The Fallen Angel

di Styll
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La vita non è come un libro; l’ho capito molto tempo fa. Quando vivi dieci, cento, mille volte in più di un semplice umano, capisci che cercare un senso da dare all’esistenza è stupido.  È tutta una lotta all’ultimo sangue, dalla tua nascita alla tua morte; una lotta per far valere le tue idee su quelle degli altri, una lotta per far sentire le tue opinioni, una lotta per non perire sotto i veleni degli altri esseri viventi. Una lotta, a volte, per far rispettare quelli che pensi siano i tuoi diritti. Ma chi li ha decisi, questi diritti? Sono stati stabiliti in partenza, in qualche modo? Chi era presente, alla partenza, e come sono stati definiti i partecipanti?

Quali sono, in realtà, questi diritti? Il diritto alla vita? All’istruzione? A una casa, a un pasto caldo? Stupidaggini, tutte. Bisogna lottare con le unghie e con i denti, per qualcosa. È l’avere uno scopo che ci differenzia l’uno dall’altro, nient’altro. Bisogna avere uno scopo, per vivere; altrimenti, sarebbe come essere morti, camminare per inerzia, zoppicare sopravvivendo senza un motivo, vegetare in uno stato di semi-incoscienza che ha per finale la tomba. Ogni storia ha come finale una tomba, solo che le storie, nei libri, nei film, spesso non vengono raccontate per intero. Ci si ferma a un episodio, un’avventura, un semplice spezzone della propria vita. Non è bello veder morire i propri idoli; però, secondo me, sarebbe utile. Ti aiuta a scegliere con la tua testa, a non seguire le orme di qualcuno in particolare, a creare il tuo, di tracciato, fatto da te e da nessun altro.

Anche io avevo degli idoli, una volta. Avevo dei sogni, delle aspirazioni; avevo qualcosa per cui lottare. Con gli anni, è svanito tutto, poco a poco, ma la mia voglia di vivere mi ha fatto sempre trovare un qualcosa di nuovo per cui combattere. Anche dopo essere stata umiliata, sbattuta giù dal paradiso, abbandonata da tutti coloro che amavo, ho trovato un motivo per continuare a vivere. Qualcosa moriva? C’era ancora un motivo nuovo per lottare. Il segreto, secondo me, è non lasciarsi mai andare. Bisogna tenersi impegnati per sentirsi vivi.

Parlare di me mi aiuta; qualcuno forse lo farebbe in terza persona, creando un ego alternativo, dandogli un altro nome, un’altra vita, che ha però una storia di fondo simile alla propria. Rimuginare su questo, non è male. Anzi. Ti fa capire; analizzare, dico. Ti fa capire molte cose. Esamini la tua vita, poco a poco, partendo dai primi ricordi che hai e vivisezionandoli; inoltre, aiuta a non dimenticare. Uno dei modi migliori per tenere in allenamento la mente è quello di ripetere ciò che si vuole ricordare.





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