Je suis monsieur le
fantastique...
touch me...
Chiusi il libro con un sonoro tonfo e,
sull'orlo di una crisi di nervi, mi diressi verso il pianerottolo per
raggiungere la porta dell'appartamento accanto al mio.
Ero stufa, anche quella sera non ero riuscita a capire mezza parola di
quello che stavo cercando di studiare!
Quel fracasso di batteria e strimpellamenti vari di chitarra riempivano
il silenzio dell'intero piano, raggiungendo anche il mio appartamento.
Ma la cosa che mi dava più fastidio era che, il "caro"
vicino di casa che mi ritrovavo, non si degnava nemmeno di diminuire il
volume delle casse, compreso il suo microfono che faceva entrare dentro
le mie povere orecchie la sua fottutissima voce!
Suonai con insistenza il campanello ma non ricevetti nessuna risposta,
così, in preda ad un attacco isterico, cominciai a battere
freneticamente con entrambe le mani sulla porta fino a quando non si
aprì, facendomi quasi spiaccicare sul pavimento, e mi
ritrovai davanti quel sorriso sfacciato che caratterizzava il ragazzo
alto, biondo e idiota che altri non era il cantante di quella
dannatissima band che avevo "attaccata" alla porta accanto.
"Andrew!" quasi urlai appena mi ripresi dalla caduta appena evitata "la
vuoi abbassare questa cazzo di musica!?" "ma che delicatezza!" disse
ironico giocando con il piercing che portava sulla lingua "non lo sai
che certi termini non si addicono ad una ragazza?" continuò
prendendosi gioco di me.
Ignorai volutamente le provocazioni, "è da un'ora che leggo
sempre la stessa frase! e tra pochi giorni ho un esame!" replicai
cercando di darmi un tono mentre quello sguardo smeraldo mi osservava
annoiato "e quindi?" si limitò a dire.
Era stupido forte allora! glielo dovevo dire in aramaico antico che
doveva smettere di far casino perchè io, al contrario suo e
dei suoi tre coinquilini scemi,
stavo
cercando di superare il secondo anno di università!?
"e quindi smettila di assordarmi!" mi trattenni a stento dall'urlargli
in faccia " ah perciò è tutto qui? mi chiese con
sarcasmo "scusa ma il mio povero cervello non ce la fà a
elaborare un concetto tanto semplice... perchè dai, lo
sò che tu credi che io sia un cavernicolo" disse piccato.
Mentre io cercavo di trovare una risposta adatta, lo vidi girarsi verso
i suoi tre amici, che erano sbucati dal corridoio e lo guardavano
dubbiosi, "Oh, ragazzi cerchiamo di diminuire un pò che la
"nana" ha bisogno di tranquillità" esclamò verso
di loro. Poi sorridente mi chiuse la porta in faccia, mentre io
infuriata, rimasi letteralmente a bocca aperta.
NANA! mi aveva dato della NANA!
Ok ero piuttosto minuta, ma come si era permesso lui, che di quanto era
alto e secco sembrava un palo della luce!?!
Furiosa rientrai in casa sbattendo rumorosamente le porta alle mie
spalle.
*****
Arrivai davanti al locale che quella sera avrebbe visto la mia
depressione "post esame di merda" e la follia delle mie due
più care amiche.
Non ero per niente contenta, l'esame all'università era
andato uno schifo e la colpa era anche di Andrew e del suo gruppo di
musicisti sfigati!
Mi sedetti al tavolo dove c'erano già ad aspettarmi Karen ed
Ennie.
Ordinammo mentre la musica del locale ci avvolgeva. Quella sera avevo
solo voglia di divertirmi.
A metà del secondo cocktail già stavo dicendo
più cretinate del solito, fino a quando i miei sproloqui
vennero interrotti da una voce calda e sensuale, che quasi mi fece
strozzare mentre masticavo una nocciolina.
Io quella voce
la conoscevo!
Mi accorsi che le mie amiche guardavano estasiate, con tanto di occhi a
cuoricino, il gruppo che era appena salito sul palco e aveva iniziato a
suonare.
"The beat to the rain" si chiamavano, ed erano quei quattro idioti dei
miei vicini di casa!
Non avvisai le mie amiche, cercai di ignorare quella voce mentre mi
attorcigliavo nervosamente una ciocca castana tra le dita.
