~ Polvere ~
La
rosa era quasi appassita. Un petalo scivolò in quel momento sulla superficie
lucida del tavolo, intrappolata sotto la campana di vetro. Il resto era
polvere. Polvere sui mobili, polvere nell’ala ovest. Polvere che avvolgeva ogni
cosa, che calava giorno dopo giorno sul castello e sul suo cuore di pietra.
Nessuno avrebbe mai amato una bestia.
Nessuno.
La
fata aveva proclamato la sua fine e lui era stato solo in grado di odiarla.
Odiare quello che gli aveva fatto, quello che aveva perduto. La sua bellezza
era tutto, senza non aveva più niente. Solo quella rosa e quello specchio. E
gli occhi di lei riflessi in quel vetro smerigliato. Occhi scuri, profondi, che
lo perforavano pur non vedendolo, occhi che gli trafiggevano l’anima. Ma lei
era troppo bella, troppo pura. Troppo. Non avrebbe potuto sfiorarla, non
avrebbe potuto stringerla tra le sue braccia. Non avrebbe potuto appoggiare le
sue labbra sulle sue. Quelle labbra delicate come la rosa che non osava
afferrare.
Lei
era lì, chiusa in una stanza stravolta dalla paura. Intrappolata, da una bestia.
Lui
era solo questo. Ora e sempre. Un mostro.