Two
weeks notice
- Due
settimane per
innamorarsi –
«..Con
degli effetti particolari, straordinari direi, paragonabili a quelli
della nota
Felix Felicis!», stava
dicendo a gran
voce il professor Lumacorno, cercando di attirare
l’attenzione dei suoi
studenti; dopotutto, le lezioni di Pozioni erano già una
noia di per sé, ma
questa volta egli aveva da fare i conti con uno dei più
pericolosi deterrenti
delle ore scolastiche: il primo, tiepido sole primaverile, che filtrava
dalle
piccole finestre dei sotterranei.
Erano
infatti i primi di marzo, e per quanto potesse sembrare strano anche in
Inghilterra il tempo quell’anno si stava dimostrando
clemente: i primi fiori si
preparavano a sbocciare, con sommo piacere della professoressa Sprite,
le nuvole
si allontanavano verso l’Irlanda spazzate via dai venti da
sud e gli studenti,
come tutti gli anni, perdevano la loro già carente
attenzione.
C’era
anche da dire, però, che le ultime due ore del
venerdì erano pesanti, per una
materia come Pozioni. Ma che poteva farci? Fosse stato per lui, avrebbe
sicuramente apportato grandi modifiche agli orari. Per esempio,
cominciando a
dividere categoricamente i Serpeverde e i Grifondoro del settimo anno,
in modo
che non si incontrassero mai.
In
quel momento, infatti, risultava difficile persino a lui non ridere di
Severus
Piton, suo alunno brillante quanto schivo, bersagliato da numerosissime
palline
di carta viscida e appiccicosa che gli venivano lanciate da ogni
direzione,
anche se era più che ovvia la loro reale malandrinesca
provenienza.
«Signori,
per favore..» cercò di dire, per sedare il coro di
risatine che si stava
alzando dai banchi dei Grifondoro. «Lasciamo perdere il
signor Piton, sì, Severus,
sei pieno di schifose gelatine verdognole, e concentriamoci sulla
Pozione che
avete da preparare entro due settimane.»
La
piccola e agile mano di Lilian Evans, Caposcuola di Grifondoro
nonché tra le
migliori pozioniste che Hogwarts avesse mai avuto il piacere di
conoscere,
saettò in aria. «Ma professore,»
cominciò, titubante, «l’Odium
Liquidum è una pozione molto complicata. Avremmo
bisogno di
più tempo!».
«Mia
cara Lily», cominciò bonario Lumacorno, sorridendo
alla sua studentessa
preferita. «Sono certo che due settimane saranno
più che sufficienti per ottenere
un’ottima pozione dell’odio. Piuttosto.. non vorrei
incappare nelle sue ire, ma
temo proprio che il difficile non sarà preparare
materialmente la pozione, quanto
riuscire a collaborare col proprio compagno».
«Oh»,
rispose semplicemente lei, scostandosi una ciocca di capelli rossi dal
viso e
sorridendo alla sua compagna di banco, Alice Longbottom,
nonché migliore amica
e secolare compagna di lavori di coppia.
«Purtroppo
no, cara, per stavolta la signorina Longbottom non potrà
essere la sua
compagna.» disse il professore, guadagnandosi gli sguardi
carichi di risentimento
delle due e l’attenzione di tutti gli altri studenti: non
capitava mai che
Lumacorno decidesse le coppie di sua volontà.
Soddisfatto
di aver recuperato l’interesse dei suoi alunni,
proseguì: «La pozione dell’odio
è qualcosa di molto complicato, come ci ha giustamente detto
poco fa la cara
Lily.. e i suoi effetti dipendono molto da come essa viene affrontata.
Non so
se mi spiego?».
«In
effetti, no.» intervenne Sirius Black, che aveva smesso da
qualche secondo di
incantare palline di carta.
«Beh,
signor Black, è presto detto: per preparare una corretta Odium Liquidum c’è
bisogno che tra i due compagni non intercorra
buon sangue.» spiegò Lumacorno, generando sguardi
di puro disgusto tra i banchi
delle due casate, da sempre in contrasto tra loro. «Ora, so
che tutti voi avete
delle.. antipatie, ecco,
chiamiamole
così. Ad esempio, credo proprio che da lei e il signor Piton
verrà fuori una
gran bella pozione dell’odio!».
«CHE
COSA??!?» ruggirono entrambi gli interessati, scattando in
piedi sulle loro
sedie e rischiando di rovesciare i rispettivi banchi per la foga.
Lumacorno
ridacchiò, sadico. «Cosa non si fa per una E in
Pozioni!».
«Io
non la voglio una E in Pozioni!» si lamentò Sirius.
«L’avrà,
Black, se ha intenzione di passare gli esami alla fine
dell’anno.».
«Ha
intenzione di chiederci questa pozione agli esami?!»
esclamò Remus Lupin,
piuttosto sconcertato.
«Sì,
signor Lupin.» rispose il professore, gongolando.
«E penso di aver individuato
il miglior compagno per lei nel signor Mulciber. Che ne
dice?».
Nella
classe cominciarono a diffondersi bisbigli indignati di rabbiosa
rassegnazione;
che razza di idea era, farli lavorare con persone che odiavano? Stava
mettendo
in pericolo l’integrità fisica della scuola!
«Mi
scusi, professore,» intervenne di nuovo Lily Evans,
incrociando le dita di
entrambe le mani sotto il suo banco. «chi.. chi pensa
dovrebbe essere il mio
compagno?».
Horace
Lumacorno si mostrò in quel momento crudele come non mai
agli occhi degli studenti
del settimo anno. Non rispose, semplicemente rivolse il suo sguardo
verso l’ultimo
banco, dove Sirius Black continuava a lamentarsi e a inveire contro di
lui, tra
le risatine soffocate del suo migliore amico lì accanto.
