Note: Questa One-shot non è
scritta da me, ma da una mia amica. Da premettere che è la prima volta
che si cimenta in queste cose, quindi è un pò inesperta. Qualsiasi
commento, positivo o negativo, sarà ben accetto. Buona lettura ^^
WHAT
IF?
Ziva
“Non ce la faccio più”
sussurrai.
“Lo cattureremo”
“Ci sarà sempre un altro mostro, non è vero?”
“Si, ma il nostro compito è quello di catturarli e di sicuro il P-to-P
killer
non avrà scampo!”
Le lacrime si insediavano nei
miei occhi mentre lui mi accarezzava la guancia e lasciai che mi
abbracciasse.
Ripensavo a quei pochi momenti che avevo passato con Mike, non erano
mai stati
incontri di piacere, ma lui si era sempre mostrato dolce nei miei
confronti, un
lato che non mostrava a
molti, o forse
solo alle belle donne. Già mi mancava quando mi chiamava “lady Ziva” e
senza
farsi notare da Gibbs mi faceva l’occhiolino. Era stato come uno zio
per me che, ormai, non potevo dire di avere una vera e propria
famiglia, e da lui avevo imparato molto.
Anche se i miei occhi avevano visto la morte, non ero riuscita ad
osservare il
corpo inerme di Mike sul lettino delle autopsie mentre Ducky svolgeva
il suo
lavoro, così ero scappata. Tony mi era corso dietro: lui c’era sempre
stato per
me, sempre, aveva addirittura messo in pericolo più volte la sua vita
per
salvarmi e non riusciva a sopportare l’idea di vedermi piangere.
Tra le sue braccia quei
pensieri tristi per un attimo scomparvero, subito sostituiti da altri
che mi fecero arrossire per un momento.
Il rapporto tra me e Tony era sempre stato un po’ strano... la tensione
fisica
era alta e da tempo si era aggiunto il sentimento, che non potevo
esprimere per
via della famosa regola n.12, e in quel momento, mentre il suo profumo
mi
attraversava le narici, mi chiesi se anche lui provasse lo stesso. La
risposta
non arrivò a tardare: le porte dell’ascensore nel quale mi ero
rifugiata si
aprirono di fronte ad EJ e subito quei pensieri felici, che mi
reggevano in
aria come palloncini, mi lasciarono cadere nella realtà.
L’agente speciale EJ Barrett
era una nuova arrivata nell’NCIS di Washington e con i suoi capelli
biondi e i
suoi occhi verdi aveva subito catturato l’attenzione di Tony, che non
pensandoci due volte ci passava la notte insieme. Ma non era simpatica
al resto
del Team Gibbs, compresa Abby.
Subito ci distaccammo e lasciai in fretta quel
posto che era diventato
troppo stretto per tre.
Tony
Le porte dell’ascensore nel
quale l’avevo seguita si aprirono e rovinarono il momento venutosi a
creare. Avrei voluto fermare l’ascensore e tenerla ancora stretta a me.
Davanti
a noi c’era EJ, sapevo che Ziva non provava molta simpatia per lei, ma
ci
rimasi comunque male quando se ne andò quasi correndo. Per fortuna EJ
non era
un tipo geloso e conosceva la situazione, quindi non mi fece nessuno
sguardo da
“anche-se-è-la-tua-collega-non-devi-permetterti-tu-sei-solo-mio” e
sembrò non
prendersela quando la scansai per andare di corsa in bagno.
Avevo bisogno di pensare. La morte di Mike
aveva scosso tutti noi e
aveva fatto emergere vecchi pensieri. Ho sempre tentato di proteggere
Ziva,
anche se è quasi un paradosso pensare di proteggere un agente-ninja
super
addestrato del Mossad, perché, sotto quella corazza, c’è solo una
ragazza che è
dovuta crescere troppo in fretta e non ha quasi mai conosciuto l’amore.
Fin
dalla prima volta che l’ho incontrata c’è stata
un' attrazione tra di noi, che ho sempre
represso pensando a quanto avrebbero fatto male gli occhi perforanti di
Gibbs
in seguito ad una trasgressione del genere. Quando lo affrontai
riguardo ad
EJ, la mia mente era più libera, ma dopo aver abbracciato Ziva, dopo
aver
sentito il suo cuore battere, molti dubbi affiorarono. E se
avessi sbagliato ad
invaghirmi di EJ e ad aver combinato pasticci con Gibbs? E se fosse
successo con
Ziva? Davvero Gibbs si sarebbe arrabbiato tanto? E se Ziva provasse
qualcosa di più per me? E se io provassi qualcosa
di più che una semplice
attrazione per Lei?
Sapevo dove trovarla, così andai spedito nel bagno delle donne. Era per
terra,
all’angolino, con le braccia attorno alle ginocchia a mo di riccio.
Senza
pensarci su chiusi a chiave la porta, mi avvicinai a lei e l’abbracciai
di nuovo.
Presi il suo viso tra le mani e la baciai. Sentivo le lacrime scendere
dalle
sue guance, ma sapevo che non erano di tristezza, anche lei provava
quello che
provavo io. Tutti gli “E se” d’un tratto svanirono.
Eravamo solo io e lei.
Note
di fine capitolo: Cose
ve ne pare? Ci lasciate un commento con le vostre impressioni?
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