Here's a lullaby to
close your eyes. {Goodbye}
Ryan era insonne, nulla di strano.
Ryan amava leggere.
Ryan leggeva per dormire.
Tutti verbi al passato, perché da quando c'era Brendon che
militava nel suo letto, Ryan riusciva a dormire, non leggeva
né per diletto né per addormentarsi.
Era insonne dall'età di tredici anni, dormiva tre ore a
notte - forse anche di meno- con la faccia spiaccicata sulle pagine dei
vari libri che comprava, spendendo la gran parte della sua paghetta
settimanale nella libreria del paesino nel quale viveva. Leggeva
illuminato da una piccola lucina per non svegliare o recare disturbo ai
fratelli che dormivano con lui, rischiando di diventare miope come una
talpa. Lo faceva anche quando divideva la camera con Spencer, l'unico
che riuscisse a dormire nonostante la luce, il rumore delle pagine che
si voltavano, o le imprecazioni di Ryan, quando la storia prendeva una
piega diversa da quella che si aspettava o che desiderava. L'unico, per
giunta, che conoscesse la sua insonnia. Non ne parlava mai con nessuno,
forse perché il motivo fondamentale per il quale non
riusciva a dormire era da legare, a doppia mandata, con il padre, con
il loro rapporto e tutte quelle cazzate là, che solo Spencer
conosceva.
Quella sera, però, Spencer aveva deciso di dividere la
camera d'albergo con Jon. Il motivo non era del tutto sconosciuto a
Ryan, anche perché era chiaro e limpido come la luce del
sole che Spence aveva sperimentato una lieve dipendenza verso quel
ragazzo, una dipendenza che andava ben oltre la semplice
amicizia.
"Non voglio condividere la stanza con Urie." si era lamentato "Lo sai
che non andiamo d'accordo, è stressante, infantile e
soprattutto fastidioso. Oltre che viziato, presuntuoso ecc.ecc."
"Solo per una notte! Per favore, Ross!"
Lo sguardo, voglioso, di Spencer gli aveva fatto intendere che non
c'era altra soluzione, se non voleva assistere alla scena del suo
migliore amico che montava la gamba di un letto o - peggio ancora- un
cuscino di piume d'oca.
"Ok, ma sappi che mi devi un grande piacere."
"Sei il migliore amico del mondo, Ross!" aveva urlato, prendendolo tra
le braccia e cominciando a girare intorno come una trottola.
"Così lo spezzi." aveva commentato Brendon "E neanche tu mi
stai simpatico."
Ryan era arrossito, abbassando lo sguardo verso il pavimento per la
vergogna.
"Ma a quanto pare, non tutti hanno i coglioni per dirlo in faccia, vero
Ross?"
Spencer si era defilato, non voleva entrare nelle loro discussioni, non
voleva essere messo nella condizione di dover scegliere uno dei due.
"Io.."
"No, non mi interessa." aveva commentato lapidario, prendendo la chiave
dalle mani del ragazzino "Puoi sempre prendere una singola a tue spese.
Non possiamo spendere i pochi soldi che guadagniamo con questi piccoli
Show per i tuoi comodi, Ross. O potresti chiamare Pete, siete così intimi.
Sicuramente non ti dirà di no, in cambio di qualcosa."
Ryan non aveva mai visto Brendon così cattivo,
così acido. Sicuramente se lo meritava, ma da lì
ad essere appellato come la "puttana di Pete" c'era un grande divario.
"Non credo di meritarmi questo." aveva detto, semplice e diretto ma con
lo sguardo ancora a terra.
"Allora io però posso meritarmi gli appellativi di prima?
Infantile? Viziato?"
"Scusa."
"Non voglio le tue scuse. Non
conti poi così tanto per me. Ora, se non ti dispiace andrei
a farmi la doccia. Puoi rimanere qui nella Hall se vuoi".
Ryan era rimasto paralizzato nella Hall, con le valigie
ancora a terra e con una voglia minima di salire verso la loro camera.
