The sound of our soul.
Le dita del ragazzo
scorrevano rapide lungo le corde della chitarra, facendola ruggire.
L'adrenalina del
concerto annullava ogni percezione, ogni senso.
Tutto era annebbiato.
Mick sfrecciava da una
parte
all'altra del palco, saltellando e schivando l'altro chitarrista,
Ralph, che per poco non andò a sbattere contro Thomas, che
suonava il suo adorato basso.
Gabe cantava,
sovrastando i colpi della batteria suonata da John.
Sorridevano, ammiccavano
alle fan urlanti delle prime file, rendendole ancora più
pazze e deliranti.
I respiri erano
irregolari, ma i loro cuori pompavano tutti allo stesso incalzante
ritmo...
-Signor Gant? E' ancora tra noi?-
Mick si svegliò di soprassalto, guardandosi attorno con aria
stranita.
-Eh? Che sta succedendo?- esclamò, causando le risatine dei
suoi
compagni di classe che vennero subito ammutoliti da un'occhiataccia del
docente di Storia che, spazientito, chiuse il libro.
-Menomale che la lezione è finita, signor Gant, altrimenti
sarebbe venuto qui alla cattedra a raccontarmi che cosa stava
beatamente sognando, durante la mia ora.- disse, chiudendo il libro e
posandolo sulla cattedra.
Il ragazzo sbadigliò, stiracchiandosi sulla sedia.
Aveva dormito alla grande, poggiato sul banco, anche se aveva impresso
un segno rosso sul viso, poiché s'era addormentato sopra un
libro.
Il suo vicino di banco, nonché suo migliore amico, Gabe,
rise, accompagnato dal trillo della campanella.
-Sempre il solito, amico, sempre il solito. Secondo me saresti in grado
di addormentarti persino quando sei in piedi. Si potrebbe provare, una
volta. Ma dimmi una cosa, adesso.-
Mick sbatté la testa sul banco, pronto a sentire la solita
domanda.
-Hai sognato il solito concertino, non è vero?- chiese
l'amico, con un velo d'ironia.
Il ragazzo sbuffò, annuendo appena.
Ogni santissima volta che dormiva durante alle lezioni, sognava la sua
vecchia band e Gabe lo sapeva perfettamente.
Il sorrisetto soddisfatto dell'amico non fece altro che aumentare
l'irritazione di Mick che gli lanciò addosso un libro,
facendo
scoppiare a ridere nuovamente il biondino che aveva davanti agli occhi.
-Eddai, cretino, ti arrabbi per così poco, mica ti ho
chiesto nulla!-
-Peggio ancora, tu le pensi le cose. Diamine, ti si vede in faccia. Non
tornerò a suonare, lo sai.-
-Ma è destino, caro mio, destino.- esclamò
quello, in risposta.
Quando Mick aveva espresso la volontà di abbandonare alla
band,
nessuno gli si era opposto, anche se erano tutti tremendamente
dispiaciuti.
Gabe, però, non aveva sciolto la band.
Aveva semplicemente rinunciato al suo migliore chitarrista.
-Va a quel paese, te e il destino.- disse Mick, alzandosi in piedi, una
volta infilati i libri nello zaino.
L'amico rise, alzandosi in piedi a sua volta, fissando sconsolato la
miriade di cianfrusaglie che s'era accumulata sul banco.
Mick gli poggiò una mano sulla spalla, con fare
incoraggiante, mentre un sorrisetto ironico gli si piazzò
sul volto.
-Vado, Gabe, ci vediamo oggi pomeriggio alla solita ora.-
Disse così e poi si mise lo zaino su una spalla.
-Dici che non ti va più di suonare, ma tutti i santi giorni
sei ad assistere alle prove. Strano, non credi anche tu?-
Il ragazzo ignorò il commento dell'amico, fingendo di non
averlo sentito, e uscì dalla classe.
Si fermò solo un momento, per prendere l'Ipod dalla tasca
della felpa e, infilato un auricolare nell'orecchio, riprese a
camminare, salutando con grandi sorrisi gli amici che intravedeva nei
corridoi che pullulavano di studenti che non vedevano l'ora di lasciare
l'istituto.
Accompagnato dal suono della sua amata musica, il ragazzo
uscì da scuola con un passo baldanzoso, prendendo
poi un autobus al volo.
Si stava avvicinando al suo solito posto, vicino al finestrino, quando,
barcollando per la partenza del veicolo, Mick si vide scivolare dalla
tasca l'Ipod che, con lentezza quasi surreale, ruzzolò a
terra.
Imprecando, il ragazzo si chinò per prenderlo, finendo per
sbattere la testa contro le ginocchia di qualcuno.
Mick strinse l'apparecchio tra le dita, alzando lo sguardo.
-Scusa, non ti avevo vista, mi è caduto l'Ipod e
così...- borbottò, sorridendo appena a quella
ragazza che
lo guardava stranita che, dopo aver mormorato qualche cosa, se ne
andò scuotendo la testa verso il fondo del bus.
Il giovane la osservò qualche istante, stupefatto.
Non aveva fatto chissà quale cosa, l'aveva semplicemente
scontrata.
Si strinse nelle spalle, per poi sedersi, finalmente.
S'accoccolò contro il sedile, infilando anche l'altro
auricolare, alzando il volume della musica al massimo.
Beh, almeno aveva una cosa da raccontare a Gabe che, di sicuro, si
sarebbe fatto un sacco di risate, immaginando la faccia dell'amico.
Rabbrividì al pensiero, immaginandosi per quanti giorni il
biondo gli avrebbe ricordato di quella ragazza.
Tutto sommato, non sarebbe stata una buona idea, ma a quel piccoletto
non si poteva nascondere niente.
Sospirò, appoggiato al freddo vetro del finestrino, muovendo
ogni tanto le labbra, seguendo le parole di una canzone.
Distratto com'era, non s'accorse che un paio di occhi grigi lo stavano
fissando, dall'altra parte dell'autobus.
BeckyPanda's Space.
Oh, la mia prima FF
originale, ma soprattutto, la mia prima long-fic!
Sono emozionata, se devo essere sincera.
Ok, passiamo oltre.
Sono convinta che in questo piccolo capitolo non si capisca nulla, ma spero di chiarire le idee nei prossimi che scriverò.
In ogni caso, vorrei dire solo due cose.
Ho messo tra gli avvertimenti 'Shonen Ai' perché penso che
metterò una cosina poco impegnata più avanti, tra
i due
protagonisti maschili . 8D
Ah, sì, il raiting potrebbe alzarsi da Giallo ad Arancione,
ma
questo ovviamente dipende da come la storia proseguirà.
Di questo non sono certa nemmeno io.
Bene, perfetto. ^^''
Addio, miei carissimi, al prossimo capitolo <3
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