Ordine del giorno - Narzissen
Blaue Augen
-territorio radioattivo.
barriera insufficiente
-incontro con i Daffodil
-avvio del piano ore 21.
*
Le abitazioni della città erano strane, con facciate
decorate da travi a vista e affreschi, avvolte dal vapore delle
macchine che sfrecciavano per le vie.
"E' inquietante",
si ritrovò a pensare Merisol posando gli occhi sull'ennesimo
orologio pacchiano che spuntava dal rosone di una chiesa.
Hyazintestraße era un piccolo vicoletto scuro con un'unica
porta visibile, e il legno sembrava simile a quello del suo ponte.
-Sono ricchi, questi.-, commentò passando le dita su quella
che sembrava una maniglia dorata.
Ricchi ed incoerenti.
-Stai attenta.-, Sode si sistemò gli occhiali sul naso
riponendo il palmare in tasca e lei sbuffò in risposta.
Come se non fosse ovvio, non fidarsi del primo gruppo di riccastri che
volevano rovesciare il governo...
Si aspettava di trovarsi davanti un branco di ragazzini carini e
biondi, invece la maggior parte dei membri di quell'organizzazione
-Narzissen Blau Augen, chissà che voleva dire- sembravano
avere l'età di Cumb. Beh, quasi vecchi.
Erano seduti assieme a loro attorno ad un enorme tavolo di legno
decorato a sbalzo, retro-chic come tutto il resto dello stanzone.
Il più carino e giovane - si era già dimenticata
il nome, ma aveva dei grandi occhi verdi- li aveva conquistati subito
mostrando loro una valigetta con metà della somma pattuita,
anche se non era esattamente
una bella cosa.
Fatto sta che era davvero utile Sode in quei momenti: lui poteva
discutere tranquillamente senza impazzire, mentre Merisol non riusciva
a sopportare l'accento duro di quelli lì -perché
non si adattavano come gli altri?
Scivolò sulla sedia a braccia incrociate. Non aveva voglia
di concentrarsi e così non riconosceva gran parte delle
parole... i suoi occhi iniziarono a calare lentamente. Aveva ancora del
sonno arretrato, e non poteva permettersi di avere occhiaie.
-Ci andavano bene, eravamo sicuri. Ma come possiamo difenderci da cose
che non vediamo?-, questo era occhioni, lo riconosceva.
-Non conosciamo le loro motivazioni, stanno uccidendo anche noi con
quei raggi.-, oh, ma non leggevano il Piaf? Non aveva voglia di
stamparne una copia anche per loro.
Rimase a commentare tra sé la pronuncia opinabile degli
interlocutori finché non udì un singhiozzo
seguito dal silenzio, ed aprì gli occhi.
Occhioni verdi si era emozionato, -Muoiono. Ad ogni onda si sciolgono,
e la carne diventa un tutt'uno con le ossa.-, dopo aver tirato su con
il naso e aver ricevuto una pacca sulla spalla, continuò.
-Sono pozze di sangue e viscide e... a loro! Ai Gemelli non importa!-,
terminò riferendosi ai tiranni, gli occhi stretti.
Però, battagliero a
parole.
Ma quello non era davvero nulla in confronto al dopo. Per
argomentare il loro piano uno di loro poggiò un volumetto
sul tavolo, e Merisol sbarrò gli occhi nel leggere il titolo.
Colpo di Stato:
ottenere l'appoggio dell'esercito ed osare -rapidità,
organizzazione, assalto.
...stavano seguendo le
istruzioni di un libro?
-Sode, stanno scherzando.-, si girò verso il tecnico che
esibiva una smorfia indecifrabile.
-No, signorina.-, intervenne l'unico quattrocchi trai ribelli, -Mai
stati più seri.-
Sì, come no. Il fritto ed il burro aveva dato loro alla
testa.
Sode si ritrovò davanti un plico di fogli scritti a mano,
cartine e post-it gialli. A forma di fulmini.
