Mother’s
Day
Quella domenica mattina, Lucy si
svegliò molto presto. Ok,
forse è meglio dire prestissimo.
Stette
due minuti
buoni ad osservare la radiosveglia di Susan che lampeggiava nella
stanza ancora
scura, riordinando le idee per la giornata, poi scese silenziosamente
dal letto
e, sempre in silenzio assoluto, uscì dalla stanza, senza
però abbandonare Izzy,
la sua bambola di pezza da cui non si separava mai.
Una volta fuori, spiò
nella camera dei genitori,
controllando che stessero dormendo, e si diresse in punta di piedi fino
alla
stanza dei fratelli maggiori.
Aprì leggermente la porta,
e sistemò Izzy in modo che anche
lei “vedesse” l’interno della camera.
- che dici, Izzy? –
domandò a bassa voce. – entriamo? –
Fece annuire la bambola, e poi
sorrise contenta.
- allora andiamo! –
Aprì la porta quel tanto
che bastava per passarci e, facendo
segno a Izzy di rimanere in silenzio, camminò fino al letto
di Edmund.
- Ed – sussurrò,
lanciando un’occhiata a Peter che russava
nel letto accanto. Edmund, mugugnò qualcosa e si
rigirò nel groviglio di
coperte. – Ed, alzati – continuò la
più piccola, scuotendo il fratello.
Edmund, praticamente
steso a testa
in giù sul letto, in tutta risposta socchiuse un occhio,
osservò Lucy per
qualche istante e decise che non valeva la pena di aprirli entrambi.
- che
c’è, Lu? – mugugnò
infastidito.
- devi alzarti Ed.
Avevi promesso
che scendevi anche tu – gli ricordò Lucy,
stringendo al petto Izzy, con fare da
cucciolo abbandonato.
Edmund
mugugnò ancora, aprendo
anche l’altro occhio.
- ma, Lu..
è presto – sbadigliò
vistosamente, senza nemmeno degnarsi di portarsi una mano alla bocca.
– non ne
ho voglia – concluse, girandosi dall’altra parte.
- ahi! –
sobbalzò subito dopo,
quando Lucy gli afferrò un orecchio e glielo tirò
forte.
- l’avevi
promesso – gli disse in
tono d’accusa. – così farai piangere
Izzy!-
Portò
davanti al viso del fratello
la faccia tonda e morbida della bambola, scuotendola.
- vedi?
L’hai fatta piangere! –
riprese Lucy, avvicinando ancora di più la bambola al naso
del bambino che si
ritrovò ad incrociare gli occhi di conseguenza.
- I..Io! –
tentò di difendersi
Edmund. Quando però Izzy fu portata ancor più
vicina al suo volto, tanto che
ormai gli copriva completamente la visuale, il ragazzino si
rassegnò.
- ok, Lucy. Scendo.
– le concesse
con un sospiro rassegnato.
Lucy
ritornò a stringere Izzy al
petto, con aria vittoriosa e soddisfatta, e
s’avviò nuovamente verso la porta
mentre il fratello cercava di districarsi dalle coperte.
- fai piano, Ed!
– sbottò
risentita, quando il più grande cadde con un tonfo sordo sul
pavimento,
trascinandosi dietro il cuscino.
Cielo, lei si era
impegnata così
tanto per far silenzio e quel tonto di suo fratello stava rovinando
tutto!
Sbuffò esasperata, mentre Edmund balbettava uno
“s..scusa” appena udibile, e la
raggiungeva, saltellando su un piede ed infilando la ciabatta
sull’altro.
I due bambini scesero
furtivi le
scale, ed Edmund inciampò sull’ultimo gradino,
rotolando fino alla cucina con
un grido soffocato. Lucy gli trotterellò dietro spaventata,
accertandosi che
non si fosse fatto niente.
Accese la luce della
cucina, e guardò
l’orologio, tanto per accertarsi che fosse ancora abbastanza
presto.
- diamine, ho messo
le ciabatte di
Peter! – si lamentò Edmund una volta rialzato,
mentre Lucy già trascinava una
sedia fin sotto il grande mobile di legno che sovrastava i fornelli ed
il
lavabo, arrampicandosi su di essa e sporgendosi per raggiungere il
sopra della
credenza. Ovviamente ad entrambi era stato vietato di salire fin
lassù, più che
altro perché c’era il rischio che si tirassero
l’intero mobile addosso;
purtroppo tutti sapevano che nella quasi totalità dei casi
Edmund non avrebbe
rispettato quella regola, e che al 99.9% Lucy avrebbe voluto imitarlo a
tutti i
costi.
- Ed, non ci arrivo
– si rammaricò
la bambina, gonfiando le guancie con fare infantile e scendendo dalla
sedia. –
Sali tu? – chiese, facendo gli occhioni dolci al maggiore e
mostrandogli il
volto sorridente e paffuto di Izzy.