«Professore..!»
sussurrò Lily, spalancando gli occhi terrorizzata.
«Non..».
«Esattamente,
cara. Lei e il signor Potter farete di certo grandi cose
insieme!».
Gli
studenti Grifondoro della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts si
domandarono tutto il giorno cosa fossero quei rumori provenienti dai
dormitori
degli studenti del settimo anno. Da entrambi, infatti, fuoriusciva un
continuo
brusio quasi isterico, e, a tratti, esplosioni di urla.
Che
tipo di urla?
Lily
Evans camminava a passo di marcia avanti e indietro nella sua stanza,
incenerendo con lo sguardo (e con la bacchetta; fortuna che non era
sola!) tutto
ciò che incontrava sul pavimento che calpestava, fossero
vestiti, libri o parti
del corpo delle sue compagne di stanza. Definirla furiosa
era poco, davvero poco; Lumacorno era decisamente
precipitato sul fondo della sua classifica personale di gradimento
degli esseri
umani che conosceva, davanti solo alla sua Casata prediletta di viscide
serpi,
a sua sorella Petunia e, ovviamente, a quello stupido pallone gonfiato
egocentrico vanesio imbecille di James Potter. Dannazione,
perché aveva dovuto
scegliere proprio quella pozione?!
Perché
aveva deciso di farla portare agli esami?!
E
soprattutto, perché aveva scelto James
Potter come suo compagno?!?
«Quel decerebrato
boccinofilo!».
«Lily,
calmati..».
«Quella prima
donna mancata! Con quegli
stupidi capelli spettinati!».
«Lils..».
«Quel cervello di
Kneazle!».
Tutti
ad Hogwarts sapevano che tra i due Capiscuola –
perché, ahinoi, anche lui lo
era, - non c’era un bel rapporto. Anzi, non c’era
proprio alcun rapporto escluso
quello di feroce odio, come Lily amava
specificare.
Dal
primo anno infatti professori, studenti, quadri e fantasmi avevano
dovuto fare
l’abitudine ai battibecchi che scoppiavano tra i due ad ogni
incontro, cosa
purtroppo abbastanza frequente dato che frequentavano lo stesso anno
nella
stessa Casa. Non che a loro dispiacesse così tanto, sia
chiaro: era sempre uno
spasso guardarli litigare fino ad alzare le bacchette o proprio le
mani.
Fino
alla fine del sesto anno, infatti, Hogwarts era stata teatro delle
peggiori
marachelle da parte di James e suoi compari, i cosiddetti Malandrini; e tutte le volte, nessuna
esclusa, la fiera Lily Evans
aveva scoperto e punito i loro tiri mancini, scontrandosi per questo
con loro. Il
fatto che lei fosse l’unica a non aver ceduto al fascino del
mitico James
Potter poi non aveva fatto altro che aumentare le sue estenuanti
proposte d’amore,
d’appuntamenti, perfino di matrimonio.
Inutile
dire che Lily piuttosto che sposare James Potter avrebbe preferito
vivere sul
fondo del Lago Nero con la Piovra Gigante, cosa che gli ricordava ogni
volta
prima di decretare per loro le più terribili punizioni.
Suo
malgrado, la Caposcuola doveva però riconoscere quanto il
suo acerrimo nemico
fosse cambiato durante quell’ultimo anno: niente
più appostamenti dietro le
colonne, niente più imbarazzanti inviti ad uscire di fronte
a tutta la Sala
Grande, neanche un biglietto a San Valentino o un casuale
incontro sotto il vischio in periodo natalizio; si poteva
dire che James Potter era maturato di botto, per un motivo, a suo
parere,
impossibile da scoprire.
Non
era così impossibile in effetti per i compagni di stanza di
James, i fidati
Malandrini e Frank Paciock, che in quel preciso momento stavano
cercando il
modo migliore per affatturarlo, stanchi delle sue grida di giubilo.
«La
Evans in coppia con meee!».
«Non
è stata una scelta sua, Ramoso..».
«Io
amo Horace Lumacornooo!».
«Te
lo faccio scrivere e ti ci ricatto, Jam, ora smettila..».
«Si
innamorerà di me in queste due settimane!».
«Come
no!».
«Che
ne dite del classico Pietrificus Totalus?!».
L’esaltata
figura possente di James Potter cadde rovinosamente per terra, tra gli
sguardi
soddisfatti dei suoi compagni di stanza; quando si parlava di Lily
Evans, James
era davvero impossibile da sopportare! Si perdeva nei suoi sogni di
gloria d’amore
eterno in cui lei cullava i loro sette figli maschi
(un’ottima squadra di
Quidditch dagli occhi verdi) giurandogli fedeltà fino alla
morte. Qualcosa di
disgustoso, insomma, soprattutto per il suo migliore amico Sirius
Black, per il
quale le donne non erano altro che passatempi da cambiare a intervalli
regolari
di una notte; eppure James non poteva farci niente: se ne era
innamorato - «Proprio come un
salame!» - alla fine
del quinto anno, ma il suo carattere da sbruffone strafottente non gli
aveva
fatto accumulare molta credibilità e affidabilità
ai suoi occhi.
Per
questo, secondo lui, quella della pozione era un’occasione
geniale per far
capire alla Evans quanto lui desiderasse davvero nient’altro
che lei.
Ci
sarebbe riuscito?
Un grazie in anticipo a
chi leggerà la storia.. e, se ci saranno (come spero
vivamente xD), alle anime pie che recensiranno!
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