Narnia's Spirits
[Spin-off]
Water
Heart
Sospirò,
abbassando lo sguardo e distogliendolo dal suo volto riflesso nel
vetro. Voltò
le spalle all'oggetto che occupava un buon
metro della parete totale e che in altezza la superava di almeno tre
spanne buone.
Sospirò.
Di
nuovo.
Era
almeno la quinta volta
nel giro di pochi minuti che sospirava. Di
che cosa nemmeno lei ne era
a conoscenza precisamente. Sapeva che però quei sospiri
erano un misto tra l'affranto e il sollevato, niente a che vedere con
quelli emozionati delle dame che parlavano con colui che amavano.
Amavano.
Che
potevano amare. A cui potevano rivelare ciò che
provavano. E con
cui si sposavano, se la fortuna era dalla loro parte e
i padri favorevoli all'unione.
Ogni
volta che espirava rilassava le
spalle, calmando il pulsare alle tempie e il battito agitato del cuore.
Dannato muscolo.
Perchè
doveva correre così
veloce senza motivo?
Motivo...
Una
ragione invece c'era, e lo sapeva
bene. Era
inutile nascondersi dietro un velo di falsità
irreale e pronta a sgretolarsi al minimo tocco.
Quante volte aveva
mentito perfino a se stessa?
Era
stanca, stanca di portare quella
maschera.
No, non è come sembra
continuava a ripetersi.
Era
stanca, di dover subire qualcosa che all'inizio non voleva.
Non
è possibile, non è così
si consolava,
nonostante fosse proprio come doveva essere. L'amore è
bello, qualcosa di unico e speciale le diceva la mamma,
quando le
chiedeva su lei e suo padre.
Mamma. Papà.
Ebbe un fremito al
pensiero dei suoi genitori, mentre un singhiozzo mal trattenuto non
poté fare a meno di uscire e risuonate tra le pareti della
sua camera. Chissà
come stavano, nell'altro mondo… era da tanto, che non
pensava a loro. I
suoi fratelli non
ne parlavano quasi più, nonostante all'inizio quei pensieri
fossero comuni tra tutti loro. Era come se nel corso degli anni se ne
fossero dimenticati…
Eve
si portò una mano alla
bocca, a lasciare che le dita le sfiorassero le labbra semichiuse, gli
occhi improvvisamente sgranati, accorgendosi dei pensieri a cui era
rivolta la sua mente. Li
scacciò, scuotendo la testa.
Il mal
di testa. Era il mal di testa,
a fare brutti scherzi.
Sospirò.
Nuovamente.
Strinse
i pugni, irritata dalle sue stesse azioni, mentre la
melodia della festa le arrivava alle orecchie attraverso la finestra
aperta. Le persone dovevano divertirsi a quella specie di allegra
riunione. Balli, cibarie, vivande… il parlottare dei nobili
e le risatine delle dame. Oh
si, lei odiava quelle cose. Le mal
sopportava, perchè in pubblico c'era un'etichetta da
seguire, almeno a grandi linee. E lei non sopportava dover sottostare a
delle regole.
Ed
inoltre… finiva con il soffrire sempre, a
quelle feste.
Si
portò le mani al petto, posandole l'una
sull'altra quasi chiuse a pugno, cercando di trattenere ciò
che restava del suo cuore. Chiuse
gli occhi, mentre la scena le
ripassava davanti. Nulla di grave se confrontato con altre cose ben
peggiori, ma che a lei aveva aperto una nuova cicatrice.
***
-Peter,
hai
visto
Edmund?- la
voce di Evelyn gli arrivò alle
orecchie,
riscuotendolo dal
suo stato di torpore. Il
Pevensie aveva una coppa in
mano e stava sorseggiando il liquido rosso all'interno, mentre vicino
ad una vetrata della grande sala osservava lo svolgersi della festa. I
musicisti suonavano ad un ritmo ballabile, e molte coppie al centro del
salone avevano iniziato da poco una nuova danza.
Sembrava
andare tutto
bene, e i nobili si stavano divertendo, a vedere i loro volti.
Il
Magnifico si girò verso la sorella, che si trovava a pochi
passi da lui e le sorrise.
-L'ho
perso di vista, mi spiace- le
confessò, mentre la invitava a passeggiare per il bordo
della sala, evitando i vari gruppi di aristocratici che parlottavano
tra loro bonariamente o le dame che facevano le misteriose nascondendo
i volti dietro i ventagli.
-C'è
qualcosa che non va?- Peter
si preoccupò di porre quella domanda ad Eve non appena
l'aveva vista scrutare attenta intorno a loro. La
ragazza
sussultò appena, mentre con un debole sorriso si girava
verso il fratello.
-No. Ho solo un po' di dolore alle tempie, e tutto
questo svolazzare di vestiti e colori non mi aiuta molto-
proferì, stando attenta a non farsi sentire dagli invitati
per non sembrare scortese. I
due scorsero Susan ballare con un nobile
di Archen in mezzo al salone, mentre Lucy si divertiva con il signor.
