Linus
Che belle le Stelle, Linus...
Linus van Pelt era molto distante dall'essere una persona comune. Quanto il cielo sovrasta la terra così egli si elevava al di sopra di quell'Aurea mediocritas
della quale si compone la maggior parte del genere umano. Lui, il
saggio, nevrotico, Linus, il piccolo teologo che soleva citare le
Scritture trascinandosi dietro la sua eterna coperta, era
davvero una persona fuori dal comune -che lo si considerasse grande o
semplicemente folle.
Linus amava guardare le nuvole: se ne stava sdraiato
su un prato verde e fissava il cielo incurante di tutto ciò che
lo circondava. Perchè a Linus le nuvole raccontavano storie:
egli le leggeva in esse, come chiunque altro le avrebbe lette nei
libri. «Ecco lassù Schroeder che suona suo piano
giocattolo (suona l'Inno alla gioia dell'intramontabile
Beethoven) e Lucy, come sempre distesa sul suo strumento, che lo fissa
estasiata. E lì a destra! Snoopy! Vestito da legionario
all'assalto di Fort Zinderneuf insieme a Woodstock. E più in
alto: Charlie Brown che si strugge inutilmente per la bambina dai
capelli rossi. E lì, a sinistra, c'è Eudora che mi
sorride e vuole la mia coperta».
Di notte le nubi non si vedono e allora Linus
guardava le stelle: anche le stelle raccontano storie a chi è in
grado di leggerle, ma Linus leggeva le storie a modo suo: «Cassiopea era Miss Ohtmar, la sua maestra, che ogni mese restituiva il suo stipendio, perchè per lei insegnare era una missione; Orione era il Grande Cocomero prima di sorgere dall'orto delle zucche, la notte di Ognissanti; La chioma di Berenice era un filo di lana della sua coperta che Lucy aveva tagliato ed era salito fino al cielo; Il Cane beh quello ovviamente era Snoopy, sempre a caccia della sua coperta; L'Orsa Maggiore, infine, era una partita di Baseball in cui la squadra era riuscita finalmente a vincere»
«Linus!» la voce eternamente irritata
della sorella Lucy, interrompeva sempre le sue fantasticherie.
«Che diamine stai facendo lì fuori?»
«Niente Lucy, leggevo.» Rispondeva sempre lui.
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