Principe Nikki E La Crociata Contro L'Armata Del Bagno
Questa
oneshot è stata immaginata e scritta in circa un'ora, quindi non
ho la minima idea di cosa possa essere uscito fuori; mi sono immaginata
Nikki che racconta una storia al figlio Gunner per farlo addormentare
(ovviamente non una fiaba normale...). Nel racconto appare il Mostro
Del Gabinetto che è stato ripreso dal film "Senti Chi Parla 2"
più altri personaggi di fumetti e cartoni animati. Fatemi sapere
che ne pensate di questa pazzia
EllieMarsRose
«Mamma...
mamma!» singhiozzava il bambino dalla sua cameretta; Brandi aprì
gli occhi e diede una veloce occhiata alla radiosveglia digitale sul
comodino che segnava le tre e mezza del mattino. Grugnì e sbuffò
sentendo Gunner piangere sempre più forte dal suo lettino; da quando
gli aveva tolto il pannolino e lo aveva messo nella sua nuova stanza,
ogni notte era sempre la stessa storia: non voleva alzarsi da solo
per andare in bagno a fare pipì nel vasino; diceva che aveva paura
dei mostri. Lei, da brava mamma, si alzava sempre, lo prendeva per
quella manina soffice come il burro e lo portava in bagno mentre suo
marito continuava a dormire beatamente, talvolta anche russando; ma
quella notte ne aveva davvero fin sopra i capelli. Così gli mollò
una gomitata nelle costole svegliandolo: «Nikki cazzo, svegliati!»;
l'uomo sbattè le palpebre e deglutì cercando di ammorbidirsi la
lingua: «Che c'è?» biascicò cercando di mettersi a sedere. Ormai
Gunner chiamava la mamma con tutto il fiato che aveva in corpo. «Tuo
figlio mi ha rotto le palle» disse Brandi sbuffando e coprendosi la
testa con il lenzuolo
«Ah, così
quando fa cazzate è solo mio figlio» controbatté Nikki incrociando
le braccia al petto nudo
«Alza il
culo e portalo in bagno. Fine della storia. Almeno stanotte fammi
dormire in pace». L'uomo scosse la testa alzando gli occhi al
soffitto: sua moglie certe volte era davvero intrattabile. Senza
aggiungere altro, scese dal letto, si infilò un paio di boxer ed
andò da suo figlio. La stanza era illuminata da una piccola lampada
a forma di Paperino: Gunner era seduto sul suo lettino, avvolto nel
pigiamino azzurro con sopra i dinosauri, con il volto rigato dalle
lacrime ed il moccio che gli colava dal naso. Vederlo così piccolino
ed impaurito faceva sempre una tenerezza infinita a Nikki; lui che
per anni aveva giocato a fare l'insensibile ed il duro, il solo
vedere il figlio che sorrideva, giocava o che piangeva lo faceva
ammorbidire tantissimo. Gli si avvicinò, sorrise e prese un
fazzolettino di carta: «Ehi campione, perchè piangi?»; gli asciugò
gli occhi e gli fece soffiare il naso. Il bambino lo abbracciò
forte, inabissando la testa nel suo petto: «Papà, mi scappa tanta
pipì»
«Vai
Gunner, tanto sai come si usa il vasino» disse il padre
accarezzandogli i capelli castani
«No papà...
ho paura»
«Di che
cosa?» domandò Nikki con un sorriso
«Del... del
mostro del gabinetto» il bambino lo guardò dritto negli occhi
mentre una lacrimuccia gli rigava la guancia paffuta. A Nikki scappò
un sorriso: «Il mostro del gabinetto?»
«Sì... ne
parlano tutti all'asilo» disse con voce fine Gunner «gli piace
mangiare la pipì, la pupù e anche morsicare il culetto di chi va in
bagno». Nikki si mise a ridere ed il figlio gli mise il broncio:
«Papà, non ti sto dicendo le bugie»
«No, no, lo
so» disse l'uomo cercando di soffocare le risate «ma credo che i
tuoi amici abbiano bevuto troppo succo di frutta». Lo prese in
braccio e si diresse verso il bagno; a metà corridoio, Gunner
strizzò gli occhi e strinse i denti: «Papà... fai in fretta» ma
non fece in tempo a terminare la frase che bagnò il pigiama
«Oh, no!»
esclamò Nikki sentendo il liquido caldo bagnargli il busto «Gunner,
non si fa la pipì addosso! Nemmeno addosso al papà»
«Scusa»
disse il bimbo abbassando gli occhi per la vergogna; il padre gli
accarezzò il viso morbido e gli fece l'occhiolino: «Dobbiamo farci
un bagno veloce qui». Preparò al volo la vasca dove i due si
immersero insieme per lavarsi in fretta; poi, dopo aver asciugato il
figlio ed avergli messo un pigiama pulito, Nikki riportò Gunner a
letto. Gli rimboccò le coperte e si chinò su di lui per dargli il
bacio della buonanotte, ma prima che potesse andarsene, il bambino
allungò la sua manina verso il viso del padre: «Papà... mi
racconti una favola?». Nikki sgranò gli occhi: “Favola? Cosa
posso raccontargli?”; le sue pupille saltellavano da un angolo
all'altro della stanza alla disperata ricerca di un libro per bambini
senza trovare nulla. “Non posso raccontargli Biancaneve... e
nemmeno Cenerentola, sono più per le bambine; dovrò fare appello
alla mia fantasia”; sospirò, si morse il labbro ed iniziò a
raccontare.
