Blaine Anderson presents:
the Pips!
#01 Who are the
Pips?
“Qualcuno ha
visto Blaine?!”
Il caos che veniva a crearsi nella sala ricreativa ogni qualvolta le lezioni
finivano spazientiva Thad al punto tale da spingerlo all’esaurimento nervoso. David
accanto a lui camminava molto più tranquillo per il semplice fatto che lui, a
dispetto dell’amico, era certo che non avrebbero mai trovato Blaine Anderson a
meno che lui non si fosse materializzato alla Dalton in quello stesso istante.
“Vuoi arrenderti?” gli disse dopo qualche minuto di straziante ricerca “Non
penso sia al campus... Se controlliamo al parcheggio vedrai che la sua auto
manca”
“Potrebbe essere ovunque visto quanto è basso!” sbottò irritato Thad
passandosi nervosamente una mano tra i capelli mentre, giusto per scrupolo,
controllava uno dei vasi posti davanti all’aula d’arte “Ok, cambiamento di
programma” si schiarì la voce “Qualcuno ha visto Wes?”
“No davvero, tu sei troppo ottimista” il ragazzo di colore gli batté la mano
sulla spalla, guardandolo come se deficitasse di una decina di migliaia di
neuroni “Wes sarà sicuramente o nel letto, o sul divano, o nella macchina di
Lily in questo momento…” gli ricordò: da quando conoscevano Wes non aveva
mai fatto passare un solo giorno senza parlare al telefono per ore o senza
passarne altrettante con la sua ragazza.
Ma quel giorno la fortuna gravitò nella loro direzione: l’oggetto dei loro
pensieri comparve alle loro spalle, impegnato a sistemarsi il nodo della
cravatta “Uomini di malafede! Sono qui!”
“Che mi venga un colpo! Sei proprio tu, Wesley Montgomery?” esclamò David
portandosi una mano al cuore e fingendosi sconvolto mentre il ragazzo asiatico
ridacchiava.
Thad, però, era ancora spazientito “Quando avete finito di fare i salami vorrei
che vi concentraste sull’improvvisa sparizione di Blaine Anderson…”
“Dici che chiederanno un riscatto?” chiese Wes rivolgendosi a David, che fece
spallucce frugandosi in tasca.
“Io ho solo un paio di dollari per il caffè e un chewingum…. Ma credo bastino
per riscattare Blaine”
Thad ringhiò frustrato, dirigendosi a grandi passi verso la sala prove.
“Se quel... Quel... Nano infame non si presenta alla prove anche oggi è
fuori!” tuonò con enfasi, facendo irruzione nella stanza.
Gli altri due si guardarono negli occhi un istante prima di scoppiare a
ridacchiare: adoravano quando il loro compare si arrabbiava a tal punto da
trovare difficoltà ad esprimersi in modo corretto.
Si sbrigarono a seguirlo notando che, puntualmente come ogni giorno, tutti gli
Wablers -eccetto Blaine- erano già seduti ai tavoli o accasciati sui
divanetti della sala prove.
Wes, David e Thad erano una sorta di istituzione all’interno del gruppo e tutti
portavano loro un sincero rispetto -scherzi notturni a parte-. Erano
dell’ultimo anno e quindi avevano quell’anzianità che bastava a garantire loro
una posizione di privilegio rispetto al resto del gruppo.
Inoltre erano stati eletti a capo del consiglio e loro, solo loro, avevano
l'ultima parola sulle decisioni da prendere per le sorti dei Warblers: canzoni,
coreografie, tutto doveva passare al loro vaglio prima di essere autorizzato.
Dietro questa facciata impeccabile ed omogenea, però, si nascondevano tre
personalità diverse e interessanti.
Wesley Montgomery, per esempio, poteva essere considerato il motore centrale
del gruppo. Riusciva a tenerli tutti uniti come nessun altro era in grado di
fare, con un atteggiamento pacato da vero leader, carismatico e mai troppo
invadente.
Tutti, persino gli altri due, facevano riferimento a lui per qualsiasi cosa.
“Chiamalo” Thad si trattenne dal prendere a schiaffi qualcuno per sfogarsi, ma
solo per evitare denunce o ritorsioni varie: fulminò poi Wes con un'occhiata
particolarmente omicida “Chiamalo e fatti dire dove diavolo è! Non possiamo
fare le prove senza il solista!”