Erano in buone mani...
Almeno erano stati bravi: nemmeno l'ombra di una guardia in giro per la
città quella notte -o di ubriachi, che di solito eludevano
tutto e tutti.
Quattrocchi doveva aver studiato proprio bene quel libro -e fatto i
salti mortali per bloccare un intero quartiere della capitale.
Ora che doveva muoversi con attenzione quel vestito pareva
più ridicolo che mai -e pizzicava! Il suo povero collo era
tutto un graffio.
Sode era rimasto in Hyazintestraße a coordinare le operazioni
da dietro le quinte come al solito e Cumb la seguiva poco distante, con
un completo viola. Viola, peggio del cobalto di Sode.
Attraversarono la grande piazza circolare illuminata dai lampioni e si
portarono in un angolo oscuro dietro ad una statua informe, un
groviglio di mani.
Scavalcare il cancello che dava accesso ai giardini del palazzo era
impossibile -era costellato di punte- ma proprio per questo Pepper li
aveva preceduti, il fido zaino-libellula attrezzato di silenziatore.
Faceva pure freddo...
-Pepper è entrato.-, Merisol sistemò meglio
l'auricolare e si voltò per fare un cenno a Cumb, -Destra,
poi avanti cento metri, sta aprendo la porta di servizio. Un minuto
massimo.-
Scivolò sul muro, seguita dall'altro. Anche se non c'erano
guardie qualcuno la poteva sempre scorgere dalle finestre -e poi era
divertente giocare alle spie.
-Dov'è la porta?-, iniziò a tastare il muro alla
ricerca di un rilievo ma non lo trovò. Solo pittura bianca
che le si sgretolava sotto le dita -problemi d'umidità?
-Capitano!-, un bisbiglio concitato alla sua sinistra le fece
realizzare come avesse esagerato quei cento metri. Parecchio
più in là Pepper sbucava dal muro con gli
occhialoni calati, Cumb già entrato evidentemente.
Doveva farsi prestare da Sode quel palmare.
*
Quando Kim riaprì gli occhi feriti da una forte luce rossa
realizzò di essere sdraiato su un materasso duro e sottile.
Era solo in una stanza piuttosto piccola, dipinta a secchiate di colore
-le macchie colanti erano inconfondibili.
Si rigirò a fatica, ancora mezzo addormentato,
finché una voce squillante non lo svegliò del
tutto.
-Era ora!-, sembrava appartenere ad un bambino, ma Kim non
verificò, -Maestrooo!- chiamò il piccolo.
Non si rialzò per controllare la situazione. Non
ne aveva voglia.
-Oh, ciliegina, eccoti qui.-, ma dovette farlo. Quello strano uomo era
entrato con una lunga pipa fumante in mano e chiazze di colore sulle
braccia, -Meri ha iniziato l'operazione top-secret un paio di minuti
fa, ed abbiamo ospiti.-
Sembrava squadrarlo -ed i suoi occhi si erano allineati, per un
momento- ma Kim sostenne lo sguardo come il suo solito.
-Domani dovrebbero tornare. Il fuso orario ucciderà il tuo
capitano, sappilo.-, aspettò che Kim annuisse prima di
uscire dalla stanza, canticchiando.
Lui si portò una mano sul viso, toccando con le dita fredde
la guancia. Aveva bisogno di radersi, decisamente. E la cicatrice era
sparita, senza dolore.
*
Merisol conosceva di fama i Gemelli di Sehnsucht ed aveva accettato di spegnerli per un
motivo: erano degli sporchi sottoprodotti delle Grandi Menti.
Quindi non si stupì più di tanto quando, entrata
in quelli che dovevano essere i loro appartamenti privati, si
ritrovò davanti due ragazzini simili a bambole, le orbite
vuote ed ingranaggi che si muovevano sotto il guscio di porcellana.
Ok, era un po' di cattivo gusto l'abbinamento capelli neri-pelle
pallida-vestiti pastello, ma poteva passarci sopra, dopotutto erano
macchine, e delle grandi manovelle sporgevano dalle loro schiene.
