Forever After
Forever after
Poso pennino e calamaio e osservo soddisfatta la mia nuova cartina.
devo ammettere che è venuta proprio bene. La distendo con cura
sullo scrittoio in modo che possa asciugare completamente e poi
mi stiracchio le braccia e gambe, dondolandomi appena sulla sedia.
Sposto lo sguardo sull’oblo, dal quale posso vedere solo il
buio della notte, e poi verso la sveglia. Ho impiegato quasi due ore
per finire la mia mappa, ma il risultato è stato eccellente.
Mi alzo e dopo aver fatto qualche altro esercizio per distendere i
muscoli mi incammino per i corridoi della Sunny . So già
qual’ è la mia meta: il ponte a prua della nave. Secondo
me è affacciarsi affacciarsi da lì è un po’
come dare uno sguardo al futuro…si vede a cosa va incontro la
nave a cosa andiamo incontro noi stessi. Chissà, magari Rufy
ama stare sulla polena proprio per lo stesso motivo.
Sorrido appena quando lo scorgo appoggiato proprio alla sua postazione
preferita. Silenziosamente mi avvicino a lui. Arrivata a pochi passi
dal mio capitano lo vedo voltarsi e sorridermi.
- Ehi, Nami. Anche tu sveglia?
- Già... ho finito poco fa la cartina, ma non ho per niente sonno oggi. E tu? Perché sei qui?
Sorride e scende dalla polena per venire accanto a me.
- Ero troppo eccitato per dormire! Dopo due anni sempre sulla stessa
isola, riprendere il mare è una sensazione stupenda! Non trovi
anche tu, Nami? Il rumore del mare, il suo profumo… ahh, che
meraviglia!
- Già, mi è mancato viaggiare con tutti voi... è bello essere di nuovo tutti insieme.
Lo dico sincera, ma un po’ malinconica... certo, il mare mi
è mancato, ma la cosa che mi ha fatto soffrire in questi due
anni è stato non avere il mio capitano e i miei nakama vicini...
- Rufy tu... tu non ti sei mai preoccupato per noi? - Gli pongo questa
domanda in un sussurro quasi incerto per i miei canoni... non so
nemmeno io il perché di questa curiosità... forse
gliel’ho chiesto solo sentirlo vicino... per sapere che non sono
stata l’unica a preoccuparmi e passare notti insonni.
- No, certo che no - Mi risponde con uno dei suoi sorrisi a trentadue
denti, cosa che non mi fa andare su tutte le furie solo perché
sono assolutamente scioccata. Non riesco a capire se ha davvero detto
non gli importava di noi o se ho semplicemente capito male –
Ipotesi che, sinceramente, spero con tutta me stessa.
- N-non ho capito… potresti ripetere?
- Certo, ho solo detto che non ero preoccupato per voi!- Risponde
e mi sorride, sistemandosi il cappello da dietro la nuca. Il sangue mi
ribolle nelle vene! È impossibile che non ci abbia pensati
nemmeno per un attimo! Che non si sia chiesto se eravamo vivi o morti
mentre io… io… cielo, io non ho fatto altro che pensare a
lui! Alla sua battaglia e alle ferite, alla morte di Ace! E lui invece
se ne sta sdraiato su un’amaca nuova di zecca, chissà da
dove spunta fuori.. sicuramente è stato Franky a montarla.
- Cioè, vorresti dirmi che ti sei separato dalla tua ciurma per
due anni, due lunghissimi anni, senza avere nostre notizie, senza
sapere dove eravamo, senza avere nessuna certezza sulla nostra salute o
delle nostre condizioni... e non eri preoccupato! - Ho tentato di
assumere un tono vagamente neutro, ma ovviamente non ci sono riuscita
nemmeno lontanamente. Tremo di rabbia e il mio pugno si è
stretto in una morsa dolorosa, pronta a colpire quella testa bacata che
si ritrova quell’idiota del mio capitano.
