Stelle di vetro

di Gray Winter
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3
 Tutto il tempo del mondo.


 -Spero tu sia soddisfatto, ora. 
-Io non ti devo nulla.
 -Ma certo che no. Io e te non abbiamo più niente da spartire.
 -Sei stato tu ad andartene, ed io non potevo… 
-Oh, sta’ zitto! Conserva almeno un briciolo di dignità e sparisci dalla mia vista.
 -Sirius… 
-Corri da tua madre a fare bella mostra di quello schifo che ti hanno appiccicato sul braccio, coraggio! Essere marchiato a vita dev’essere un’emozione davvero esaltante.
 -Tu non puoi capire… 
-Vattene, Regulus. Vai pure a farti ammazzare, io non ti fermerò. Per me sei morto da anni, ormai. 



Guardò le labbra di Bellatrix curvarsi in un sorriso malsano, per poi sillabare qualcosa. Qualcosa di stranamente indecifrabile, che non riuscì a carpire. 
Perché, sospeso in un momento infinito, l’eco di una voce dimenticata lo sorprese, impedendogli di prestare ulteriore attenzione all’isteria di sua cugina. 
Aveva invaso i suoi timpani così, senza preavviso. Soltanto un istante prima sentiva infuriare le urla della battaglia, e dopo un battito di ciglia una conversazione sbiadita dal tempo riaffiorava con la forza di mille tempeste.
 Lo colpì come una marea, infrangendosi sul cuore. Lo ferì. 
E d’un tratto, rammentò ogni cosa.
 Tutto ciò che credeva cancellato dall’odio, consumato nella memoria, dilaniato dalla guerra, riapparve con la violenza di un sorriso.
 Regulus. Sirius indietreggiò, sorpreso.
 I suoi lineamenti tornarono vividi, colmarono gli occhi. Intanto, Il corpo continuava ad incrinarsi, a piegarsi. Non capiva. 
Ma il volto di quel fratello ripudiato, scivolato dalla propria vita troppo presto, lo distoglieva dal resto del mondo. Che bruciasse pure, ormai.
 Sirius percepì ogni lampo di rancore, ogni briciola d’invidia, le urla, gli sguardi, i giochi, l’infanzia, quel vestito bruciato, quella porta sbattuta, l’amore, l’odio rovesciarsi nel proprio cervello. Ne ruppe gli argini deboli, come un fiume in piena.
 Lui. L’eterno tassello fuori posto, l’unico che non combaciasse con gli altri pezzi del puzzle. 
Lui, che come una stella di vetro si era infranto senza fare rumore, sgusciando silenzioso fra le dita. 
La mente, perdendo lucidità, spiccò il volo verso Harry, Remus, l’Ordine, la sua famiglia. Verso James.
 Pensava che sarebbe vissuto abbastanza a lungo per proteggere il figlio del suo migliore amico; credeva che avrebbe preso a morsi la vita finché non fosse riuscito ad ammazzare Minus. Ed era convinto di possedere ancora tutto il tempo del mondo, per chiedere scusa al suo fratello minore.
 Ma l’ultima ora, alla fine, era scoccata anche per lui; Sirius Black, che una vita fa si considerava eterno, eterno e immutabile. Tutto il tempo del mondo, credeva. Invece rimaneva soltanto un ultimo, infinito fremito di ciglia.
 Non era mai stato bravo a scusarsi. Ma adesso, avvertendo il respiro strapparsi dai polmoni, raccolse quel soffio vitale serbato dalle vene ancora pulsanti. 
E mentre l’anima già si dissolveva al di là di un velo leggero, mentre qualcuno urlava il suo nome, mentre Bellatrix esultava di gioia spietata, quelle richieste mai dette scivolarono fioche dalla bocca dischiusa. 
-Perdonami, Regulus.
 E s’infransero nell’aria, come sottili stelle di vetro. Senza far rumore.

 

Norberto’s space. 
Aaaaaah. Finalmente! 
Ultimo capitolo della raccolta. Non lo credevo possibile, ma ce l’ho fatta! 
Norberto -il mio neurone solitario-, si è spremuto parecchio per quest’ultima parte.
 Perciò, spero vivamente che abbia fatto un buon lavoro!
 Un grazie a tutti quelli che hanno avuto il buon cuore di leggere fino a qui. 
E qui. 
E qui. u.u 
Tante Uova Pasquose a tutti! ^^
 Cate




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