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La canzone che accompagna questa storia è “Paths that
cross”, di Patti Smith. Non ho messo “songfic” tra i generi perché in realtà la
canzone è davvero solo un accompagnamento.
La storia è dedicata alle persone che in fondo vogliono
bene al Potter, nonostante i suoi casini epici! Ma anche a chi avrà voglia di
leggerla pur non amandolo molto.
Grazie!
Harriet (yumemi@hotmaiil.it)
L’inizio della Storia (Paths that
cross will cross again)
Speak to me, speak to me heart I
feel a needing to bridge the clouds Softly go A way I wish to know, to
know
Mentre mi avvicino alla mia meta penso a cosa devo fare
domani. Ripasso mentalmente la lista di ciò che mi sono portato dietro,
ponderando l’opportunità o meno di lasciare qualcosa, di procurarmi
qualcos’altro.
Poi
sposto l’attenzione sul luogo dove dovrò andare. So come arrivarci, ho una vaga
idea di cosa farò, quando sarò lì. E so anche dove dovrò andare dopo. Sì, si può
dire che per un periodo di tempo relativamente lungo io abbia già i miei
progetti. In fondo è consolante.
Io
lo so, perché penso a queste cose. E’ perché voglio distogliere la mente ed il
cuore dall’aspettativa di ciò che troverò, giunto alla mia meta, questa sera.
Voglio calmare il battito del cuore, che sembra impazzito, e voglio che quella
stretta allo stomaco sparisca. Ma so anche che è tutto inutile.
Non
posso evitare il balzo del mio cuore, né la mancanza di respiro, nell’attimo in
cui vedo il luogo verso il quale ho camminato.
Da
quanto tempo nessuno ci è venuto? Non lo so, ma di sicuro nessuno ha avuto il
coraggio di toccare niente. Mi sembra molto naturale. Anche se, volendo,
avrebbero potuto trasformare questo posto in un monumento memoriale al grande
giorno. Ma forse nessuno aveva molta voglia di tornarci. Gran giorno o no, le
tracce delle cose oscure rimangono.
Finalmente sono arrivato all’inizio della
storia.
Oh you'll ride Surely dance In a
ring Backwards and forwards Those who seek feel the glow A glow we
all will know, will know
Ho
camminato per strade di campagna, ho attraversato un campo, percorrendo un
viottolo sterrato che alla fine mi ha condotto qui, in questa radura, dove una
volta – non molti anni fa, lo so – c’era una casa. Ora ci sono le rovine di una
casa, di quella casa, e il primo sentimento che provo è una sconcertante
estraneità. Questo mi fa rabbrividire.
Non
dovrebbe essere così.
Faccio ancora qualche passo. Richiamo alla mente quel che
è accaduto tra quelle mura, anche se in verità non devo sforzarmi troppo. Quelle
immagini, anche se non le ricordo, sono sempre nella mia mente. Cerco di
immedesimarmi nelle persone che erano lì, quel giorno, ma non
funziona.
Le
rovine restano rovine, e io non provo niente.
Ad
un tratto faccio qualche rapido passo indietro, spaventato.
Non
provo niente?
Socchiudo gli occhi, mi sembra di precipitare.
Ho
passato la vita a cercare frammenti di loro, di loro due, e ora che sono qui,
io…
Vorrei gridare, vorrei fuggire, vorrei tenere per mano
qualcuno, chiunque di quelli che sono sempre nel mio cuore.
Ma
resto in silenzio, immobile, e sono solo.
Dove siete?
Li
chiamo senza parole.
Dove siete? Perché questo luogo non mi
parla?
Mi
assale un’onda di disperazione. Le rovine restano mute, davanti ai miei occhi
spaventati.
Dove siete?
E
poi arriva la risposta, dentro di me, ed è così semplice…
Perché li cerchi in un mucchio di
rovine?
Torno a guardare ciò che rimane della casa in cui anch’io
sono vissuto, la casa nella quale sono morti, e lentamente la consapevolezza
della verità si fa strada in me.
La
verità è che non sto facendo le giuste domande a quel mucchio di pietre e
sfacelo. A loro potrei chiedere come furono i loro momenti di gioia, i giorni di
cupi presentimenti, le ore di paura, le loro ultime grida. Ma non è quel che
voglio sapere. Io voglio ritrovare il loro spirito e il loro cuore, e questo non
è certo lì, tra le mura crollate della nostra casa a Godric’s Hollow.
Ho
passato questi anni a cercare tracce di loro, senza rendermi conto che loro sono
sempre stati con me.