Mi concentrai su quello che rimaneva del mio secondo drink quando, alla
fine del pezzo, la calda voce maschile si presentò con il
nome di Drew e introdusse poi gli altri componenti della band: Jared,
Micheal e Steven.
Venni fulminata all'istante da Karen ed Ennie - "Roxanne!" quasi
urlarono, cacchio quello non era proprio un buon segno, avevano capito
che non poteva essere una semplice coincidenza che i ragazzi
di quella band si chiamavano allo stesso modo dei miei vicini di casa.
Dopo aver spiegato il tutto, cercai di ignorare le continue battutine
divertite delle mie amiche, mentre i "The beat to the rain"
continuavano ad esibirsi ed Andrew si comportava da figo della
situazione.
"Facciamo un gioco" esordì d'un tratto Ennie sorridendo
complice a Karen, stavano cominciando a preoccuparmi...
"chi finisce per ultima il drink, deve andare dal "bel cantante" e
farsi dare un bacio" concluse allegramente.
Ma no! era una trappola, lo sapevano che io ero pessima ad assimilare
alcool!
e infatti, puntualmente, poco dopo persi la sfida.
"Vai! vai!" esclamarono eccitate quasi all'unisono.
Non mi restava che cercare di darmi un contegno mentre mi avviavo
barcollante verso il tavolo accanto al palco dove si trovava Andrew.
"Ci- ciao" dissi incerta arrivata là davanti "Roxanne?"
esclamò sorpreso lui "sei venuta a sentirmi "strimpellare"
anche qui?" domandò ironico.
"A dire il vero no, è stata solo un orribile coincidenza"
dissi mentre tutto intorno a me cominciava a girare e dovetti
appoggiarmi al tavolo per non finire a gambe all'aria.
Lui, non più sorridente, si alzò e tenendomi per
mano si fece strada fino al bancone del locale.
"Sei ubriaca" disse mentre ci accomodavamo su degli sgabelli, io
sorrisi e prendendo coraggio cercai di avvicinare le mie labbra alle
sue, ma lui istintivamente si allontanò, lasciandomi
interdetta.
"Non sai cosa fai" esclamò pacatamente "oh si che lo
sò, ho fatto una scomessa con le mie amiche e adesso intendo
rispettarla" dissi indicando il tavolo dove mi aspettavano Karen ed
Ennie.
Lui guardò il tavolo da me indicato, poi si voltò
verso di me e sorrise " bene, puoi dire alle tue amiche che io non vado
in giro a baciare ragazze che non si reggono nemmeno in piedi" e detto
questo fece per allontanarsi, ma lo afferrai per la t-shirt e lo
costrinsi a guardarmi "perchè!?" esclamai furente "me lo
devi dopo tutto il fracasso che devo sopportare ogni giorno!". Lui mi
osservò a lungo e poi, senza degnarmi di una risposta, si
allontanò verso il palco.
*****
Erano passati appena due giorni da quando avevo fatto quella terribile
figura con Andrew.
Il peggio era che io mi sarei anche dimenticata tutto se non ci fossero
state le mie amiche a ricordarmelo!
Mi ero fatta vedere in condizioni pessime e mi ero anche umiliata con
quello sbruffone!
Fortunatamente era da quel sabato sera che, dal mio appartamento, non
lo sentivo più provare, evidentemente avevano capito il
concetto, pensai soddisfatta entrando in ascensore. Ma il sorriso mi
morì sulle labbra appena vidi entrare nell'abitacolo proprio
l'ultima persona che volevo vedere in quel momento, Andrew.
Le porte dell'ascensore si chiusero, e per quei cinque maledettissimi
piani, che a me parvero cinquecento, calò il silenzio.
Finalmente le porte si aprirono e imbarazzata mi precipitai fuori, non
prima però di sentire la sua voce esclamare "Buongiorno
anche a te Roxy!".
Eh no, quello era anche troppo!
Rigirai sui tacchi e lo affrontai proprio mentre stava per aprire la
porta di casa...
"Volevi un buongiorno?! bene, buongiorno Andrew! buongiorno alla
persona che è stata tanto "educata" da NON baciare una
povera ragazza sbronza!" esclamai ironicamente.
