chrysanthemum
L'odore
candido dei crisantemi avvolgeva tutta la stanza.
Era una
fredda e cupa serata di metà Dicembre, la notte ricopriva
silenziosa
una Londra apparentemente addormentata illuminata solo da qualche
bagliore proveniente da chissà quale candela lasciata ancora
accesa.
Le stelle si nascondevano dietro una corposa coltre di nubi gonfie di
neve ed era visibile alto nel cielo un minuscolo spicchio di luna.
Il Big Ben
aveva appena annunciato la mezzanotte scandendo con il suo macabro
suono squillante quei dodici lugubri rintocchi.
L'inebriante
profumo dolciastro emanato dai petali bianchi dei fiori si mescolava
a quello misterioso dell'incenso più speziato fatto venire
apposta
dall'oriente.
Tutto
sembrava addormentato, fermo. Eppure, quella notte, in quella stanza
troppo grande non era solo a condividere quel letto così
enorme. Si
era improvvisamente svegliato proprio mentre, dall'altra parte della
città, il Big Ben intonava l'ultimo rintocco. Era appena
passata
mezzanotte: era il suo compleanno. Questi pensieri però
avevano
occupato solo per pochi istanti la mente dell'improbabile erede di
uno dei più potenti casati d'Inghilterra che era subito
stato
distratto dall'enorme quantitativo di petali che ricoprivano il suo
letto.
Quella
fragranza così creata lo stava quasi stordendo, era un tipo
di
profumo troppo forte per lui o forse era stata creata appositamente
per quello scopo.
Ancora con
i sensi impastati dal sonno allungò una mano appoggiandola
sulla
fresca consistenza dei petali appena strappati dal fiore. Ne strinse
uno fra le dita, delicatamente. Il forte profumo che lo avvolgeva
probabilmente aveva in parte alterato la sua percezione; gli sembrava
quasi che, oltre al letto, anche il pavimento della stanza fosse
interamente ricoperto di bianco. Intanto fuori dalla finestra aveva
cominciato a nevicare. Grossi fiocchi corposi avevano ben presto
colorato di candido anche il mondo al di fuori della sua stanza.
A
quel profumo penetrante si era aggiunta anche la luce azzurrina
prodotta dalla nivea tinta della neve che si rifletteva sul latteo
colore dei petali illuminando in maniera irreale la stanza ora
avvolta da un atmosfera a metà fra il macabro e il
fantastico.
Cominciò a
cercare con gli occhi il probabile artefice di quella paradossale
scenografia e in pochi secondi lo vide. L'unico elemento nero che
stonava visibilmente con l'atmosfera che aveva avvolto il suo
risveglio. Aveva sussurrato il suo nome e la figura elegante si era
mossa verso di lui. Con pochi e fluidi movimenti, dopo aver fatto il
solito teatrale inchino, il demone rivolse lo sgardo carminio al suo
padrone. Il piccolo piuttosto disorientato si avvicinò al
maggiordomo, gli fece poi segno di chinarsi verso di lui in modo da
poter essere in grado di avere quegli occhi così enigmatici
alla
stessa altezza dei suoi.
L'atmosfera
era totalmente irreale così come ciò che avvenne
quella notte. Le
parole si trasformarono in baci, gli ordini diventarono lente carezze
mentre il dolce profumo dei crisantemi mischiato a quello forte
dell'incenso ubriacava la fragile coscienza di un bambino che aveva
appena compiuto tredici anni.
Non
successe nulla di più di quello che sarebbe dovuto accadere.
Le mani
del maggiordomo toccarono quel gracile corpo come già altri
avevano
fatto in precedenza appena tre anni prima. Il piccolo conte
accordò
un permesso che, se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe
negato
ad altri. Il nuovo si sostituì al vecchio cancellando,
almeno in
parte, un'esperienza vissuta proprio durante la medesima ricorrenza.
Sebastian poté toccare Ciel a suo piacimento, sperimentare
quanto
bisogno quell'arrogante ragazzino avesse di lui e delle sue
attenzioni. Si limitò però a soddisfare
un'esigenza del suo finto
padrone probabilmente taciuta per troppo tempo. Un altra
tonalità di
bianco si riversò infine sul candore dei petali incollandoli
e
sporcandoli con la sua densa consistenza. Ci sarebbero state altre
occasioni per tingere le pure lenzuola del conte di una
tonalità più
macabra e vivace. Il rosso del sangue non avrebbe sporcato quella
serata.
Il
bianco del crisantemo simboleggia la verità, il rosso
l'amore.
Avrebbe organizzato ben altro tipo di allestimento per quel momento
con tutt'altro tipo di fragranza.
Il piccolo
signorino stremato si accoccolò fra le braccia del suo
infedele
maggiordomo che prima di permettergli di scivolare nuovamente nel
mondo dei sogni, gli porse un crisantemo bianco.
- Buon
compleanno Bocchan. - Mormorò il demone direttamente sulle
labbra
del proprio interlocutore. - Spero che abbiate gradito la mia umile
sorpresa. Ho scelto volutamente questo tipo di fiore poiché
ha un
significato bene preciso che si adatta molto alla nostra situazione.
-
Ciel rimase
in silenzio ascoltando la calda voce del demone, decise di non
interrompere vinto forse più dalla stanchezza che dalla
voglia di
ricevere una vera e propria spiegazione. Il demone portò
comunque a
termine il suo discorso. - In Oriente il crisantemo è il
fiore delle
feste, in Inghilterra simboleggia le nascite mentre in Italia .. -
Sebastian si fermò un attimo appoggiando nuovamente le
labbra su
quelle del padroncino a cui regalò un lungo bacio prima di
concludere. - .. è il fiore dei morti.
L'odore
candido dei crisantemi avvolgeva tutta la stanza.
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