All’improvviso non mi importa più niente dei resti della
nostra casa. Comprendo quello strano senso di estraneità che mi aveva fatto
tanto male. Ciò che amo non è lì. Questo luogo è l’inizio della mia storia, non
la fine della loro.
La
loro storia non è mai finita, non lo sarà, finché ci sarò io.
Ma
forse continuerà anche dopo. Vorrei pensare che le storie belle delle persone
non finiscono mai. Forse è infantile. Sarebbe un’idea consolante.
Non
mi importa se è infantile, io ci voglio credere. Così, quando li rivedrò,
racconterò loro il mio capitolo della nostra storia.
On that day Filled with
grace And the heart's communion Steps we take Steps we trace On the
way to hearts’ reunion Paths that cross will cross again
La
certezza della loro presenza mi fa stare bene, mi fa sentire meno solo. Trovo il
coraggio di avanzare, entrare nell’edificio che non esiste quasi più.
I
miei passi sono lenti, i miei occhi indagano, trovando tracce di oggetti di una
vita normale.
Ma
non c’è niente di normale, qui, e non c’è nemmeno più vita. I ricordi che
c’erano sono volati via, e di ciò che è rimasto io non ho bisogno.
Proseguo la mia esplorazione, e non riesco ad impedire a
certe domande di attraversarmi la mente.
Dove era lui, quando…
Lei avrà sentito, quando…
Le
caccio via, non voglio darmi risposte, non voglio pensarci. Tanto ho già visto
dentro me quelle scene miliardi di volte. Non voglio più. Fa male e basta. E non
è lì che troverò il riflesso di loro. L’unico luogo dove dovrei cercarli è il
mio cuore, e forse il mio specchio. Per la prima volta dopo giorni mi concedo un
sorriso.
Per
quanto la morte sia forte, esistono cose più forti.
Vago ancora un po’ nella casa morente, tra la polvere che
si solleva ad ogni mio passo, l’odore di umidità e legno marcio, le pietre che
fanno rumore sotto le mie scarpe. Pago il mio tributo al passato, prendendo nota
di ogni angolo di questo posto. Dovevo venire qui, lo so.
Finalmente il giro è finito, e posso uscire. Mi lascio la
casa alle spalle, sono tornato libero di nuovo. Se loro erano lì dentro, erano
con me, a sorreggermi, mentre mi addentravo nel passato. Erano lì a riparare il
mio cuore, perché avessi la forza di avanzare. Forse la strana sensazione che
questo luogo non mi appartenga non è che una loro benedizione, un dono, un modo
per farmi capire che del passato, dei ricordi, devo conservare quanto di bello e
importante ho, senza farmi sommergere da ciò che è solo follia e
dolore.
Speak to me, speak to me
shadow I spin from the wheel nothing at all Save the need the need
to weave A silk of souls that whisper whisper A silk of souls that
whispers to me
Rimango a guardare la casa, mentre la sera scende. Il mio
pensiero va per un istante, anche se non lo vorrei, alla prima persona che
quella notte arrivò qui. Ecco, un altro che ha seguito il loro destino. La
persona che più di tutti mi ha dato la misura di cosa significhi ingiustizia: me
lo ha insegnato la sua vita. Ma neanche di lui troverò traccia, qui. Né in
nessun altro luogo, se non dentro di me.
Oh,
beh, e forse anche in qualche corridoio di Hogwarts, dove magari è rimasto il
segno di qualche suo scherzo ai danni del primo Serpeverde che passava di
lì.
Trovo sia il miglior monumento alla memoria.
Nemmeno la sua storia è finita, no, non voglio
crederlo.
E
nemmeno la storia di…
No,
a questo non volevo pensare!
Ma
le immagini di ciò che è successo questa estate mi afferrano, mi crollano
addosso, mi trascinano di nuovo lì.
Non
voglio dire che “sono diventato grande”, mi sento sempre il solito idiota, e non
credo ci sia una definizione migliore di questa, per me. Ma di sicuro, nel
momento in cui Silente ha chiuso gli occhi, ho acquistato qualcosa. Oppure l’ho
persa, non lo so. So solo che è un cambiamento irreversibile.
Allora ho pensato che bastava davvero poco per distruggere
qualcuno. Anche se questo qualcuno mi era sembrato più forte e resistente delle
mura di quella Hogwarts che lui aveva amato tanto.
