terra

di talpy
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E ti guardo.
Davanti a me sei una distesa di terre sconfinate,
ignote e conosciute al tempo stesso.
Brividi mi percorrono mentre la mia mano scorre sulla tua pelle,
calda come la terra sotto il sole d'aprile.
E la mia bocca indugia,
per quella che pare un'eternitā,
sul tuo fianco sconfinato,
oltre il quale un baratro abissale s'apre
davanti a me
pronto a inghiottirmi,
se
se solo osassi
volessi
staccarmi da te.
Ma non č questo che voglio.
Voglio baciare le tue dita,
scorrere come un fiume impetuoso lungo le tue braccia,
accoccolarmi sul tuo collo odoroso,
bearmi della tua chioma bruciata,
ridiscendere scendere correre cadere a perdifiato
lungo il tuo ventre
piatto come una vallata
ombreggiata da due colline morbide e distanti.
Voglio essere una gazzella che salta da un punto all'altro delle tue gambe,
una cicala che guizza di stelo in stelo.
Voglio perdermi tra le tue terre inesplorate,
vecchio cittadino di una terra ormai sconosciuta,
che nell'essere riscoperta č dolce ed imprevedibile.




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