Art.

di Destroya
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Lui era il pittore, io ero la sua arte.

Il mio corpo, la sua tela.

Il mio sangue, le sue tempere.

E lui dipingeva, ogni giorno.

Ripassava vecchi tratti ormai sbiaditi, o li arricchiva con nuovi ed intricati dettagli che si sovrapponevano agli altri, dando vita a complicati arabeschi vermigli che ero fiero di mostrare al mondo.

Li sbandieravo alla gente e ridevo di essa che non poteva vantare tale indelebile tesoro, povera stolta.

Amavo essere tela e colore.

Amavo essere dipinto ed elogiato, ma solo per essere poi colorato ancora.

Amavo lui ed il suo macchiarmi di sofferente esistenza.




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