Il suo viso, la mia fonte d'ispirazione.

di RoxanneAlterEgo
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Quasi come fosse il mio passatempo preferito, lo guardavo. Lo guardavo e basta.

Sembrava così serio, la fronte alta ed i capelli neri come petrolio. Di tanto in tanto mi piaceva accarezzarli, sentirne la consistenza sotto le dita. E così, automaticamente, piegava il collo indietro come se stesse godendo di quell'attimo.

Dai capelli passavo al naso, lo toccavo con la punta dell'indice e lui sorrideva, quasi come se quel tocco lo accendesse, lo risvegliasse dal sonno.

Le labbra, i loro contorni. Così carnose, a volte mi capita di soffermarmici più a lungo del previsto. Mi piace toccarle, con le mani, con le labbra. Mi dà piacere il modo in cui le vedo schiudersi e cercare il mio viso, spesso il mio collo, ormai colmo di baci. Ah, quelle labbra, se potessi le morderei con più violenza di quella che posso legalmente usare, non sono altro che una tentazione per me. A volte mi capita di sentirle addosso anche se sono lontane.

Le sue guance. Graffiano. Sì, graffiano con quel poco accenno di barba tagliata da pochi giorni, mi graffiano il viso e non provo a scacciarle. Fanno parte di lui.

E poi, finalmente, il particolare più stupendo, più spettacolare di quel viso spesso così serio, quel particolare che lo accende, che accende anche me. Mi sembra di guardare l'oceano quando guardo i suoi occhi, qualcosa di ancora più profondo dell'oceano. Anche se il colore assomiglia più a quello del cielo nei giorni di sole. Non so come, è mare e cielo concentrato in due occhi, quando mi guarda sento le onde sbattermi addosso con quella violenza che non fa male, che ti culla.





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