White
as snow
Quell'anno
faceva freddo. Molto freddo. La neve era arrivata presto e aveva
coperto tutto con una soffice coltre bianca. Non ci sono
più le
stagioni di una volta si ritrovò a pensare. Scosse
la testa:
stava parlando come un vecchio. Sentì dei rumori in
lontananza e
drizzò le orecchie. Vide degli studenti passare
schiamazzando a gran
voce. Li osservò per bene soffermandosi sulle divise
ricamate in
argento: Serpeverde. Bah... non aveva mai
sopportato la mania
di grandezza di quella Casa e men che meno quella dei suoi parenti.
Tutta quella pomposità di essere un'importante famiglia
purosangue
gli faceva venire il voltastomaco. Poi arrivò lui, la pecora
nera,
che divenne il primo Black Grifondoro. Quando i suoi lo vennero a
sapere sua madre iniziò ad urlare, suo padre non voleva
rivolgergli
più la parola e suo fratello minore Regulus voleva persino
evitare
di vivere sotto lo stesso tetto con lui.
Ma
Sirius era contento di essere un valoroso Grifondoro. Molto presto si
fece degli amici, amici veri e anche traditori...
pensò con
disgusto. James, Lily, Remus...
Brrr!
Una folata di vento gelido lo fece rabbrividire. Si strinse ancora di
più nella folta pelliccia. Forse l'idea di trasfigurarsi non
era
stata molto buona... Decise di mettersi al riparo tra gli alberi,
almeno il sottobosco l'avrebbe protetto un po' dalla morsa del gelo.
Si alzò pigramente e, trotterellando, si addentrò
nella foresta
lasciando dietro di sé delle piccole impronte nella neve
fresca. Si
sistemò sotto un grosso albero spoglio in
prossimità della scuola:
da quella posizione avrebbe potuto controllare ciò che
accadeva
senza farsi notare.
La
neve riprese a cadere. I fiocchi danzavano leggeri nell'aria prima di
cadere al suolo. Sirius affondò il muso in quella soffice
coltre
bianca che lo fece starnutire. Non gli era mai piaciuto l'inverno,
soprattutto la neve: troppo fredda, troppo umida.
Osservò
quel manto candido così simile alla lana Solo
l'agnello è bianco
come la neve aveva detto qualcuno. Sirius era l'esatto
contrario
del bianco, era nero: capelli neri, pelliccia nera, persino il suo
cognome era nero! Lui aveva smesso di essere un agnello tanto tempo
fa, quando si era unito nella guerra contro Voldemort. Lentamente si
era trasformato in un leone quando dissennatori l'avevano preso e
portato ad Azkaban. Lì, nelle umide celle, aveva pensato e
ripensato
come sfuggire da quella prigione e, soprattutto, su come avrebbe
distrutto quello sporco traditore di Peter Minus. Perché
Sirius
l'avrebbe ucciso, eccome se l'avrebbe ucciso. Aveva fatto una
promessa a sé stesso, ora che era riuscito ad evadere
avrebbe
portato a termine la sua vendetta. Lottare e lottare
finché gli
agnelli non diventeranno leoni.
La
temperatura si abbassò di colpo e lo fece tornare alla
realtà.
Avrebbe aspettato ancora un po', se il ragazzo non si fosse fatto
vivo sarebbe andato via.
Sospirò
e si guardò intorno: tutto era immacolato, perfino il cielo
aveva lo
stesso colore del paesaggio circostante. Non c'era più un
orizzonte,
tutto si fondeva, terra e aria, per dar vita a uno spettacolare
effetto ottico. Annoiato Sirius iniziò a giocare con la neve
disegnando (per quanto era possibile) distrattamente con le zampe.
Dopo qualche minuto guardò il proprio lavoro: inconsciamente
aveva
scritto più volte bianco, bianco, bianco. Non
aveva mai
capito quel colore... Come fa un una tinta a contenere tutte
le
altre?...
Dei
saluti e uno scalpiccio di piedi giunsero a lui. Drizzò le
orecchie
e si guardò intorno cercando la fonte del rumore. Tre
ragazzi
uscirono dalla capanna del guardiacaccia, a una decina di metri da
lui. Si acquattò tra i cespugli per non farsi notare mentre
seguiva
attento la scena. Analizzò per bene le loro divise...
Grifondoro!
Silenziosamente esultò e si concentrò sui volti
dei personaggi che
rimanevano seminascosti.
“Stacci
attento Harry” disse in modo sgrammaticato il mezzo gigante.
Harry!
Silenzioso,
si spostò verso l'abitazione. Era
veramente lui?
Nel
frattempo la porta si richiuse e il trio si diresse verso il
castello. Sirius si soffermò sul ragazzo al centro: capelli
neri
sbarazzini, occhiali... Non aveva più dubbi, era Harry, era
lui che
aveva aspettato per quasi tutto il pomeriggio. Lo guardò
mentre
incespicava un poco sulla neve Sembra la copia
di James
commentò.
Quando
fu troppo lontano anche il grosso cane si alzò scrollandosi
di dosso
la coltre bianca e si incamminò nella direzione opposta,
verso la
grotta-rifugio che aveva trovato nei pressi di Hogwarts.
Non
gli era mai piaciuta la neve, neanche il bianco, ma in quel momento
non gli importava, il mondo avrebbe potuto anche essere sommerso da
quella coltre e diventare completamente bianco. Sarebbe stato felice
lo stesso.
Storia
partecipante al contest “The lover with no home”
indetto da
ClaireTheSnitch sul forum di EFP.
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