Il ragazzo asiatico prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni grigi prima di
scusarsi e uscire dalla sala per chiamare Blaine.
Thad Harwood
sembrava leggermente isterico e…. In effetti lo era.
Secondo gli altri Warblers quella sua paranoia non poteva che derivare da un
trauma infantile, perché a volte rasentava l’assurdo. Si scaldava per un
nonnulla e, inevitabilmente, iniziava a straparlare di catastrofi imminenti,
perdite di capelli, apocalissi…
Cercava sempre di sembrare più composto di quanto fosse in realtà e di darsi un
‘tono’ perché, secondo lui, "un buon capitano sa tenere insieme
i suoi uomini con la disciplina".
...Solo lui trovava il senso di tutto ciò.
Nessuno lo riteneva davvero un capitano, anzi, tutti lo prendevano in giro
scommettendo su quanto tempo gli rimanesse prima che gli partisse un embolo.
David Thompson era invece tutto l'opposto: era l’icona mondiale della pacatezza
e della tranquillità.
Non a caso persone come Jeff e Nick sostenevano che in realtà lui fosse una
sorta di santone indù e che ‘defecasse’ arcobaleni durante il ‘momento pupù’...
Ma della loro stupidità se ne parlerà in seguito.
Tornando a David, lui era realmente al di fuori di tutto, osservava imparziale
senza giudicare ed era sempre pronto a dare consigli.
E poi era l’ombra di Wes: non solo migliore amico, non solo compagno di
stanza... Era proprio la sua ombra.
Dove c’era uno c’era anche l’altro, quello che sapeva uno lo sapeva anche
l’altro.
Ovviamente Thad si faceva paranoie anche su questo e alternava costantemente
frasi come ‘Voi mi discriminate’ ad altre come ‘Mi sento escluso’.
Quando Wes tornò nella stanza tutti gli occhi furono su di lui, che però
sorrise tranquillo “E' in viaggio, a momenti sarà qui e potremo iniziare le
prove, addirittura in perfetto orario”
“Ti ha detto dove è andato?” chiese Thad mentre l’altro prendeva posto accanto
a lui, al tavolo rettangolare posto in fondo alla stanza.
“Sì, ha detto ‘sto tornando ora da Lima’ e ha riagganciato” sorrise malizioso a
David “Lima, mmh?”
L’altro ridacchiò “Te l’avevo detto... Lo abbiamo perso.”
Thad passava gli occhi da uno all’altro come se stesse seguendo una partita di
ping pong particolarmente avvincente, poi ringhiò frustrato “Voi e i vostri
segreti!” e fece per alzarsi, ma fu velocemente trattenuto.
“Ora ti spieghiamo” disse Wes ammiccando, ma fu interrotto da David.
“Però devi giurare di startene zitto!”
Mentre loro tre
si appartavano per mettere al corrente Thad della situazione, un gruppetto di
ragazzi li osservava poco lontano.
“Secondo me sanno qualcosa su Blaine che noi non sappiamo” disse sospettoso un
ragazzo moro, non tanto alto, e con un naso decisamente pronunciato.
Il suo amico, che sembrava essere tutto il suo opposto almeno fisicamente, si
appoggiò alla sua spalla sporgendosi un po’ per spiare i tre capi del consiglio
e annuì “Sicuramente… Forse il motivo di tutti questi ritardi… Anzi, ieri
Blaine non c’era proprio e non è da lui!”
Era impossibile trovare Nick senza Jeff o Jeff senza Nick.
Il primo non era proprio una bellezza, però vantava di un cervello
particolarmente attivo nella scatola cranica. Infatti era risaputo che Nick
Duvall, almeno nove volte su dieci, fosse la mente criminale del gruppo, colui
che architettava i peggiori sotterfugi per far sì che gli altri potessero
organizzare scherzi e feste…
Come se non bastasse, era un piccolo genio dell’informatica: riusciva a
criptare un account facebook o un qualsiasi altro sito per soli nove dollari
l’ora (prezzo più che abbordabile per quelle 'prestazioni di alto livello').
Il compagno di stanza era l’opposto: tutti sapevano infatti che Jeff S.
Sterling non fosse esattamente una volpe. Non che fosse stupido,
tendeva semplicemente a perdersi in un bicchiere d’acqua, qualche volta.
Spesso. Molte volte....Insomma, sempre.