Eppure…
Eppure, se voglio tenere fede alla mia convinzione
infantile, sciocca, buonista e pure romantica, che le storie di queste persone
non sono davvero finite, mi devo ricredere. Devo dire che Silente è ancora vivo,
perché ci sono quelli che credono in ciò in cui ha creduto lui.
E’
ancora vivo perché io voglio proteggere ciò che lui ha tanto amato.
E’
ancora vivo perché non può finire tutto così.
Non
può finire tutto così.
Speak to me heart all things
renew Hearts will mend round the bend Paths that
cross
will cross again
Come portato dal vento che si è levato, mi arriva,
improvviso, il pensiero di quelli che mi hanno amato e di quelli che mi amano e
sono vivi.
Cos’ha fatto un idiota come me per meritare delle persone
così?
Probabilmente se non ci fossi stato io le cose sarebbero
state molto più semplici per tutte queste persone.
Ma
loro hanno scelto di stare con me: dietro di me, per sostenermi, davanti a me,
per difendermi, mettendosi spesso tra me e la morte.
Accanto a me, per arrivare alla fine del capito della
storia che parla di morte e dolore. Per iniziare una pagina nuova, insieme.
Le
nostre strade si sono incrociate, e si incroceranno per sempre.
Non
li voglio deludere. So che probabilmente finirò per combinare l’ennesimo casino,
io e la mia mania di salvare il mondo. Io e la mia convinzione che posso tenere
tutte le cose sotto controllo. Io e la mia fissazione di dover assolutamente
fare qualcosa, senza chiedere consigli. Io.
Io,
con la consapevolezza di non essere un granché. Non so come porre rimedio, a
questo. Io sono solo…io. Però, dovesse costarmi tutto, arriverò in fondo.
Forse dovrò chiedere aiuto, forse dovrò tornare sulle mie
posizioni, forse dovrò dare ogni cosa che ho. Probabilmente perderò coraggio e
determinazione mille volte, prima di riuscire a fare qualcosa.
Ma
la farò. Lo prometto.
Non
è molto una promessa, eh?
E’
tutto quel che ho, e la faccio qui, davanti a quelli che furono e che saranno
sempre. La faccio per quelli che sono e per tutte le persone che hanno il
diritto di svegliarsi la mattina senza dover precipitare nel più reale degli
incubi.
Prometto che arriverò alla fine della strada.
Mentre volgo le spalle alla nostra casa, mi viene in mente
che un anno fa, di questi tempi, ero tutto preso dalle selezioni della squadra
di Quidditch. Una fitta di nostalgia mi sorprende e mi fa male al cuore. Poi un
pensiero curioso: nel mezzo di una guerra, con notizie sempre più gravi ogni
giorno, col rischio di perdere la vita, noi avevamo la forza di essere
angosciati, emozionati, coinvolti, arrabbiati per un campionato scolastico di
Quidditch!
Sorrido. Lentamente il sorriso si trasforma in una risata.
L’animo umano è qualcosa di meraviglioso, sì. Riusciamo sempre a sopravvivere,
nonostante tutto. Basta avere qualcosa.
No,
non qualcosa. Qualcuno.
Torno con la mente alla storia del mio nemico, quella che
Silente mi ha fatto vedere attraverso le memorie di altre persone. Non abbiamo
avuto una vita molto diversa, almeno fino all’arrivo ad Hogwarts. Tutti e due
abbandonati, tutti e due soli. Ma lì, ad Hogwarts, è successo quello che ci ha
differenziati.
Lui
ha scelto di rimanere solo.
Quando sono arrivato lì avrei potuto fare come lui.
Preferire la certezza della mia superiorità – del resto ero anche il Bambino
Sopravvissuto! – e restare da solo, rifiutando gli amici ed accogliendo dei
sottoposti. Sfuggendo all’attenzione speciale di Silente, l’attenzione che
quell’uomo ha sempre dato a tutti, ma soprattutto alle persone che più ne
avevano bisogno. Io sono sicuro che Silente sarebbe potuto essere per Tom quello
che è stato per me.
Se
Tom avesse voluto.
Lui
non ha voluto. Lui non ha voluto nessuno.
Io…beh…non per merito mio…Non so perché, non so come, ma
ho finito per accettare quel che mi veniva offerto.
Ed
è per questo che sono qui, ed è per questo che arriverò alla fine della
strada.
E
lì spero davvero di potermi riposare, con tutti quelli che amo.
Rise up hold the reins We'll meet
again I don't know when Hold tight bye bye Paths that cross will cross
again Paths that cross Will cross again
FINE
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