Messaggio dell'autrice:
Ehm... *fa un timido
passettino in avanti* ... buonasera, ragazze... quaaaaanto
tempo! XDDD Finalmente riesco a connettermi un po' più
spesso (sto cercando di recuperare le fic che mi sono persa in queste
settimane di assenza ;P)
e oggi mi sono pure rimessa a scrivere qualcosa... spero che il
risultato non faccia troppa pena! -____-"
Come sempre, mi rimetto al vostro impareggiabile giudizio! *3*
“Personale completamente attivo e ai posti di combattimento
in poco meno di un minuto e quindici secondi, signore”
esclamò Uhura in tono deciso. Osservando anche
l’ultima spia del reparto ingegneria accendersi sul pannello
davanti a lei, la donna in rosso si voltò verso la
postazione del capitano in attesa di nuovi ordini.
“Molto bene, tenente” disse Spock con aria
soddisfatta rilassandosi contro lo schienale della grande poltrona del
comando. “Stacchi pure l’allarme, ora. Ha qualche
osservazione da fare, ammiraglio Richardson?”
“Decisamente nessuna, signor Spock” rispose
piacevolmente stupito un paffuto uomo di colore dallo schermo
principale. “A parte il fatto che la velocità di
reazione del vostro equipaggio è stata a dir poco rapida. La
definirei quasi sconcertante
in effetti – nel senso positivo del
termine, ovviamente.”
“Non dimentichi che sull’Enterprise prestano
servizio i migliori uomini della Flotta” gli fece notare
Spock. “Da questo punto di vista risultiamo considerevolmente
avvantaggiati rispetto alle altre navi.”
“Noto con piacere che non ha perso la sua modestia”
sorrise Richardson mentre Spock annuiva impercettibilmente.
D’improvviso, il volto simpatico dell’ammiraglio si
rabbuiò. “Tuttavia, non ho ancora avuto modo di
vedere il capitano Kirk…” iniziò
facendo scorrere lo sguardo lungo tutta la plancia.
“È per caso indisposto?”
Spock corrugò la fronte. In effetti lo aveva notato anche
lui: l’assenza di Kirk in un momento importante come quello
era senz’altro una cosa inusuale, per l’Enterprise.
“Non che io sappia” ammise cautamente.
“Ad ogni modo, non c’è di che
preoccuparsi. Credo di poter affermare con sufficiente sicurezza che
arriverà in plancia a momenti.”
Non aveva ancora finito di pronunciare la frase che la porta della sala
controllo si aprì di colpo.
“Cos’è successo?”
esclamò Kirk irrompendo rumorosamente nella stanza e
guardandosi intorno con aria preoccupata. “Perché
avete dato l’allarme rosso?”
Facendo tranquillamente voltare la sedia girevole, il Primo Ufficiale
fece per rispondere al suo superiore.
Nello stesso istante in cui i suoi occhi si furono posati sul capitano,
però, ammutolì.
Come lui, anche la maggior parte dei presenti squadrò Kirk
con aria piuttosto confusa.
“Allora?” incalzò Kirk avanzando verso
il suo amico.
Richardson rise. “Vedo che ha finalmente deciso di allietarci
con la sua presenza, Capitano” scherzò.
Kirk notò solo in quel momento il volto tondo
dell’ammiraglio che gli sorrideva dall’altra parte
dello schermo. “Ammiraglio Richardson!”
esclamò meravigliato.
“Dalla sua espressione deduco che non si aspettava di
vedermi” constatò l’uomo con aria
incerta. “Credevo che fosse stato avvisato, avevo dato
personalmente l’ordine di inviarvi per tempo un messaggio in
codice per informarvi di questa simulazione.”
“Ma certo, la simulazione!” esclamò
allora Kirk battendosi una mano sulla fronte. “Diavolo, non
so proprio come ho potuto dimenticarmene… sono desolato,
signore. Ultimamente sono stato parecchio occupato…”
Scoccò a Spock un’occhiata indecifrabile.
“… E la cosa deve essermi sfuggita di mente.
Voglio sperare che sia andato tutto bene, comunque.”
“Alla perfezione, capitano” assicurò
Richardson. “Come sempre. Avrei solo un’unica
domanda da farle, se non sono troppo indiscreto.”
