cap 1
STOCKHOLM
SYNDROME
Solita serata
di lavoro sulla Salaria a Roma.
Alexandra
passeggiava avanti e indietro dalla sua postazione aspettando che qualche
cliente si facesse vivo.
Era estate
inoltrata e verso quell’ora di tarda notte, ogni tanto, qualche spiffero d’aria
fredda le provocava dei brividi lungo la schiena nuda.
Era da circa
tra anni che risiedeva a Roma grazie al suo protettore, Giacomo De Luigi, che
l’aveva offerto vitto e alloggio presso la sua villa prima come cameriera poi
come prostituta poiché da circa due anni gli affari alla ditta di De Luigi
andavano male, la moglie lo aveva lasciato e lui era rimasto solo e pieno di
debiti. Alexandra era riconoscente a Giacomo, dopotutto lui l’aveva salvata da
una situazione terribile. Era stata lei a convincerlo. Era lei che voleva
prostituirsi per poterlo aiutare economicamente. Voleva restituire il favore.
A Varsavia
non le era rimasto più nulla, la madre e i fratelli erano morti a causa della
mafia russa mentre il padre era finito in galera per spaccio di stupefacenti. Alexandra
aveva solo diciotto anni e iniziò a lavorare come cameriera in un hotel di
lusso nella sua città. Giacomo era in Polonia per un viaggio d’affari. Si
conobbero lì.
Le propose un
posto sicuro e la salvò non solo dalla miseria ma anche dalla mafia che era
riuscita a rintracciarla.
Nonostante la
sua vita travagliata, piena di scelte non facili e di sacrifici, Alexandra
sperava ancora in un futuro migliore.
Buttò a terra
il mozzicone di sigaretta appena fumata e scostò i capelli biondi dal viso
appena sentì il rumore di una macchina.
Un auto si
era appena accostata a lei. Scese un uomo di corporatura snella, piuttosto
alto.
Non era
possibile vederlo in volto, portava la maschera di una scimmia.
Le intimò:
Sali!
Aprì lo
sportello anteriore del passeggero e Alexandra salì.
Al posto del
guidatore c’era un uomo della stessa corporatura della scimmia, forse più muscoloso
e indossava la maschera di un lupo. Scimmia chiuse lo sportello e salì dietro.
A fargli compagnia c’erano altri due individui uno con la maschera di un maiale
e l’altro con la maschera di una Tigre.
“Quanto
prendi all’ora?” domandò freddamente il Lupo.
“80 euro.”
“Quindi
guadagni un bel po’ di soldi a sera…”
“Non
abbastanza per le mie necessità… e poi per più persone il prezzo aumenta.”
Una risata di
scherno proveniente dal sedile posteriore fece accapponare la pelle alla
ragazza che, voltatasi, poté ben vedere il ghigno compiaciuto che le mostrava
Tigre.
“Non siamo
interessati ai tuoi servizi.” Disse il Lupo.
“Almeno, non
tutti noi.” Lo interruppe Tigre.
Scimmia lo
fulminò con lo sguardo mentre il Lupo continuò:
“Sei tu Alexandra Jans?”
“Come fate a
sapere il mio nome?” domandò spaventata la ragazza mentre la macchina accelerava.
“Lo sappiamo
e basta. Conosciamo anche il nome del tuo protettore.”
“Ma che cazzo
volete da me? Fatemi scendere!” urlò lei.
Tigre le
puntò una pistola alla tempia e le sussurrò all’orecchio “Stai tranquilla o ti
ammazzo.”
“E’ questa
casa tua?” domandò Lupo senza aspettarsi una risposta fermandosi davanti a
villa De Luigi.
Alexandra non
rispose, sentiva le pulsazioni una ad una, riusciva ad ascoltare i molteplici
battiti del suo cuore che si dimenava all’interno del suo petto. Il respiro si
faceva sempre più affannoso e questo fece spuntare un sorrisetto compiaciuto sul
viso di Tigre.
“Perfetto
ragazzi, possiamo scendere ora.” Annunciò Lupo.
Tigre passò
la pistola a Scimmia “ La tiro fuori io.” Intimò Tigre al compagno. Scese
dall’auto e trascinò la ragazza fino all’entrata della villa. Fece aderire il
suo corpo contro quello della ragazza e le sussurrò all’orecchio:
“Ora tu entri
in casa, dici a De Luigi di preparare sul tavolo del salotto 70.000 € o
entriamo noi tra mezz’ora e ce li prendiamo da soli con un’unica differenza:
farete tutti e due una fine pietosa che non si augura a nessuno, nemmeno ad una
puttana di strada come te.”
Qui Maiale,
che non aveva mai detto nulla emise una risata così cinica e malvagia che,
unita alle minacce di Tigre, spaventò ancora di più Alexandra che cercò di
scappare dalla forte presa di Tigre senza alcun risultato.
“Che cazzo
vuoi fare?” gridò Tigre tirandole uno schiaffo.
“LASCIAMI!”
urlò lei in preda al panico.
“Perché provi
a scappare?” domandò lui attirandola a se e facendo scorrere la canna della pistola
lungo la sua scollatura provocante.
La situazione
stava sfuggendo di mano. Per fortuna intervenne Lupo prendendo Tigre per un braccio
facendogli mollare la presa sulla ragazza.
“Entra.” Le
intimò.
Appena suonò
il campanello Giacomo le aprì subito.
“Alex? Cosa
ci fai qui?”
“Giacomo, apri
la cassaforte e prendi i soldi o questi ci ammazzano!” disse lei tutt’affannata
entrando in casa.”
“Alexandra
che cazzo sta succedendo?”
“Ci sono
quattro uomini qua fuori! Ci ammazzano se non gli diamo 70.000 euro!”
“70.000 euro?
Alex ma sei impazzita? Non abbiamo tutti questi soldi!”
“Beh allora
inizia a pregare Giacomo perché sa questa casa non ne usciamo vivi!” urlò lei.
“Senti, ora
ci esco a parlare io…”
“Giacomo, ti
prego non farlo! Quelli sono armati! Ti ammazzeranno!”
“Almeno andrò
in un posto migliore…non eri stanca si questa vita anche tu?”
Alexandra non
rispose, in fin dei conti Giacomo non aveva torto.
Una lacrima
solitaria le solcò il viso. Lui le diede un abbraccio paterno dopodiché uscì
con tutti i soldi che era riuscito a prendere.
Passarono
pochi secondi, poi lo sparo.
Giacomo.
Alexandra
rimase immobile con lo sguardo fisso sul portone.
La banda
irruppe nella casa noncurante del fatto che la povera ragazza aveva perso per
la terza volta la sua famiglia.
Il Lupo e la Scimmia si occuparono di
mettere a soqquadro la villa per recuperare qualsiasi oggetto di valore che
poteva essere nascosto all’interno della casa, Maiale scese nelle cantine per
prendere il vino più pregiato che De Luigi possedeva mentre Tigre prese la
ragazza e la trascinò al piano superiore.
SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutti!
Siate clementi è la mia prima fic, vorrei sapere cosa ne pensate
per poter scrivere meglio, non solo questa fic, ma anche quelle che sono
in "fase di costruzione".
Spero sia andato tutto bene con l'HTML.
Fatemi sapere.
Un Bacio, Kat.
|