Rigiravo
la busta tra le mie mani guardando con fare distratto il paesaggio
scorrere veloce al di fuori del finestrino. Dal cielo grigio i primi
fiocchi di neve iniziavano a scendere leggeri, lasciando sul terreno un
sottile strato bianco che lasciava intravedere l'erba gelata
sottostante.
Involontariamente
mi lasciai scivolare sul sedile, sospirando, nel momento in cui i miei
occhi osservarono la carta bianca.
-Sei
sicura di volerlo fare?- Mi chiese Duncan interrompendo i miei pensieri.
-E'
colpa mia, tocca a me scusarmi...-
-Ti
sbagli- Rispose tenendo lo sguardo fisso sulla strada -Sono io quello
che ti ha baciata, tu non centri niente. Sono io il responsabile-
-Ma
io avrei potuto respingerti, non avrei dovuto farlo-
-Gwen,
sarebbe successo prima o poi, lo sai bene anche te. Ormai tra me e
Cortney era tutto finito, era lei che si ostinava a considerarmi ancora
il suo "fidanzato". Io avevo in testa solo te, lo capisci questo?-
Non
potei non evitare di abbassare lo sguardo, arrossendo, e torturando tra
l'indice ed il pollice la busta.
-Si,
lo so- bisbigliai mentre un sorriso fece inarcare gli angoli della mia
bocca – E che i sensi di colpa mi divorano...-
-Pensi
troppo- Ammise scherzosamente.
-Si,
forse- Risposi sorridendo a mia volta.
Ed
in quel momento i nostri sguardi si incrociarono facendomi pensare che
forse non era tutto così sbagliato. Ma riappacificarmi con
Courtney sarebbe stato difficile. La conoscevo abbastanza per sapere
quanto fosse terribilmente orgogliosa.
Con
Trent era stato più semplice; Dopo la fine del reality avevo
deciso che anche a lui dovevo delle scuse.
Ora
toccava a Courtney. Non avevo avuto occasione di scusarmi con lei.
Sapevo bene che parlargli sarebbe stato difficile, per questo avevo
deciso di scrivergli una lettera.
La
presi e la rilessi mentalmente sotto lo sguardo attento di Duncan.
"Cara
Courtney,
Forse
non è il modo migliore per iniziare questa lettera,
sopprattutto dopo tutto quello che è successo. Ti scrivo
perchè so già che non mi lascieresti parlare. Ti
conosco fin troppo bene per sapere che probabilmente mi urleresti
contro dicendomi che non vuoi più avere a che fare con me,
che sono una traditrice; una stronza. E io ti direi che hai ragione.
Ho
sbagliato, è vero, e non posso dire nulla a mia difesa
perchè io ho rovinato tutto. Ho rovinato la tua storia con
Duncan, ho rovinato la nostra amicizia e ho perso la tua fiducia.
Non
ti chiedo di scusarmi perchè so che sarebbe chiedere troppo.
Voglio soltanto che tu sappia che mi dispiace e che... Beh, nonostante
tutto ti voglio ancora bene.
Scusami."
-Gwen
Appena
finii di leggere la macchina si fermò.
Il
paesaggio era ormai completamente imbiancato. La casa di Courtney, una
bella villetta, spiccava con le sue finestre illuminate tra il bianco
della neve.
Immaginai
l'atmosfera all'interno; una bella famiglia, un padre e una madre fieri
della propria figlia e con un ottimo lavoro.
Inutile
negare l'invidia nei suoi confronti. Lei aveva tutto quello che io
desideravo e, nonostante questo, pareva non badare molto a tutta la sua
fortuna.
La
mano di Duncan si posò leggera sulla mia spalla, le labbra
inarcate in segno di incoraggiamento.
"Io
ho Duncan", Pensai.
Ricambiai
con un qualcosa di più simile ad una smorfia di dolore che
ad un sorriso e, strintomi il cappotto al petto, aprii la portiera.
Il
freddo improvvisamente mi colpì con una raffica di vento
gelata, facendomi dimenticare momentaneamente l'opprimente senso
d'ansia che mi premeva sullo stomaco.
Riguardai
velocemente la lettera. Soffermandomi sulle ultime parole non
potè non scendermi una lacrima che, rigandomi il viso,
finì per cadere sulla carta lasciando un piccolo alone al
lato del foglio.
Dopo
di che lo richiusi con delicatezza all'interno della busta e, con le
mani tremanti, la posi al di sotto della fenditura della porta
fancendola scivolare delicatamente.
Arrivata
poi alla macchina aprii la portiera e, una volta entrata, i vetri si
appannarono immediatamente.
Duncan
mi guardò con i suoi occhi cerulei, in perfetta armonia con
i colori chiari del paesaggio circostante.
-Sei
stata bravissima- disse con voce suadente, avvicinando pericolosamente
il suo viso al mio.
E
suggellò il tutto con un bacio. Un bacio dolce, leggero,
delicato.
Mentre
la macchina partiva mi parve di scorgere un figura sull'uscio della
piccola residenza.
Non
mi rispose mai.
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