una canzone che potesse spiegare i
suoi sentimenti, le sue indecisioni, le sue amarezze, perché parlarne faccia a
faccia sapeva che non ne sarebbe riuscita, ma magari con una canzone era più
facile.
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