Tumnus dalla parte opposta alla loro.
-E
perchè cerchi
Edmund?- indagò Peter, mentre cambiava il calice vuoto con
uno pieno grazie ad un servo che passò li vicino con un
vassoio. Eve
rifletté qualche attimo, prima di iniziare a
parlare.
-E' lui quello bravo per gli infortuni, basti vedere
le volte in cui ti rimette a posto il polso quando te lo sloghi e il
medico non è nelle vicinanze- il Re annuì,
intuendo -quindi magari poteva farmi un massaggio per il mal di testa,
in modo da attutirlo- finì di spiegare, continuando a
guardare per la sala o a terra.
-Si,
non hai tutti i torti- si
ritrovò a concordare il Pevensie, sorridendo appena.
Facevano
male i rimedi di Edmund, però erano efficaci.
-Oh,
eccolo- le disse, indicando con un cenno della testa la posizione del
Giusto alla sorella. Quella
alzò il volto da terra, curiosa, un lieve sorriso di
riflesso. Questi
le sparì subito dopo
aver visualizzato la scena.
Edmund
stava facendo il baciamano ad una
dama, galante e con un mezzo sorriso, per poi invitarla a ballare.
Quella
ragazzina… aveva circa diciannove anni, dei morbidi
boccoli biondi raccolti in un'intricata acconciatura e due
innocenti occhi di un caldo grigio sasso, diversi da quelli di Susan. Ed
era li, a ballare con suo fratello perchè…
Perchè
se tutto andava come doveva andare, si sarebbe
sposata con Edmund entro l'anno.
Sposarsi.
Entro
l'anno. Con
Edmund.
Mazzata.
Fu
come ricevere un pugno in pieno
stomaco, rivedere quella consapevolezza che aveva voluto cancellare
quando gliela avevano accennata qualche tempo prima.
Evelyn
ebbe un capogiro, mentre indietreggiava leggermente, barcollando, le
gambe che non riusciva più a sentire. Non
poteva staccare lo
sguardo dalle mani intrecciate dei due, e i volteggi che in poco tempo
avevano preso a fare per la sala, mischiandosi con gli altri invitati.
-Eve?-
I
vestiti delle persone le sembravano della macchie di colore
indefinite, il parlottare le arrivava ovattato e lontano, per poi
rimbombarle nella testa come una bomba che esplode, la vista si stava
facendo appannata e il fiato corto.
-Eve?
Stai bene?-
s'interessò Peter, vedendola improvvisamente pallida e con
lo sguardo assente.
-S-si-
mugugnò questa, riprendendosi,
voltando il capo in un'altra direzione.
-Vedo
che è
impegnato- gelidamente fece quella constatazione, un sorriso nervoso
che andava a sostituire il mordicchiare a sangue il labbro inferiore.
Le mani le tremavano per la scossa di calore che era divampata dentro
di lei, causata dalla rabbia, e un blocco allo stomaco le impediva di
respirare appieno.
Sospirò
chiudendo gli occhi, in un vano
tentativo di calmarsi.
-Se non ti dispiace mi
ritiro, non mi sento bene-
proferì, contraddicendo la risposta affermativa di pochi
istanti prima.
Aveva
voglia di urlare. Urlare,
battere i piedi per
terra fino alla nausea, strapparsi i capelli, fare una scenata isterica
per scaricarsi. Prendere
qualcosa per romperlo in mille pezzi, o
incidersi a sangue la carne per attutire il dolore che sentiva al
cuore.
-Ma
certo- il Magnifico acconsentì, sorridendole
comprensivo e ricambiato per un minimo. Evelyn
si avviò poi
a testa bassa fuori dalla sala, il passo accelerato e il respiro
affannoso.
Aveva
bisogno d'aria.
Non
riusciva a piangere, gli occhi
invece di essere lucidi erano secchi, bruciavano per quello. Aveva
una
voglia matta di sciogliere quel nodo che le stava salendo in gola, e
che sentiva essere vicino allo scoppiare come non mai.
Di
nuovo.
Rotto.
Un'altra
volta.
Aveva sentito
distintamente il suo cuore fare Crack.
Nuovamente.
***
Fortunatamente
aveva
trovato una scusa per andarsene.
Quando poi
era tornata in camera sua si era appoggiata alla porta
appena chiusa, lasciandosi scivolare fino a toccare il pavimento.
E
tutto il nodo che prima l'aveva assalita, quella voglia matta di
sfogarsi con qualcosa o se stessa era scemata via, lasciandola li,
rannicchiata, con le gambe e le braccia improvvisamente deboli, come se
avesse lavorato per giorni.
Tornò
nuovamente ad osservare il
suo riflesso, senza un pensiero preciso, come poco prima stava facendo.
Aria.
Il bisogno
del suo elemento si fece sentire nuovamente.
