Disclaimer: Saint Seiya e i suoi
personaggi appartengono
a quel mito di Masami Kurumada.
Mei-Yin (Mei) e Lixue sono mie. È
ovvio che questa
fic non è scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento.
Buona Lettura!
Lady Aquaria
Amore
e rabbia.
Shunrei era ancora lì,
sul suo picco, a pregare.
Aveva la costanza di rimanere
seduta sulle caviglie per
intere ore, a pregare per la salvezza di Shiryu.
Mei scosse la testa.
"Rei."si
affacciò dalla finestra."Santi dèi, entra in
casa, sta diventando notte."
Non le rispose, e Mei
alzò gli occhi al cielo.
"Sciocca."mormorò.
Sciocca
come te,
mia cara. Ricordi com'eri qualche tempo fa, durante la battaglia delle
dodici
case?
"Stà zitta, strega!"
Lo sai
che è
vero…tu hai pregato per lui,
hai
pianto per lui, hai usato vostra
figlia come pretesto: chiunque ci sia lassù, vi
prego…non per me,
ma per mia figlia. Che possa conoscere suo padre. Ma pregavi
soprattutto
affinché ritornasse da te.
"Parli troppo per i miei gusti,
stà zitta!"
"Con chi parli?"
Mei levò gli occhi sul
vecchio maestro.
"Parlo con il mio ego interiore,
maestro."ribatté Mei, senza fare una piega.
"Dialogo costruttivo,
spero."scherzò Dokho.
"Assolutamente. Almeno con me
stessa ho un dialogo,
dato che questa casa è più vuota del Gobi."rispose
Mei, aspra. Tacque un attimo, poi guardò Dokho, che s'era
seduto sulla sua
poltrona preferita."Mi dispiace, maestro, non volevo offendervi in
alcun
modo…è che…"
"…che rivedi in Shiryu
e Shunrei ciò che tu e Camus
eravate, fino a poco tempo fa. E reputi Shunrei una sciocca
perché rivedi te
stessa in lei."
"Non ne voglio parlare."disse Mei,
punta sul
vivo.
"Dovrai farlo, prima o poi.
Ricordati che non è
tutto definitivo, bambina. A volte nemmeno la morte lo
è."disse Dokho,
criptico.
"Sarà anche come dite,
maestro, ma intanto Camus è
m-…"no, non ce la faceva a dire morto.
Non voleva nemmeno pensarlo. Dirlo
ad
alta voce avrebbe significato ammetterlo, e lei non voleva. Camus
doveva essere
per forza da qualche parte. Magari
rintanato in Siberia, o in Francia, o gli dèi solo sapevano
dove, ma era vivo. Non poteva
essere morto.
Non l'avrebbe mai accettata, una
simile verità.
Anche se non la voleva
più vedere, preferiva saperlo vivo
che morto.
"…ma intanto Camus non c'è."preferì
dire."Io ho perso l'uomo che amo e sto
rischiando di nuovo di perdere mio
fratello per una stupida bimbetta viziata."
"Saori
è…"iniziò Dokho.
"No. Quella non
è Atena. La vera Dea si sarebbe difesa da sola! La vera Dea
avrebbe fatto pelo
e contropelo ad Ares, a Poseidone e a chiunque avesse minacciato la
Terra da sola. Atena per me
è una dea forte,
meritevole di rispetto come tutti gli dei, ma Atena, non Saori. Saori
è solo
una ragazzina sciocca e viziata, senz'arte né parte."disse
Mei,
inferocita."Mi ha portato via tutto quello che avevo di più
caro, il mio
uomo e la mia felicità, e ha reso mia figlia orfana di
padre! Dunque non difendetela
davanti a me, maestro, o temo che potrei perdere il rispetto per voi e
rispondervi male."
"Quanta amarezza nel tuo animo,
figlia mia."
Prima che potesse replicare,
sentirono Shunrei gridare,
in giardino.
"Che sia di nuovo quel becchino della quarta casa?"fece Mei.
"DeathMask è
morto…"disse Dokho.
"Ah, non credo. Quello nemmeno il
diavolo lo
vuole."
*
"Shiryu! Oh dèi, vi
ringrazio!"gridò Shunrei,
quando vide Shiryu, sorretto da Mu e Milo e seguito da Seiya e company.
"È molto debole, ma ce
la farà. Ha la pellaccia dura
il nostro Shiryu."disse Milo, per tranquillizzare la ragazza. Intravide
Mei arrivare."Mei, ciao."
"Ciao."rispose Mei. Quando vide
Hyoga, il suo
sguardo divenne di pietra."Portatelo dentro, penseremo a come
curarlo."
Mu e Milo s'incamminarono verso
casa seguiti da Shunrei.
"…e così hai
trovato qualcuno che ti ha reso pan per
focaccia, eh, Hyoga?"commentò Mei, acida, riguardo al suo
occhio sinistro,
bendato alla bell'e meglio."Peccato. Avrei voluto riempirti di schiaffi
fino a cambiarti i connotati, ma qualcuno mi ha preceduto. Cosa volete
da
me?"