Aveva preferito aspettare qualche minuto prima di salire. Per
convenienza c'erano due chiavi per camera, così non aveva
neanche bussato, era semplicemente entrato nella camera, aveva posato
le valige nell'angolo e si era messo sul letto. Brendon era uscito
pochi minuti dopo dal bagno, fortunatamente aveva l'accappatoio.
"Il bagno è tutto tuo." aveva commentato, lasciando
intendere al ragazzino che non aveva alcuna voglia di vestirsi di
fronte a lui, cosa che Spencer faceva senza troppi complimenti o
imbarazzi.
Ryan si era tolto la maglietta e le scarpe. Aveva preso tutta la roba
che gli serviva per la doccia e si era defilato nel bagno, chiudendo la
porta a chiave. Il bagno, oltre ad essere una pozza d'acqua, profumava
del bagnoschiuma di Brendon. Nonostante non nutrisse ammirazione verso
quel ragazzo, amava il suo profumo che gli creava sempre qualche
scompenso cardiaco. Aveva aperto la piccola finestra pur di non sentire
quel dannato profumo.
Ci aveva messo una mezz'ora a lavarsi e a vestirsi, tutto in quel
bagnetto, piccolo e pieno d'acqua. Quando era uscito da lì,
Brendon si era già addormentato nel letto. Lo show che
avevano fatto qualche ora prima lo aveva stancato davvero tanto. Ryan
aveva acceso la piccola lucina sul comodino, mettendola a terra per non
recare disturbo al compagno di stanza. Aveva preso tra le mani il primo
libro che gli era capitato e si era messo a leggere.
"Diventi miope." aveva commentato Brendon con la voce impastata dal
sonno, qualche ora dopo.
"Ti ho svegliato?" aveva chiesto Ryan, scusandosi poco dopo.
"No, non è stata colpa tua. Devo fare pipì."
aveva commentato con la stessa voce acida e dura di prima. Si era
alzato dal letto, dirigendosi verso il bagno. Ne era uscito fuori
qualche minuto dopo, accendendo la luce e guardando l'ora dall'orologio
bianco che svettava sulla parete.
"Le quattro?" aveva urlato "Sono le quattro e tu stai ancora sveglio?
Domani abbiamo una cazzo d'intervista, dormi Cristo!"
"Soffro d'insonnia." aveva mugugnato Ryan "Da ormai dieci anni. Sono
abituato."
"Ma non ti fa bene! Devi dormire, non leggere con una cazzo di lucetta
così fioca da non illuminare neanche una formica, cazzo."
"E cosa suggerisci, genio?" aveva chiesto rivolgendogli un'occhiata
torva "Illuminami! Dai, forza! Vediamo se dopo dieci anni di tentativi
tu riesci a farmi dormire..."
Brendon aveva scosso la testa, spegnendo la lucetta e togliendogli
dalle mani il libro.
"Non ti piacerà, ma è l'unico modo che conosco."
"Vorresti colpirmi con il libro?"
"No, anche se ho una voglia pazzesca di farti del male fisico o
romperti quel sorriso del cazzo." aveva commentato acido "Fammi spazio."
"Cosa?" aveva balbettato Ryan
"Fammi spazio nel letto."
Ryan aveva fatto come il ragazzo gli aveva chiesto, si era messo
all'angolino, osservando le mosse del ragazzo.
Brendon si era sdraiato al suo fianco con notevole imbarazzo.
"Mia madre lo faceva con me quando ero piccolo." aveva commentato "La
sua voce non era melodiosa come la mia, ma funzionava."
"Cosa dovrei fare di preciso?" aveva chiesto Ryan,allontanandosi ancora
un po dal corpo di Brendon.
"Dovresti poggiare la tua testa sul mio petto, si è una cosa
da checca, ma fai finta che io sia tuo padre."
"Madre."
"Come vuoi."
Ryan aveva poggiato la sua testa sul petto di Brendon.
"Teoricamente dovresti sentire il battito del cuore. Ricordo che era
qualcosa di ipnotico, di cadenzato, di rilassante. Quel tum, tum, tum.
Ma forse ricordo male."
"No...ipnotico."