Aria.
Senza
pensarci uscì in giardino, incontrando per i corridoi
di Cair Paravel solo qualche fauno di vedetta. Raggiunse la
fontana a
più piani che spiccava al centro dello spiazzo verde,
l'acqua che trasudava magia tanto da sembrare viva. Evelyn si
sedette
sul bordo di cemento, strappando leggermente l'orlo del vestito azzurro
per il movimento brusco di voler accavallare le gambe.
Maledizione.
Possibile che
non gliene andasse bene una, quel giorno?
Si rese conto
di aver raggiunto l'esterno in pochi minuti, il suo corpo si era mosso
da solo tra le varie stanze e porte. Era scattato
nella sua stanza,
dandole l'impulso di seguire il suo istinto. E si era lasciata dietro
la festa, la musica, il ricordo di quel momento e tutto ciò
che seguiva.
Un pesce
saltò fuori dall'acqua per
un salto, creando dei piccoli schizzi di liquido trasparente che
sfiorarono la guancia di Evelyn, riportandola al presente.
Lacrime?
Lei scosse la
testa,
rassegnata, mordicchiandosi un'unghia con fare nervoso. Non aveva
più lacrime da versare. Era stanca anche di fare quello.
Però...
però non funzionava.
Non stava
funzionando, osservare la superficie liscia dell'acqua. Non la
calmava.
Si
alzò di scatto, la sua mente
che s'illuminava di un pensiero, tutto ciò che l'aveva
assalita che premeva per tornare.
Ferma.
Come l'acqua,
calma e
immobile, doveva restare indifferente. Apparentemente ferma, anche se
sotto era un tumulto di emozioni.
Voltò
le spalle alla
grande fontana, pronta per tornare dentro con la posatezza di sempre,
come il pelo dell'acqua apparentemente immobile. Dopo pochi
passi si
fermò, si chinò e raccolse un sassolino da terra.
Se lo
rigirò tra le mani, osservandolo e tastando la sua
superficie liscia, studiando la forma circolare. Strinse la
presa,
mentre un'ennesima scossa d'irritazione e gelosia le annebbiava la
mente al ricordo di due occhi grigi.
Dannazione.
Lo
gettò
nel liquido trasparente davanti a lei con un gesto seccato e rabbioso,
mentre degli zampilli le bagnavano il volto, rigandolo di lacrime
invisibili. Sorrise appena, tristemente e rassegnata mentre quello
sprofondava fino a toccare il fondo.
Il fondo, lei lo aveva
già raggiunto pochi anni prima.
Onde e cerchi
concentrici
regnavano sovrani sulla superficie trasparente. Il pelo
dell'acqua ora
increspato e in tumulto esprimeva perfettamente ciò che
provava il suo
cuore.
***Ci sono
riuscita! *Esaltata* Sono riuscita finalmente
a pubblicare la shot di cui avevo parlato! *Stra-esaltata della cosa*
Ok, passo a spiegare un paio di cosette, prima che voi mi uccidiate
giusto per qualche elemento presente qui ^^' *Opsss*
Evelyn: le
reazioni che ha Eve sono molto sentite e impulsive, come si
può
notare. Sono quelle che solitamente si hanno in queste situazioni,
quindi abbastanza naturali, se così vogliamo definirle. E
sono
quasi completamente diverse da come invece le conosciamo nella long
effettiva insieme ai suoi pensieri. Questo perchè qui era
"agli
inizi", nella storia principale invece ha già "accettato" la
cosa. Vediamo, come dire... non è che lei in Spirits
è
innamorata di Edmund perchè ormai lo è. Lo
è,
però si è in qualche modo rassegnata che davanti
ha un
muro e basta. Qui invece, agli inizi, cercava di aggirarlo, l'ostacolo.
Non
perchè non è innamorata di Edmund o non vuole
esserlo, ma perchè spera in qualche modo di uscirne,
diciamo.
Poooiii: Il
matrimoio di Edmund. Il
Matrimonio di Edmund.
*Ghigna sadica* Quanto adoro torturare i miei personaggi... ovviamente,
come si sarà capito da Spirits, non ci sarà
nessun
matrimonio. Però, però, però, la nuova
conoscenza
maschile del capitolo "I ricordi che aleggiano tra le rovine" e questa
ragazzina qui - di cui non sapete il nome, sia suo che dell'altro, mi
piace farli rimanere nel mistero xD - , sono collegati. O meglio, si
collegheranno, ma non voglio dirvi altro. U.U
Poi? Ah, si:
credo si sarà capito il paragone dell'acqua con
Eve, il suo comportamento e ciò che prova il suo cuore,
quindi
evito - ma se avete domande nessun problema -.
Vi ringrazio
per aver letto, e ringrazio anche chi segue le altre mie storie o legge
i miei scleri. Grazie mille <3
Ci sentiamo
con Spirits, spero il più presto possibile ^^
D
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