Il mio Sahara, la mia sfida

di Ulisse85
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Luca e, davanti a lui, lo spazio che deve percorrere: la sua sfida.

Non ha mai affrontato una simile sfida, una sfida all’ambiente, una sfida con sé stesso. Da solo, senza aiuti, così deve essere, così sarà ed è così che vuole riuscirci.

Inizia a camminare, inizia il viaggio, un percorso lungo e non facile, ma almeno inizialmente le gambe sembrano rispondere, basta stare attenti a dove si cammina, a non fare soste troppo lunghe ma fermandosi lo stesso, ogni tanto, per riprendere fiato.

Riprendere fiato dalla fatica, riprendere fiato dal caldo.

Il termometro sembra impazzito, è maggio ma le temperature sono altissime.

L’afa è tale che ti avvolge come se fosse viva, come un serpente che avvolge le sue spire intorno al tuo petto, rendendoti difficile la respirazione.

Non è uno che molla, e poi sono le sfide che ti fanno crescere, che ti rendono migliore, non sono un ostacolo ad una vita tranquilla ma una possibilità che ti viene offerta, e che non va sprecata, ma sfruttata.

Una sfida se possibile va vinta, ma comunque accettata in ogni caso, anche solo avere il coraggio di non scappare, di non rifiutare, di non cercare una soluzione più semplice, o di chiedere aiuto, già ti renderà migliore, più degno di vivere tranquillo o di avere un’altra possibilità, e poi un’altra.

Ed è per questo che le sfide vanno accettate, sin dalle prime che ci vengono lanciate dalla vita, per avere più tempo per affrontarne altre e per vincerne qualcuna.

Non ci si deve arrendere, così come sta facendo Luca, che reagisce agli imperativi del suo corpo: sete, caldo, stanchezza, debolezza.

Non vuole piegare la forza della sua mente, della sua convinzione alla mollezza delle proprie gambe, vuole reagire.

Ma non ce la fa, le sue gambe cedono, Luca si ritrova carponi, ad avanzare sulle ginocchia, poggiato sulle mani, fiaccato nelle gambe ma non nella fiducia, sa di potercela fare, sa che ce la farà.

Si trascina, potrebbe chiedere aiuto, ma non lo sta facendo. Sa che lo otterrebbe, ma non lo sta cercando.

Continua a trascinarsi, piano piano, non ha fretta, la sua sfida la sta vincendo anche solo provandoci, e poi il suo obiettivo ora lo vede, la sua meta è di fronte a lui, un ultimo piccolo sforzo e ce la avrà fatta, ancora un “passo” a quattro zampe, e ….tutto è concluso.

Luca, ce la ha fatta.

Luca, dodici mesi, è riuscito a raggiungere la sua mamma dall’altra parte della cucina; è riuscito ad arrivare tra le sue braccia camminando, barcollando, andando gattoni, ma ci è comunque riuscito, sua madre gli sorride e lo stringe; e lui gioisce perché anche se non saprebbe dirlo, sa lo stesso di aver vinto la sua prima sfida.





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