Alto come un pertica, magrissimo e con i capelli biondo platino era
perennemente con la testa sulle nuvole, ma era molto stimato in quanto genio
musicale. Cantava, suonava un po’ di strumenti (non era versatile come Blaine,
ma poco ci mancava) e era anche noto per essere di indole particolarmente buona.
Ed era pigro, veramente pigro.
Ballava benissimo, aveva studiato hip hop e si vedeva, ma appena trovava una
superficie piana libera, che fosse un divano, un letto, un tavolo o una
mensola, non poteva resistere e ci si sdraiava sopra.
Solo la musica sembrava riuscire a scuoterlo. La musica e Flint Wilson.
Ma questo era uno pseudo-segreto che conosceva solo Nick.
Jeff non sapeva se quella sua attrazione per un altro ragazzo derivasse
dall’inalazione delle spore che forse Blaine secerneva quando saltellava in
giro, o se fosse l'estrema conseguenza di quando aveva picchiato troppo
forte la testa contro la grondaia, precipitando dal tetto della scuola a quello
del capanno del giardiniere.
Sapeva solo che, quando aveva aperto gli occhi, si era immerso in uno sguardo
blu, preoccupato, appartenente a un ragazzo chino su di lui.
E sbam!
Si era innamorato.
Lo aveva tenuto per sè, non avendo alcuna intenzione da andare da Flint e
dichiararsi soprattutto perché non avrebbe saputo cosa dirgli... O
cosa dire a se stesso.
Passando al
signorino Wilson, di lui non si sapeva molto. Sorrideva un sacco ma parlava
poco.
Anzi non parlava quasi per nulla, se non con il suo compagno di stanza.
Era però un attentissimo osservatore, come se quei grandi occhi di un azzurro
chiarissimo non gli fossero stati dati a caso. Piccolo di corporatura,
appariva e scompariva con la stessa abilità di un prestigiatore, forse perché
non amava attirare molto l’attenzione, preferendo passare del tutto inosservato.
La sola persona che vagamente poteva dire di conoscerlo era il suo compagno di
stanza, ovvero il buon Trent Nelson: era un ragazzo dall’aria coccolosa, un
po’ corpulento (per non dire mastodontico), famoso per le sue razzie nella
mensa -soprattutto con il favore delle tenebre- e per avere un cuore grande
almeno quanto il baricentro.
“Ragazzi, ecco Blaine” disse Wes indicando fuori dalla finestra la figura
di un ragazzo che camminava a passo spedito verso la Dalton.
“Coraggio, disponevi per le prove” invitò, anzi, ordinò Thad avvicinandosi alla
porta, pronto a prendersela con Anderson per essere in ritardo di addirittura
una manciata di secondi.
“Se arrivassi io
perennemente in ritardo verrai spedito alla voliera a scrostare cacche di canarino
dal pavimento” borbottò con una certa nota di disappunto James Kirk,
sistemandosi gli ondulati ondulati capelli color miele mentre guardava con
disappunto quelli di Jeff che, imbambolato a fissare il vuoto, aveva preso
posto davanti a lui.
“Tutto bene?” gli chiese Flint e lui sorrise appena.
“Si stavo solo pensando che…”
“Eccolo il nostro uomo!” tuonò Wes indicando la porta, dalla quale era appena
entrato un ragazzo basso (Thad aveva tutte le ragioni per controllare i vasi,
probabilmente si sarebbe potuto dare un'occhiata anche sotto i tappeti) che si
esibì in un inchino scherzoso.
“Scusate il ritardo...”
“Sempre a Lima, vero Anderson?” disse David, ammiccando.
L’altro fece finta di non aver nemmeno sentito e con molta nonchalance si
avvicinò agli altri.
“Ahia, ora non hai nemmeno più la lingua? Come farei a cantare?” chiese Thad
spingendolo appena.
“Ma che succede?” Chiese James, con una certa curiosità nella voce.
Non che si aspettasse che Blaine venisse punito, anzi, era in una botte di
ferro visto che sembravano amarlo tutti alla follia manco fosse il Papa in
persona…. Solo che il sarcasmo con cui gli altri lo avevano accolto lo aveva
insospettito.
C’era qualcosa sotto.
Il cantante solista guardò un po’ storto il biondo prima di sospirare “Non succede
proprio nulla”
“Blaine si diverte a salvare le principesse in pericolo” ghignò Thad,
beccandosi una scarpata da Wes che sibilò un ‘avevi giurato di star zitto!’.