Che carini, si stavano caricando a vicenda, baby carillon ad orologeria
-Cherube dice, voi dovete essere i mercenari dei ribelli.-, uno dei due
si voltò verso di lei, il volto inespressivo, sempre
impegnato a girare la manovella dell'altro in quello strano abbraccio.
-Pirati, prego. Da quattro generazioni.-, puntualizzò
Merisol con orgoglio.
-Seraphe dice, ti abbiamo già vista. E anche l'uomo in
carne.-, la voce dell'altro era identica, bassa e senza tono. Kim li
avrebbe subito presi in simpatia.
Però, come facevano a sapere che nel corridoio era rimasto
Cumb? Sode e Pepper erano riusciti a disattivare il sistema di
sicurezza.
-Cherube dice, non uscirete vivi.-, ed il primo gemello
sollevò il braccio libero verso di lei, imitato dall'altro,
-Seraphe dice, non
ci dispiace.-
Esplosero, porcellana in frantumi e polvere bianca che rivelarono le
loro vere braccia.
-Merda.-, commentò semplicemente Merisol fissando
svariate lame uscire dallo scheletro a scomparti. E alcune ruotavano.
Ne approfittò per strapparsi il vestito e rimanere in tuta
-e non riuscì nemmeno a godersi il momento.
-Cuuuumb!-, chiamò il compagno sfilando la pistola da una
delle fondine dietro la schiena, -Carillon con lame rotanti, pane per i
tuoi denti!-
E Cumb entrò, la porta che sbatteva ed un rumore di strappo
mentre cresceva in altezza ricoprendosi di spesse squame verdi,
trasformandosi nel coriaceo rettile gigante che riusciva a controllare.
Da usare solo in casi estremi, e quello... beh, lo era.
Non mi convince
molto questo capitolo, nel senso, l'ho riscritto due volte per
migliorarlo. E' che l'incontro era troppo inforigurgitoso -di cose
inutili, fra resto. Ho tagliato, sistemato... e spero di
averlo fatto bene. Ahimè, servono anche i capitoli
cuscinetto.
Narciso e Giacinto sono le mie figure mitologiche preferite per la
cronaca, si nota molto? x° Comunque NBA (!) vuol dire "gli
occhi blu di Narciso". Facendo ricerche ho scoperto che Blaue Narzisse
è tra l'altro un magazine online
tedesco rivolto ai giovani che tratta anche di politica -sta dalla
parte della CDU, i democristiani, il partito di Angela Dorothea :)
poi... mi sono messa a cercare cose assurde per verificare che la
porcellana esplodesse con fumo e schegge.
Quella dei gabinetti no, ma è trattata, quella degli
isolanti elettrici sì. Ho anche trovato un tipo che fa
esplodere petardi in tubi di porcellana fresca -oddio x° Sempre
per la cronaca, il libro -due!- sul fare i colpi di stato esiste.
Uno è Tecnica
del Colpo di Stato di Malaparte,
l'altro è Coup
d'Etat: a practical Handbook di Luttwak. Li
ho scoperti grazie al blog di Gamberi Fantasy e mi sono basata sul
riassunto di Gamberetta.
Ho tagliato un po' la parte dell'incontro perché, beh,
sarebbe stata fine a sé stessa. Alla fine Merisol
è una donna d'azione -Sode pensa a passarle la spada, il
pezzo di tubatura ed il resto. E' umana. Cumb no BD
Con il prossimo capitolo conto di terminare la parte sui tiranni e
iniziarne una strettamente legata, che darà un po' di
spiegazioni. Spero vi piaccia anche questo capitolo!
Ringrazio Kuri,
aki_penn,
e thewhitelady
per aver commentato lo scorso capitolo, mi piacerebbe sapere che ne
pensate di questo! E tu, lettore nell'ombra, esci fuori che non ti
mangio x°
Nyappy
|