Non molto
tempo fa, in una terra non tanto lontana da casa nostra, viveva un
principe un po'... particolare. Era particolare perchè non portava
il mantello, non aveva il cavallo, però aveva una moto bellissima
che si chiamava Harley Davidson, ma lui la chiamava semplicemente
Harley. Erano molto amici loro due, ogni giorno Harley portava a
spasso il principe per le strade di Los Angeles ed in cambio il
principe dava da bere alla moto tanta benzina. E fu proprio in un
giorno qualsiasi che il principe, mentre galoppava sulla sua Harley
alla ricerca di un distributore, vide la principessa più bella del
mondo: «Wow, come è bella!» disse lui smettendo di guardare la
strada; mossa più stupida non poteva fare, infatti andò a
schiantarsi contro un palo.
Gunner
si mise a ridere; Nikki si portò l'indice alle labbra: «Shh! Fai
piano che la mamma dorme». Poi continuò:
Quando si
rialzò da terra vide che la principessa era stata appena catturata
da dei piccoli omini blu con i cappellini e i pantaloncini bianchi
chiamati Puffi che prendevano in giro il principe perchè era caduto
dalla moto. «Se vengo lì, vi schiaccio tutti con la punta degli
stivali!» urlò il principe arrabbiato ma quelli corsero via
portandosi dietro la principessa. Il principe tornò a casa a cavallo
della Harley e cominciò ad escogitare un piano per entrare nel covo
dei Puffi e salvare la principessa; proprio mentre stava sorseggiando
la sua birretta ghiacciata, apparve lo Stregatto che gli disse: «Ho
visto cose che tu, umano, non potresti immaginare»
«Una
principessa grande e grossa rapita da Puffi minuscoli e blu?»
«Oh...
mi hai fregato» disse lo Stregatto
«Dove
sono andati?» chiese il principe impaziente
«Nel
regno... del Mostro del Gabinetto!»
Gunner
si nascose sotto le coperte: «Oh no, il mostro del gabinetto ha
rapito la principessa!»
«Bene!
Stregatto, chiama il mio scudiero!» urlò il principe sbattendo a
terra la bottiglia di birra vuota. Dopo pochi secondi arrivò Iron
Man con la sua armatura gigante: «Mio signore, cosa dobbiamo
portare?»
«Prendi
la mia ascia Warlock e chiama anche il resto dell'armata!». Pochi
minuti più tardi il principe insieme ad Iron Man, gli zii Tommy,
Vince e Mick ed i loro scudieri, rispettivamente Topolino, He-Man e
Cicciobello, partirono per il regno del Mostro del Gabinetto, il
posto più schifoso e puzzolente che tu possa immaginare. Appena
entrarono nelle fogne, furono assaliti da un esercito di Gremlin, ma
Iron Man ed He-Man li sfondarono a suon di badilate; cammina cammina,
arrivarono alla sala del trono dove il Mostro del Gabinetto teneva
prigioniera la principessa: «Aiuto principe, salvami tu!»
continuava a urlare. Intanto il Mostro del Gabinetto stava sputando
su di loro tutta la pipì che aveva bevuto durante la giornata e li
stava rincorrendo per mordergli il sedere. «Cosa facciamo adesso?»
urlava lo zio Tommy; il principe fermò tutti e sguainò il suo
Warlock: «Ragazzi, è l'ora del rock and roll!». Così anche lo zio
Tommy tirò fuori un tamburo, lo zio Mick la chitarra e lo zio Vince
il microfono e i Mötley Crüe suonarono un concerto di tre ore con
Cicciobello che faceva i cori mentre Iron Man ed He-Man facevano
scappare tutti i Puffi, i Gremlin e riempirono di botte il Mostro del
Gabinetto che si intasò e morì; alla fine il principe riuscì ad
abbracciare la principessa, si sposarono e vissero tutti felici e
contenti.
Il
bambino era rispuntato dalle coperte; non aveva più paura, sorrideva
divertito e felice perchè la più grande paura era stata sconfitta.
«Wow» sussurrò e poi aggiunse: «Ma papà, allora quel principe
eri tu e la principessa era la mamma... ma tu, non sei un principe
vero?». Nikki gli sorrise e gli accarezzò il viso: «Ognuno, nella
sua vita, può essere un principe, Gunner; basta credere in quello
che fai ed affrontare le paure»
«Allora
sai cosa faccio?» gli disse il bimbo ingrossando la voce «Da domani
andrò sempre in bagno da solo, sono grande ormai!». Il padre
sorrise e si chinò su suo figlio baciandogli dolcemente la fronte:
«Dormi bene, principino Gunner»
«Buona
nanna papà» sbadigliò il bimbo e chiuse gli occhi. Nikki si alzò
dal letto e fece per tornare da Brandi, non prima di aver dato
un'ultima occhiata a suo figlio che nel giro di pochi secondi era
volato nel mondo dei sogni; sorrise e sussurrò: «Ti voglio bene,
piccolo mio».
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