Apollo e Narciso

di EndlessSkyes
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Non potevo crederci. Squadrai meglio il nuovo membro dell'Akatsuki. Esaminai tutto di lui. I suoi occhi trasmettevano un senso di sfida misto alla paura di un bambino preso a calci. Itachi me l'aveva presentato con molta nonchalance. Poteva veramente essere lui?

 

Se vi prendo, piccoli marmocchi!”

Scappa, Saso-kun, se ci prende siamo fritti”

Siete sempre i soliti cretini”

Onoki-sensei, Yuna, Yukiko... Deidara...

 

Quegli occhi erano inconfondibili. Quei capelli biondi spiccavano anche in una giornata di sole. Raro, qui, nel Paese della Pioggia. “Così tu saresti Deidara” dissi, fingendo indifferenza. In realtà il mio cuore palpitava. . “Si”. Rispose lui. Doveva avere sedici anni, a quell'epoca. Non visse un anno in più. “Molto bene”. Non mi poteva riconoscere. Per lui ero lo Scorpione. “Penso ti abbiano già informato che d'ora in poi sarò il tuo compagno”.

 

Onoki ci raccattò che non avevamo sette anni. Io avevo un anno in più di lui.

I nostri genitori erano periti durante la terza guerra ninja, lui fu come un nonno burbero.

Ci insegnò ad amare l'arte in segreto, visto il suo odio per essa.

Ci mise in squadra con due ragazze, Yuna e Yukiko.

Noi ci divertivamo a far adirare tutti e tre.

Eravamo due fratelli, non di sangue.

Diventammo due amanti. Lui nella sua ingenuità, io nel mio disperato bisogno di amare.

 

“Parlami di te” esordii, squadrandolo ancora una volta. “Non ho niente da dire a voi, siete dei criminali. Io non sopporto i criminali”. “E tu cosa sei?”. Si irrigidì. “Un artista”. Sorrisi. “Un terrorista. Rubasti l'argilla proibita al terzo Tsukikage”. Mi fulminò. “Quel dannato vecchio odiava l'arte e ne proibiva la messa in atto! Ho fatto ciò che era giusto”. “Come puoi sapere ciò che è giusto, piccolo Deidara?”. Lui mi guardò, spaesato.

 

...e tu rimarrai sempre il mio preferito, piccolo Deidara” disse Onoki.

Li spiai. Mangiavano insieme, con lui Onoki sorrideva. Era orgoglioso delle sue esplosioni.

Allora legali. Allora innocenti, per proteggere il Villaggio della Roccia.

Sei il mio orgoglio”. Deidara era scostante.

Deidara non rispondeva. Si limitava ad annuire.

Era perfido, il biondo. Era ingrato.

Onoki non gli andava a genio. Voleva tutto. Voleva che egli lo amasse, ma che amasse anche l'arte.

 

“Cosa ho suscitato in te, dinamitardo?” chiesi. “Non susciti niente se non disprezzo”. Come osava parlare ad un sempai in modo così arrogante? Ma come potevo muovere un dito su di lui, se non per accarezzare i suoi capelli biondi? “Vai a dormire, ora. È tardi” ringhiai, perentorio. Lui armeggiò con il suo Demone. Con le sue mani linguacciute. Creò una bomba. Me la pose sulla testa. Mi fece cenno di stare immobile e prese le misure con le mani. Risi, dentro la mia armatura. Si portò l'indice e il medio alla bocca. “Katsu!” esclamò. La bomba esplose. Lui rise, isterico. “L'arte è un'esplosione”. Non capii. Ma avrei dovuto costruirmi un'armatura più resistente. Deidara sgranò gli occhi e si avvicinò a me. “Da...Danna?” chiese, toccandomi il viso. La nuvola di fumo si stava dissolvendo. “Com'è possibile?”

 

Sasori! Non puoi farmi questo!”. Le lacrime scorrevano sul suo volto come pesanti incudini.

Non posso più stare qui. Ho ucciso un uomo”.

L'hai fatto per difendermi! Onoki ti perdonerà, Onoki ci perdona sempre!”

...se sei tu a chiederglielo, amore mio...

Glielo chiederò io, vedrai che sarà come se non fosse successo!”

Non potevo non uccidere quella bestia.

Se non fossi arrivato in tempo...

[“Lasciami, bastardo!”. Delle grida. La mia corsa.

Zitta, piccola puttanella. Come fai ad ottenere tanto amore dal capo?”

Non sono affaracci tuoi”. Il suo corpo contro il tuo. Il tuo contro il muro.

Di schiena, voleva prenderti, come l'ultima delle mignotte.

Voglio un po' di questo amore anche io...”

No, lasciami...”

Lo avvolsi, con le mie spire di legno. Lo stritolai, fino quando non emise il suo ultimo respiro.

Il tuo sguardo, atterrito, sostenne il mio, furioso. Indietreggiai. Corsi a casa, a dormire.

Dormii, per sette giorni]

Sasori, non puoi andartene! Non lasciarmi solo! Noi non abbiamo ancora fatto...”.

...l'amore...

Le mie labbra sulle tue, mio piccolo Dei-kun. Il mio ultimo regalo.

Compisti quindici anni, tre giorni dopo.

 

“Com'è piccolo il mondo” sorrisi. “Sasori... abbiamo lasciato molto in sospeso”. Le tue labbra sulle mie. Potesti ricambiare quel mio ultimo presente. Una battaglia di lingue. “Prendimi ora, ti prego”. Mi staccai da lui. Si, troppo avevamo lasciato in sospeso. Feci per togliermi la maglia, ma qualcuno entrò in quella nostra stanza in comune, violò il nostro spazio.

Deidara”. Dei-kun guardò la figura del leader. “Seguimi, devo spiegarti un po' di cose. E abbassa la testa quando vedi una divinità”.





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