"Detestiamo gli ospedali,
soprattutto quello della
fondazione Kido…"iniziò Seiya.
"…non siamo conciati
tanto male, cerchiamo solo un
po’ di tranquillità…possiamo rimanere
un paio di giorni qui, prima di tornare
in Grecia?"s'aggiunse Shun.
Mei sorrise al giovane.
"…a te non riesco a
dire di no. E sia, entrate,
vedrò cosa posso fare per le vostre ferite."
Ikki, Shun e Seiya entrarono in
casa.
"Io posso anche stare nella
stalla, se non mi vuoi
in casa."le disse Hyoga.
"Non abbiamo una stalla."
"Mi arrangio anche a dormire
all'addiaccio. Sopporto
bene il freddo."
Camus aveva amato quel ragazzo
come e più di un figlio. Gli
avrebbe mancato di rispetto se non l'avesse ospitato.
"Entra, prima che ci ripensi."
Hyoga sorrise appena.
"Prima le signore."disse,
indicando casa.
"Cammina."
*
Aveva deciso di non cenare, le era
passato l'appetito.
Che ci pensasse Shunrei a rifocillarli, lei non aveva nessunissima
voglia di
sedere allo stesso tavolo di Hyoga. Dopo aver messo a dormire Lixue,
s'era
rintanata fuori, in giardino, anche se il clima non era proprio ideale.
Sentì dei passi
provenire dall’interno.
Mai una
volta che
si possa star tranquilli, eh?
"Mei."
Shiryu.
Lo ignorò.
Doveva
ignorarlo, o l'avrebbe preso a sberle.
Una sola parola e,
giurò a sé stessa, gli avrebbe
restituito la vista a suon di ceffoni.
Shiryu sorrise mesto.
Anche un cieco come lui l'avrebbe
capito. Sua sorella era
furibonda.
Lo capiva da tante cose, dai suoi
passi, da come posava
le cose sul tavolo, da come respirava,
persino.
"Mei."
"No, Shiryu. Nessun tuo Mei con la vocina zuccherosa
può farmi calmare."
Shiryu la raggiunse, a tentoni.
Era da poco finita la battaglia
contro Poseidone, e
Shiryu aveva riportato, per l'ennesima
volta, gravi danni al senso più debole che
possedeva: la vista.
"Sei arrabbiata."
Mei scattò appena il
fratello le ebbe posato le mani
sulle spalle.
"Arrabbiata…Shiryu, che
parolona…"Mei ridacchiò
rabbiosamente."Sono furiosa!
"puntualizzò.
Le si sedette accanto.
"Perché ci sono i miei
amici?"
"Per tutti gli dèi,
Shiryu. Lo sai benissimo che non
è questo il motivo."
"È perché
c'è Hyoga?"
Mei si alzò, scocciata.
"Oh ma insomma, basta! Non
è per Hyoga che sono
arrabbiata."
"Ma allora con chi sei
arrabbiata?"chiese
Shiryu. Silenzio."Con me?!"
"Dovrei esserlo, ma in fondo non
è colpa tua."
"Con Lady Saori?"
"Oh sì. Non ne hai
nemmeno idea di quanto lo
sia."
"Ma perché?"
"Preferisco non dover di nuovo
ripetere le mie
ragioni, Shiryu. Ho già litigato col maestro per
questo."disse Mei.
Shiryu tacque un attimo.
"Tu hai litigato col maestro
Dokho?"
"Già. Da non credere,
eh?"
"Mi sorprende che non sia venuta
giù la casa."
***
Lady Aquaria's corner.
Non chiedetemi da dove sia uscita
'sta one-shot, perché non
lo so nemmeno io…sarà colpa dell'insolazione
presa a pasquetta… ù_ù.
Il titolo, anzitutto.
L'amore
è
quello che prova Shunrei per Shiryu, un amore totalizzante,
incondizionato, talmente
cieco che è Mei a prendersela con Saori per quello che
succede a Shiryu. Ma è
anche quello che prova Mei nei confronti di Camus, un amore che va
oltre alla
morte (perché qui Cam non è ancora tornato alla
vita).
La rabbia
è
invece quella che prova Mei, ed è il filo conduttore della
fic.
Mei è arrabbiata. Tanto.
È arrabbiata nei
confronti di Saori, che è la causa
primaria delle sue sofferenze, a partire dall'uomo che ama, Camus
(perché anche
se non vuole ammetterlo, lo ama), fino ad arrivare a suo fratello, per
il quale
prova un affetto smisurato.
Come sempre c'è il mio
personaggio, Mei-Yin, che ormai fa
parte di me e non riesco a scollarmela di dosso.
[cìììììì……ti
voglio troppo bene, Vale!! Nd.Mei]
[aaaaaah!! Scozzati da me!!!!!
Nd.Lady Aquaria]
A parte ciò, spero vi
piaccia! ^^
Un grande abbraccio, Vale.
Lady Aquaria
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