“Ma non eri… Ehm…” Trent si guardò attorno cercando un appoggio, che però non
trovò “Come dire... Omosessuale?”
Blaine ridacchiò “Si, infatti” confermò battendo una pacca sulla spalla del
ragazzo.
“Ti sei trovato il ragazzo, Anderson?” domandò a quel punto Nick e l’altro
scosse il capo.
“Ok, racconta anche a loro a questo punto! Richard! Rullo di tamburi!”
Un ragazzo alto, dai capelli chiari, si sollevò in piedi e si portò una mano
alla bocca, iniziando ad emettere una serie di suoni che sembravano provenire
per davvero da una grancassa.
Blaine alzò le braccia “Ok, va bene! Sto aiutando un amico a far fronte ad una
situazione spiacevole."
Tutti, nessuno escluso, alzarono un sopracciglio.
Non che Blaine fosse un opportunista, o che si tirasse indietro davanti ai
problemi sociali, anzi: era una vera e propria crocerossina.
Ma qualcosa comunque non tornava. Perché andare fino a Lima, poi?
Senza contare che non avevano nessuno a cui chiedere perché Blaine aveva la
stanza da solo.
Eh sì, tutti si chiedevano chi mai avrebbe potuto sopportare la sua esuberanza
(e il suo cantare a tutte le ore del giorno e della notte) senza diventare un
pluriomicida.
Tutti gli volevano bene, ma nessuno sarebbe mai riuscito a conviverci.
Nemmeno Flint, forse.
“Ragazzi davvero, non c’è nulla da dire. È solo un amico che si trova nei guai…”
“E tu puoi capirlo meglio di altri perché…?” James lo guardò sempre mantenendo
ben alto il sopracciglio: solo a quel punto Blaine iniziò a scaldarsi.
“Non credi che non siano affari tuoi, Kirk?” chiese tentando di suonare
educato, quando invece parve quasi minaccioso.
Wes come suo solito prese in mano le redini della situazione, intervenendo
prima che si arrivasse ad usare le poltrone come armi illecite “Coraggio,
proviamo! Non c’è tempo da perdere, le Provinciali sono alle porte…”
Blaine lo guardò con gratitudine prima di iniziare a scaldarsi la voce.
“Non prendertela” gli disse sottovoce David.
Quello per risposta scrollò le spalle “Avere una vita privata in questa scuola
è pressoché impossibile…”
Wes a quel punto ammiccò muovendo le sopracciglia “Fa già parte della tua vita
privata, la piccola spia delle New Direction?”
In tutta risposta Blaine gli diede le spalle, ignorando il senso di vuoto
all’altezza delle stomaco e, dopo essersi schiarito rumorosamente la voce,
esclamò “Coraggio Warblers, le Provinciali ci aspettano! Rick, dacci il tempo!”
Continua…
NdA
(Necessarie/Obbligatorie per introdurvi alla mia mente malata):
Eccomi
qui con la mia prima FF riguardante il magico (e gaio) mondo di Glee!
Avrete immaginato che la mia storia sia incentrata sul personaggio di Blaine e
sulla sua storia…. Ecco, non esattamente!
Io sono una fan accanita del telefilm e una fiera sostenitrice dei Warblers,
così ho pensato di scrivere questa storia per dare una voce a quelli che,
nonostante siano solo personaggi secondari, sono a mio parere soggetti molto
interessanti!
Caratteri (e potenziali tendenze sessuali) sono del tutto derivanti dalla mia
fantasia!
Spero che almeno in parte questo incipit vi abbia incuriosito... Se sì
lasciatemi una piccola recensione, di apprezzamento o critica che sia!
Spero di essere costante nell’aggiornamento e questo -ahimè- dipenderà anche un
po’ da quanto la storia interesserà o meno (se c’è entusiasmo a leggere ce ne
sarà anche a scrivere!!)
Detto questo vi saluto,
a presto!
Jess
Ps: questa storia
è dedicata alla mia migliore amica Greta (ElfoMikey) che mi supporta
sempre quando scrivo boiate e si presta sempre a scriverne con me! Un bacio
tata! <3
Pss: Questo
capitolo è stato betato (e quindi reinserito) grazie all’aiuto di Mistica^^ ci
tenevo a sottolinearlo.