"Poi mia madre mi cantava una canzone, una ninna nanna... E disegnava
con le dita dei cerchietti qui." aveva commentato toccando il fianco
destro di Ryan "Ma posso saltarla quella parte, se ti da fastidio."
"No!"
Brendon aveva, inconsciamente, sorriso mentre disegnava con la punta
delle dita dei cerchietti sul fianco scoperto del ragazzino.
"Canta." aveva mugugnato "Amo la tua voce."
Brendon aveva canticchiato a bassa voce la ninna nanna.
"You lie, silent there before me. The wind howling at the
window, The love you never gave, I give to you. Here's a
lullaby to close your eyes. Goodbye."
Ryan, preso dal battito del suo cuore, dalla voce, dal suo
profumo e dalle sue carezze si era addormentato dopo un paio di minuti.
Non ne aveva fatto parola con nessuno, neanche con Spencer. Aveva,
persino, evitato di dormire nuovamente con Brendon. Nonostante fosse
l'unico a farlo addormentare, nonostante si fosse trovato bene fra le
sue braccia era un concetto troppo doloroso o grande per Ryan. Era
troppo grande ammettere che forse, quel grande odio che provava per
quel ragazzo, era un qualcosa di più dolce e melenso, simile
all'amore. Inoltre non voleva che Brendon pensasse che l'unico motivo
che lo spingeva fra le sue braccia era perché riusciva a
dormire. Non era così egoista o manipolatore. E c'era anche
qualcosa in più.
La sera successiva, quando Spencer era tornato a dormire con lui, aveva
cercato di fare lo stesso, inducendo una scusa stupida e senza
menzionare il nome di Brendon. Ma non era riuscito a dormire,
nonostante la voce di Spencer non fosse poi così stonata,
nonostante il profumo fosse dolce come quello di Brendon e
nonostante il cuore battesse nella stessa maniera dell'altro. I suoi
occhi non si erano chiusi e lui non aveva dormito.
Quando uno soffre di insonnia, non dormire, non è poi una
cosa così grave, ma basta una sera di sonno completo a
mandare a puttane dieci anni d'insonnia. Improvvisamente la mancanza di
sonno, le occhiaie e tutte quelle cose, che prima sembravano essere
normali e all'ordine del giorno, appaiono alla stregua di un cataclisma
inaspettato o ad una montagna invalicabile.
"Sei stanco?" aveva chiesto Brendon durante il sound check.
"Un po, ma posso sopravvivere." aveva commentato riprendendo a suonare.
"Posso rubarlo per un po?" aveva chiesto a Jon e a Spencer che avevano
annuito. Ryan si era rifiutato di scendere dal palco o di seguirlo, ma
Brendon l'aveva preso in braccio, portandolo verso i camerini.
"Non voglio farti del male, voglio solo farti dormire, Ross. Non
perché mi interessa se svieni sul palco, o se sei stanco. Mi
interessa solo che tu dia il tuo meglio stasera così da
poter fare un po di soldi. Se tu suoni male ci fotti a tutti e quattro."
Ryan ci era rimasto male, ma non aveva fatto una piega. Si era messo
sul petto di Brendon che aveva cominciato a canticchiare, sorridendo.
Aveva chiuso gli occhi. Dopo un paio di minuti, quando Brendon aveva
pensato che l'altro fosse caduto in un sonno abbastanza profondo da non
poterlo svegliare, lo aveva adagiato, lungo, sul divano. Si era seduto
per terra di fronte a lui e lo aveva baciato a fior di labbra, prima di
coprirlo con un lenzuolo.
Ryan non dormiva, aveva sorriso dopo quel bacio, ma Brendon era troppo
preso a coprirlo o ad evitare che si svegliasse per accorgersi di quel
movimento. Non era cambiato nulla tra di loro, tranne per il fatto che
ora dormivano sempre insieme, per almeno due o tre mesi. Poi Ryan,
conscio di esserne innamorato, l'aveva baciato.
Era notte, Ryan si era svegliato per via di un tuono. Aveva ancora la
testa sul petto di Brendon. Si era voltato verso il volto, baciando
delicatamente le sue labbra.