- No, te lo ripeto ancora, non mi sono preoccupato! Siete i miei
nakama, la mia ciurma, i miei amici e le persone di cui mi fido di
più in assoluto. Avanti, Nami, non avrei mai potuto dubitare di
voi. Sapevo che in un modo o nell’altro sareste stati salvi,
sapevo che come me avreste lottato o vi sareste allenati duramente per
diventare i migliori e avevo la certezza che ci saremmo riuniti
più forti ed uniti di prima. - Le sue parole vengono pronunciate
con serietà e convinzione, tanto che non mi è difficile
non dubitare di una sola parola uscita dalle sue labbra. È
tipico di lui fare questi discorsi e soprattutto credere in ciò
che dice... quasi mi sento una sciocca per aver dubitato di lui,
tuttavia... il fatto che abbia detto che non si è neanche
lontanamente preoccupato per noi continua a mandarmi su tutte le furie,
cosi alla fine l’ho fatto: gli ho sferrato un pugno in testa e,
con aria imbronciata incrocio le mani sotto il seno.
- È ovvio che ce l’avremmo fatta, siamo pirati! E facciamo
parte della tua ciurma quindi… Sì, siamo i migliori...
però, caro il mio capitano, anche noi abbiamo avuto le nostre
difficoltà. - Mi fermo solo un attimo, pensando alla paura
provata quando mi sono svegliata su Watheria, rendendomi conto di
essere sola, completamente sola. - Eravamo soli, divisi gli uni dagli
altri e catapultati in posti che non conoscevamo. Non avevamo
idea di come poter tornare all’arcipelago e... - Mi rendo conto
di aver abbandonato il mio tono autoritario per dar spazio ad un
discorso che avrebbe riaperto inutilmente tante ferite. Lo capisco
guardando Rufy: non sorride più e le sue iridi nere non sono
state mai cosi serie e scure. Mi fermo e prendo un grande respiro.
Colpisco nuovamente Rufy in testa, questa volta molto più
dolcemente, e riprendo a parlare. Mi sdraio accanto a lui
sull’amaca, supina, per poter perdere lo sguardo nel cielo
notturno. - Quindi, non è stato per niente carino quello
che hai detto. Avresti dovuto preoccuparti almeno un po’…
o almeno pensarci. Chiaro?- Concludo, voltandomi di lato per spiare la
sua figura e regalargli un sorriso.
Mi rigiro nuovamente sull’amaca, facendo attenzione a muovermi il
più lentamente possibile per riprendere una posizione supina e
guardare nuovamente le stelle nella speranza che anche Rufy faccia lo
stesso. Forse ho parlato troppo: non volevo farlo sentire in
colpa… cioè, non realmente. Ok, ok, un po’ volevo.
Dopotutto io mi sono preoccupata tantissimo per lui,
però… però odio non vederlo sorridere,odio vederlo
soffrire.
- Tu ti sei preoccupata? - È stato un sussurro, quasi
inudibile se non fossimo stati cosi vicini l’uno
all’altra. Il suo tono mi fa venire la pelle d’oca.
È... è mortificato. Sospiro nuovamente, non so se per la
certezza di aver ferito il mio capitano o per il ricordo di quanto mi
sono preoccupata in questi due anni, preoccupazione che fra
l’altro ha riguardato soprattutto lui.
- Certo, certo che mi sono preoccupata. avevamo lottato cosi duramente
ed eravamo stanchi e feriti e… e non sapevo dove foste, io
stessa non avevo idea di dove mi trovassi.- Mi rigiro verso di lui,
portando una mano dietro la nuca per sorreggere la testa e poterlo
guardare nuovamente negli occhi. - È stato naturale
preoccuparsi, dopotutto lo hai detto pure tu: siamo nakama, ci vogliamo
bene. Certo Zoro e Sanji forse non lo dimostrano, ma darebbero la vita
per salvarsi l’un l’altro. Quindi sì,
all’inizio mi sono preoccupata molto, ma poi ho pensato che si
trattava di voi, - Non posso fare a meno di sorridere a quel pensiero.
