Declaimers: essendo un’original
tutti i diritti mi spettano!
Note: non betata.
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Chiudo gli occhi emettendo un
lungo sospiro dalle labbra socchiuse. Sono già trascorse delle ore ma nulla è
cambiato, lo scenario che mi circonda resta ancora oscuro e spaventoso. Mi
stringo attorno ad una coperta fredda, sperando che il tempo trascorra in
fretta. Sono stanca, sento le ossa e i muscoli dolermi ad ogni movimento che
quella posizione scomoda possa permettermi.
Tutto attorno a me tace eppure
sento la sua presenza. Immersa nel buio i miei sensi si acuiscono permettendomi
avere una visione più ampia di ciò che mi circonda. Apro gli occhi nervosamente
ma non vedo nulla. Attorno a me solo oscurità. Li richiudo stanca, sperando di
trovare finalmente un po’ di pace. Circondata dal silenzio lascio spaziare la
mia mente e ricordi lontani mi vengono incontro, abbracciandomi e accomodandosi
al mio fianco. Mi muovo leggermente, cercando di dare sollievo alla mia gamba
destra, piegata ormai da troppo tempo. Sbuffo infastidita.
Non voglio ricordare, i ricordi
fanno sempre male e distorti dal buio si trasformano in orribili mostri. Mi
stringo ancor di più alla mia fragile coperta. Non c’è nulla attorno a me, mi
sono solo lasciata suggestionare dalle mie paure e dai racconti ascoltati
attorno ad un tavolo. Riapro e richiudo gli occhi lentamente e sorrido serena.
Preoccuparsi per nulla è sempre stata la mia prerogativa personale. Mi sistemo
meglio sulla branda, più rilassata. Distendo le gambe indolenzite e sento ogni
muscolo allungarsi fremendo. Mi lascio sfuggire una risata leggera; rido della
mia ingenuità mentre allungo un braccio alla mia sinistra alla ricerca di acqua
fresca. Ed è proprio in quel momento che la sento, avverto la sua presenza. E’
un attimo, ma tanto basta a farmi tremare e a far vacillare le mie convinzioni.
Ritiro il braccio e mi alzo in piedi, gli occhi spalancati intenti ad osservare
l’oscurità che mi circonda, i piedi ben piantati a terra quasi a voler sostenere
me e le mie convinzioni.
Tutto tace. Non si ode più
nulla, non un movimento non un suono. Tutto sembra così irrealmente statico.
Il mio cuore batte furioso. Non
la vedo ma avverto la sua presenza. E’ lì, lo sento, anch’ella avvolta
dall’oscurità, ammantata di buio e nascosta dalla notte. Respiro lentamente
quasi temendo possa scoprire il mio rifugio, il mio nascondiglio. Scruto nel
buio cercando di captare anche il più piccolo movimento ma nulla sembra
accadere. Non abbasso la guardia, però, e continuo a vigilare, immobile in
quella posizione forzata ed innaturale. Non si ode nulla, solo il rumore del
vento che soffia con ferocia fra gli alberi, abbattendo ogni cosa incontri sul
suo passaggio. Io sono al sicuro qui, continuo a ripetermi incessantemente.
Nulla può colpirmi o scalfire la mia corazza. Eppure non riesco a
tranquillizzarmi. Sapere di non essere più sola mi innervosisce e mi spaventa.
No, la paura non deve sfiorare
la mia mente, non devo permettere alle mie emozioni di prendere il sopravvento!
Distendo lentamente la prima
gamba poi, dopo qualche secondo, anche l’altra. Con ancora più lentezza decido
di cambiare posizione, cercando di non fare troppo rumore e di non attirare la
sua attenzione su di me.
Mi chiedo cosa stia facendo in
questo momento. E’ strano pensare a lei con questa struggente tristezza nel
cuore. Noi siamo eterni nemici, eppure non posso fare a meno di giustificare
ogni suo gesto, o almeno di provarci. Anche questa è sopravvivenza. L’uno agli
antipodi dell’altro, due opposte fazioni che si scontrano inevitabilmente sulla
scacchiera di questa battaglia senza senso.
Scuoto la testa con forza. Non
posso e non devo lasciare che la mia mente vacilli e che i miei pensieri mi
trascinino per strade tortuose. Non è compito mio mettere in discussione lo
status quo vigente. Noi siamo nemici, combattiamo per la nostra sopravvivenza,
l’uno contro l’altro. Il resto non conta, non deve contare.
Chiudo gli occhi stanchi. Questa
lunga veglia mi ha spossato e sento la stanchezza intorpidire il mio corpo
stremato da tante fatiche e privazioni. Nonostante il caldo quasi soffocante,
non riesco a tenere gli occhi aperti e mi lascio cullare da questo strano
silenzio. Il mio respiro diventa sempre più regolare e la mia mente si svuota.
Dove sono? Chi sono? Nulla sembra avere più importanza e non esiste appiglio per
la mente. Mentre tutti i ricordi della giornata sbiadiscono lentamente, mi
ritrovo a pensare che non sarebbe male poter vivere sempre così, come una nave
alla deriva cullata da un mare senza onde.
Nuovamente lo sento. Apro gli
occhi improvvisamente, il caldo torrido sostituito da lunghi brividi di freddo.
Cerco di scrutare attraverso l’oscurità imperante ma non riesco a vedere nulla.
Eppure è lì. L’ho sentita chiaramente, nonostante l’oblio del dormiveglia. Ormai
conosco la sua voce, potrei distinguerla fra mille suoni. Era lei, ne sono
certa. E non era lontana. Approfittando della mia stanchezza deve aver avanzato
velocemente e ora si trova vicino a me, troppo vicino.
Continuo ad ascoltare in
silenzio, la sento avanzare lentamente ed allontanarsi alla medesima velocità.
Sta giocando con me come il gatto con il topo. Si prende gioco di me e dei miei
nervi instabili. Digrigno i denti senza neanche accorgermene. Tento un’ultima
mossa, cercando di afferrarla ma lei, veloce, sfugge alla mia fragile presa.
Allungo nuovamente il braccio ma lei si allontana, ancora una volta.
“Basta!” urlo disperata.
Non posso più continuare a
lottare quando la battaglia volge sempre a mio sfavore! Perché continuare a
lottare quando serena si dimostra la resa?
Scosto la coperta fragile e mi
alzo di scatto dal mio giaciglio. Esco da questo buio nascondiglio lasciandomi
alle spalle solo amarezza e frustrazione. Fuggo, senza voltarmi indietro e…
entro in salotto. Con rabbia afferro il telecomando e, mentre accendo la tv,
scocco un’occhiata veloce al pendolo. Sono solo le due di notte. Ho sonno e sono
tremendamente stanca. Con un sospiro mi sistemo sul divano bollente e ringhio a
denti stretti:
“Prima o poi ti prenderò! Hai le
ore contate! E quando ti acciufferò rimpiangerai il giorno in cui hai
attraversato il mio cammino, maledetta zanzara ninja stronza!”
Torno a fissare la tv con uno
sbuffo. La notte è ancora lunga.
Note finali: questa piccolissima
storia è nata da uno scambio di sms con una mia cara amica durante un’afosa
estate siciliana. L’ho scritta solo qualche giorno fa per un’occasione speciale
e ho pensato di postarla anche qui. Spero che la lettura non vi abbia annoiato
e… neanche a dirlo una recensione sarebbe gradita.
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