"Mmmh." un lamento era uscito dalla bocca di Brendon che aveva aperto
gli occhi poco dopo.
"Cazzo." si era lasciato scappare Ryan "I...o non volevo svegliarti."
"Non mi hai svegliato tu, ma il tuono. Fingevo di dormire, come te."
"Allora tu sapevi che quando mi hai baciato ero sveglio?"
"Forse."
"Ti da fastidio?"
"Ti ho baciato per primo, non può darmi fastidio."
Ryan aveva sorriso, mentre il ragazzetto si sporgeva verso le sue
labbra.
Avevano fatto l'amore quella stessa notte, tra i lampi ed i tuoni.
Poi, però, il piccolo tour era finito. Non c'era
più possibilità di poter dormire con Brendon.
"Domani come fari senza il tuo bambolotto?" aveva chiesto ironico
Spencer.
"Non lo so."
"Perché non gli chiedi di venire da te?"
"Non voglio che pensi che sto con lui solo per la sua totale
capacità di farmi dormire."
"E per quale altro motivo?"
"...credo...di amarlo."
[....]
Tre settimane dopo Ryan era di nuovo insonne, di nuovo stanco e di
nuovo con le occhiaie. Con il sonno era andato via anche l'appetito,
vuoi perché Brendon non l'aveva cercato in quelle tre
settimane o vuoi perché il cibo era sempre stato, insieme al
sonno, uno dei tanti problemi di Ryan. Se ne stava la gran parte del
giorno a guardare la tv, usciva solo qualche volta quando Spencer lo
invitava a casa o al pub, per il resto si annoiava a morte.
Si era alzato dal divano per via del campanello. Aveva aperto la porta
e si era trovato di fronte un paio di valige scure.
"Ma che cazzo?" aveva esclamato, non riuscendo a vedere nessuno, tranne
le valige.
Brendon aveva fatto capolino dall'ascensore, portando un'altra valigia
di fronte alla porta dell'appartamento.
"Non ho il tuo numero." aveva detto lasciando intendere che fosse un
modo per chiedere scusa "Spence mi ha detto che ... non dormi, non
mangi e non esci di casa."
"Quindi?"
"Quindi ho pensato di trasferirmi qui." aveva commentato come se fosse
la cosa più scontata ed ovvia del mondo.
"Non potevi chiedermi il permesso?" aveva chiesto Ryan
"Sai, hai la brutta abitudine di parlare con Spence in mia presenza.."
"Ovvero?"
"Quando hai detto di ...credere di amarmi...io ero lì dietro
a te."
"Cazzo."
"Ecco, ho avuto paura e sono scappato, defilandomi dietro alla scusa di
non avere il tuo telefono, cosa vera tra l'altro, ma poi... Spence mi
ha chiamato, dicendo che non mangiavi né dormivi. Io stesso
non sono riuscito a dormire...e..."
"E?"
"Ti amo."
"Aveva paura che credessi che... se te l'avessi chiesto...avresti
pensato che..stavo con te solo perché riuscivo a dormire.
Ma, credo di amarti."
Brendon l'aveva baciato, salendo su una di quelle valige per poter
arrivare alla sua bocca senza troppi sforzi, l'aveva baciato
più di una volta, dimenticandosi di essere nell'atrio di un
palazzo, dimenticandosi della gente che saliva le scale.
"Vuoi abitare qui?"
Aveva annuito, lasciando le valige nel pianerottolo e chiudendo la
porta alle sue spalle. Aveva spinto Ryan fino a quella che
doveva essere la camera da letto.
L'aveva spinto sul materasso....
[La ninna nanna è Room of Angel, Silent Hill. Non
è una delle migliori, ma l'unica che riesce a farmi dormire.
Un po di questa Shot deriva dalla mia esperienza, lo ammetto. Non dico
altro perché sennò annoio. è uscita di
getto e fa schifo, non ha neanche un filo logico. Ma vabbè.
Se siete arrivate fino a qui vi ringrazio :) ]
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