- Tu non ti saresti mai arreso, per nulla al mondo avresti rinunciato a
cercarci e a lottare per riunirci. Zoro non lo avrebbe sconfitto
nessuno, nemmeno la morte ha vita facile con lui. Certo, ero
dell’idea che saremmo dovuti andare a recuperarlo in
chissà quale meandro della Terra, ma ero certa che sarebbe stato
salvo. Di Usoop stranamente ho pensato che sarebbe stato più
terrorizzato di me, ma che alla fine avrebbe trasformato il suo panico
in coraggio, come sempre. Chopper invece mi ha dato qualche
preoccupazione in più: ritrovarsi nuovamente solo non deve
essere stato facile per lui, ma ero sicura che sarebbe stato in grado
di fidarsi di altra gente e di ritrovare la strada per tornare da noi.
Per la mia sorellona non mi sono preoccupata molto, invece: Robin
è cosi forte e indipendente, di certo anche lei avrebbe avuto
qualche imprevisto, ma ero convinta che lo avrebbe risolto velocemente
e senza particolari problemi; lo stesso vale per Francky, anche se
spesso lo immaginavo piangere come una fontana pensando a noi e alla
Sunny incustodita. Brook... Brook sinceramente mi ha fatto pensare alle
persone che lo avrebbero incontrato: dopotutto uno scheletro parlante
non si vede tutti i giorni. ricordi quanto ci siamo spaventati noi, la
prima volta?- Mi sfugge una piccola risata a quel ricordo.
effettivamente è stato uno degli incontri più strani che
abbiamo mai fatto. I più spaventati eravamo io, Usoop e Chopper,
ma ricordo che anche gli altri sembravano avere qualche incertezza -
Comunque, dicevo, è stato normale preoccuparsi... tanto
più che poi,beh, quando abbiamo avuto tue notizie…
Sì, insomma, quella preoccupazione non è sparita tanto
facilmente come la prima, anzi; penso se ne sia andata solo dopo averti
rivisto...- Sento le lacrime mandare a fuoco i miei occhi e timidamente
li abbasso, nel vano tentativo di celarle a Rufy. Mi sento cosi
sciocca, vorrei ricacciare le lacrime indietro e invece loro non fanno
che lottare per fuoriuscire. Improvvisamente avverto una piccola
pressione sul capo e non mi è difficile capire che si tratta del
cappello di Rufy.
- Anche io.
- Cosa?- È stato appena un sussurro, sia quello di Rufy
che il mio, è stato come se la sua voce fosse stata inghiottita
dal silenzio e io non so più se abbia davvero parlato o se mi
sono solo immaginata la sua voce. È stato istintivo per me
riformulare quella domanda, una sola parola sussurrata ad un passo
dall’oblio.
- Anche io mi sono un po’ preoccupato, ma non per le vostre vite. Sapevo che ve la sareste cavata. Ero preoccupato per te.
Sgrano gli occhi quasi dolorosamente mentre le lacrime sembrano congelate da quelle parole
- Perché? Sì, insomma, se non temevi per la mia vita, allora...
- Non lo so. Pensavo spesso a te. Sei intelligente e forte e
sapevo te la saresti cavata; anzi, ero certo che tu prima di tutti
avresti trovato il modo di andare avanti, ma sapevo anche che avevo
infranto la mia promessa, e io non spezzo mai una promessa , ma questa
volta l’ho fatto.
- Rufy ma di cosa parli? Quale promessa? Tu non...
- La promessa fatta all’uomo con la girandola! Tu non lo sai, ma
il giorno che ti sei unita alla mia ciurma io ho fatto una promessa
all’uomo con la girandola, e prima ancora una a Bellemer. - Quasi
le urla quelle parole e ha la mano stretta in un pugno talmente forte
da farlo tremare e far diventare le nocche bianche.
- A lui ho promesso che non ti avrei fatta più piangere, mentre
a lei che non ti avrei mai abbandonata e che ti avrei sempre, sempre
protetta. Io glielo avevo promesso!
Le lacrime ricominciano a rigarmi le guance, ma non me ne curo.
Semplicemente mi avvicino ancora di più a Rufy, abbracciandolo
al collo e continuando a piangere. Lo sento irrigidirsi solo un attimo,
poi anche lui mi abbraccia, portando le sua mano alla mia vita e
l’altra sopra il mio capo per tenere fermo il cappello. Mi
sussurra un “mi spiace” e tutto quello che invece riesco a
dire io è “stupido”.Sì, stupido per quello
che ha detto, stupido per essersi preoccupato per me, stupido per
avermi fatta piangere ancora facendomi sentire una sciocca.