Spock lanciò a Kirk un’occhiata inquieta, ma il
capitano non colse l’avvertimento nello sguardo
dell’amico. “Ma certo, chieda pure.”
“Perché sta indossando una giubba da Ufficiale
Medico?”
Il sorriso di Kirk si congelò all’istante.
Abbassando lentamente lo sguardo, il capitano notò
l’innaturale colore azzurro della propria maglietta,
probabilmente anche troppo piccola di una taglia visto il modo in cui
gli tirava sul petto. “Beh…”
iniziò lentamente mentre un leggero colore rosso cominciava
a farsi strada sulle sue guance. “Vede, signore, si da il
caso che oggi sia il giorno di una… particolare ricorrenza
vulcaniana in cui, ehm… ci si scambia gli abiti in segno di
amicizia…” Kirk si girò parzialmente
verso Spock, in una muta e disperata richiesta d’aiuto.
“Qual’era il nome preciso della
festività, Spock?”
Tratto in causa senza alcun preavviso, il vulcaniano si
irrigidì di colpo. “Non saprei,
capitano…” rispose cautamente.
“Massì” incalzò Kirk,
“era qualcosa come…” E
borbottò qualche sconclusionata parola senza senso.
Spock sospirò impercettibilmente. “Intende forse
dire Di’kizh
t’ved?”
“Sì, esatto, proprio quello!”
esclamò il capitano sollevato battendo una mano sul
bracciolo della poltrona.
“Di’kizh
t’ved?” ripeté allora
Richardson meditabondo. “Il
giorno dello scambio? Strano, da giovane passai parecchi
mesi in tirocinio su Vulcano, e non mi è mai capitato di
sentirne parlare.”
Ci mancò poco che Kirk inciampasse nei suoi stessi piedi.
“Davvero?” chiese cercando di nascondere il proprio
sconcerto. Con il solito finto sorriso stampato in faccia, si
voltò nuovamente verso Spock lanciandogli un’altra
occhiata urgente.
Il vulcaniano serrò la mascella e guardò
ostentatamente da un’altra parte, non intenzionato a
inventarsi ulteriori balle per coprire il compagno.
Stringendo i pugni, Kirk si voltò nuovamente verso
Richardson. “Beh, immagino che sia… normale che
non abbia mai sentito parlare, ammiraglio. Dopotutto è una
tradizione abbastanza illogica, immagino che gli stessi vulcaniani
esitino a parlarne con persone estranee alla loro cultura. Se ha
passato tanto tempo su Vulcano, allora capirà benissimo
quanto la loro razza sia riservata e orgogliosa” concluse
lanciando a Spock un’occhiata tagliente.
“Già, sono fin troppo consapevole di queste loro
caratteristiche…” sorrise ancora Richardson.
“In questo caso, posso chiederle perché lei sta
ancora indossando la sua normale giubba di ordinanza, signor Spock? Non
intende forse onorare la tradizione?”
Il vulcaniano sembrò esitare, ma un’occhiataccia
di Kirk lo convinse suo malgrado a stare al gioco. “Il
mio… turno qui in plancia non è ancora finito.
Ovviamente mi unirò al capitano quanto prima mi
sarà possibile.”
“Lei mi stupisce, Kirk!” esclamò allora
Richardson scuotendo la testa contrariato. “Come
può mantenere in servizio il suo unico Ufficiale vulcaniano
durante una festività vulcaniana come questa?”
Kirk aprì e richiuse la bocca un paio di volte, mortificato.
“Lei ha pienamente ragione, signore. Sa una cosa?
Provvederò subito a mandare il signor Spock in licenza per
l’intera giornata.”
“Bene” esclamò l’ammiraglio
annuendo compiaciuto. “Riferirò al Comando che
l’equipaggio della U.S.S. Enterprise è
più in forma che mai e che la simulazione ha avuto buon
esito. La prossima volta, però, le consiglio vivamente di
ricordarsi dell’appuntamento che le forniremo.”
Kirk chinò leggermente il capo a mo’ di scusa.
“Certamente, ammiraglio. Mi rincresce davvero molto di non
essere stato presente durante la prova.”
