LEX
- THE TWO KINGS
CAPITOLO 1 – REGGENTI
Discosto
dietro le tende che lo dividevano dal salone della tavola rotonda, Mordred
osservava quell’assembramento di cavalieri perplessi quanto lui.
Dopo
giorni dalla scomparsa del grande re, c’erano ancora alcuni cavalieri che lo
accusavano di averlo fatto sparire, insieme al suo braccio destro Lancillotto
del lago.
Per
questo non aveva ancora osato richiedere per sé quel trono che, in fondo, gli
spettava di diritto.
Alcuni
cavalieri avevano proposto a Gawain, suo fratello, di
prenderlo quel trono, ma questi, troppo onesto, aveva
sorvolato dicendo che lui avrebbe aspettato il ritorno di Artù e Lancillotto
per sempre. Anzi, era stato il primo a organizzare le ricerche.
Altri
dicevano che era stato lo scomparso Merlino a portare via
Lancillotto e il re, prima che si uccidessero a vicenda per Ginevra.
Ed ora eccola lì, la loro svampita regina ad organizzare
quel raduno dei cavalieri della tavola rotonda.
Mordred
aveva il vago sentore che fosse stata sua zia Morgana a spingerla a quelle
azioni dato che, dalla scomparsa di Artù, le due non
si erano separate un attimo.
Sembravano
trovare conforto l’una nell’altra.
Stupendo
tutti, la regina avanzò fino alla tavola e impose il silenzio con un gesto
delle mani.
Morgana
le era al fianco, ed entrambe indossavano splendidi abiti di broccato così da
dimostrare a tutti il loro alto rango.
«Prego,
sedetevi cavalieri» impose la voce della fata, vedendoli tentennare.
Morgana
si voltò anche verso di lui, come scoprendolo anche dal suo nascondiglio:
«Tutti» sottolineò.
Mordred
si sistemò la spada al fianco prima di entrare nella sala, ed
avanzò impettito.
Come
previsto, si levò un brusio di commenti al suo passaggio. Commenti di qualunque
tipo. Ora sembrava che tutti lo notassero, quando prima nessuno lo faceva.
Sedette
al suo posto, sopportando l’occhiata corrucciata di Kay e il cenno di saluto di
Bedivere. Ne fu stupito.
Morgana squadrò i cavalieri uno ad uno e, in vece di Ginevra, ne ottenne di nuovo il
silenzio. «La regina vuole parlarvi. Ascoltatela» ordinò. La stessa voce autoritaria del fratello.
Ginevra
chinò graziosamente il capo per ringraziarla, e quindi si fece coraggio: «Voi
sapete che mio marito, il grande re, è scomparso da quasi un mese insieme a
Lancillotto»
«Il
vostro amante» sibilò qualcuno, facendola bloccare.
«Le prove non sono mai state verificate!»
ribatté il cugino di Lancillotto, Lionel, sporgendosi in avanti.
«Si, perché il re è scomparso» ribatté Agravain
cupo.
«Insieme a mio cugino!»
«Guarda
caso però questa scomparsa favorisce voi delle Orcadi!» urlò ser Bors, sdegnato.
«Come osate?! Gawain non sta forse cercando ora il re?!»
gridò Gaheris, sbattendo un pugno sul tavolo.
Mordred
vide il bicchiere davanti a lui sobbalzare. Che scenetta divertente; era curioso
di vedere come sarebbe andata a finire. Cosa aveva in
mente di fare sua zia.
Ginevra s’intromise: «So bene che non vi fidate più di me, come
regina, a causa di questa…» deglutì: «Diceria. Quindi, dopo che avremo
preso una decisione, ho deciso che io e la mia dama Morgana, ci ritireremo in
un luogo santo, in pace»
Un’altra
ondata commenti si sollevò a quelle parole. Ma il più dei commenti fu positivo e la bionda regina ne fu
sollevata.
Sbirciò
Morgana e questa le sorrise dolcemente. Il più era fatto.