Mi aggrappo ancora più forte a lui. Le lacrime già sono
diminuite, tuttavia anche la sua presa resta salda finché non
sono io ad allontanarmi da lui. Mi asciugo le lacrime e tento di
sorridergli. per poi ritornargli il cappello e affondarglielo in viso
tenendolo leggermente premuto con la mano
- Non fa nulla. Dovevi farlo, ma ora non accadrà più,
giusto, capitano?- Questa volta sorrido davvero e anche lui, dopo che
ho tolto la mano da sopra il suo cappello, si libera il viso e sfoggia
un sorriso a trentadue denti. Comincia a ridere e coinvolge anche me.
Mi abbraccia di nuovo, trascinandomi sopra di lui. Restiamo così
per qualche minuto a ridere l’uno sull’altra mentre
l’amaca ondeggia pericolosamente, ma nessuno di noi sembra
badarci più del dovuto. Ormai non mi interessa più cadere.
Sono passati ormai un paio di minuti ed entrambi respiriamo ancora
affannosamente per il troppo ridere. Io sono ancora appoggiata per
metà sopra Rufy e lui mi tiene vicina con un braccio. Ora
però mi sento imbarazzata per questa vicinanza e cerco il
momento adatto per allontanarmi, magari tornare nella mia cabina, o
forse ora sarà proprio lui che vorrà tornare nella sua.
Non riesco comunque a dare un senso compiuto ai miei pensieri che lo
sento parlare
- Perché non dormiamo qui, oggi?
- Rufy, ma cosa…
- Ma sì, Nami! Sono anni che non dormo su un’amaca!
Ricordi quando abbiamo iniziato il viaggio? dormivamo tutti
sull’amaca e tutti in una stanza… solo tu avevi una cabina
con il letto. E ti è andata pure bene, perché non hai
idea di quanto russi forte Zoro e delle puzzette che fa Usoop! Sanji
spesso se ne andava a dormire in cucina con la scusa di doverla
rassettare - Ride, rumorosamente, mentre piccole lacrime compaiono agli
angoli dei suoi occhi. Sembra di essere tornati ai primi mesi di
navigazione con lui, quando ancora questa ciurma non si era formata
completamente. A quei tempi capitava spesso di rimanere da soli e Rufy
parlava in continuazione e rideva coinvolgendo anche me, che di vere
risate non ne ascoltavo mai, io stessa non ridevo mai.
A pensarci bene, io forse sono la compagna che più di tutti
è cambiata per merito suo. Tutti siamo cambiati per merito suo,
chi più chi, meno ma io sono convinta di essere il suo
capolavoro, l’opera più riuscita . Non lo dico
perché si tratta di me, ma semplicemente perché per gli
altri tutti abbiamo contribuito, compresa me. basta pensare a Chopper:
sono stata io a proporgli per la prima volta di unirsi a noi e sono
stata anche la prima a trattarlo come essere umano. Robin... per lei ci
siamo stati tutti, dal primo all’ultimo, lei invece ha
contribuito per l’entrata in ciurma di Francky e via dicendo, ma
per me... c’è stato lui, solo lui. Gli altri sono arrivati
dopo. Usoop da solo non sarebbe mai venuto a cercarmi, Zoro si era
sentito tradito e se non fosse stato per Rufy non sarebbe venuto a
salvarmi e Sanji… beh, lui forse sarebbe venuto, ma lo avrebbe
fatto per qualunque altra donna; non voglio sminuire il loro aiuto ed
affetto, ma devo essere sincera: è stato per merito di Rufy se
sono cambiata e io sono orgogliosa di questo primato. E dovrebbe
esserlo anche lui, perchè è stato il primo, oltre la mia
famiglia e gli abitanti del villaggio, la cui vita è stata
preferita ad un sostanzioso bottino.