Lui alzò
gli occhi al cielo, e
salì sulla seggiola, raggiungendo a malapena il bordo
superiore del mobile. Non
contento, si mise in piedi sul ripiano di marmo accanto ai fornelli,
stando
attento a non schiacciare per sbaglio qualche tasto con i piedi.
- è
perché sei una nana, Lu – le
disse una volta al sicuro, guardandola dall’alto con fare
divertito.
Lucy
s’imbronciò, poggiò Izzy sul
tavolo di legno e afferrò con entrambe le mani il piede
destro di Edmund,
cominciando a strattonarlo.
- non sono una nana!
La maestra
dice che sono la più alta della classe -
si difese, tirando un’ultima volta il piede del
fratello ed ergendosi
poi in tutta la sua altezza di bambina di 6 anni.
- vedi? –
fece poi, mettendosi una
mano sopra la testa e comparando la propria altezza con il tavolo,
fiera di
essere decisamente più alta.
- vedo, Lucy, vedo
–
rise Edmund, afferrando il grosso mazzo di fiori che avevano comprato
il giorno
prima, più il pacco di cioccolatini che papà si
era raccomandato di nascondere.
E quale posto migliore di quello? Lucy aveva costretto il padre a
metterlo
lassù, promettendogli poi che non sarebbe salita sul mobile
per cercare di
prenderlo; e, in effetti, non era Lucy quella in piedi sul ripiano. E
poi ad
Edmund non importava di prendersi un’altra sgridata.
Il sopracitato
fratello, nel frattempo, era nuovamente sceso sulla sedia, stringendo i
regali.
Si voltò verso di lei e le fece una linguaccia.
- stupido!
– lo
rimproverò la sorella, tirando un calcio alla gamba della
sedia per dispetto e
facendo così perdere l’equilibrio al ragazzino,
che le cadde addosso
trascinandosi dietro fiori, cioccolatini e seggiola.
Qualche secondo dopo
sulla soglia della cucina c’era il resto della famiglia
Pevensie, attirata
dall’urlo cacciato da Lucy quando il fratello le era caduto
addosso.
- bambini!
– gridò
Helen Pevensie, inginocchiandosi accanto a loro. i due bambini,
però,
sembravano del tutto incolumi e, anzi, decisamente entusiasti.
Sicuramente
Edmund stava già progettando di rilanciarsi giù
dalla seggiola. –
quante volte vi abbiamo detto di non
arrampicarvi sul mobile della cucina?!-
- guarda mamma!
–
gracchiò felice Lucy, portando il mazzo di fiori esattamente
fronte al volto
della madre e sventolandoglielo davanti al naso – sono per
te! -
Anche Edmund le
porse la scatola dei cioccolatini, mormorando un:
- buona festa della
mamma, mamma –
Helen
guardò entrambi con gli
occhi lucidi, abbracciandoli stretti.
- grazie mille
– sussurrò felice,
scoccando un bacio sulla fronte a tutti e due. Prese i regali e li
appoggiò sul
tavolo accanto ad Izzy, voltandosi poi a fronteggiare i tre rimanenti
membri
della famiglia.
- posso sapere, di
grazia, chi di
voi tre ha avuto la fantastica idea di nascondere lassù il
regalo? – domandò,
assottigliando gli occhi a due fessure.
Peter e Susan si
voltarono
automaticamente verso il padre, che raggelò di fronte allo
sguardo truce della
moglie. Fece un sorriso stiracchiato.
- mi ci hanno
costretto, Helen.
Sai com’è fatto Ed, no? E Lucy è molto
più subdola di quello che sembra .. –
Entrambi i bambini
regalarono un
sorriso angelico alla madre, quando questa si voltò ad
osservarli.
- mamma mi passi
Izzy? – domandò
Lucy, con fare innocente.
Quando la donna
tornò a guardare
il marito, sia Peter che Susan si erano volatilizzati.
- Andrew Pevensie.
Hai osato
insinuare che i miei due bambini non siano delle dolci creature
innocenti? –
- m..ma certo che no,
cara! Solo
che.. –
Edmund e Lucy,
decidendo che la
discussione si sarebbe presto risolta in uno dei soliti litigi giocosi
a cui
erano abituati, andarono a rintanarsi sul divano del salotto.
- né, Ed.
– sussurrò
Lucy all’orecchio del fratello, in modo da non farsi sentire
dai genitori. –
quand’è che lo rifacciamo? –
NdA~
Salve
mondo, e buona festa della mamma a tutti :D
Questa
shot non è effettivamente un granché ma, come al
solito, visto
che non ho nient’altro da postare mi accontento – e
voi farete altrettanto u.u
L’ho
scritta per la mia mammina (:3), visto che scaricare da internet
un biglietto melenso non è più nel mio stile, e
spero vivamente che le sia
piaciuta davvero e che non mi abbia detto “è molto
bella, grazie mille!” solo
per farmi sentire felice xD
Non
avendo nient’altro da aggiungere (a parte: fate gli auguri
alle
vostre mamme, mi raccomando!) mi defilo.
See
ya!
_ L a l a
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