Il primo

di Silviettinax91
(/viewuser.php?uid=117784)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


IL  PRIMO

 Mi sembra di aver ancora in mente quella canzone, e le mie lacrime che scendevano, quasi ballassero al ritmo cadenzato della sua melodia. Il freddo dello scalino su cui poggiavo, il freddo del mio cuore in quel momento; ora sorrido, se solo avessi saputo allora quanto avrei rimpianto quel dolore così lieve in confronto a quello di qualche anno dopo. Ricordo quel ribollire di rabbia e il cuore che mi batteva forte, e le vene che tremavano e il corpo che fremeva ed io che così giovane, così ingenua, piangevo un amore che era nato e non respirava, gridavo contro una mente troppo lontana, troppo difficile nella sua semplicità spontanea, e tu, tu mi guardavi e io non capivo. Il bacio di Victor mi lambiva tanto duro quanto caldo, e leggere scendevano le sue labbra sulle mie guancie, avevo paura di lui ma leccava le mie ferite assaporando il gusto salmastro di quelle lacrime che erano scese.  Lasciavo che mi guidasse, io che sapevo tutto, quella sera non sapevo niente, e lasciavo lo spazio alle sue mani, lasciavo tempo alla sua voglia mentre il tempo si fermava e si fermava per la tristezza e la paura.  Mio marito se ne stava incompreso nella sua stanza e mi sembra di vedere i suoi occhi, l’orgoglio e la sciocca convinzione che a sbagliare fossi io, che fossi io a non capire nulla. 

E il mio corpo si lasciava amare mentre amava un altro, lui, che tra noi era l'unico a non capire davvero.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=714987