- Capisco tu voglia dormire sull’amaca, ma perché devi
coinvolgere anche me? In due rischiamo di cadere! Senza contare
che…Beh, di solito due persone...- Non riesco a finire la frase
che sento il braccio di Rufy avvolgersi più saldamente a me,
facendo aderire il mio corpo al suo. Sento il viso andarmi in fiamme e
vorrei davvero, davvero riuscire a picchiarlo, ma sono bloccata.
- Se ti tengo cosi stretta non cadrai di sicuro.- Afferma tutto
sorridente, con quella faccia da schiaffi che si ritrova! Possibile che
sia tanto idiota da non capire quale sia il problema? Per lui dormire
con una donna non vorrà dire niente, ma per me dormire con un
uomo...beh… non sarebbe un uomo qualunque, sarebbe Rufy.. .
cioè, con lui non dovrei proprio preoccuparmi o imbarazzarmi,
eppure.
- Rufy! Cosa stai facendo? Lasciami andare!
- Oh avanti, Nami, non fare l’antipatica! ti tengo io, non cadi
mica, e poi non credi anche tu che ci si sta proprio bene?- Sorride
ancora, incapace di trattenersi, mentre io non so più cosa fare.
Arrabbiarmi? Imbarazzarmi? Picchiarlo? Restare, andare via, non lo so.
Con lui è sempre cosi, riesce a disarmarmi con i gesti
più semplici e impensabili.
- Ma Rufy, non possiamo stare cosi tutta la notte, avanti!
- Perchè? Non stai comoda? Mi spiace, io sto benissimo invece,
sei cosi morbida! Dai, mettiti comoda pure tu e dormiamo qui, oggi! che
ti costa?
- Ma Rufy, noi… oh, e va bene! Prima di tutto, allenta un
po’ il braccio, vorrei respirare, e poi si sta più
comodi con la testa nell’incavo tra il collo e la spalla
anziché sull’osso, non credi? - Mi accoccolo meglio sul
suo corpo, benché non sia ancora pienamente convinta di
ciò che sto facendo ma... dopotutto è Rufy e io mi fido
di lui.
Finalmente riusciamo a trovare una posizione comoda per entrambi e devo
dire che si sta davvero bene. Aveva ragione Rufy, questa nottata
è bellissima e dormire cullati dal suono delle onde è
davvero rilassante. Certo, dormire mi sa che è una parola
grossa, perché saranno ormai le due di notte e avremo sì
e no altre tre ore di buio, ma fa niente. Inspiro profondamente per poi
mandar via tutta l’aria e riprendere a respirare normalmente. Il
profumo di Rufy mischiato a quello della salsedine è davvero
buono…
- Ora che sei tornato… sarà cosi per sempre! Non osare
allontanarti mai più! promettilo, Rufy.- Gli strappo questa
promessa in un sussurro, non del tutto certa che lui possa sentirmi e
rispondermi, ma decido di pronunciarla lo stesso benché
l’imbarazzo mi stia tingendo le guance e facendo galoppare il mio
cuore
- Te lo prometto, Nami. Per sempre insieme, ovunque saremo.
Salve a tutti gente! È la prima volta che scrivo su questo
fandom e da brava runamista quale sono non potevo non dedicare il mio
primo lavoro alla coppia che più amo!
Ammetto che forse questa non è una storia propriamente romantica
ma mi è piaciuto scriverla e mi auguro che a voi sia piaciuto
leggerla. ( se siete arrivati fin qui suppongo abbiate letto questo mio
sproloquio ;P NdA)
Sicuramente questa tematica non è tra le più originali ma spero comunque di non aver annoiato nessuno :P
Ho tentato di non rendere i personaggi troppo OOC ma in caso non fossi
riuscita a mantenere integri i loro caratteri vi prego di comunicarmelo
e io provvederò a cambiare gli avvisi introducendo la nota
“OOC”.
Sfrutto questo angolino anche per ringraziare Kukiness che ha corretto
questa storia! È la prima volta che mi affido ad una beta, e
ammetto con piacere che è fantastico avere l’aiuto di
qualcuno : )
Detto questo, credo che le note importanti siano finite.
Spero che questa shots vi sia piaciuta e mi auguro di ricevere qualche commento
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