«Ma
prima di andarmene, dovremo decidere a chi lasciare le redini del regno mentre
manca il grande re»
Stavolta
i commenti dei cavalieri eruppero come un boato. Tutti protestavano,
proponevano e litigavano.
Ginevra
non riuscì in alcun modo a riportare la calma fin quando ser
Bedivere non si alzò e sbatté il pugno sul tavolo,
tanto forte che molti temettero per la tavola rotonda.
«Silenzio!!» tuonò, e
quando lo ebbe ottenuto, cercò lo sguardo smeraldino di Kay. Il siniscalco si
strinse nelle spalle, muto. Appariva rassegnato da quando il sovrano se n’era
andato.
Bedivere stirò la bocca in un’espressione seccata, poi
tornò a parlare: «Parliamoci chiaro. Tutti voi sapete
che il grande re aveva in realtà posto alcuni di noi su piani più elevati di
altri. Lancillotto, il suo primo cavaliere, era il secondo dopo di lui»
«Ma Lancillotto è
sparito con lui» aggiunse Kay, come irritato.
Bedivere proseguì: «Poi Gawain,
suo cugino»
«Gawain rifiuta il
trono» ricordò Gareth, con cortesia.
Bedivere annuì: «Quindi ci sono solo i parenti di sangue
del re» e nel dire quelle parole, guardò Mordred.
Stupefatto,
il bastardo di Camelot si
trovò a fissare il connestabile a bocca aperta. Da quando Bedivere
teneva per lui?
Gli
epiteti che si levarono dalla sala furono i soliti. Bastardo! Incesto!
Abominio…
Gli
volevano tutti un gran bene insomma.
Bedivere emise qualcosa simile a un ruggito, ma fu Kay a
saltare in piedi come un grillo: «So bene che non vi fidate di Mordred» urlò
sugli altri: «Non mi fiderei neppure io, ma l’unica cosa che vuole è il trono, ed ora è libero. Diamoglielo e vediamo come si comporta! E
se sbaglia, possiamo sempre scannarlo e sceglierne un altro!»
La
tirata di Kay azzittì tutti. Il siniscalco si risedette con un gesto brusco,
come infastidito da tutte quelle inutili discussioni. «Artù non c’è più… Allora
tanto vale che vada tutto come vuole…» sbottò sconsolato, girando il viso.
Bedivere gli posò una mano su una spalla, aggiungendo: «Mordred è figlio di Artù… In qualche modo. Magari è meglio
di quel che sembra» concluse poco convinto.
Mordred
sbatté le palpebre.
Figlio
di Artù.
Alla
fine qualcuno aveva osato dirlo ad alta voce. Anche se la parte dello scannarlo
non gli era piaciuta molto, era il meglio che avesse
mai ottenuto in quei suoi venticinque anni di vita. Poteva festeggiare.
I
cavalieri parlottarono un po’ tra loro, soppesando Mordred con occhiate torve.
In fin dei conti nessuno conosceva bene quel principe. L’avevano evitato tutti.
Beh,
potevano sempre provare… O scannarlo.
Solo
i galli non erano per niente convinti.
Bors scattò in piedi: «Lancillotto
era la nostra guida, ed è scomparso con Artù! Noi non ci fideremo di un
cavaliere come Mordred» protestò, quasi sputando il
suo nome.
Sempre
gentile il caro Bors, pensò Mordred fingendo
indifferenza.
«E se aveste una garanzia?»
Fu
zia Morgana a intervenire a suo favore, con quelle parole.
Bors guardò la fata come avesse davanti una
mostruosa strega.
«Che garanzia?» interrogò Lionel.
«Uno di voi sarà il secondo reggente della Bretagna unita. I
due re sceglieranno ogni cosa insieme, prima di proporla alla tavola rotonda»
Stupefatti
i cavalieri si guardarono. «Due re? E chi sarà il
secondo con Mordred?»
Morgana
alzò un braccio e allungò un affusolato dito verso il seggio vuoto tra loro.
Il
seggio periglioso.
«Galahad» ci fu un
brusio di approvazione e accenni di assenso.
Mordred
rischiò di strozzarsi con il brindisi che stava facendo.
Galahad!?
***