“Non importa, per questa volta chiuderò un occhio.
Fortunatamente il signor Spock ha fatto le sue veci in maniera
eccellente… non per niente è considerato il
miglior Primo Ufficiale dell’intera Flotta.”
“Grazie, signore.”
“Bene…” L’ammiraglio fece il
classico saluto militare. “Allora buon Di’kizh
t’ved, signori! Richardson, chiudo.”
Non appena il collegamento video si fu interrotto, Kirk
esalò un profondo sospiro e si appoggiò
stancamente allo schienale della poltrona chiudendo gli occhi.
“Posso parlarle in privato, Capitano?”
sibilò Spock a denti stretti.
Kirk annuì. “Tenente Uhura, chiami subito il
signor Scott. Cedo a lui il comando. E la smetta di ridacchiare, per
favore, è un suono alquanto irritante”
sbottò infastidito sorpassando la sussultante tenente e
dirigendosi assieme a Spock verso il turbo ascensore.
Quando le sottili porte argentate si furono richiuse alle loro spalle,
Spock bloccò il macchinario e si voltò per
fronteggiare Kirk. “Perché ti sei messo la giubba
di Leonard?” esordì in tono calmo ma accusatorio.
“Non lo so, Spock, non me ne sono neanche accorto…
L’allarme rosso ci ha colti di sorpresa, ho indossato la
prima cosa che mi è passata per le mani!”
“Ti rendi conto che mi hai spinto a mentire davanti a un
ammiraglio della Flotta Stellare?” continuò il
vulcaniano imperterrito.
“Avanti, cosa vuoi che sia…” sorrise
allora Kirk scrollando le spalle. “Non è niente di
grave, abbiamo semplicemente inventato un’innocua
festività inesistente. Ho fatto di peggio, lo sai.”
“Ma io no” puntualizzò Spock, gli occhi
lampeggianti di ira.
“Non capisco perché tu te la stia prendendo
tanto” brontolò allora Kirk squadrando il volto
affilato del vulcaniano. “Di solito non… aspetta
un momento.” D’un tratto, un lampo di comprensione
illuminò il suo vivace sguardo dorato. “Tu sei
geloso!” constatò incredulo. “Sei geloso
perché io e Bones ce la stavamo spassando senza di
te!”
“La gelosia è un’illogica emozione
umana, Jim” ribatté seccamente Spock. Nonostante
la sua presunta indifferenza però, le sue guance assunsero
una lievissima, quanto evidente, tinta verdognola . “I
vulcaniani non sono gelosi.”
“E non mentono mai, giusto?”
“Esattamente.”
“Però l’hai appena fatto, con
Richardson.”
Spock sgranò leggermente gli occhi, colto in fallo.
Accigliato, incrociò le braccia e rivolse a Kirk
un’occhiata irritata.
Allora il capitano si sollevò lentamente sulle punte dei
piedi, sorridendo. “Spock, sei il nostro Compagno”
gli sussurrò dolcemente ad un orecchio. “Non hai
alcun motivo di essere geloso di Bones.”
Il Primo Ufficiale chiuse gli occhi e si lasciò abbracciare.
“Ne sono pianamente consapevole.”
“Bene” ridacchiò Kirk scostandosi
leggermente e rimettendo in moto il turbo ascensore.
“Posso essere messo a parte della nostra corrente
destinazione?” chiese il vulcaniano con calma.
“Mi sembra ovvio, signor Spock…” rispose
il capitano con aria grave. “Siamo diretti ai miei alloggi.
L’allarme rosso è scattato ad un momento
estremamente poco opportuno, temo che il nostro Ufficiale Medico Capo
necessiti del nostro… aiuto.”
“Capisco…” Un lievissimo sorriso
balenò per una frazione di secondo sul viso affilato del
Primo Ufficiale. “Una questione di fondamentale importanza,
dunque.”
N.B.: Ovviamente Richardson
è un personaggio tanto inventato quanto inutile! U.U (poveretto... XDD) Avevo bisogno di un
ammiraglio, ma andare a far ricerche su Internet mi costava troppa
fatica... per cui ho optato per una creazione di fantasia! (Ehhh, la
pigrizia... una brutta bestia, davvero -____-")
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