Ricomincio da me.

di _Emanuela_3
(/viewuser.php?uid=108816)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Capitolo 5

 

Da quando non ci sei
non mi succede più
di ridere per niente come quando c'eri tu!

Mina, Un Colpo Al Cuore.

 

ALE

 

Lo seguo fuori e il freddo mi  coglie impreparata. Così istintivamente mi stringo nel giacchetto e lo raggiungo infondo alle scale.

D: Scheggia non ti ricordavo così delicata.

Dice regalandomi uno dei suoi sorrisi maledettamente sexy e insolenti.

I: e io non ti ricordavo così stronzo!

Risposi stanca delle sue frecciatine. Senza scomporsi sorride amaramente e senza guardandomi negli occhi  sussurra: -Ho imparato dalla migliore.

Touche. Colpita e affondata. Game over.

Abbasso lo sguardo, sono stata una stronza, lo so. Ma ero solo una ragazzina alle prime esperienze, una bambina in un corpo da donna che non riusciva a gestire. Una bambina rimasta fregata da tutto. Sono cambiata da allora ma questo non cancellerà il male che gli ho fatto. Renato mi ha raccontato di come si sia chiuso nel suo mondo, diventando apatico. Subito dopo Natale, fece i bagli e lasciò Acciano per tornare a casa sua: Civitavecchia, a poco più di un ora dalla mia Roma. Renato disse che stava a casa di sua nonna Cleofe. Non volli sapere più niente e non chiesi più notizie su di lui…

 

DAVIDE

 

A: E io non ti ricordavo così stronzo.

Sempre diretta èh scheggia.

Già una volta non ero stronzo, ma voi ragazze ai bravi ragazzi li catalogate come eterni amici. Me lo hai insegnato tu! Più siamo stronzi più ci desiderate. E sai che ti dico? Che funziona alla grande!

Abbasso lo sguardo perché so che ti ferirò e sussurro, più a me che a te, -ho imparato dalla migliore-.

Touche. Colpita e affondata. Game over cara scheggia.

Abbassi lo sguardo e fissi le scarpe, come pensavo ti ho ferito.

Non mi rispondi e sembri immersa nel tuo mondo.

D: Guarda che siamo arrivati.

Dico mantenendomi distaccato quando vorrei abbracciarti e dirti che è tutta acqua passata.

Cosa cosa cosa? Amico ma stai scherzando vero? Non farti sconvolgere di nuovo l’esistenza da una donna, da lei.

Punti i tuoi occhi nei miei.

I: Per quello che vale mi ha fatto piacere rivederti. Buona notte.

Apri la porta ed entri, senza lascarmi il tempo di replicare mi chiudi la porta in faccia.

D: Notte scheggia, rivederti è stato come la prima volta: un colpo al cuore.

Scuoto la testa e me ne torno a casa. Ad attendermi trovo mamma seduta vicino al cammino.

M: allora…?

D: sessanta minuti!

La butto sullo scherzo perché so dove vuole andare a parare e la cosa non mi piace.

M. Davide! Torna serio almeno due minuti!

Il suo tono, come sempre, non ammette repliche. Per di più non mi lascerà in pace fin quando non otterrà le risposte che cerca.

I: Sentiamo cosa vuoi sapere?

Le dico con tono stanco e arreso.

M: che effetto ti ha fatto rivederla?

I giri di parole non sono il suo punto forte! Senza pensarci un secondo rispondo secco:

D: che effetto avrebbe dovuto farmi scusa? Alessia appartiene al passato ormai.

Si certo come no, bravo Davide un conto è mentire a te stesso, ma a lei non hai mai mentito!

M: eppure l’hai chiamata scheggia…

 Già scheggia…perché dalla prima volta che l’ho vista mi è entrata dentro come una scheggia, fina ed affilata, procurandomi solo che dolore. Lei non ha mai capito il senso di quel sopranome, che si è andata ad intensificare dopo quel pomeriggio. Scheggia…perché mi aveva trafitto il cuore.

I: una volta soltanto- forse due- , è stata una cosa involontaria. Adesso scusa mamma ma vado in camera che domani mi devo svegliare presto.

Senza permetterle di replicare le baciai una guancia e me né andai in camera.

 

ALE    

 

Non ti ricordavo così stronzo.

Ho imparato dalla migliore.

Non riesco a smettere di pensarci. Le sue parole mi ronzano in testa da quando ci siamo lasciati. Eppure non può essere diventato così solo per causa mia, è sempre stato forte, poteva benissimo reagire. – non  è così che farai tacere i tuoi sensi di colpa- coscienza non ti sembra un po’ tardi per la ramanzina!?

Una volta a letto ripenso a quanto stavo bene in sua compagnia. Era una sorta di migliore amico, o forse qualcosa di più.

Sapeva sostituire ad ogni mia lacrima un sorriso, sapeva leggermi dentro e sapeva ascoltarmi per ora senza mai stancarsi. E come ho ricambiato tutto questo? Lasciandomi trascinare dal gruppo, lasciandomi convincere che eri da buttare. Ma tu mi piacevi così come eri, con la tua dolce goffaggine, e quel viso morbido.

Basta pensare a Davide , che sia il vecchio o il nuovo. Devo pensare a me e a cosa fare della mia vita.

Domani devo andare in giro alla ricerca di un locale in cui svolgere la mia attività. Per iniziare mi accontento di poco, potrei fare lo studio direttamente qui ma non tutti conoscono quetso paese e sarebbe complicato farlo raggiungere…

Chissà se del vecchio Davide sono rimasti almeno i sogni…

Ancora lui…Davide…con la sua immagine nella mente chiudo gli occhi e mi lascio andare tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=718863