Domani è solo un ricordo

di Chandra Adrastea
(/viewuser.php?uid=62191)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Domani è solo un ricordo - Parte II

Aspetto la mia condanna.

Quella condanna che ho evitato per anni.

Quella che tu non mi hai mai inferto.

Quella che nemmeno ora mi dai.

 

Invece ti avvicini. Di nuovo.

Nuova luce nelle pupille.

Accogli i brandelli della mia anima.

Io mi tuffo nella tua.

E prima di farlo avverto tutto.

Colpa, stupore, speranza, caos.

Buio.

 

E non dimentico il dopo.

Non lo dimentico mai.

Perchè il dopo è tutto.

 

Come ho taciuto le domande.

Come hai fermato il tempo.

Come abbiamo chiuso fuori il mondo.

Perchè il mondo è sempre stato di troppo.

 

E ci siamo stretti forte, da impazzire.

E abbiamo supplicato la morte di accecarsi.

E ci siamo nascosti, disperati.

Intanto speravamo che l'altro ci salvasse.

Così avremmo salvato quel che di noi rimaneva.

E fra le lacrime ci siamo riconosciuti, veramente.

Per la prima volta.

L'ennesima.

 

Perchè questa prima volta era tanto identica al passato.

A tutte le volte che ci siamo uccisi.

Ai momenti prima di morire, quando la nebbia si dissipava ed eravamo solo noi due.

Alle notti profonde passate insieme.

Stretti come adesso.

I cuori agognanti.

E noi che non capivamo.

Noi che oscuravamo i miraggi.

E cancellavamo i sogni.

Stupidi.

 

Come ieri.

Come prima.

Come un'esistenza fa.

Come lo saremo domani.

 

Ma domani non esiste.

Neanche ieri esiste.

E nemmeno adesso, forse.

 

E abbagliando la mente l'abbiamo fatta tacere.

Abbiamo morso forte le labbra.

E ci siamo conficcati nella carne.

Realizzando.

Perchè una volta tanto abbiamo cessato tutto.

Perchè allora abbiamo capito.

Davvero.

 

E ci siamo resi conto.

E senza farlo apposta abbiamo immaginato.

Abbiamo immaginato quel nostro domani.

Tanto lontano e così vicino.

Quasi trasparente.

 

E senza una parola.

Senza un sospiro.

Senza rinnegazione, abbiamo buttato i mirraggi al fuoco.

E abbiamo afferato i sogni.

Tutti.

Anche quelli mai visti.

E li abbiamo dissolti nell'aria.

E ci siamo guardati negli occhi.

Lì.

Col nulla nelle orrecchie e l'incenso nei polmoni.

 

E baciandoci abbiamo pregato, come la prima notte, di trovarlo quel domani.

Quel domani che, ora, è finito tra i ricordi.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=719580