"Ah ma allora ti è dispiaciuto!" rispose lui con un velo di
soddisfazione.
"Si, non sai quanto sono dispiaciuta di non essere venuta a contatto
con quel tuo piercing schifoso!" ribattei piccata.
Mi girai cercando la chiave di casa in borsa, ma non ebbi il tempo di
trovarla che Andrew mi attirò a se e, incastrandomi tra il
suo corpo e il muro, mi diede un bacio lento e sensuale.
Poi d'un tratto si staccò "Non mi sembra che ti sia
dispiaciuto tanto il mio piercing!" e ridendo entrò in casa
lasciandomi, anche stavolta, come un emerita imbecille.
"Eh dai Roxy, si era capito che gli piace fare il bastardo".
Quella sera Karen mi aveva invitato all'apertura di un nuovo pub e
adesso era lì che scherzava sulle mie disavventure.
"Si ma non sa che io posso essere più stronza di lui"
risposi mentre aspettavamo le nostre ordinazioni.
Era trascorsa una settimana da quando Drew mi aveva lasciata sul
pianerottolo come un'ebete, e da quel momento avevo fatto di tutto per
evitarlo, anche se un pò mi dispiaceva, e le poche volte che
ci incontravamo per le scale cercavo di non guardarlo nemmeno.
E sapevo per certo che tutto questo gli dava un tremendo fastidio,
senza un palcoscenico lui non si sentiva nessuno.
E lo dimostrava anche il fatto che aveva ricominciato a provare col
volume al massimo, aspettandosi magari di trovarmi furente fuori dal
suo appartamento.
Povero illuso!
Ha voluto giocare, e adesso anche io mi adeguo al suo giochetto.
I miei pensieri furono interrotti da una melodia a me non nuova,
purtroppo, dato che la sentivo tutti i giorni...
"Cacchio è proprio sfiga questa!" pensai osservando la
chioma bionda del cantante sul palco.
Mi girai verso Karen per chiederle se potevamo andare via, ma mi
accorsi della sua aria colpevole...
"Tu lo sapevi!" dissi puntandole un dito contro "mi hai invitato qui,
perchè sapevi della sua esibizione!" continuai ad accusarla
in modo quasi isterico.
"Ma Roxy, lo sai anche tu che gli piaci!" cercò di
giustificarsi lei "e poi anche tu ne sei attratta..."
"Io non sono innamorata proprio di nessuno!" urlai guardando il viso
della mia amica distendersi in un largo sorriso "Ah quindi, sei
INNAMORATA di Andrew!".
Cazzo, mi ero fregata da sola...
"No, non lo sono" tentai invano di rimediare alla mia improvvisa
confessione "eh no mia cara, lo sei eccome! a quest'ora non ti saresti
comportata così... e poi lo hai detto tu stessa!" rispose
allegramente lei.
Mentre cercavo di capirci qualcosa delle mie affermazioni, la voce del
ragazzo in questione mi richiamò all'attenzione...
"Questa canzone la dedico a una persona che con il suo maledetto
orgoglio mi ha rimbecillito. Una ragazza così cocciuta da
fare invidia ad un mulo, ma forse è stato proprio questo a
farmi letteralmente impazzire" subito dopo le parole vennero sostituite
da una lenta melodia che lui prese a cantare incollando il suo sguardo
al mio.
Confusa, mi alzai sotto gli occhi preoccupati di Karen, e mi incamminai
verso l'uscita, avevo bisogno di un pò d'aria.
Fuori un leggera pioggia mi bagnò il viso facendomi
rabbrividire.
"Ti hanno fatto così schifo le mie parole?" la voce ironica
alle mie spalle mi fece voltare per ritrovarmi vicino a Drew che mi
osservava accenando un sorriso, mentre la pioggia, adesso
più abbondante, gli faceva incollare addosso la t-shirt
mettendo in risalto il suo fisico che a dirla tutta non assomigliava
proprio ad un palo della luce...
"Mai quanto quanto la tua musica" risposi piccata. Mi avvicinai di
più e, alzandomi in punta di piedi, incerta posai le mie
labbra sulle sue.
Lui per tutta risposta mi strinse a sè "mi sono sempre
piaciute le acidelle" sussurrò sarcastico contro le mie
labbra prima di approfondire il bacio.
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