[Sleuth] Goodbye, Darling

di manubibi
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Titolo: Goodbye, Darling
Genere: Introspettivo, Tri-drabble
Fandom: Sleuth
Pairing: Milo/Andrew
Word count: 300 (100 per ogni drabble)
Note: Non so perché, ma mi andava. Ed era da un pezzo che volevo scrivere qualcosa su Sleuth dopo averci discusso con [info]velucity_girl  e alla fine ecco la mia ennesima fic penosa e_e e mh, non ho altro da aggiungere xD
Questa è per Fra...anche se dovrei scrivere cose più carine per lei ç_ç


Non è stato lui a volerlo.
Sono stati quei lunghissimi minuti di terrore ed agonia e l'amplesso non voluto a cambiarlo. E' stata la sensazione di sentirsi invasi ed indifesi allo stesso tempo, il sentire un corpo estraneo dentro di sé, spingere e spingere fino a farglielo anche un pò piacere. E' stato il suo corpo a decidere di apprezzare e di sfogarsi di conseguenza sulle mattonelle sotto di lui. E' stato tutto voluto da qualcuno. Così quella nebula fra i suoi neuroni è cresciuta, alimentandosi anche di quel ricordo per far esplodere un nuovo io alieno dentro di sé.

***

La vendetta a volte è donna. La vendetta a volte la puoi scambiare per altro.
Follia.
La vendetta ti rende schiavo, ti fa agire e non ammette domande o ritrosie. La vendetta gioca con te, la vendetta è amara, fa dire parole e fare cose insolite. Come travestirsi, rubare mezze ammissioni, finché il flirt diventa pericoloso. La vendetta si prende gioco di tutto, anche dell'apparente nuovo interesse di Andrew. E se possibile, Milo ne approfitta ancora di più, fino a quasi perdere di vista il proprio proposito. La vendetta è un gioco per loro, due menti così simili dopotutto collidono piacendosi.

***

Ha provato attrazione per lui fin dal primo istante. Quando ha ammesso di essersi scopato sua moglie più e più volte in barba a lui.
Quando ha capito che era Milo a farlo soffrire, Andrew se n'è morbosamente innamorato. Degli occhi chiari, della bocca sporca e morbida, delle parolacce come dei toni suadenti. Della bambinesca ingenuità come della sua aggressività repressa dietro un pianto spaventato. Era bello, Milo. Bello e marcio, bello perché marcio. La vista offuscata da un bicchiere d'alcol, le forme geometriche della casa che lo intrappolavano così bene nella sua esasperata esagerazione.
Uno sparo: game over. 





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